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Sulle ali della poesia: Pe ccinca nu me sape

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Uno schizzo di se stesso. Dei suoi tratti e caratteri. Semplicità, resa luminosa da due doni: surrisu prematìu e core presciatu. Sorriso e gioia del cuore contagiosi e che si respirano anche attraverso i suoi versi. Le nuvole attraversano la vita di tutti, anche quella del poeta autoironico, che si definisce, in questi casi,  urrusu e tuttu nnervecatu. Passano le nuvole e ritorna il sole. E il sorriso di Carlo Vincenzo Greco,  che riscalda! di Manuela Marzo

 

PE CCINCA NU ME SAPE

Li mei nu su’ natali artolocati

e a nguzzare sempre m’ha tuccatu;

te festa e de uttisciana àggiu fatiatu

pe stòscere li nnuti chiù mbrigghiati.

 

Ma ddo’ tesori mai m’ànu mancati:

“Surrisu prematìu e core presciatu,

cu quiddhi mama e sirma ànu mpastatu

ste quattru ossa ca me sta mmerati.

 

Ma ccappa puru ca…cussì, me rraggiu

E addiu surrisu, addiu core presciatu

E sti ottanta chili ca nu rriu,

 

a ddaveru me mìntenu a disaggiu,

e ddentu urrusu e tuttu nnervecatu…

ca me capisce sulamente Ddiu.

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Nel Salento cresce la prima coltivazione di Moringa

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di Federica Sabato

SALENTO – Tutti parlano delle sue incredibili proprietà a livello nutrizionale e medicinale: la moringa, è una pianta originaria dell’India, appartiene alla famiglia delle Moringaceae, ed è diffusa in buona parte della fascia tropicale ed equatoriale del pianeta. Ha un mix di vitamine (soprattutto vitamina A, vitamina C, vitamina D, E , K e gruppo B), sali minerali ( potassio, calcio, ferro e magnesio), che aiuta il buon funzionamento di cuore, cervello e sistema nervoso. E’ molto ricca di Omega 3, 6 e 9, e antiossidanti in grado di combattere i radicali liberi e quindi l’invecchiamento cellulare.

Un gruppo di esperti salentini, dopo anni di studi, grazie ad un importante investimento economico e a svariati tentativi, sono riusciti ad avviare nel nostro territorio proprio una piantagione di Moringa. Un lavoro che ha alle spalle un meticoloso studio del terreno e del clima salentino, della pianta della Moringa e delle sue modalità di lavorazione, fattore quest’ultimo indispensabile per ottenere un prodotto di altissima qualità esente da contaminazioni fungine, batteriche e con valori di metalli pesanti sotto il limite di rintracciabilità. La società che ha realizzato questa coltivazione si chiama Impresa Moringa Salento e ne fanno parte: Saverio Antonio Erriquez, responsabile dei cicli di lavorazione; Claudio Avella , responsabile tecnico e commerciale; Salvatore Erriquez che si occupa della logistica e dei compiti tecnici inerenti agli impianti; Luciano Ratta, responsabile della conduzione aziendale, Francesca Avella che cura il marketing e lo sviluppo e la biologa Veronica Francesca Carlucci che cura meticolosamente l’aspetto scientifico e farmacologico di tutta la produzione. La supervisione della professionista, che ha condotto uno studio minuzioso su questa pianta, è indispensabile per ottenere risultati eccellenti dal punto di vista dello sfruttamento al massimo di tutte le proprietà nutraceutiche della Moringa.
L’equipe di esperti salentini, dopo lo studio dei testi scientifici ha tentato di riprodurre le prime pianticelle nelle serre, create ad hoc, tra Leverano e Copertino.
Ha analizzato la prima polvere ottenuta dalle piante ottenendo risultati in termini di qualità, sorprendenti e, quindi poi ha confezionato le prime capsule testando in prima persona, i benefici che può dare la Moringa.

Inoltre si tratta di una pianta ad azione antinfiammatoria con i metaboliti secondari, che aiutano a potenziare le difese immunitarie: utilizzarla con costanza aiuta l’organismo nella lotta contro virus, batteri e altri patogeni. Queste sostanze può abbassare i livelli di colesterolo e ridurre la formazione di placche aterosclerotiche ed è molto utile alle donne che combattono i dolori mestruali. Tra i vantaggi dell’assunzione di Moringa cè il fatto che essa è in grado di mantenere la pressione ai giusti livelli, evitando l’ipertensione, ma si è visto che può essere utile anche nella prevenzione del diabete, dato che mantiene sotto controllo la glicemia.

<<Della Moringa- precisano – si possono consumare tutte le parti: semi, radici, fiori, anche se la grande ricchezza di questa pianta è racchiusa nelle foglie. A fare la differenza sono il metodo e i macchinari con cui viene lavorata ed è proprio per questo che noi di Impresa Moriga Salento sottolineano – abbiamo investito molto nell’acquisto delle strumentazioni più adatte e sofisticate; la coltivazione è totalmente biologica: non utilizziamo pesticidi e prima di procedere analizziamo il terreno sul quale la coltiviamo per verificare la presenza di metalli pesanti>>. Le tecniche di lavorazione prevedono la lavorazione del prodotto entro 24 ore dal raccolto attraverso tecniche innovative rigorosamente tenute riservate dal team della società che mantengono inalterate tutte le proprietà benefiche della pianta permettendo una maggiore concentrazione in principi attivi e migliori condizioni di conservazione del prodotto. Insomma i rigorosi processi di lavorazione non ammettono errori, proprio per non alterare nulla dell arbusto e altrettanto importanti sono i macchinari utilizzati per il trattamento delle varie parti.

Attualmente, oltre alla produzione degli integratori, l’equipe di esperti ha realizzato una linea di prodotti di cosmesi di altissimo livello ed ha stretto un rapporto di collaborazione con l’Università del Salento affinché gli esperti del settore possano studiare da vicino le proprietà e le caratteristiche di questo superfood.

Articolo tratto dal Corriere Salentino Magazine n.1 anno 2

 

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Alla scoperta di Salento –“La Giulia”, personaggio di Lecce innamorata del re: storia di dolore e bullismo

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Questo giornale non poteva disattendere la legittima curiosità dei suoi lettori trascurando di fornire notizie biografiche sulla Giulia, un “personaggio“ notissimo a Lecce ancora fino agli inizi degli anni settanta del secolo scorso, oggi ahimè ignorato dalle giovani generazioni e a favoleggiato dagli anziani con scarsa attendibilità.

Ecco, allora, la necessità di saperne di più sulla Giulia che,  ancora ragazzo di scuola media inferiore, incontrai per la prima volta accanto alla chiesa della Madonna della Grazia, in piazza Sant’Oronzo, mentre discuteva animatamente con un vecchio lustrascarpe, detto “lu pariginu”, altra figura caratteristica della Lecce di altri tempi.

Da giovane la Giulia fu una donna graziosa, paffuta, bionda, dal colorito roseo, ma le amarezze della sua esistenza l’avevano provata fortemente,  L’avevano invecchiata precocemente ed io la ricordo minuta, magra, vestita poveramente ed in disordine, coi capelli arruffati, sdentata ma con lo sguardo spiritato ed arzilla nel gesticolare, un fiume in piena quando parlava di ricchezza, Nobiltà del “suo” grande amore, il principe Umberto che, come noto fu re solo per breve tempo.

Lei, che era analfabeta, dettava lettere appassionata che quindicinalmente inviava a Roma, alla segreteria di Casa Savoia Per dichiarare il suo amore ad Umberto e qualche buontempone leccese, essendo a conoscenza di tutto ciò, giocò un brutto tiro alla Giulia inviandole un telegramma ove si leggeva: “Ti aspetto a palazzo reale. Tuo Umberto”. La poveretta sprizzò gioia da tutti pori, indosso una casacca da ufficiale e, giunta a Roma, chiese ad un vigile di indicarle il palazzo reale, esibendo il telegramma del suo re. La Giulia sicuramente ignorava che ormai in Italia c’era la repubblica e che il re di maggio era lontano, un dignitoso e silenzioso esilio.  Dopo brevi accertamenti presso il comando della polizia municipale dell’Urbe, fu rispedita a Lecce dove la si vedeva girovagare a raccattare cartacce che lei scambiava per soldi ed appariva sempre abbigliata allo stesso modo, con una veste lunga e scura che scendeva sino ai piedi e con una strana collana costituita da una catena di bicicletta che conteneva un mazzo di grosse chiavi, quelle del ‘palazzo reale’.

Figlia di Giuseppe Russo, originario di Galatina e di Marta Ellissi, di ignoti, nata a L’Aquila, Giulia fu la quarta di 12 fratelli. Vide la luce a Lecce il 9 gennaio1883 e le furono dati i nomi di Giulia, Pantalea, Carolina. Il padre vetturino, ossia conduttore di carrozza, doveva fare salti mortali per sfamare una famiglia numerosa. I ragazzi, cinque maschi e sette femmine, non ebbero istruzione scolastica e furono ben presto avviati al lavoro per raggranellare qualche soldo per la Casa e per darsi un avvenire. Giulia, insieme a due altre sorelle, apprese il mestiere di camiciaia, ma eccelse come stiratrice di polsini e colletti, ed era così contesa dalle famiglie patrizie leccesi che poteva soddisfare dignitosamente i propri bisogni.

Il 5 novembre 1912 la Giulia convolò nozze con Francesco Rizzo, nato a Lecce il 22 aprile 1888, ma l’unione durò poco perché il Rizzo, invaghitosi di un’altra donna, abbandonò la Giulia, e le premorì il 9 novembre 1944, per collasso da asma bronchiale. Il fallimento del matrimonio sconvolse la povera Giulia, la tua mente comincia a bacillare e, poiché il marito prima di separarsi l’aveva fatto firmare con l’inganno delle carte che attestavano la sua rinuncia a denaro e a proprietà, la Giulia si rivolse ad un legale per reclamare i propri diritti e per vanificare, pertanto, le dichiarazioni che imprudentemente aveva sottoscritto.

La causa si protrasse Per lungo tempo, la Giulia recriminava e sbraitava contro il marito, era certa che avrebbe vinto la causa, sicché la gente, per sfotterla l’apostrofava dicendo: “Giulia, l’a intra la causa?”. Mettevano il dito sulla piaga e la povera donna incominciava ad inveire: la gente di ogni ceto, senza rispetto alcuno per l’altrui disgrazia, dava corda alla malcapitata, rideva e si sollazzava di fronte al linguaggio fiorito della Giulia che, ahimè per lei, perse proprio la famosa causa.

Non corrisponde al vero, pertanto, quanto qualcuno dice a proposito, della storia di corna che riguardò la Giulia, la quale mai colse sul fatto il marito fedigrafo né, tantomeno, gli avrebbe inferto coltellate in preda ad un raptus di gelosia.

Senza casa, senza proventi finanziari e abbandonata dai parenti, la Giulia, costretta dalla propria indigenza a cercare lavoro, trovò un’occupazione come donna di servizio presso la nobile signora Concetta Cicala, vedova Albani. Accudì  pure la figlia di costei, Giuseppina Albani, nella casa patrizia che sorgeva alla fine del viale Otranto ove ora, abbattuto il vecchio stabile, vi è una nuova costruzione che ospita uffici bancari.

Queste signore le vollero bene come ad una propria congiunta, la Giulia abitava con loro, e quando, vecchia e malandata, non fu più in grado di lavorare finì in ospedale la sua vita. Essendo diventate molto anziane le signore Albani, la Giulia che già fruiva di una pensione sociale e che già veniva curata per disturbi mentali, con decreto n. 245/71 del Tribunale di Lecce, e messo il 14 marzo 1972, passò dallo stato di provvisorietà a quello di definitiva ammissione all’ospedale psichiatrico di Lecce, con la diagnosi di arteriosclerosi cerebrale con psicosi senile. È proprio presso l’OPIS la Giulia cessò di vivere il 14 maggio 1975 ed oggi, a molti anni dalla sua scomparsa tanti ancora la ricordano, sia pure con l’alone della leggenda.

Di Mario De Marco

Articolo tratto dal Corriere Salentino Magazine n.1 anno 2

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“”Verità nascoste”, l’esperto: “Libia, la soluzione è cessare il fuoco immediatamente”

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Al nostro esperto di intelligence e terrorismo, l’avvocato Giovanni Battista Cervo, abbiamo chiesto un breve aggiornamento della situazione in Libia. 

La situazione di questo conflitto è in costante evoluzione ma, in sintesi, posso affermare che la guerra in Libia rischia lo stallo e potrebbe trasformarsi in una seconda Siria. La tentata guerra lampo che ha portato, difatti il generale Khalifa Belqasim Haftar a muovere guerra contro Tripoli per spodestare il rivale Fayez Mustafà al-Sarraj, potrebbe evolversi in una guerra di posizione, non riuscendo l’uno in tempi brevi a prevalere sull’altro. Già come in Siria, in Libia ci sono tutti i segnali di una  “proxy war” ossia di una guerra combattuta per procura in cui si scontrano gli interessi di molti registi. A livello europeo e NATO  manca una linea comune d’intervento o, forse, non  si vuole ricordare che il Presidente al Serraj, attualmente sotto attacco,  si trova in quel luogo proprio perché collocato dall’ONU. Sicuramente la causa dell’inerzia di un’azione congiunta in Libia va ricercata nelle notevoli ricchezze energetiche presenti nel Paese, da ciò è l’atteggiamento prudente e opportunista, che suggerisce una strategia di basso profilo, basata su aiuti indiretti da convogliare segretamente alla parte sponsorizzata,  attendendo la vittoria del cavallo puntato, per poi reclamare una parte del bottino. In Libia non esiste una soluzione militare, e l’Italia ne è ben consapevole: per questo si sta adoperando con ogni mezzo per addivenire ad una soluzione politica e pacifica  del conflitto in atto.

Una guerra vinta, in quel contesto regionale, porterà ad un escalation di instabilità e non è da escludere, vista la matrice degli ultimi  attentati terroristici,  una reviviscenza dell’ISIS,  se non addirittura alla ricomparsa ufficiale sul suolo libico del “fantasma” di al Baghdadi.  Ad ogni modo per il generale Haftar le cose non sono andate come sperato, probabilmente mal consigliato ad intraprendere un’azione di forza,  si è mosso incautamente pensando di poter conquistare Tripoli come in una blitzkrieg,  ma  la storia è costellata di catastrofi provocate dalla fretta nella conduzione di  una guerra.  Non riuscendo a conquistare Tripoli, dimostratasi un miraggio l’aspettativa di una rivolta a suo favore, il generale Haftar ha dovuto  ripiegare verso la città di Sirte, a 450 chilometri da Tripoli.

E’ chiaro che ora il Feldmaresciallo Haftar cerca di conquistare il consenso, sia interno che internazionale attraverso il messaggio che egli è l’unica garanzia contro il terrorismo e salvaguardia dell’unità del Paese. Il generale  Haftar,  ha il sostegno ufficiale dell’Egitto, Emirati Arabi Uniti e  Arabia Saudita, che appoggiano i salafiti presenti nelle sue file, oltre a godere delle simpatie di Stati Uniti, Francia, e Russia. Il Presidente al Serraj, dal canto suo, può contare sulla Turchia ed il  Qatar, che  sono con la Fratellanza  musulmana, nonché sullo sforzo del nostro Paese che sta peraltro cercando di mediare tra le parti. L’Italia, inizialmente criticata, nonché accusata di essersi schierata con la parte sbagliata, non ha fatto altro che scegliere, tra i due,  l’interlocutore legittimo; infatti, contraria da sempre  alla soluzione militare, continua a perseguire l’unica politica che attualmente coincide con gli interessi del Popolo Libico, e non solo a favore di Haftar o Serraj, ma in linea con gli interessi Europei, poiché lo scatenarsi di un conflitto non gioverebbe a nessuno.

Ripercorrendo  in sintesi gli eventi, tra i vari giochi che si intrecciano nel bacino del mediterraneo, lo scacchiere libico riveste un ruolo geopolitico molto importante. Tutto ebbe inizio dall’alito di vento caldo che, nel febbraio 2011,  annunciando l’inizio della primavera  araba,   si è trasformato in poco tempo, in un forte ghibli che, nell’ottobre 2011, con un potente colpo di coda,  spazzo definitivamente il regime di Muhammar Gheddafi.  La storia insegna che una rivoluzione, pur se riuscita, in assenza di un vero leader, degenera inevitabilmente in caos.  Il dopo regime dimostrò la validità di tale assunto,   la fragilità  della Libia e dei governi post Gheddafi, che  non sono riusciti a trovare l’unità e l’odine.   Come prevedibile le molte milizie tribali, locali e regionali, prima unite contro le truppe lealiste del Rais, si sono successivamente  spaccate nel solito gioco di potere che vede tutti contro tutti.  A seguito di questi eventi la Libia si è divisa in tre parti:  la Tripolitania con capitale Tripoli,  attuale sede del Governo provvisorio  di transizione,  riconosciuto ufficialmente dall’O.N.U. e presieduto da  al-Sarraj, Presidente del Governo di Accordo Nazionale, (Gna) ; la Cirenaica, nella zona orientale del Paese,  con capoluogo  Tobruk,  dove si è insediato il  Governo di opposizione, presieduto dal generale Haftar, l’uomo forte, che attualmente è appunto lanciato alla conquista di Tripoli;  infine il Fezzan, che comprende una regione  ubicata a sud della Tripolitania e della Cirenaica, si estende nel cuore del deserto del Sahara.  Il Fezzan è controllato da  gruppi tribali, che cambiano le alleanze in virtù della convenienza, senza escludere che in questo arido territorio possa anche  “spontaneamente germogliare” più di qualche nostalgico  gruppo radicalizzato  dell’estremismo Islamico tristemente noto.

Questa è la situazione  di partenza in Libia, anche se in queste ore è in atto un conflitto che vede le forze del generale  Haftarleader dunque del Governo di Tobruk e feldmaresciallo a capo dell’esercito nazionale libico (LNA), combattere per la  conquista del Governo, (Gna), di Tripoli. E’ lampante come questa sia una guerra mossa da interessi internazionali, Arabi ed Europei. Il generale Haftar ha sotto il suo controllo i due terzi della Libia, nonché la maggior parte delle risorse energetiche del Paese.  In sintesi, Lna, oltre al controllo dei terminal petroliferi in Cirenaica, controlla il Fezzan, la grande regione desertica meridionale e la zona del Sharara, dove  si trova  il giacimento più grande di tutta la Libia, gestito dalla Noc,  la Compagnia petrolifera libica, insieme ad altre compagnie, quali la spagnola Repsol, la francese Total, l’austriaca Omv, la norvegese Equinor,  oltre la zona di el-Feel, sede del  giacimento Elephant,  dove opera la nostra Eni.  La Libia quindi, si presenta come un Paese frammentato, diviso da molteplici interessi,  in un contesto di alta instabilità geopolitica,  dove  tutti gli accordi, i summit, saranno destinati a fallire, laddove i reali attori protagonisti  non troveranno i giusti equilibri. La responsabilità  internazionale rimane quella di aver abbattuto un regime senza essere in grado di gestire il dopo mentre i problemi per il nostro Paese sono legati alla cooperazione con il Governo di Tripoli che, se pur provvisorio, è sempre legittimo.

 

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Responsabilità medica e problemi aperti, speciale video

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LECCE – Si è tenuto il 17 e 18 maggio scorso a Lecce, presso l’Aula Magna della Corte d’Appello, il Convegno Nazionale “Responsabilità medica e problemi aperti”, organizzato l’Università Meier di Milano con il patrocinio della Regione Puglia, della Città di Lecce, dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, della Fondazione Vittorio Aymone, dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Lecce, di Asseprim-ConfCommercio e di Ferpi.
Direttore scientifico dell’evento, Paolo Vinci, avvocato salentino da molti anni a Milano, fiduciario delle principali compagnie assicurative e aziende sanitarie italiane nonché docente universitario.
Ai miocrofoni del Corriere Salentino, intervistati dal direttore editoriale Flavio De Marco, il prof. Giulio Ponzanelli, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’ Avv. Paolo Vinci ed il dott. Giacomo Travaglino, presidente della III Sez. Civ. Corte di Cassazione.

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Accoltellato a Pescara un tifoso del Lecce, “vendetta” dopo l’agguato agli ultras?

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PESCARA/ LECCE – Aggredito insieme ad un altro leccese per campanilismo sportivo, è stato raggiunto tra petto e ascella da un fendente ed ora è ricoverato in ospedale.

Il malcapitato protagonista dell’aggressione, che solo per un caso non è sfociata in tragedia, è un tifoso leccese che ieri notte si trovava a Pescara insieme ad un conterraneo e ad un ragazzo del posto, amico dei due salentini.

Tutto è accaduto in via Conte di Ruvo, quando uno dei leccesi avrebbe iniziato ad intonare cori da stadio pro Lecce, attirando l’attenzione di un gruppetto di cinque-sei persone, supporters del Pescara.

È stato a questo punto che uno dei pescaresi ha estratto un coltello da cucina ed ha ferito il giovane tifoso giallorosso, mentre l’amico è riuscito a rifugiarsi in un bar, sottraendosi così all’aggressione.

Trasportato presso l’ospedale civile di Pescara, il giovane leccese è stato giudicato guaribile in 25 giorni. Le indagini sono affidate agli investigatori della Digos della Questura di Pescara.

Una “vendetta” per l’agguato sulla statale prima del match? Lo chiariranno le indagini della polizia, che stanno verificando anche se ci siano possibili collegamenti tra l’aggressione della scorsa notte e quanto avvenuto lo scorso 31 marzo lungo la statale 613 Brindisi – Lecce, quando i pullman dei tifosi pescaresi diretti a Lecce furono assaltati da circa 70 ultras giallorossi, con mazze, bombe carta e fumogeni. In quell’occasione, quattro persone furono costrette a ricorrere alle cure del pronto soccorso.

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Leghisti aggrediti in Piazza Sant’Oronzo: devastato il gazebo, ferita una minorenne

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LECCE – Un vero e proprio assalto al gazebo leghista, secondo le testimonianze raccolte dalla polizia: “Alcuni antagonisti di sinistra e attivisti dei centri sociali volevano eliminare il nostro gazebo mentre facevamo volantinaggio”. È stata aggredita anche una minorenne (8 giorni di prognosi per alcune contusioni al volto): gli attivisti di sinistra volevano strapparle la pettorina della Lega con la quale stava facendo volantinaggio. Questo episodio è il segnale che il clima di odio rischia di replicare gli scontri di piazza degli anni settanta. L’ex segretario cittadino, Mario Spagnolo, si è recato subito in questura a denunciare l’aggressione: una volante è intervenuta qualche minuto dopo. Sul posto un’ambulanza del 118 ha prestato i primi soccorsi mentre polizia municipale e la polizia della questura di Lecce cercavano di ricostruire l’accaduto. Sembra che gli antagonisti abbiano aggredito prima verbalmente i militanti leghisti per poi passare alle vie di fatto. La condanna è unanime e bipartisan da parte della politica, ma sul web qualcuno esulta per queste violenze. Comunque, non sarà difficile ricostruire la dinamica dell’accaduto visto che il cuore di Lecce pullula di telecamere.

“Dieci infami della più brutta sinistra hanno assalito questa mattina un gazebo della Lega in piazza Sant’Oronzo – tuona il sindaco Pippi Mellone su Facebook-
Il clima d’odio di questi mesi, messo in campo dai soliti cattivi maestri, genera mostri.
Ferita la giovanissima figlia di un militante leccese. Una ragazzina minorenne.
Un’azione premeditata, studiata, organizzata a tavolino. Sono arrivati perfino a picchiare una donna. In 10 contro una donna.
Siete la feccia della società. #lecce #italia #climadiodio”.

«Le zecche che hanno assaltato il gazebo della Lega a Lecce, ferendo anche una nostra militante, sono la perfetta rappresentazione di coloro che chiedono porti aperti, accoglienza, solidarietà, pace e tolleranza…ma fateci il piacere! Questo gesto inaccettabile, che ferisce Lecce e la sua civilissima campagna elettorale, rivela tutta l’ipocrisia e l’odio delle sinistre. Sono vicino agli amici della Lega Lecce» è quanto dichiara in una nota Andrea Caroppo, giovane consigliere regionale pugliese candidato per la Lega al Parlamento Europeo nella circoscrizione Sud.

CONDANNA UNANIME E BIPARTISAN 

“Esprimo la massima solidarietà e vicinanza ai dirigenti e militanti della #Lega, aggrediti questa mattina in centro a Lecce – dice Saverio Congedo – È ferma la mia condanna nei confronti di degenerazioni infami e violente come questa, in cui è addirittura rimasta ferita una minorenne, costretta a ricorrere alle cure in ospedale.  Non è oltretutto la prima volta che esponenti dell’antagonismo leccese si rendono protagonisti di azioni inaccettabili come questa. Credo che il livello di guardia sia ormai stato raggiunto, se non superato. Sono certo che le nostre forze dell’ordine e la magistratura sapranno assicurare alla giustizia, in tempi rapidi, i teppisti responsabili di questa aggressione.
Questa non è politica. La politica è fatta di confronto, anche conflitto ma di idee e visioni, mai violenza. Mi auguro che parole di condanna giungano, senza alcuna indulgenza, da parte di tutti gli schieramenti politici, senza alcuna eccezione. Non possiamo in alcun modo consentire che questa gentaglia turbi il civile confronto democratico”.

Anche Carlo Salvemini stigmatizza l’aggressione, in merito alla distruzione del gazebo della Lega in Piazza Sant’Oronzo: “Quando lo spazio pubblico diventa il luogo della violenza politica ad essere colpiti sono tutti coloro che si riconoscono nella libera espressione delle idee, indistintamente. Per questo esprimo la mia solidarietà ai giovani che questa mattina in piazza Sant’Oronzo sono stati vittime di una violenta aggressione, augurando alla ragazza che ha dovuto ricorrere alle cure mediche un prontissimo ritorno all’attivismo politico.La mia solidarietà va anche ai rappresentanti territoriali della Lega e a tutti gli iscritti al loro movimento politico, con i quali condivido in questi mesi lo spazio di una campagna elettorale nella quale i toni e il confronto non sono mai andati sopra le righe.

Ogni volta che si consuma un episodio di violenza politica ripenso all’intervista di Sandro Pertini su Democrazia e Fascismo, nella quale egli si dichiarava fedele al precetto di Voltaire: “Io compatto la tua fede che è contraria alle mia ma sono pronto a battermi sino al prezzo della mia vita perché tu possa esprimere sempre liberamente il tuo pensiero”. “Io non sono credente ma rispetto la fede dei credenti – diceva Pertini – Io sono socialista ma rispetto la fede politica degli altri. Discuto e polemizzo con loro ma ciascuno deve essere sempre padrone di esprimere liberamente il proprio pensiero”.

“Un atto gravissimo che va condannato senza un attimo di tentennamento. No a ogni forma di violenza. Chiunque ritiene di poter fare politica in questo modo è fuori dal consesso civile e non è il benvenuto”.

Così la Senatrice Teresa Bellanova su quanto accaduto a Lecce stamane in p.zza Sant’Oronzo dove un gazebo della Lega è stato distrutto e un’attivista ferita al volto.

“Che sia ben chiaro: questi non sono i metodi di chi ha a cuore la democrazia e il bene delle comunità”, rafforza la Senatrice Bellanova. “A Lecce è in corso una campagna elettorale per le Amministrative che si aggiunge a quella per le Europee: non giova a nessuno surriscaldare clima e animi né tantomeno sporcare in questo modo una competizione che fino ad ora è stata animata sì ma dentro le regole del gioco democratico e civile. La Lega e chiunque si sconfigge politicamente: non con atti vandalici di questa natura, non alimentando un gioco sporco che, come ci insegna la storia, non ha mai fatto i veri interessi della democrazia e della convivenza civile”.

“Chi usa la violenza – scrive il vicepresidente dell’ECR (Conservatori Europei), on. Raffaele Fitto – per imporre la sua visione politica è un delinquente. Spero che le forze dell’ordine identifichino subito chi sono i responsabili dell’aggressione al militante e della distruzione del Gazebo. L’episodio, da condannare senza se e senza ma, non può e non deve avvelenare il clima politico che a Lecce si respira: di grande competizione, ma nel rispetto delle idee e delle persone”.

“La violenza non è mai giustificabile – scrive Alessandro Delli Noci – Il confronto, quello civile e proficuo per tutti, quello sì che serve e aiuta un Paese democratico a scegliere la strada migliore. Sono molto lontano dalla Lega per valori e ideali ma quello che è accaduto in Piazza Sant’Oronzo è un atto violento, senza senso che svilisce il dibattito politico. La mia solidarietà alla giovane donna militante della Lega aggredita nella nostra città”.

“Esprimiamo ferma condanna per l’azione di violenza nei confronti dei militanti della Lega da parte di persone che nulla hanno a che vedere con i principi democratici e pluralisti a cui la politica deve ispirarsi – scrive Luigi Mazzei, coordinatore di Puglia Popolare – Il rispetto degli altri e la libertà di espressione sono dogmi imprescindibili per la crescita di una comunità. Hanno tutta la nostra solidarietà gli esponenti della Lega e ci auguriamo che presto vengano individuati e isolati i responsabili di questo brutto e violento attacco alla democrazia”.

Solidarietà anche dal Movimento 5 Stelle: “Non sono una fan della Lega, delle sue battaglie o di Salvini, ma la violenza non è qualcosa che si può accettare.”, questo quanto si legge su un post della deputata Veronica Giannone.
“Il dissenso si può esprimere in vari modi, ma nel rispetto degli altri, sempre e comunque.
L’esempio lampante di questi giorni è l’utilizzo di lenzuola o cartelloni appesi sui balconi dei palazzi. Esprimono dissenso, ma senza alcuna forma di violenza: è un esprimere la propria posizione, il proprio pensiero, ma pacificamente.”, continua la portavoce del Movimento.
“Tutti noi abbiamo il diritto di esprimerci liberamente, facciamolo nel rispetto degli altri!”.

“Quello che è accaduto oggi in piazza Sant’Oronzo non è politica, non è competizione civile, ma un puro atto di violenza nei confronti di una giovane donna presente nello stand della Lega – scrive Marco Nuzzaci – Le divergenze politiche già non dovrebbero portare ad atti di questo tipo, ma ancor di più l’umanità è tutt’altro che violenza, è democrazia, è convivenza pacifica, è confronto rispettoso, perché ognuno ha il diritto di manifestare il proprio credo politico senza che la propria dignità o ancor di più la propria vita venga lesa.
Esprimo quindi la mia solidarietà nei confronti della giovane donna, le auguro una pronta guarigione e prendo le distanze da atti di siffatta violenza nel rispetto della Costituzione dei nostri padri fondatori”.

“Quanto accaduto questa mattina in piazza Sant’Oronzo a Lecce con il vile attacco ai danni del gazebo della Lega e la  conseguente aggressione a militanti e partecipanti al banchetto informativo, rappresenta uno tra i più deplorevoli e incivili sistemi di contrapposizione ideologica messo in atto da delinquenti e facinorosi dei centri sociali di estrazione anarchico-comunista – spiega Pierpaolo Signore, segretario di FdI – Purtroppo agitare costantemente e anacronisticamente inesistenti questioni legate a fascismo e antifascismo solo per mancanza di temi e soluzioni politiche può solo generare in alcune menti malate reazioni del genere che invece devono essere  isolate e condannate da tutti senza se e senza ma, indipendentemente dalla matrice politica di provenienza. Il Coordinamento Provinciale e Cittadino di Lecce di Fratelli d’Italia esprime piena solidarietà agli amici alleati della Lega vittime dell’agguato e si augura che in tempi rapidissimi possano essere identificati e puniti coloro che hanno dato vita a tale gesto di violenza, messo in atto in totale disprezzo dei valori della democrazia e della libertà di pensiero”.

“Quanto è accaduto oggi in piazza sant’oronzo ai danni di una attivista della lega ed al gazebo, dimostra chiaramente ancora una volta che i veri intolleranti sono altri – spiega Riccardo Rodelli, portavoce Lega Salvini Premier  – Dimostra altresì che l’unico modo per silenziare la lega è l’aggressione fisica.
Preoccupa il clima di intolleranza e di incapacità per gli avversari politici di non riuscire a spostare su pacifici tavoli democratici la dialettica politica.
Il 26 maggio si avvicina, da Lecce a Bruxelles, il vento del ‘prima gli Italiani’ soffia forte”.

“La notizia dell’aggressione al gazebo della Lega in piazza Sant’Oronzo è allucinante: hanno distrutto tutto e ferito al volto una ragazza.Sono sconcertato – scrive Paolo Pagliaro, presidente MRS – La democrazia è in pericolo. Non possiamo accettare impassibili gesti come questo. Gli autori devono essere individuati e assicurati alla giustizia. Ognuno può esprimere il proprio parere, la propria idea, guai se così non fosse, la Lega può piacere oppure no, mai però usare la violenza. Questo è il frutto del clima di odio della sinistra verso la Lega e verso Matteo Salvini. Tutte le forze politiche impegnate nella tornata elettorale del 26 maggio a Lecce adesso devono condannare il gesto perché lo ripeto, non sottovalutiamolo, la democrazia è in pericolo. A Mario Spagnolo ed a Damiano Vicentelli, organizzatori, e a tutti i presenti al momento dell’aggressione va la mia incondizionata solidarietà”.

“Episodi intollerabili che inquinano la sana competizione elettorale. La politica si fa con i contenuti, con le idee, con il confronto dialettico. Mai e poi mai con la violenza! Esprimo per questo massima solidarietà alla giovane attivista della Lega e a tutto il movimento per l’aggressione subita, augurandomi che questo grave fatto di cronaca rimanga isolato. Mancano sette giorni alle Amministrative e alle Europee e la politica tutta si concentri sui programmi e sulla sana competizione”.

Così in una nota il presidente regionale de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino

Garcin

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Intascano 24mila euro per la vendita di un Rolex, ma è una truffa: in due finiscono nei guai

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di C.T.

SCANDIANO/ LECCE – Vendono online un Rolex Daytona, ma dopo avere incassato la bellezza di 24mila euro spariscono dalla circolazione. La vittima, truffata per due volte in pochi giorni, non si è però arresa ed ha sporto denuncia ai carabinieri, che al termine delle indagini sono riusciti a risalire ai due imbroglioni, poi denunciati a piede libero.

I protagonisti del raggiro sono una coppia pugliese – lui 45enne leccese, lei barese di un anno più grande – deferiti in stato di libertà dai carabinieri di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. La vittima è invece un 33enne scandianese, che qualche mese fa incappò nella rete dei due pugliesi, già noti per truffe analoghe.

Tutto ha avuto inizio quando la giovane vittima, navigando sul web, rispose ad un annuncio di vendita di un prezioso Rolex Daytona, messo in vendita al prezzo di 13mila e 500 euro, con allegato numero seriale, certificato di garanzia e copia del documento della proprietaria del costoso orologio, la moglie di un medico bolognese.

Intenzionato ad acquistare il Rolex, il 33enne reggiano versò quindi mille euro di caparra, per poi saldare il “conto” con un bonifico di 12mila e 500 euro sul conto della donna.

Dopo vari appuntamenti fissati per la consegna dell’orologio e disdetti all’ultimo istante per “improvvisi impegni di lavoro” del venditore, però, il giovane acquirente tornò sui suoi passi. E, dopo avere rinunciato all’acquisto, chiese la restituzione dell’intera somma. Ma, per sua sfortuna, alla fine ci ha rimesso quasi il doppio.

Inviate le coordinate bancarie per il riaccredito dei soldi, infatti, il 33enne ricevette la fotografia della ricevuta attestante il bonifico in suo favore, salvo poi essere contattato nuovamente dai due venditori, che gli offrirono il Rolex ad un prezzo più basso: 10mila e 500 euro. Uno sconto di ben tremila euro, a mo’ di indennizzo per i disagi sorti nel corso della compravendita.

Come il reggiano ebbe modo di scoprire a scapito del suo conto in banca, si trattava dell’ennesima trappola, alla quale – suo malgrado – abboccò in pieno. Come da accordi, infatti, eseguì un altro bonifico di 10mila e 500 euro, per poi scoprire che la somma sborsata precedentemente non l’aveva mai ottenuta indietro: sulla ricevuta del bonifico inviatagli dal venditore compariva un Iban sbagliato. I soldi non erano stati riaccreditati. Anzi, ne aveva spesi quasi il doppio – ben ventiquattromila euro – senza neanche ricevere il Rolex.

Resosi conto di essere stato raggirato, il reggiano si rivolse ai carabinieri, che nei giorni scorsi sono riusciti a risalire ai due truffatori, poi finiti nei guai.

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Napoli, nel comizio della Meloni anche un pullman di leccesi: la sfida interna tra sovranisti è nelle piazze

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di Julia Pastore

NAPOLI – Giorgia Meloni si confronta a distanza con Matteo Salvini: sovranisti contro sovranisti per la prova muscolare delle europee. A Napoli Piazza Matteotti, in mattinata, era piena di militanti di Fratelli d’Italia: gli organizzatori parlano di circa 30 mila persone. Ma si sa che in questi casi ognuno dà i suoi numeri: di certo c’è che erano in tanti e la manifestazione è riuscita. Il pullman per il corteo partenopeo è partito anche da Lecce: una quarantina di salentini militanti di Gioventù nazionale e di Fratelli d’Italia sono accorsi alla chiamata della loro ‘leader’, candidata alle europee del prossimo 26 maggio. Dietro le quinte anche Raffale Fitto: il leader di Direzione Italia si gioca l’intera carriera politica dopo la scottatura delle parlamentari, ma con questa nuova alleanza potrebbe anche riavviare un nuovo ciclo politico.

‘Noi siamo quelli che amano l’Italia e che faranno di tutto per difenderla, costi quel che costi – spiega la leader di FdI – Siamo stanchi di vedere un’Italia depressa, in perenne crisi, un’Italia ultima per crescita e che sembra quasi incapace di reagire. Non ne possiamo più del lavoro che non c’è, delle famiglie che diventano sempre più povere, dei giovani che scappano, degli anziani che devono rovistare nelle spazzature. Noi non ci rassegniamo: vogliamo che l’Italia reagisca e che si torni a parlare di ‘miracolo italiano’, perché, come diceva Giorgio Almirante, noi italiani siamo caduti e ci siamo rialzati mille volte.
Noi abbiamo uno straordinario primato: fin qui i nostri sindaci sono sempre stati riconfermati al secondo mandato. E questo significa che sono capaci di governare.
Vogliamo cambiare tutto in Europa, a partire da questi burocrati somari in giacca e cravatta, che ci hanno impoveriti con le loro menzogne, a favore della Germania. E non ne possiamo più di farci dire come fare il formaggio o la pizza da gente che normalmente mangia la pasta col ketchup.

Noi vogliamo un sistema serio che ci dica che cosa stiamo mangiando.
Noi difenderemo Dio, la nostra patria, la famiglia, difenderemo ciò che ci rende unici, che ci rende persone, che è il nostro portato di identità e di radici. Ricordatevi chi siete quando andate a votare: noi non siamo dei numeri!
Il voto del 26 maggio è importante non solo per l’Europa ma anche per l’Italia, perché ci offre la possibilità di disegnare un’altra maggioranza possibile, che veda al governo FdI e la Lega e che ci liberi dai 5 stelle al governo della nazione. Andremo in Europa a difendere le case degli italiani.
Noi non ne possiamo più di vedere l’Italia ultima in tutte le classifiche, nonostante l’eroismo dei suoi imprenditori, nonostante il genio e la creatività dei quali gli italiani sono capaci.

Sono molte le battaglie che FdI affronta per la difesa del marchio italiano e contro la concorrenza sleale.
Caro Di Maio, l’unico modo per sconfiggere la povertà è creare lavoro, abbassare le tasse, creare sviluppo e infrastrutture. Nessuno ve lo dice, ma sul documento di Economia e Finanza del governo c’è scritto che dal 1^Gennaio 2020 l’IVA aumenterà di 3 punti su tutto: sulle medicine, sugli omogeneizzati, sui treni per i pendolari. Entro il 26 maggio dobbiamo disinnescare questo meccanismo. Dove li trovate i soldi? Gli dobbiamo dire questo”.

Poi, l’ennesima stoccata contro le politiche del governo gialloverde: “Basta con questo reddito di cittadinanza: crea solo dipendenza dalla politica. Noi non vogliamo la paghetta di Di Maio ma chiediamo la dignità di un lavoro. Questo è ciò che fa uno Stato che vuole creare sviluppo. Finora ne hanno beneficiato soprattutto gli immigrati, i rom, i condannati con sentenza passata in giudicato, i finti nullatenenti come il padre di Di Maio: non è giusto che questa gente venga mantenuta sulle spalle di chi lavora per 700€ al mese. Qui servono le infrastrutture di cittadinanza.
Il sud non chiede la paghetta. Il sud chiede sviluppo. Noi vogliamo la tav dalle Alpi al ponte sullo stretto di Messina. Sembra fantascienza, ma quand’è che abbiamo rinunciato a pensare in grande? I Romani costruivano ponti quando il resto del mondo viveva nelle capanne in mezzo al fango e oggi ci vergogniamo di costruire un ponte di 3 km e mezzo?
Siamo a Napoli: non posso non pensare alla piccola Noemi. La camorra fa schifo. Qui non basta la polizia: qui serve l’esercito. Dobbiamo presidiare ogni piazza. Ed è desolante la retorica antimilitarista del premier Conte, che rinuncia all’acquisto di cinque fucili, per finanziare una borsa di studio sulla pace: non sei John Lennon, Giuseppe Conte! Sei il Presidente del Consiglio italiano e noi pretendiamo rispetto per le forze armate, per coloro che rischiano la vita ogni giorno, come ci hanno insegnato il generale Dalla Chiesa, Borsellino, Falcone, per costruire quella pace di cui ti riempi la bocca.
Non saranno le forze di governo a staccare la spina: saranno gli italiani a staccare la spina, a dire basta a questa esperienza fallimentare.
Io spero che il messaggio sia: Matteo salviamo l’Italia dai 5 stelle, prima che sia troppo tardi”.

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Marti e D’Eramo (commissari Lega): “Clima d’odio scatena i violenti: siano subito assicurati alla giustizia”

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LECCE – Sulla vicenda dell’attacco subito dai leghisti in mattinata intervengono i due commissari (regionale e provinciale): “In mattinata  – dichiara il responsabile politico provinciale Lecce sen. Roberto Marti  – abbiamo assistito a scene di violenza gratuita in piena Piazza Sant’Oronzo contro i nostri militanti leghisti: insulti, spinte e distruzione del nostro gazebo. Ma quel che è peggio è che gli 8 (otto) balordi hanno spedito in ospedale una minorenne (8 giorni di prognosi) che aveva l’unica “colpa” di indossare una pettorina della Lega. Il clima di odio e di menzogna per screditare la Lega e Salvini – prosegue Marti – dà questi frutti”. “Troppo spesso, anche sui media nazionali – commenta il segretario regionale della Lega Puglia on. Luigi D’Eramo – si leggono invettive volte a demonizzare l’immagine del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Troppe volte si sentono accostamenti al fascismo diffamatori, solo perché il nostro leader cerca di difendere gli interessi nazionali e di promuovere politiche migratorie legali. Grazie a queste fandonie qualche mente debole e intossicata da un’ideologia pericolosa e ipocrita decide di passare all’azione. Un gruppo di violenti della sinistra antagonista, che vigliaccamente feriscono anche una minorenne, non chiuderà la bocca a chi vuole manifestare il proprio pensiero pacificamente. Noi andremo avanti, perché la maggioranza degli italiani è con noi!

Non ci spaventeranno i vigliacchi che aggrediscono i nostri militanti che fanno volantinaggio! C’è una certa sinistra antagonista che accusa gli altri di violenza, ma poi la pratica alla prima occasione. Il partito della Lega Salvini Premier esprime solidarietà nei confronti dei propri aderenti aggrediti, che si impegnano democraticamente a promuovere i nostri valori e i nostri ideali. A chi ha aggredito i nostri ragazzi – afferma D’Eramo – dico solo di vergognarsi: saranno sicuramente assicurati nelle prossime ore alla giustizia. Per fortuna le forze dell’ordine stanno facendo uno straordinario lavoro, come sempre: i violenti hanno le ore contate”.

Sull’ aggressione al gazebo Lega a Lecce interviene anche il candidato alle Elezioni Europee – Circoscrizione Sud, Massimo Casanova: “La notizia dell’assalto da parte di un manipolo di balordi afferenti alla sinistra antagonista ad un gazebo della Lega oggi a Lecce, in piazza Sant’Oronzo, mentre era intento in una pacifica attività di propaganda politica, con conseguente ferimento di una ragazza minorenne avente quale unica ‘colpa’ quella di indossare una pettorina della Lega, mi indigna ed addolora profondamente. La lotta politica si fa con le armi della democrazia e delle idee, mai con la violenza, che è evidentemente sinonimo di debolezza e penuria di argomenti.

 

Da parte mia giunga la più affettuosa solidarietà alla ragazza ferita e alla sua famiglia, con l’auspicio che possa rimettersi al più presto. La mia totale vicinanza anche ai nostri militanti aggrediti, uomini e donne che col sorriso e la forza delle idee ogni giorno combattono per un’Italia migliore. Un ringraziamento, infine, alle nostre forze dell’ordine, costrette ad un surplus di lavoro in questa giornata, nelle quali confido per fare rapida chiarezza su questo grave accadimento.

 

Non sarà l’odio nei nostri confronti a fermarci e a fermare la ‘rivoluzione del buonsenso’ che la Lega con Matteo Salvini sta portando avanti per avere un’Italia migliore. Ai nostri militanti dico di andare avanti, più forti e determinati di prima, confidando nel pieno sostegno e vicinanza della gente perbene”.

 

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Concerto Gospel nel Chiostro dei Carmelitani domenica 26 maggio. Si chiude così il “Maggio Salentino”

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LECCE – Ultimo weekend per godere degli appuntamenti della rassegna tra le più preziose del nostro territorio, “Maggio salentino”, che per tutto il mese ha valorizzato il patrimonio culturale, storico, artistico, architettonico, paesaggistico ed enogastronomico della nostra terra, anche al fine di incrementare il turismo, che è sicuramente un importante volano per lo sviluppo del Salento.

La rassegna, che anche quest’anno ha registrato grande successo e attenzione da parte di turisti e cittadini, organizzata dall’associazione Celestass, si chiuderà domenica 26 maggio, alle ore 20, nella suggestiva cornice del Chiostro dei Carmelitani (Rettorato), con un Concerto con il Coro Gospel A.M. Family, diretto da Elisabetta Guido.

Ad impreziosire la serata le note del pianista Luigi Botrugno. Un concerto per le orecchie di coloro che sanno ascoltare, ma anche per il cuore di quelli che sanno sentire”. Il netto del ricavato della serata sarà devoluto a Tria Corda Onlus per il progetto del Polo Pediatrico del Salento.

Il Salento è una realtà geografica pervasa dalla passione per la cultura. A testimoniare ciò, una pluralità di iniziative che animano i centri della nostra provincia durante tutto l’anno. Tra queste, il “Maggio Salentino”, grazie al suo Presidente, l’Avvocato Giorgio Aguglia, consente di coltivare l’essenza e l’identità dei luoghi nelle molteplici espressioni, dimostrando devozione per le proprie origini.

 

Clarissa Rizzo

 

 

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“Se ci fosse luce sarebbe bellissimo…” Il convegno del CSI a Lecce nel nome di Aldo Moro

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LECCE – Si svolgerà giovedì 23 maggio alle 18:00 presso la sala della Biblioteca Provinciale annessa al Convitto Palmieri di Lecce, il convegno dal titolo “Se ci fosse luce sarebbe bellissimo…Sport, educazione e vita”.
L’incontro nasce in occasione del 75° anniversario dalla fondazione, del Comitato di Lecce del CSI e si inserisce in una serie di iniziative culturali organizzate sul territorio.
“Se ci fosse luce sarebbe bellissimo…” è una delle più belle frasi scritte nell’ultima lettera da Aldo Moro alla moglie, durante i giorni di prigionia nel covo delle Brigate Rosse.
Il convegno vuole contribuire all’approfondimento dei rapporti intercorsi tra lo Statista ed il Centro Sportivo Italiano nei primi anni della sua fondazione. Lo sguardo di Moro infatti, era costantemente rivolto con attenzione ai giovani, considerati, in quegli anni, non destinatari passivi della loro realtà, ma protagonisti attivi del loro sviluppo, per cui la sua azione politica andava ad aderire perfettamente al progetto educativo ed associativo del CSI, che, sin dal nascita nel 1944, con la decisiva spinta di Papa Pio XII, pose a fondamento dell’azione associativa, il fine di sviluppare le attività sportive e agonistiche, guardando ad esse, con spirito cristiano, cioè come ad un valido mezzo di salvaguardia morale e di perfezionamento psicofisico dell’individuo, aperto a tutti e guidato da dirigenti impegnati a servire il prossimo, soprattutto agli ultimi ed ai più emarginati.

Di questo processo di formazione ed educazione dei giovani, Moro valutava essenziale lo sport, come momento “luminoso”, fresco, gioioso, creativo e che lo Stato doveva continuare a sviluppare, fornendo, a chi aveva l’onere di occuparsene, i mezzi economici, non solo, ma soprattutto gli aiuti spirituali e morali necessari alla loro dignità, responsabilità e libertà di fronte alla vita comune.
Su questi singolari aspetti politici dello statista salentino, sul rapporto speciale e l’attenzione che egli aveva sempre dato ai giovani, alla loro cultura, al loro impegno politico nella Società, il Convegno tratterà, per trarre ulteriori elementi di studio e riflessione, in questo particolare contesto politico nazionale.

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Danza Csen: strepitosi risultati per la Generation Dance Trepuzzi Lecce

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Categoria Under 11

TREPUZZI (Lecce) – Si è svolto ieri in Basilicata il campionato italiano di Danza Csen che ha visto partecipare tantissime scuole di ballo di diverse regioni. Tra queste la Generation Dance di Trepuzzi Lecce guidata dai maestri Gabriella Tafuro e Marco Agrimi. Ed è grazie al loro eccellente insegnamento sono riusciti a portarsi a casa vari titoli di Campioni Italiani 2019 in varie categorie.

Categoria Under 9

Categoria Under 9 Gold Star: vincitori assoluti nonché campioni italiani 2019 per la categoria latino sincronizzato, latino coreografico e hip hop.

Categoria Under 11 Gold Star: Campioni Italiani 2019 di hip hop. Categoria Under 16 Gold Star: Campioni Italiani 2019 hip hop e vicecampioni 2019 nella categoria latino coreografico.
Intanto il saggio di fine anno è fissato per il 30 giugno alle 20.30 presso gli impianti sportivi di Trepuzzi.

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Raid allo stand della Lega, la svolta arriva dalle telecamere: identificati otto autori

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LECCE – Rapida svolta nelle indagini sul raid ai danni dello stand della Lega. Sarebbero stati tutti identificati, infatti, gli autori dell’assalto al gazebo del Carroccio avvenuto ieri mattina nella centralissima piazza Sant’Oronzo a Lecce.

Si tratterebbe di sei uomini e due donne, che risulterebbero appartenenti all’area dei centri sociali. Durante il raid la struttura è stata divelta e scaraventata per terra e nel parapiglia è rimasta contusa ad un occhio una ragazza di 17 anni: per lei prognosi di 8 giorni.

Gli investigatori della Digos della questura di Lecce sono riusciti ad identificare gli otto attraverso i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona. Dalla immagini si vede che il gruppo arriva in piazza da vicolo Dei Fedeli, raggiunge il gazebo dalla parte retrostante e coglie di sorpresa i militanti leghisti. L’informativa è stata inviata al pm di turno Donatina Buffelli.

Domani, intanto, proprio in piazza Sant’Oronzo, è atteso l’arrivo del vicepremier Matteo Salvini, Ministro dell’Interno e leader del Carroccio. L’allerta in città, anche alla luce dell’episodio verificatosi domenica mattina, è massima.

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Salotto giallorosso: una promozione meritata, il sogno continua


Una salentina al concorso nazionale “Incontriamoci a tavola”

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LECCE – Il 21 Maggio “Turismo Verde”, associazione agrituristica di CIA – Agricoltori Italiani, organizza il Festival “Incontriamoci a Tavola” nell’area Food di Amatrice con il supporto dell’Istituto Professionale Alberghiero di Amatrice, ideato per promuovere e valorizzare i piatti tipici regionali e le ricette della tradizione contadina.

Il festival vede protagonisti gli agrichef vincitori delle selezioni regionali tenutesi in tutta Italia fino a marzo 2019.

A rappresentare la Puglia sarà la tricasina Adelaide Gerardi dell’Agriturismo Salento D’Arare di Marina Serra di Tricase (Lecce), vincitrice della sessione regionale che si è tenuta a Fasano con un piatto di minestra di verdure spontanee selvatiche con la carne, che gareggerà con un piatto della tradizione gastronomica per eccellenza “fave nette e cicorie”, utilizzando prodotti PAT “prodotti agroalimentari tradizionali”: la fava di Zollino detta Kuccia e le cicorie selvatiche spontanee.

Il piatto viene della tradizione contadina pugliese, una ricetta antichissima fatta di ingredienti poveri e genuini che regala gusto ed energia.  Pietanza simbolo della Puglia, prende nomi diversi nel tacco d’Italia, nel barese “ncapriata”, nel leccese “fave e foje”.

«Ho ricordi di giornate d’estate passate con mia nonna in campagna – afferma Adelaide – quando tutti noi bambini schiacciavamo le fave secche appoggiate su un piano di marmo con una pietra. Così si eliminava il “cappotto”, la buccia, e si raccoglieva il prezioso legume bianco».

Nella cultura popolare pugliese sono diffusi proverbi e credenze legati alla fava: “Fai, cicuredde e mieru te ne vai a ncielu” (fave, cicorie e vino e ti innalzi sino al cielo), per sottolineare l’elevato potere energetico del piatto ricco di proteine e povero di grassi, cucinato dalle donne per dare forza e vigore ai loro mariti per affrontare le lunghe giornate nei campi.

L’agrichef Adelaide Gerardi presenterà il suo piatto accompagnato da “Eloquenzia” vino da Negroamaro doc Copertino prodotto da Garofano Vigneti e Cantine in Copertino.

L’Agrichef è un cuoco che lavora all’interno di un agriturismo che si impegna a trasformare le produzioni della sua azienda nel rispetto della stagionalità e dei saperi contadini, con l’utilizzo di ingredienti legati al territorio e alla tutela della biodiversità.

La Giuria sarà composta da critici gastronomici, associazioni di categoria, food blogger nazionali e chef stellati.

 

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L’accusa del centrodestra in Regione: “Agenzia del lavoro usata come poltronificio”

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BARI – Nino Marmo, Ignazio Zullo, Francesco Ventola, Giannicola De Leonardis, Domenico Damascelli, Francesca Franzoso, Renato Perrini oggi hanno lanciato accuse taglienti nei confronti del governatore della Puglia in una conferenza stampa tenutasi in Regione.
“Mentre la disoccupazione in Puglia è una piaga sociale, Emiliano e Cassano utilizzano l’Arpal come poltronificio clientelare in vista delle elezioni: un’indecenza che sfiora la volgarità politica. La legge prevede la nomina di un direttore generale dell’agenzia, ma Emiliano ha nominato un commissario straordinario per poter stringere, senza avviso pubblico, il sodalizio con il suo alleato. Raccattare voti da destra, centro e sinistra è un cattivo esempio dal punto di vista politico ed è per questo che il presidente continua ad essere latitante dal Consiglio regionale, delegittimando un’istituzione: la mozione per richiedere le dimissioni di Cassano dall’agenzia giace da due mesi e non viene discussa nel parlamentino regionale. C’è qualcuno che, evidentemente, sta scappando per non assumersi la responsabilità di un problema serio, incurante anche della pessima figura che fa la sua maggioranza: ad ogni seduta del Consiglio, infatti, cade puntualmente il numero legale e non si produce alcun risultato per i pugliesi ormai da mesi. Nel frattempo, il commissario dell’Arpal gira in lungo e in largo per la Puglia per fare campagna elettorale nel centrosinistra, sfruttando il suo incarico istituzionale e millantando anche il titolo di ‘presidente’ dell’agenzia (figura inesistente). E questa è una vergogna.

Inoltre, fa sorridere pensare a Cassano come il costruttore del sistema lavoristico in Puglia… quando si sta rivelando abile solo nel reclutamento di personale utile per consolidare il consenso suo e di Emiliano. Sul punto, abbiamo interrogato l’Autorità Anticorruzione e siamo in attesa di risposta. Intanto, sarebbe il caso che Emiliano ripristinasse un clima di rispetto della legge, rimuovendo Cassano dall’incarico (illegittimo) di commissario e nominando, con avviso pubblico, un direttore generale dell’Agenzia. Questo è ciò che prevede la legge istitutiva dell’Arpal ed è ciò che chiediamo noi: l’ente ha bisogno di una figura esperta e competente, che conosca il mondo del lavoro e sappia immaginare delle strategie per produrre occupazione. Basta con chi si spaccia ‘presidente’ del nulla e strumentalizza un incarico per fare campagna elettorale per il centrosinistra (quando solo pochi mesi fa, alle elezioni politiche, era candidato nel centrodestra)”.

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Tassista delle squillo? “Davo solo passaggi occasionali” e il gip lo scarcera

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COPERTINO (Lecce) – Ha lasciato il carcere il presunto tassista delle squillo arrestato venerdì pomeriggio dai carabinieri della Tenenza di Copertino con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Il gip Michele Toriello ha convalidato l’arresto ma non ha applicato alcuna misura cautelare a carico di Sandu Doru, 44enne, di origini rumene. L’uomo, difeso dall’avvocato Giovanni Battista Cervo, ha spiegato di essersi offerto solo a dare dei passaggi occasionali perché spesso transitava da quella strada (nei dintorni di Copertino) per recarsi a lavoro (lavora nei campi) intascando qualche regalia che le stesse donne gli davano. Non avrebbe pertanto mai e poi mai avuto alcun interesse nell’attività di prostituzione.

Eppure per le indagini condotte per mesi dai carabinieri di Copertino, agli ordini del luogotenente Salvatore Giannuzzi, l’uomo accompagnava alcune prostitute di nazionalità bulgara nelle campagne attorno a Copertino per poi riaccompagnarle a casa a fine giornata così come accertato dopo una serie di servizi di appostamento, foto e video durante i prolungati servizi di osservazione, controllo e pedinamento dei militari in abiti e vetture simulati.

Secondo quanto ricostruito, in cambio del servizio taxi come è stato riferito dalle donne, il cittadino otteneva in cambio 10 euro. Circostanza che ha integrato anche l’ipotesi di sfruttamento della prostituzione. Indagato per gli articoli 3 e 4 della cosiddetta Legge Merlin del 1958 (dal nome della senatrice che propose tale legge), Doru è stato accompagnato presso la casa circondariale di Lecce, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Lecce Donatina Buffelli.

F.Oli.

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Minacce alla madre di un suo debitore di una somma di denaro: condannato a 2 anni

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F.Oli.

SQUINZANO (Lecce) – Si chiude con una condanna a 2 anni di reclusione il processo a carico di Paolo Guadadiello, il 32enne di Squinzano, accusato di estorsione, minacce ed evasione. Ad emettere la sentenza sono stati i giudici della seconda sezione (Presidente Pietro Baffa) che hanno abbassato di 1 anno la richiesta di condanna invocata dal pm Guglielmo Cataldi (aggiunto alla Dda). I fatti, finiti all’attenzione del Tribunale, risalgono a marzo del 2012. Stando a quanto contestato, C.S., un soggetto di Squinzano, debitore di una somma di denaro nei confronti di Guadadiello, si sarebbe recato a casa dell’imputato dove sarebbe stato picchiato a seguito della richiesta di saldare il debito. Ad ogni modo C.S. non avrebbe fatto ricorso alle cure dei sanitari.

Giorni dopo il 32enne, confinato nel chiuso del proprio domicilio, avrebbe evaso e raggiunto casa del concittadino. Una volta arrivato avrebbe minacciato la madre perché cercava il figlio. A distanza di due mesi le due persone offese hanno denunciato Guadadiello dando il via alle indagini.

In sede processuale il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto di acquisire le dichiarazioni del debitore rilasciate nel corso delle indagini dopo che in aula aveva rilasciato una ricostruzione differente. Richiesta rigettata dalla Corte e a cui si era opposta il difensore. Il pm ha dovuto prenderne atto e chiedere l’assoluzione per il reato di estorsione così come poi effettivamente deciso dai giudici peraltro la formula più ampia: perché il fatto non sussiste.

Guadadiello era collegato in videoconferenza da un carcere in Sardegna in cui si trova attualmente detenuto. Nei giorni scorsi il pubblico ministero Maria Vallefuoco, nel processo ribattezzato “Orione”, ha invocato per il 32enne una condanna a 15 anni di reclusione. L’imputato è difeso dall’avvocato Ladislao Massari.

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Salvini sul caso Lecce: “Vergognoso”. Domani il ministro in piazza: i contestatori promettono battaglia

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LECCE – “È vergognoso.
Un grande abbraccio alla ragazza di 17 anni, aggredita e ferita ad un occhio oggi a Lecce al gazebo della Lega. Noi avanti col sorriso, con la forza delle idee e con la voglia di cambiare e di sognare”. Con queste parole il leader della Lega ha commentato ieri pomeriggio l’assalto al gazebo leghista da parte di otto persone della sinistra antagonista, già individuate grazie alle telecamere. Domani, alle 10, Matteo Salvini sarà in Prefettura per sottoscrivere il “Patto per la sicurezza urbana” in città, che prevede più agenti e più telecamere. Poi, alle 11, il ministro dell’Interno, sarà in piazza Sant’Oronzo per un appuntamento elettorale. Come sempre, sono previste proteste e tentativi di boicottaggio. L’allerta in Prefettura è massima: il Comitato per la sicurezza si è riunito per studiare la situazione. Ci saranno decine di agenti in borghese e diverse zone saranno presidiate. Le “bonifiche” e i preparativi vanno avanti da almeno 48 ore. Ma anche i contestatori si stanno organizzando.

Il Movimento “No Tap”, per esempio, ha già lanciato il grido di battaglia: “Domani, NONOSTANTE TUTTO, saremo nuovamente in piazza, contro le politiche estrattiviste e neoliberiste di questo governo, il quale è in piena continuità con chi lo ha preceduto. E contro un sistema di repressione che evoca brutti ricordi.

Saremo in piazza, nonostante ci troveremo anche al fianco di chi faceva orecchie da mercante quando al governo erano i vari Renzi, Bersani, Prodi, De Vincenti, Calenda, che appoggiavano la repressione di Minnitti. Se oggi ci troviamo in una situazione al limite della democrazia, siamo coscienti che la costruzione di questo sistema ha radici ben più lontane.

Saremo in piazza, nonostante ci troveremo al fianco di chi non vide la repressione a colpi di manganello e atti giudiziari contro il Movimento NO TAP ma oggi, in maniera abbastanza ipocrita, ‘solidarizza contro la violenza’.

Saremo in piazza con tutti, anche con gli antifascisti dell’ultima ora, quelli che in vista delle europee si vestono di virtù e di diritti per poi dimenticarsene negli altri giorni.

Noi domani saremo in piazza perché in piazza ci siamo sempre stati, a difendere la LIBERTÀ e la DIGNITÀ di questa terra”.

La polizia lavorerà per tenere alla necessaria distanza i contestatori. Il comunicato non lascia spazio a dubbi: sarà una giornata rovente.

The post Salvini sul caso Lecce: “Vergognoso”. Domani il ministro in piazza: i contestatori promettono battaglia appeared first on Corriere Salentino.

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