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Intervista a chi visse l’incubo: “L’orco si può trovare. Concentrarono le indagini su due persone innocenti”

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di Gaetano Gorgoni

TORRE CHIANCA (MARINA DI LECCE) – Maria Teresa Capoccia è una donna ormai anziana, ma in ottime condizioni di salute: con il suo bar “La Torre” (a pochi passi da un’antica torre di avvistamento) è l’unico vero presidio di questa lunga fascia di mare leccese, totalmente priva di lidi, dove la vita trascorre lentamente e il fruscio del mare è un suono costante: tutto il resto è silenzioso, soprattutto nell’ora di pranzo. Solo il mare parla. In pochi hanno voglia di rispolverare l’incubo del bambino di tre anni a cui il più orrendo dei mostri ha strappato via la vita a soli 3 anni. Maria Teresa mossa da una fede incrollabile ha vissuto tutta la vita per i figli e per il lavoro nel suo bar, ma quell’incubo ha segnato anche la sua vita. 

“A me non piace molto apparire – ci spiega seduta nel cortile del suo bar che dà sul mare e ci vieta di inquadrarla mentre registriamo l’intervista – Ho cercato di dare una mano per risolvere questo caso appellandomi solo la mia coscienza. Non ho paura di parlare e di dire tutto quello che so. Ho aperto un bar con mia sorella 38 anni fa e quella storia rischiò di farci chiudere, perché per due anni da qui non passava più nessuno: avevano tutti paura”.

Cosa ricorda di quel giorno?

“Era Santa Maria, io mio onomastico Era un giorno come tutti gli altri, quando la stagione volge al termine. Era il 12 settembre del 1992, tra le 13 e le 14, ora di pranzo: chi non abita qui tutto l’anno va via agli inizi di settembre. Torre Chianca era semideserta e a un certo punto mi sono vista un signore davanti che mi chiedeva se avessi visto suo figlio, che aveva 3 anni. Io gli risposi che non avevo visto nessun bambino e lui mi disse che lo stavano cercando. Ho chiesto come avessero fatto a perderlo e lui mi rispose che era sparito da casa”.

Anche questo è un mistero: c’era una villa di fronte alla casa del bambino, con i proprietari che erano all’interno, ma c’erano altre villette disseminate lungo la via prima di arrivare in spiaggia, con altre persone dentro…Come ha fatto il mostro a non farsi vedere da nessuno, almeno nella fase del ritorno o mentre si aggirava nei paraggi?

“Sì, infatti è strano che nessuno si sia accorto di niente. Forse è stato fortunato…Comunque, io proposi al padre di metterci tutti alla ricerca del bambino è incaricai i miei nipoti, quelli di 12 anni, di andare in giro per vedere di trovare qualcosa. I ragazzi cominciarono a girare in bicicletta per la zona e il padre di Daniele si mise a cercare in altri punti. In pochi minuti tutta la zona si mise in allarme e il padre proseguì le sue ricerche”.

Dunque, è possibile che tutte queste persone alla ricerca del piccolo abbiano potuto incrociare per caso l’assassino…

“Nessuno ha dato informazioni utili in questo senso. Io mi ricordo che a un certo punto venne un ragazzino, un dodicenne. Mi disse: ‘Signora Maria, Signora Maria, i bambini tuoi sono qui?’. ‘Sì, cosa è successo?’ – gli dissi. ‘No, è che sulla spiaggia mi è sembrato di vedere un bambolotto o un bambino, non so distinguere. È sul bagnasciuga e ha una maglietta gialla e rossa’. Il padre mi aveva detto com’era vestito e allora io dissi: ‘O Dio, allora è il bambino di quel signore!’. Mentre mi raccontava queste cose, la voce era arrivata a diverse persone che si sono recate sul posto e hanno chiamato i soccorsi. Andò anche mia madre a prestare soccorso. Fecero la respirazione bocca a bocca, anche un vigile del fuoco”.

Si capiva quanto tempo il bambino fosse lì agonizzante?

“Questo non è stato mai chiarito: quando sono arrivati i soccorsi, il bambino era ancora vivo. Hanno provato a tenerlo in vita anche in ospedale. A un certo punto si sono fermate tutte le notizie, quindi ho chiamato l’ospedale per sapere qualcosa e l’operatore chiese tutti i miei dati e di contattarmi senza dirmi nulla. Poco dopo si diffuse la voce che il ragazzo era stato violentato…”(la signora si ferma commossa ndr).

…E soffocato nella sabbia in modo tale che non potesse urlare…

“Dopo quel giorno, il vuoto. Nessuno riusciva a spiegarsi come un mostro potesse essere passato o addirittura potesse abitare una zona da sempre così tranquilla”.

Ma questa storia del turista di passaggio regge?

“Torre Chianca all’epoca non era frequentata da molti turisti: era quasi tutta gente del posto. Nessuno riesce ancora a capire da dove sia sbucato fuori l’orco. Questa era una zona molto riservata e chiusa, difficilmente vedevamo qualche turista”.

Certo, già oggi se ne vedono pochi da queste parti, figuriamoci nel settembre del ’92…

“I miei figli sono cresciuti liberi: conoscono il mare, la spiaggia, le persone e non hanno mai avuto un problema di questo tipo”.

E se il mostro di Torre Chianca fosse venuto da Lecce? Se avesse già adocchiato Daniele prima?

“Ci sono tante domande senza risposta. Io sono stata intervistata anche della Rai su questa vicenda perché qui sono come un presidio: il mio bar è sempre aperto. Hanno accusato un ragazzo che non c’entrava niente. Si sono concentrati su due soggetti che erano innocenti. Se la sono presa soprattutto con un ragazzo normale, solo un po’ più sfortunato degli altri. Le indagini si concentrarono su un personaggio che aveva modi di fare diversi per una sua disabilità e gli rovinarono la vita pur essendo innocente. Lui era amico di tutti. Ha avuto a che fare con i miei figli, con i miei nipoti e non è successo mai nulla. Eppure le indagini si sono concentrate su di lui, perché era diverso, aveva un leggero ritardo. In realtà era un angelo, che faceva da babysitter anche le mie figlie. E io mi potevo permettere di accusare un innocente per chiudere le indagini?”.

Ora quest’uomo che è stato accusato che fa?

“Il padre che non sta bene, la madre che è morta e lui non lavora. Quella storia gli ha rovinato la vita senza che lui c’entrasse nulla. Per fortuna sono benestanti, ma quella storia è stata terribile per lui”.

Qualcuno, con una chiamata anonima, accuso proprio lui…

“Lui era innocente, come era innocente quel povero ragazzo di 12 anni che trovò il cadavere. Questi ragazzi sono rimasti traumatizzati a vita anche se l’esame del DNA li ha scagionati”.

Però è anche vero che, addirittura, a distanza di 27 anni, in molti fanno tanta fatica parlarne…

“Questo è vero. Gli investigatori che vennero a casa mia per interrogarmi mi dissero testuali parole: ‘Se fossero stati tutti come lei, così tranquilli nel parlare, lo avremmo trovato subito'”.

Anche la madre del piccolo Daniele fece un appello: ‘Chi sa parli!’. Ma non parlò nessuno…

“Poche testimonianze, alcune confuse e contraddittorie”.

Ha ancora dei rapporti con i genitori di Daniele Gravili?

“Siamo amici. Conobbi la madre durante un’intervista al Circeo dove c’era Cataldo Motta ed allora diventammo amiche. Credo che quella ferita non si chiuderà mai, anche se subito dopo hanno avuto una bambina, che ora ha 26 anni. Loro sono due brave persone di Lecce, che qui venivano in vacanza. Da allora non tornarono mai più a Torre Chianca”.

Anche se c’era poca gente tra le 13 e le 14 di mattina, tante case nelle vie percorse dal mostro erano abitate: possibile che nessuno abbia visto? Possibile che il mostro sia stato così fortunato?

“Io sono stato intervistata dalla Rai tante volte e non mi sono mai tirata indietro, magari se qualcun altro avesse parlato, così come ho parlato io, forse gli investigatori avrebbero avuto qualche ulteriore elemento da valutare”.

Noi abbiamo provato a fare qualche domanda ma la gente era spaventata, schiva, soprattutto gli anziani.

“Eppure, dire la verità non costa niente, se uno ha la coscienza a posto”. 

Anche la testimonianza del dodicenne e poco chiara, quando dice che si spaventa di un signore.

“La via dove abitava il bambino era abitata anche d’inverno: forse bisognerebbe ripartire da lì, provare a capire se qualcuno ricorda qualcosa. C’erano tante persone che in quel periodo erano sempre a mare: magari potrebbero ricordarsi qualche movimento sospetto come accaduto per la ragazza che a distanza di anni ha ricordato una macchina bianca che sfrecciava”.

Forse c’è la paura di finire ingiustamente nella rete dei sospetti e allora non si parla?

“Nel tempo ti passa quella paura. Se hai la mente lucida, ricordi anche i particolari”.

Come avete vissuto questo enorme dramma di una comunità che fino a quel momento non aveva conosciuto nulla di così grave e violento?

“Sono una persona che si affida molto alla fede, altrimenti il mio locale sarebbe chiuso: abbiamo passato due anni terribili dopo la tragedia. Tutti avevano paura di passare da queste parti. Commercialmente abbiamo subito una botta durissima: la gente aveva paura e non veniva al mare. Certo, avrei chiuso volentieri locale se in cambio ci fosse stata la possibilità di trovare il colpevole”.

Secondo lei, dove si nasconde il mostro di Torre Chianca? Sarà ancora vivo?

“Se fossi un magistrato, riascolterei tutti, partendo dalla zona dove avvenne il rapimento e poi l’omicidio. Andrei a bussare alle porte di tutti, cominciando da me”.

Certo, se c’è una possibilità che il mostro o chi non vuol parlare si nasconda in una comunità, è sempre meglio ricordare il nome di Daniele Gravili per tenerlo sulle spine fino alla sua morte.

“Ricomincerei dai residenti: tutti, nessuno escluso, magari potrebbe riemergere qualche nuovo particolare”.

Ho l’impressione che la comunità voglia dimenticare questo brutto incubo, che però è reale. C’è un mostro che non è stato assicurato alla legge e non sappiamo che fine abbia fatto…

“Non abbiamo messo una lapide dove è morto perché c’è il mare. Abbiamo fatto una fiaccolata il primo anno con la parrocchia di San Salvatore. Ma i genitori non vennero: il dolore era enorme”.

Puoi però lei si è sentita sempre con i genitori, vero?

“Ci siamo sentiti sempre per diverso tempo, poi ci siamo allontanati per il lavoro e per tutte le cose della vita. Per un periodo siamo state molto vicine a quella famiglia, insieme a mia sorella, e ci siamo legate molto. C’era un rapporto di amicizia sincera tanto che poi la famiglia Gravini ci ha invitate anche al battesimo della loro bambina, che era ristrettissimo”.

All’inizio delle indagini si è pensato a un minorato mentale ma in realtà non era facile condurre il bambino fino alla spiaggia inosservato.

“Chiacchiere supposizioni se ne sono fatte tante: in realtà avrebbero dovuto rivoltare tutta la città come un calzino. Bisognava andare ‘casa – casa’: qualche particolare sarebbe spuntato fuori”.

Forse all’inizio delle indagini sbagliarono pista e si accanirono su chi era innocente, vero?

“Una telefonata anonima sviò le indagini, accusando chi non c’entrava nulla. Così si sono fossilizzati, proprio nel tempo che serviva per percorrere più piste, solo sulla pista più semplice. Il tempo è oro in queste indagini e se n’è perso troppo per indagare chi non era colpevole… e la sabbia ha coperto tutto”.

Forse pensavano che fosse un caso semplice. In questi casi si deve bloccare l’intero paese, dare un’occhiata alle partenze, agli alberghi…Ma forse, semplicemente, non furono fortunati, pur possedendo il DNA dello stupratore – assassino grazie alle tracce di sperma che aveva lasciato…

“Secondo me, ancora è possibile trovare il mostro: ci sono stati grandi progressi in campo investigativo. Si può ancora trovare il colpevole, insieme a tutte le persone di buona volontà”.

Certo, anche il più infame reato di mafia, come quello dell’assassinio della piccola Angelica Pirtoli, può venire a galla dopo decenni grazie ai testimoni. Ma in questo caso, se l’orco è stato così fortunato da non farsi vedere da nessuno, sarà difficile scoprire la verità…

“Ma c’è il DNA. C’è l’identità del mostro in quelle tracce…Nel ‘92 avevano in mano l’oro: la soluzione del caso. Bisognava passare in rassegna tutti gli abitanti”.

Su 19 esami del DNA nessuno era l’assassino…

“Avrebbero dovuto farne 1900 almeno: certo, riconosco che gli investigatori non sono stati fortunati. I magistrati hanno fatto il loro dovere: hanno rispettato la legge e le procedure. Si sono scontrati contro troppi silenzi. Ma io mi sarei ostinata di più”.

Certo, non è facile fare l’esame del DNA senza particolari elementi…

Nel ‘92 successe un caso simile a Roma. Sospettammo che  ci potessero essere dei collegamenti, ma, a quanto pare, non c’erano. Comunque, c’erano tanti elementi utili per risolvere il caso: anche un particolare tipo di caramelle che il mostro aveva utilizzato per attirare il piccolo (ne trovarono una nello stomaco del piccolo e una carta lungo il percorso). Delle ‘caramelle mou’ che si usavano in quegli anni e che qui vendono solo in un esercizio, ma non nel mio. Le vendeva la salumeria Rizzo, vicino Paradiso. All’epoca si davano quando non c’erano le 5 lire di resto. Il bambino è stato preso e portato via dal cortile della piccola villetta. Il cancello è stato aperto”.

Qualcuno dei vicini sostiene che il cancello non fosse proprio chiuso, ma socchiuso, ma si tratta di ricordi che non possono essere certi…Qualcuno poteva conoscere già quel bambino? Non sono strade in cui si passa così tanto casualmente…

“Non c’è una risposta. I genitori stavano smontando la bombola del gas stavano portando tutto via. Stavano facendo il classico trasloco mentre il bambino giocava con la bici nel cortile. Mi sembra di ricordare che dissero che il cancello era chiuso e che stavano caricando le cose nella macchina. È stato solo un attimo, un momento fatale”.

Qualcuno era lì in agguato? In mezzo a una strada piena di villette in cui chiunque avrebbe potuto vederlo…Il caso ha voluto che nessuno lo incontrasse? Eppure, quella faccia da pedofilo e assassino ha dovuto incrociare tante altre facce prima di compiere il più immondo dei gesti. Violentare e soffocare nella sabbia un angelo.

Silenzio. Si sente il mare in sottofondo. Eppure, questo sembra un piccolo paradiso accarezzato dal vento, se non fosse per quest’aria marcia di angoscia e mistero. Ci congediamo con l’anima squassata.

Gaetano Gorgoni

ggorgoni@libero.it

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Il mistero del mostro di Torre Chianca. Ricordare Daniele Gravili, violentato e soffocato nella sabbia a 3 anni nel ’92

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di Gaetano Gorgoni

TORRE CHIANCA (MARINA DI LECCE) – Avrà la faccia di un buon padre di famiglia, come tanti pedofili che sanno camuffarsi, oppure avrà l’aspetto di un balordo dagli occhi spiritati? Avrà fatto una vita apparentemente normale o per la ricorrente legge del contrappasso sarà stato devastato dalla disgrazia e dalla malattia. Avrà la faccia del vicino di casa, del vecchietto innocente che alle sei di sera gioca a carte con gli amici a Torre Chianca, oppure dello straniero? Chi è il mostro che ha ingannato il piccolo Daniele Gravili, di soli tre anni, con delle caramelle mou per poi scaraventarlo sulla spiaggia, violentarlo e farlo soffocare nella sabbia affinché non strillasse il suo orrore?

Daniele Gravili – casa Torre Chianca

C’è chi sarebbe pronto a dare la sua stessa vita per saperlo. Perché il mostro di Torre Chianca ha devastato l’anima di un’intera comunità e quell’incubo si annida, dopo 27 anni (oggi è l’anniversario della morte), nei pensieri di chi c’era e viene tramandato alle nuove generazioni, come una buia favola senza lieto fineEra il 12 settembre del 1992. Vogliamo ricordarlo con forza, perché in tanti hanno sete di verità. La casa dove abitava Daniele Gravili, il piccolo di tre anni a cui un vigliacco orco ha rubato la vita, si trova in via dell’Acquario, al numero civico 7: ora è una villetta ristrutturata e con un cancello massiccio, tutto nuovo. Forse per non far uscire più nessun bambino senza il volere dei genitori. Abbiamo girato a piedi tutte quelle viuzze: tutte uguali, con case vuote e qualche famiglia che porta a passeggio i propri piccoli. I ragazzi corrono liberi con le loro bici. Ma la storia di Daniele scurisce i volti di chiunque: basta pronunciare quel nome.

“È sparito, non si sa come e non si sa chi lo abbia preso, il bambino andava su e giù con la bicicletta quel giorno: il cancello forse era aperto. Nella casa di fronte c’era gente, ma era l’ora di pranzo, molti riposavano, altri erano in spiaggia”- spiega con un nodo in gola la signora che abita di fronte. “Si concentrarono sulle persone sbagliate e persero l’occasione di incastrarlo”- ci spiega, invece, la signora che gestisce il bar “La Torre”. Non ci sono lidi su questa porzione di costa libera, poco popolata e silenziosa, soprattutto a settembre. Il mostro velocemente, attraverso un passaggio che collega la casa al mare, ha condotto il piccolo sulla spiaggia, attraversando la via almeno per arrivare al numero 7.

IL RITROVAMENTO DEL PICCOLO AGONIZZANTE

È vicino alla “torretta” che fu trovato il piccolo, qualche metro più avanti con la faccia rivolta verso l’antica Torre di avvistamento. Il papà di Daniele racconta di averlo visto per l’ultima volta intorno alle ore 14.00, il corpo straziato è stato trovato alle ore 15.30. Un ragazzo di 12 anni trova qualcosa di simile a un bambolotto con la faccia in su e sabbia ovunque. I genitori correvano, nel frattempo, da una villetta all’altra a chiedere se qualcuno avesse visto il piccolo: lo avevano lasciato nel cortile di casa, con il cancello chiuso (o socchiuso?), che correva con la sua bici spensierato. Tutto il vicinato si mette a cercarlo: poi lo trova, mentre è ancora agonizzante, un 12 enne, che si precipita ad avvisare tutti. L’adolescente è tanto traumatizzato da quella visione che non sa dire se si tratti di un bimbo o di un bambolotto. Daniele Gravili viene trovato a faccia in su, con la maglietta strappata sul davanti. Il piccolo non respira, ma è ancora vivo.

Sarà stato restituito dalle onde? Tante domande mentre un vigile del fuoco lo tiene in vita con la respirazione bocca a bocca. I genitori vengono avvisati dalle forze dell’ordine e sono sotto shock. Poi, la corsa in ospedale. Tre ore dopo, la tragica verità. È stato violentato e soffocato nella sabbia. Alle 21, dopo 7 ore, Daniele smette di respirare. Quella sabbia che ha riempito i polmoni lo costringe a cedere alla morte. C’è il liquido seminale del mostro, c’è il suo Dna, la sua immonda identità. Ci sono anche tracce di sangue. L’animale infame può essere stanato. La rabbia più grande è non avere la faccia e il pentimento del mostro di Torre Chianca e, forse, di chi non parlò pur sapendo. L’autopsia conferma che il piccolo è stato costretto a stare con la testa nella sabbia perché cercava di difendersi.

I genitori, Silvana e Raffaele, un autista e un’insegnate nelle scuole dell’infanzia, chiedono a tutti di parlare, di dire tutto quello che sanno. Ma il silenzio domina, tranne qualche caso raro, come la donna che gestisce il bar “La Torre”. Si fa una fiaccolata, ma poi tutto si scioglie nel silenzio e nel mormorio del mare di Torre Chianca. Intanto il mostro infame corre, fugge dalla sua coscienza, va veloce verso l’inferno. Il 12 enne, il primo a trovare il piccolo di 3 anni, che si chiama anche lui Daniele, rilascia una testimonianza confusa senza riscontri, confessa di aver mentito perché aveva paura di un uomo dai capelli grigi. Intanto, i genitori del piccolo Daniele Gravili, feriti per sempre, cominciano ad evitare la stampa: un anno dopo nasce una nuova figlia e rinasce anche la loro voglia di vivere.

L’AMAREZZA DELL’EX PROCURATORE CAPO CATALDO MOTTA

Cataldo Motta condusse con un pool creato ad hoc le indagini e sorride quando gli chiedo se a distanza di tanti anni qualcuno potrebbe ancora avere un sussulto di coscienza e parlare. “Lei non vive a Lecce? – mi dice con una certa ironia – Non è di Lecce? C’è molta omertà in certe occasioni. Chi non ha parlato difficilmente parlerà”. Non ha tutti i torti l’ex procuratore capo di Lecce ormai in pensione: ci sono due casi irrisolti nel Salento. Oltre al piccolo Daniele ci sono tutte quelle coltellate a Peppino Basile, in piena notte d’estate, in una via popolarissima dove la gente “prende il fresco” sull’uscio di casa fino a tardi (usanza tipica delle popolazioni salentine). Il consigliere provinciale mentre veniva ucciso aveva il tempo di gridare, ma nessuno ha visto, solo un minore: una testimonianza poi ritenuta poco attendibile. Misteri. Due imperscrutabili gialli salentini. 

“Non abbiamo avuto fortuna” – continua amareggiato Cataldo Motta – Certi casi o si risolvono subito o non si risolvono mai”. C’è stato un errore nelle indagini? È stato un errore concentrarsi troppo sul dodicenne che ritrovò il bambino agonizzante e sul personaggio del paese, che poi abbiamo scoperto non essere colpevole? Secondo la signora Maria Teresa Capoccia,  che gestisce il bar “La Torre”, bisognava continuare a percorrere tutte le altre strade, senza pensare di aver risolto il caso. “Le indagini, in alcuni casi, o portano subito al colpevole o portano in un vicolo cieco”. Queste presero un vicolo cieco. Si pensò alla soluzione più semplice. Una chiamata anonima disse che era stato un certo Silvio a uccidere Daniele: l’uomo svelò l’esistenza di un passaggio condominiale che portava direttamente a mare dalla casa del piccolo rapito, una scorciatoia.

Gli investigatori fanno il percorso indicato e trovano le caramelle mou che l’assassino aveva utilizzato come esca per attirare il piccolo nella trappola. Ma il responso del DNA scagiona Silvio: non è lui il mostro di Torre Chianca. Vengono eseguiti 19 test che dicono chiaramente che quei sospettati sono tutti innocenti. Le 20 persone presenti sulla spiaggia a quell’ora non hanno visto nulla. Poi arriva una lettera anonima al Quotidiano di Puglia, scritta con le lettere ritagliare dal giornale: “Ho visto l’uomo che uccise il piccolo Daniele e ho solo un grande rimorso di coscienza”. Era un mitomane, era un modo per far uscire allo scoperto l’assassino o un testimone vero? Anche questo resterà un mistero. 

una parte della spiaggia dove fu ucciso il piccolo Daniele

Il caso sbarca in Parlamento grazie al senatore Giovanni Pellegrino, ma la Procura, che non ha avuto fortuna nelle indagini, è in un vicolo cieco e decide di archiviare. Il caso Gravili è tra i 27 casi italiani di cronaca nera irrisolti da diversi anni. Al nome di Daniele Gravili una signora spalanca gli occhi terrorizzata e si stringe la figlia piccola sul fianco: era una vicina di casa. “Abitavamo nella zona vicina alla Torre, quella senza lidi. È una cosa orrenda, soffro a ricordarla. Preferisco non ricordare. Vivo il ricordo di quel periodo come un brutto incubo. Ci conoscevamo tutti. Era settembre, c’era poca gente a mare, erano le 14. Io sono contro la pena di morte, ma per questo tipo di reati la metterei: una cosa di una crudeltà indescrivibile. Quella tragedia ha sconvolto tutta la comunità che ancora oggi prova a esorcizzare un dramma irrisolto”.

Di recente, una ragazza che all’epoca era piccola e abitava vicino casa di Daniele Gravili ha ricordato di aver visto sfrecciare un’auto bianca sulla via del rapimento, poco prima che la madre del piccolo bussasse alla sua porta per chiedere se avessero visto suo figlio. La ragazza che all’epoca delle nuove dichiarazione aveva 26 anni (era il 2010) ha notato che la macchina correva verso l’uscita di quel tratto di strada. Si tratta di un fatto anomalo perché quella via stretta e piena di bambini viene sempre percorsa lentamente. Ma la Procura non ha elementi per portare avanti l’inchiesta: tutto torna nel silenzio. Ogni volta che mi trovo di fronte alla ferocia degli uomini mi torna in mente quella frase di una straordinaria opera teatrale di Sartre (A Porta Chiusa): “l’inferno sono gli altri”. Un solo uomo può essere l’inferno per gli altri, ma il ricordo dell’infamia commessa sarà o sarà stato il suo inferno. Non bisogna dimenticare Daniele. Finché sarà possibile bisognerà sperare che la verità germogli in questa costa silenziosa dove oggi, 12 settembre, anche le onde sembrano fatte di lacrime. Un mostro ha calpestato questa sabbia. Vogliamo sapere se vive ancora, sporco e con la morte dentro, infastidito dalle mosche del rimorso, oppure affogato nel delirio di una vita “strafatta” di quel male assoluto che lo rincorre da anni. 

Gaetano Gorgoni  ggorgoni@libero.it

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Salotto Giallorosso, col Torino dobbiamo essere cinici

Molesta bimba di 10 anni entrata nel negozio per fare acquisti: commerciante ai domiciliari

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TREPUZZI (Lecce) – Scattano i domiciliari per il commerciante di Trepuzzi che, lo scorso 2 luglio, molestò una bambina di soli 10 anni, subendo poi la reazione violenta del genitore della piccola, che tentò di farsi giustizia da solo prima di informare i carabinieri.

Agli arresti è finito il 70enne F.P., confinato nella sua abitazione, in regime di arresti domiciliari. I fatti di cui è accusato il negoziante, come detto, risalgono all’inizio dello scorso luglio, quando la minorenne si recò nel negozio dell’uomo per alcuni acquisti.

Una volta all’interno dell’esercizio commerciale, tuttavia, la giovanissima era stata avvicinata e molestata dall’esercente, poi tornata a casa in lacrime. Dopo avere raccontato ciò che le era accaduto ai genitori, il padre della bambina raggiunse il negozio ed affrontò il gestore, rifilandogli un paio di pesanti ceffoni in faccia.

A distanza di un paio di mesi dall’episodio, il gip del Tribunale di Lecce Giulia Proto, su richiesta del pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, ha emesso nei confronti del 70enne trepuzzino un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, che è stata eseguita nelle scorse ore. L’uomo è difeso dall’avvocato Antonio Savoia.

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Servizio Civile: pubblicato il bando 2019. ASL Lecce “arruolerà” 47 giovani volontari

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LECCE – La ASL Lecce è pronta ad “arruolare” 47 volontari per il Servizio Civile 2019. É stato pubblicato il bando per partecipare alla selezione nazionale che interessa giovani tra i 18 e i 28 anni. C’è tempo sino al 10 ottobre 2019 (alle ore 14) per candidarsi, utilizzando esclusivamente la piattaforma web Servizio civile universale – Domanda On Line.

Rispetto all’edizione 2018, la ASL Lecce “raddoppia” il suo impegno, passando dai 25 volontari già impiegati con successo quest’anno ai quasi 50 del nuovo progetto. La finalità dell’iniziativa è molto chiara: essere “Al servizio del cittadino”. E’ questo, infatti, che verrà chiesto a questi giovani desiderosi di partecipare e di fare la propria parte per gli altri. Un compito che li terrà impegnati per un anno (per 25 ore settimanali per 5 giorni a settimana), con un compenso di 433 euro al mese a carico del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.

Il progetto in rampa di lancio, di cui è responsabile la dr.ssa Maria Grazia Sanarica, si pone sostanzialmente in continuità con quello precedente, orientato all’accoglienza e accompagnamento degli utenti nei percorsi assistenziali dei Distretti Socio Sanitari. In più, i volontari entreranno nei sei ospedali della ASL e potranno anche scoprire come funzionano la Direzione Generale e l’Ufficio Relazioni con il Pubblico. Proprio il “contatto” con gli ospedali sarà il valore aggiunto del progetto, rientrando nel filone del percorso “Hospitality: curare i luoghi di cura”, su cui la Regione Puglia e le ASL pugliesi, a partire da quella di Lecce, stanno ponendo particolare cura e attenzione.

Il progetto ASL punta ancora più decisamente sul rapporto delle persone con la Sanità Pubblica, avendo come obiettivo principale la costruzione di una Sanità più vicina ai bisogni e più facile da “usare”. I volontari, in sostanza, dovranno diventare dei veri e propri “facilitatori”, con un occhio di riguardo ai cittadini più fragili, soprattutto anziani e disabili, ed essere sempre pronti ad offrire un aiuto o un sostegno. “Volti amici” a cui rivolgersi per avere informazioni, punti di riferimento per poter fruire più agevolmente delle prestazioni sanitarie; ma anche giovani “smart” capaci di promuovere l’uso dei servizi digitali dell’Azienda sanitaria, cercando così di colmare il divario tra la varietà di strumenti esistenti e il loro utilizzo non sempre ottimale e diffuso.

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Inammissibile il ricorso collettivo di 55 contribuenti contro il bilancio del comune di Lizzanello

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LIZZANELLO (LECCE) – Il TAR Lecce ha dichiarato inammissibile il ricorso collettivo proposto da 55 proprietari di immobili, adibiti ad abitazioni e attività commerciali e professionali nel Comune di Lizzanello avverso le deliberazioni del Consiglio Comunale riguardanti la determinazione della tariffa rifiuti (TARI) per l’anno 2017 ed il bilancio di previsione 2017/2019.

I ricorrenti lamentavano l’erroneità dei calcoli per la determinazione delle tariffe in relazione all’effettivo costo del servizio per le rispettive categorie di contribuenti ed una carenza istruttoria. Censuravano altresì il bilancio di previsione 2017/2019 per omessa esposizione delle minori entrate per riduzioni, esenzioni e agevolazioni, e, quindi, omessa previsione delle risorse a copertura delle minori entrate.

Nell’udienza di discussione innanzi al TAR il difensore del Comune di Lizzanello avvocato Pietro Quinto ha eccepito in via preliminare l’inammissibilità del ricorso collettivo posto che le posizioni dei ricorrenti erano differenziate e potenzialmente configgenti.

Situazione processuale questa – ha dedotto l’avvocato Quinto – che non consente al Giudice Amministrativo di valutare la fondatezza nel merito delle situazioni giuridiche fatte valere dai ricorrenti nei confronti del Comune atteso che l’eventuale accoglimento del ricorso potrebbe avvantaggiare alcuni ricorrenti a danno degli altri partecipanti al medesimo ricorso.

Si tratta – ha sostenuto l’avvocato Quinto – di un principio di diritto processuale per verificare l’effettiva legittimazione ed interesse dei ricorrenti ad impugnare gli atti della pubblica amministrazione ritenuti lesivi della loro posizione giuridica.

Con ampia motivazione il TAR Lecce (Pres. Dott. D’Arpe, Est. Dott.ssa Rotondano) ha accolto l’eccezione rilevando che effettivamente i ricorrenti hanno censurato l’operato dell’Amministrazione di Lizzanello deducendo da un lato che non sarebbero state adeguatamente illustrate le procedure per la ripartizione dei costi del servizio tra le categorie di utenze domestiche e quelle non domestiche; per altro verso non sarebbe stata assicurata un’adeguata agevolazione per le utenze domestiche.

Ebbene – ha rilevato il TAR condividendo le argomentazioni dell’avvocato Quinto – l’accoglimento del ricorso nei termini posti dai ricorrenti si rifletterebbe comunque «a vantaggio di una delle due macrocategorie (riduzione della tariffa per le abitazioni) e a danno dell’altra (trasferimento del maggior costo alla categoria delle utenze non domestiche). Da qui l’evidente conflitto di interesse e l’inammissibilità del ricorso collettivo e la salvezza del bilancio di previsione 2017-2019 del Comune di Lizzanello.

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Poli Bortone, si punti sul filobus

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LECCE – “L’acquisto dei nuovi bus diesel, oggetto di critica da parte del Forum Ambiente, sono uno spunto importante  per rilanciare una riflessione sul trasporto pubblico e come questo di fatto rappresenta il cardine della mobilità sostenibile.” Dichiara Adriana Poli Bortone, consigliere al comune di Lecce.

“Se da un lato, in molte realtà stanno rinnovando il parco mezzi non solo “svecchiandolo” ma anche abbandonando la trazione diesel a favore del metano, dall’altro vi è anche chi si sta spostando verso una mobilità di natura elettrica.

Mobilità elettrica che è già presente nella città di Lecce, ma evidentemente sfugge ancora che da circa 7 anni è in funzione un impianto di trasporto ecocompatibile, costituito dalla rete filoviaria, attorno al quale andrebbe ridisegnato l’intero servizio pubblico. Peraltro, giova ricordare che Lecce è l’unica città del Sud Italia dotata di un sistema totalmente elettrico dopo Napoli. Infatti gli impianti finanziati e realizzati a Bari ed Avellino non sono stati ancora messi in esercizio.

Al filobus oggi, nel panorama del servizio di pubblico trasporto, è riconosciuto un ruolo strategico come veicolo ecologico utilizzato su linee di forza sia nelle medie che nelle grandi città. I veicoli filoviari sono dotati di tutte le caratteristiche di comfort come ad esempio il pianale ribassato, la climatizzazione, la silenziosità, l’assenza o quasi di vibrazioni, la postazione per i diversamente abili.

Si aggiunga poi che negli ultimi anni la tendenza è quella di avere veicoli in grado di potersi svincolare dalla linea aerea in caso di necessità, garantendo le stesse prestazioni di esercizio in modalità “full electric”, ovvero con l’utilizzo di batterie al posto del motogeneratore. Batterie che poi verranno gradualmente ricaricate una volta che il filobus avrà nuovamente l’alimentazione da linea aerea.

Questa soluzione consente una programmazione diversa e più flessibile dell’esercizio, come ad esempio gestire interruzioni temporanee della viabilità per lavori stradali, o raggiungere zone dove può esserci un problema tecnico per la costruzione di una rete aerea.

In Europa molte aziende stanno rinnovando il parco rotabile con veicoli dotati di sistema di marcia autonoma tramite batterie, o nel caso di Zurigo e Losanna la sostituzione sui veicoli già in dotazione del tradizionale motogeneratore con le batterie.

In Italia, è opportuno citare quanto svolto da CTM di Cagliari, unica città italiana tra le 10 prescelte a partecipare al progetto Europeo ZeEUs (Zero Emission Urban Bus System), che si è posto come obiettivo lo studio e la sperimentazione di nuove tecnologie completamente elettriche per i bus che operano nelle città europee. Oltre al rinnovo completo della flotta filoviaria di 32 veicoli, Cagliari ha optato per il sistema “full electric” per 6 dei nuovi filobus. Dotati di batterie al titanato di litio, i filobus sono impiegati sulla linea 5 che nei mesi estivi è prolungata fino al Poetto percorrendo ben 4,3 km in marcia autonoma con emissioni zero.

Strada del “full electric” che hanno deciso di seguire anche, Milano dove sono stati già consegnati i primi dei 30 veicoli acquistati da Atm nell’ambito del piano di investimenti dedicato al rinnovo della flotta, ed entro la fine dell’anno sono previste nuove consegne a Modena, Parma e Rimini.

Inoltre, Bologna ha in programma l’estensione della rete filoviaria, mentre, Rimini nel corso di quest’anno ha in programma l’apertura del TRC (Trasporto Rapido di Costa) tra Rimini e Riccione, con filobus che percorreranno un nuovo percorso in sede riservata.

E Lecce?

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Xylella, 90% olio a Lecce, chiusi oltre 100 frantoi

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Incontrovertibile lo scenario della filiera olivicola a Lecce, dove si stima nella campagna olearia 2019-2020 il crollo del 90% di olio rispetto alle medie storiche, perché la produzione di olive Cellina e Ogliarola è azzerata e risultano produttive solo le piante di Leccino, con il prevedibile effetto a catena su oltre 100 frantoi che lasceranno i battenti serrati. E’ la denuncia di Coldiretti Puglia rispetto alla campagna olearia in provincia di Lecce che si profila drammatica con il grave rischio di chiusura per la grande fabbrica green del Sud Italia.

“Gli olivicoltori sono allo stremo perché la produzione è azzerata e i frantoiani stanno decidendo di non mettere in moto gli impianti, perché l’apertura senza molitura di olive significherebbe sobbarcarsi gravosi quanto inutili costi di manutenzione di attrezzature e personale”, è il grido d’allarme del presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, che sarà a capo della delegazione di olivicoltori e frantoiani di Coldiretti all’incontro con il Ministro dell’Agricoltura Bellanova giovedì 19 settembre a Roma.

“Chiederemo al Ministro Bellanova di attivare immediatamente i decreti attuativi per l’emergenza Xylella per dare sostegno alle imprese olivicole e ai frantoi e di intervenire per liberalizzare i reimpianti anche nell’area vincolate, perché serve in Puglia una massiccia ripresa produttiva. Il Salento sta morendo da 6 anni di Xylella e soprattutto di burocrazia”, insiste il presidente Muraglia.

A causa della Xylella fastidiosa sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva nell’ultimo anno, secondo un’analisi elaborata da Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN).

“Da quando è stata confermata la presenza della Xylella fastidiosa a Lecce, la produzione di olio ha subito un trend negativo irreversibile, con il minimo storico di 5.295 tonnellate prodotte nell’ultima campagna 2018/2019. L’avanzata della malattia ha lasciato milioni di ulivi secchi dietro di sé, come rappresentato dalla perdita produttiva che si è allargata a macchia d’olio, man mano che la Xylella ‘camminava’ indisturbata sul territorio. Il contagio in 6 anni inesorabilmente si è spostato a nord ad una velocità di più 2 chilometri al mese”, continua Muraglia.

Agricoltori senza reddito da 6 anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile – denuncia Coldiretti Puglia – se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento.

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Nasce a Lecce “Lega giovani”, segretario provinciale Gianmarco Greco

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Ideali e valori forti nella politica non possono prescindere da un ruolo attivo dei giovani sul territorio: con questo obiettivo nasce anche a Lecce “Lega Giovani”.

La riunione per la creazione del nuovo nucleo giovanile, cittadino e provinciale, della Lega si è tenuta ieri sera a Lecce, alla presenza del senatore Roberto Marti, del segretario provinciale Gianni De Blasi, del nuovo membro esecutivo provinciale del partito Riccardo Caricato e del nuovo segretario provinciale “Lega Giovani Gianmarco Greco.

Nel corso dell’incontro, è stata rimarcata l’importanza della formazione politica per giovani (con apposito corso di prossima attuazione) ed è stato preannunciata la visita a Lecce, per metà ottobre, del nuovo presidente nazionale di “Lega Giovani“, onorevole Luca Toccalini: la carica sarà ufficializzata domenica al raduno nazionale della Lega di Pontida. Presto saranno nominati l’esecutivo provinciale di “Lega Giovani” (con referenti in ogni Comune) e il presidente cittadino di Lecce.

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Nuove visite guidate e Osservazione astronomica nel Parco Archeologico di Rudiae a Lecce

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LECCE – Sabato 14 e domenica 15 settembre (ore 10 e 17 – ingresso 4 euro) proseguono le visite guidate nel Parco Archeologico di Rudiae (Via San Pietro in Lama) a Lecce. Turisti, appassionati e curiosi potranno apprezzare, circondato da una cornice di ulivi secolari distante dall’inquinamento acustico della città, l’anfiteatro costruito durante il regno di Traiano (98-117 d.C.). Rudiae è, infatti, uno dei siti archeologici più importanti del Salento. La città è nota soprattutto per aver dato i natali a Quinto Ennio (239-169 a.C.), il padre della letteratura latina. Nell’area archeologica sono state portate alla luce tombe ipogee scavate nella roccia e tratti delle monumentali fortificazioni messapiche, oltre a strade basolate ed edifici pubblici di Età romana. La presenza dell’anfiteatro, già ipotizzata in passato, è stata confermata solo di recente con gli scavi archeologici avviati nel 2011 e conclusi nel 2017. Grazie a un accordo stipulato tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto e A.R.Va SRL, in collaborazione con il Comune di Lecce, sarà possibile, infatti, fino al 30 ottobre, visitare il parco ogni sabato e domenica (sempre alle 10 e alle 17) e  durante la settimana (solo su prenotazione). La visita di circa due ore è supportata dal virtual tour su tablet e da pannelli con foto, ricostruzioni virtuali e illustrazioni grafiche.

Venerdì 20 settembre, il Parco ospiterà una serata speciale con una visita guidata (ore 18) e (dalle 20) una osservazione guidata del cielo con i telescopi dell’osservatorio astronomico itinerante del Gruppo Astrofili del Salento. Si potranno ammirare i due pianeti maggiori del Sistema Solare, Giove, con i suoi satelliti “medicei” Io, Europa, Ganimede e Callisto; Saturno con i suoi affascinanti anelli e qualche oggetto del profondo cielo. Protagonista sarà la Luna in fase calante presente dalle 23; un telescopio sarà dedicato a chi vorrà fotografarla con il proprio smartphone. Durante la serata, con l’ausilio di un puntatore laser a raggio verde (per uso astronomico), i presenti saranno condotti, fra mito e poesia, intorno alle stelle delle costellazioni estive alla ricerca della stella Maestra mentre la Via Lattea si mostrerà ai nostri occhi in tutta la sua magnificenza in ricordo dell ancestrale memoria del magico luogo che ci ospiterà. L’evento sarà arricchito dalla mostra di astro-fotografica “Ai confini dell’Universo”, con le più belle realizzazioni dei componenti del Gruppo Astrofili del Salento. Ingresso visita e osservazione 8 euro. Solo osservazione 5 euro. Prenotazione obbligatoria 3491186667 – 3495907685 – info@parcoarcheologicorudiae.it.

Il percorso di visita prende avvio dall’area di Fondo Acchiatura. Qui è possibile visitare le strutture archeologiche messe in luce nel corso dei vecchi scavi degli anni ’50, ovvero le due strade basolate ortogonali, il luogo di culto e l’ipogeo ellenistico, al quale non è possibile accedere. Dopo aver visitato i resti archeologici di Fondo Acchiatura, il percorso prosegue sul lato nord dove un varco nel muro a secco consente un’affascinante veduta dall’alto dell’anfiteatro, immerso in una cornice di ulivi secolari arricchita dalle tipiche architetture rurali (muretti a secco, torri colombaie, ecc). Si accede nell’anfiteatro mediante una rampa di scale in acciaio situata in corrispondenza dell’ingresso sud del monumento; il sito è parzialmente fruibile anche per persone con disabilità motoria, poiché è presente un percorso semi-sterrato lungo il lato est che, attraverso una rampa in terra, permette di scendere nell’anfiteatro dall’ingresso nord. In seguito, si risale dalla rampa in terra e da lì si percorre la stradina perimetrale che consente una vista stupenda del settore ovest, dove è possibile osservare la stratificazione delle strutture del lacus, dell’anfiteatro e del muretto a secco ottocentesco, impreziosita dalla presenza degli ulivi. Oltre agli aspetti archeologici, il sito, distante dall’inquinamento acustico della città, è caratterizzato da un silenzio suggestivo, interrotto solo dal frinire delle cicale, e dagli aromi delle presenze botaniche mediterranee (timo, rucola a fiori bianchi, orchidee, ecc.), in grado di sviluppare molteplici percezioni sensoriali.

Il Parco Archeologico di Rudiae dista da Lecce poco meno di 3 km in direzione sud-ovest. L’ingresso al Parco, dotato di un parcheggio interno nell’area di Fondo Acchiatura, è situato in Via A. Mazzotta (40°19’55.6″ N 18°08’46.3″ E), di fronte all’IISS Presta Columella. Per la visita si consigliano scarpe comode, copricapo/cappellino e acqua.

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“Resilienza a domicilio“, parte dal Salento il nuovo progetto sperimentale a sostegno delle famiglie con parenti affetti da SLA

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SAN FOCA (Lecce) – Parte dal Salento il nuovo progetto sperimentale pugliese a sostegno delle famiglie con parenti affetti da SLA: punta alla realizzazione di un SERVIZIO DI PSICOTERAPIA A DOMICILIO dedicato alle persone colpite dalla malattia e al loro nucleo familiare. Si parte ad ottobre con i seminari di specializzazione rivolti a dieci psicoterapeuti che verranno selezionati tramite bando. L’obiettivo è generare empowerment sulla SLA, anche attraverso la creazione di un BLOG RESILIENTE cioè una piattaforma virtuale di informazione e narrazione, e favorire la replicabilità dell’intervento su altri ambiti territoriali.

Resilienza a domicilio – sostegno psicologico alle famiglie con parenti affetti da SLA” è un progetto realizzato grazie al Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel Terzo Settore (art. 72 D.Lgs n. 117/2017) – Avviso 1-2018 PugliaCapitaleSociale 2.0″. Soggetto attuatore è l’associazione salentina 2HE – Center for Human Health and Environment (che già realizza il progetto solidale nazionale IO POSSO) in partenariato con ARESS PUGLIA – Agenzia Strategica Regionale per la Salute e il Sociale, AMBITO Di MARTANO, ASL LECCE, COMUNE DI CALIMERA, COMUNE DI MELENDUGNO e COMUNE DI SAN CESARIO DI LECCE.

I dettagli di RESILIENZA A DOMICILIO saranno presentati nell’incontro pubblico in programma domenica 15 settembre alle ore 17.00 presso LA TERRAZZA “TUTTI AL MARE!” di San Foca di Melendugno (Le), sul lungomare Matteotti, al civico 57. Parteciperanno all’incontro il direttore dell’Aress Puglia Giovanni GORGONI, il presidente dell’Ambito di Martano Fabio TARANTINO, i rappresentanti dei Comuni di Calimera, Melendugno e San Cesario, la dirigente dell’Ufficio Comunicazione dell’Asl di Lecce Sonia GIAUSA, la presidente dell’associazione 2HE Giorgia ROLLO e il coordinatore del progetto Resilienza a domicilio Raffaella ARNESANO.

LA TERRAZZA “TUTTI AL MARE!” è il primo accesso attrezzato gratuito al mare per persone affette da SLA, patologie neuromotorie e altre gravi disabilità motorie. L’incontro di presentazione del progetto Resilienza a domicilio si svolgerà in occasione dell’happening di chiusura della quinta stagione della struttura, di cui si dettaglieranno i risultati, con numeri di presenze e target di utenza.

 

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Ecco i sottosegretari del Conte Bis: nulla da fare per Lezzi e Stefano. Due pugliesi: L’Abbate e Turco

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ROMA – Niente da fare per Barbara Lezzi e Dario Stefano: il braccio di ferro tra M5S e Pd non si è concluso a loro favore. La Puglia, del resto, ho già incassato due ministri: le correnti sono state soddisfatte con la nomina di Teresa Bellanova (area Renzi), all’Agricoltura, è quella di Francesco Boccia (area Emiliano) agli Affari Regionali. Per l’ex ministra del Sud quello trascorso era l’ultimo giro all’interno del governo Conte per questa legislatura. Sono 42 i sottosegretari del governo Conte: 21 i sottosegretari M5s, 18 i Dem, 2 i rappresentanti di Leu, 1 del Maie. Il Movimento ha la maggioranza di sottosegretari e anche di viceministri (ne avrà 6 contro i 4 del Pd) perché rappresenta il 30 per cento del Parlamento. Ci sono due pugliesi: Mario Turco, tarantino che insegna nell’Unisalento e Giuseppe L’Abbate (M5S di Castellana) che spicca in questo elenco di sottosegretari.

Ecco le lista dei sottosegretari del Conte bis:

Mario Turco (M5s) alla programmazione economica e investimenti e Andrea Martella (Pd) all’Editoria sono i due nuovi sottosegretari alla presidenza del Consiglio.

Non risulta assegnata la delega ai Servizi, che dovrebbe tenere il premier Giuseppe Conte.

Ai Rapporti con il Parlamento andranno Simona Malpezzi (Pd) e Gianluca Castaldi (M5s).

Agli Affari europei Laura Agea (M5s).

Agli Esteri, con i viceministri Marina Sereni (Pd) e Emanuela Del Re (M5s), ci saranno da sottosegretari Ivan Scalfarotto (Pd), Manlio Di Stefano (M5s), Riccardo Merlo (Maie).

All’Interno con Matteo Mauri (Pd) e Vito Crimi (M5s), Achille Variati (Pd) e Carlo Sibilia (M5s).

Alla Giustizia Vittorio Ferraresi (M5s) e Andrea Giorgis (Pd). Alla Difesa Angelo Tofalo (M5s) e Giulio Calvisi (Pd).

All’Economia, con i viceministri Antonio Misiani e Laura Castelli andranno Pierpaolo Baretta (Pd), Alessio Villarosa (M5s) e Cecilia Guerra (Leu).

Al Mise sarà viceministro Stefano Buffagni e sottosegretari Alessandra Todde (M5s), Mirella Liuzzi (M5s), Gianpaolo Manzella (Pd), Alessia Morani (Pd). Alle politiche agricole Giuseppe L’Abbate (M5s).

All’Ambiente Roberto Morassut (Pd), alle Infrastrutture da viceministro Giancarlo Cancelleri (M5s) e da sottosegretari Roberto Traversi (M5s) e Salvatore Margiotta (Pd).

Al lavoro Stanislao Di Piazza (M5s) e Francesca Puglisi (Pd). All’Istruzione Lucia Azzolina (M5s) e Anna Ascani (viceministro Pd). Giuseppe De Cristofaro (Leu).

Alla Cultura Anna Laura Orrico (M5s) e Lorenza Bonaccorsi (Pd).

Alla salute viceministro M5s Pierpaolo Sileri e sottosegretario Pd Sandra Zampa.

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“Cercavo il mare“, tavola rotonda a Lecce

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LECCE – Si terrà il 14 settembre a Lecce (Open Space, ore 17:30, ingresso libero) la tavola rotonda “Cercavo il Mare. un atlante delle marine leccesi per raccontare il paesaggio, interpretare i cambiamenti, costruire identità”, una riflessione, con autorevoli rappresentanti istituzionali, giornalisti, operatori e cittadini, sulle marine leccesi, i cambiamenti del paesaggio, le identità delle comunità coinvolte.

L’incontro, moderato dal giornalista Giancarlo Greco, sarà incentrato in particolare sulla ricerca e sulla documentazione fotografica come strumento di lettura del paesaggio, oltre che sul rapporto tra valore estetico delle immagini e sulla necessità di interpretare e rappresentare i cambiamenti in atto nelle città e nelle periferie culturali.

Ad aprire l’incontro, i saluti istituzionali di Carlo Maria Salvemini, Sindaco di Lecce, e di Loredana Capone, Assessore all’industria turistica e culturale, gestione e valorizzazione dei beni culturali della Regione Puglia. La tavola rotonda vedrà la partecipazione dei seguenti relatori: Arch. Maria Piccarreta, Soprintendente archeologia belle arti e paesaggio Brindisi, Lecce e Taranto; Angela Barbanente, prof. Ordinario Università di Bari e già Assessore Regione Puglia; Rita Miglietta, assessore all’Urbanistica e alle Marine, Città di Lecce; Alessandro Delli Noci, vicesindaco e Assessore ai lavori pubblici, città di Lecce; Tiziana Lettere, presidente AIAPP Puglia.

Nel corso dell’evento sarà presentato da Samuele Vincenti, il sito internet cercavoilmare.it, realizzato con il contributo del Comune di Lecce e primo step di un progetto più ampio che prevede la messa in mostra delle foto più significative scattate nelle marine leccesi negli ultimi due anni dai fotografi e dai giornalisti della associazione “ArgentoVivo”, oltre alla pubblicazione di un volume fotografico.

 

 

 

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Venerdì Giorgio Sanghez & Nikol Caloro

Adeguamento del centro di raccolta rifiuti di Nardò, parola ai portatori di interesse

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LECCE – L’amministrazione comunale ha invitato i “portatori di interesse” a un incontro in programma lunedì 16 settembre (ore 17) presso la sede comunale di via Falcone per inaugurare un percorso di ascolto finalizzato a supportare la redazione del progetto di adeguamento e rafforzamento del centro comunale di raccolta differenziata di rifiuti. L’obiettivo è approfondire il tema e raccogliere istanze e richieste da parte dei “portatori di interesse”, in considerazione del fatto che il Comune di Nardò intende adeguare e rafforzare il centro di raccolta integrandolo con un’area dedicata alla riduzione della produzione dei rifiuti (quindi riuso e riutilizzo).

I centri comunali di raccolta, in un’ottica di “sistema integrato” di prevenzione e gestione dei rifiuti, assolvono la funzione di ampliare la gamma dei servizi offerti (raccolta sfalci di potatura, inerti, tessili, olio alimentare, ecc.), consentendo il conferimento di frazioni che l’utenza non riesce a conferire attraverso il servizio di raccolta domiciliare unitamente ad altre frazioni che non sono oggetto di raccolta specifica (es. rifiuti pericolosi di origine domestica derivanti da produzioni estemporanee, ecc..) o che sono oggetto di altre tipologie di servizi di raccolta (es. RAEE e ingombranti), contribuendo contestualmente al processo di educazione al “riuso” di oggetti che possono essere scambiati, senza fini di lucro, tra privati.

L’incontro di lunedì serve quindi ad avviare concretamente il percorso di ascolto utile alla redazione finale del progetto di adeguamento e rafforzamento del centro.

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Lascia un trolley pieno di rifiuti vicino Postamat e scatta l’allarme bomba, le telecamere lo incastrano

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LECCE – Aveva abbandonato un trolley pieno di rifiuti nei pressi di un Postamat determinando l’intervento degli artificieri dei carabinieri per disinnescare la valigia sospetta e bonificare l’area, ma grazie all’analisi dei filmati delle telecamere di sicurezza è stato individuato e denunciato a piede libero.
Si tratta di T. C., di Campi Salentina, residente a Novoli, deferito in stato di libertà dai militari della sezione Radiomobile della Compagnia di Lecce.
I fatti di cui è accusato l’uomo risalgono allo scorso 3 settembre. Ma i nastri registrati dagli “occhi elettronici” presenti nella zona hanno permesso agli investigatori di rintracciare il responsabile del gesto, di certo incivile, poi denunciato a piede libero per procurato allarme.

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Due arresti per spaccio in poche ore: ai domiciliari finiscono un 46enne ed un 23enne

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MELENDUGNO/ CASARANO (Lecce) – Due arresti per spaccio di droga tra Melendugno e Casarano.
Nel primo comune, i carabinieri della stazione locale hanno arrestato in flagranza di reato il 46enne Luigi De Giorgi, del posto, ora ristretto ai domiciliari.
Nel corso di una mirata perquisizione nella sua abitazione, i militari hanno rinvenuto mezzo etto di hashish, 2 grammi di cocaina, 20 grammi di marijuana, due piantine di canapa nonché un bilancino di precisione e 1.315 euro in contanti. La droga e tutto il materiale rinvenuto sono stati sequestrati, mentre l’uomo è stato arrestato.
Analoga sorte è toccata al 23enne Federico Sarcinella, di Casarano, arrestato dai carabinieri del Nor della Compagnia locale.
Durante la perquisizione della sua auto e della sua abitazione, i militari hanno scovato 10 grammi di cocaina e 116.6 grammi di marijuana. Anche per il giovane sono scattati i domiciliari.

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Venerdì Salento in Strada- I edizione

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COPERTINO ( Lecce ) – Venerdì 13 settembre 2019 a Copertino, un altro appuntamento dell’estate copertinese: nelle strade del centro avrà luogo la prima edizione dell’evento “Salento in Strada”, una manifestazione dedicata a tutte le attività commerciali e artigianali del territorio, organizzato dall’assessorato alle attività produttive del comune di Copertino, promossa da Pro Loco “F. Verdesca”, con il patrocinio di Gal Terra d’Arneo, in collaborazione con Scuola di Cucina Ulisse e Sommelier AIS Lecce.
Salento in Strada, venerdì 13 settembre 2019, dalle 20.30, prevederà, nel centro della città di Copertino, le presenza di due food truck di Cime di Rapa Street Food, degustazione dei vini locali, artigiani, prodotti tipici e tutti gli esercizi commerciali aperti aderenti all’iniziativa. Ma non solo! L’evento sarà arricchito dalle performances del grande Andrea Doremi e della coinvolgente orchestra Ombrass, che allieterà la serata con un concerto itinerante; presso la sede della Pro Loco avremo l’onore di ospitare la mostra del pittore Antonio Caracuta, con una esibizione live dove, ispirato da ritmi e melodie, creerà, davanti alla platea, un’opera inedita. Inoltre saranno presenti i mitici Ritmo Binario, pronti a travolgerci con la loro pizzica unica e coinvolgente e uno spettacolare show cooking dello chef Mirko Monteduro, eccellenza del food pugliese. Non mancheranno gli artisti di strada di LabCommunications Eventi, spettacoli musicali, dj set e molto altro. Per una sera, il centro di Copertino si animerà per dare un riconoscimento a tutte quelle attività produttive che permettono ogni giorno la crescita e lo sviluppo del nostro territorio.
Vi aspettiamo

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Venerdì Leucasia Closing PARTY

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TORRE LAPILLO ( Lecce ) – Una serata all’insegna del PURO DIVERTIMENTO
-FREE ENTRY- Leucasia Golden Beach- Closing Party
On Stage:
CESKO E PUCCIA from Apres La Classe
MANUFUNK – EDO ZIMBA – MAD DOPA-
RAP PIRATA- RAISSA E I RED HEAD-
GIORGIO RUDE & FLAVIO from GHETTO EDEN

AND THE SPECIAL GUEST *DON RICO*

Tutto questo il 13 Settembre in Via Carpignano Salentino a Torre Lapillo presso il Leucasia Golden Beach –

Start H: 22.00

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Venerdì DADAUNPA vs STRAFELLA AntiquaCafè

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