SAN CATALDO (LECCE) – Per la marina più famosa di della città (ma anche dimenticata per anni!) il progetto dell’amministrazione Salvemini è quello di una pulizia totale: giù tutti i muri abusivi insieme a tutto ciò che non è compatibile con la difesa dell’ambiente e del paesaggio. Tolleranza zero anche se si tratta di vecchi ristoranti, come il Samarcanda.
“Rimuovere gli abusi è un atto politico che afferma il valore del regole, la centralità dello spazio pubblico, il dovere della legalità – spiega il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini – Ma c’è un abuso che non si può abbattere con le demolizioni: è quello all’assuefazione, all’indifferenza, alla rassegnazione che ci anestetizza di fronte alla necessità di atti scomodi.
Oggi a San Cataldo dopo decenni di ‘distrazione’ si è buttata giù una struttura dalla storia controversa che non aveva più titoli e autorizzazioni per rimanere lì”.
“Questa mattina sul lungomare di San Cataldo si sta procedendo alla demolizione di un chiosco che è diventato abusivo e lì insiste da decenni – annuncia l’assessore Rita Miglietta –
Per l’amministrazione è l’attuazione di un progetto che, sebbene a piccoli passi, cammina e avanza per restituire agli spazi pubblici il decoro e l’equità, se a qualcuno ciò può sembrare scontato, ebbene non lo è affatto.
Ci sono voluti troppi anni, la storia di questo chiosco, ha in sé paradossi e contraddizioni, dagli anni 70, ha visto più volte soccombere il significato proprio, il peso e il ruolo che lo spazio pubblico, (ma non solo), deve avere per una comunità. Una vera e propria odissea, che a volte si traduce in senso di impotenza, frustrazione, ingiustizia, ma che oggi, con questa piccola operazione raggiunge un ‘grande’ risultato visibile e tangibile.
Grazie al Nucleo di Vigilanza Edilizia e a tutti gli uffici dell’amministrazione che hanno lavorato a questo risultato.
Con questa demolizione abbiamo esaurito gli ultimi fondi, pari a 80 mila euro, chiesti alla Regione in attuazione della Legge15/2012, ‘Norme in materia di funzioni regionali di prevenzione e repressione dell’abusivismo edilizio’, oggi ci apprestiamo a chiedere ancora altri fondi, perchè lì dove si perpetra il mancato rispetto delle regole abbiamo bisogno di risorse per ricomporre gli spazi che sono indispensabili ad attivare nuove economie, nuove relazioni, nuovi diritti”.
LE POLEMICHE DI SCORRANO
Il consigliere polibortoniano Giampaolo Scorrano critica lo show della demolizione a danno di un proprietario che non era il responsabile degli ampliamenti avvenuti molti anni prima.
“Una cosa è il rispetto della Legge, ma altra cosa la sensibilità e l’umanità – spiega Scorrano – Oggi il sindaco ha pubblicizzato con un post il ripristino della legalità a San Cataldo a fronte della demolizione del chiosco bar denominato Samarcanda. La legge va rispettata, è giusto.
Era un atto dovuto. Non comprendo, però, perché pubblicizzare la cosa sulla propria pagina FB.
Perché non pensare alla disperazione dell’anziano proprietario che, insieme alla sua famiglia ed ai dipendenti, viveva dei proventi di quel chiosco e di quel lavoro e che non aveva commesso, ma ereditato, suo malgrado, gli abusi che ne hanno determinato la demolizione. Ma, soprattutto, perché consentire ai propri ‘fans’ la pubblicazione di post, tanto indegni quanto incommentabili, sulla propria homepage.
Per questo motivo non mi sento di condividere la gioia del sindaco che, invece, invito a segnalare e rimuovere prontamente dalla sua pagina FB i post indegni dei propri supporters. Davanti a tanto odio non si può gioire! La mancanza di umanità e di sensibilità dimostrate, unitamente ai commenti apparsi e non ancora rimossi, non sono degni di una società civile”.
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