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Denunciati dopo lo scontro: erano alla guida delle moto in stato di alterazione psicofisica

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OTRANTO: I carabinieri della stazione di Otranto hanno denunciato a piede libero per lesioni personali stradali gravi e guida in stato di alterazione psico-fisica, M.S. di 23 anni e P.L.D. di 3p, entrambi di Vernole.

I due sono stati controllati perché coinvolti in un sinistro stradale lungo la s.p. 366 “S.Cataldo-Otranto” all’altezza dell’ intersezione per Frassanito.

I conducenti dei mezzi che si sono scontrati, sono stati sottoposti ai prelievi ematici e sono risultati positivi sia all’uso di alcol che di sostanze psicotrope.

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Cassa integrazione di nuovo in salita in provincia di Lecce, +35% di richieste e febbraio

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LECCE – Cassa integrazione di nuovo in salita a Lecce e provincia. Nel mese di febbraio, sono state autorizzate 133.833 ore, il 35 per cento in più rispetto a gennaio. Lo rileva il nuovo rapporto mensile elaborato dalla Uil – Servizio Politiche del Lavoro sulla base dei dati Inps. Le richieste riguardano esclusivamente la cig ordinaria, che nel primo mese dell’anno registrava 98.995 ore autorizzate. Invariata la situazione della cassa integrazione in deroga, ciò per effetto della cessazione dell’ammortizzatore: le poche ore richieste a livello nazionale derivano da un residuo degli anni precedenti.

Il quadro diventa ancor più preoccupante se si cumulano le ore autorizzate nel primo bimestre dell’anno: ben 232.828 ore contro le 156.232 registrate nel bimestre gennaio-febbraio del 2018, con un incremento pari al 49 per cento. Il dato provinciale è linea con quello regionale (+150%) e nazionale (+9,4%).

“L’aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali evidenzia, ancora una volta, il persistere della sofferenza del nostro tessuto produttivo e conferma le nostre preoccupazioni su una ripresa economica ancora molto timida e instabile”, commenta il segretario generale della Uil di Lecce, Salvatore Giannetto. “Servono interventi urgenti e concreti – aggiunge – che riportino al centro dell’agenda politica-amministrativa il tema del lavoro, a cominciare dallo sblocco dei tanti cantieri fermi che potrebbero dare una boccata d’ossigeno alle nostre imprese e ai lavoratori, sostenendo lo sviluppo di un Salento altrimenti condannato a un cronico isolamento”.

Rispetto al primo bimestre del 2018, a livello pugliese, le richieste di cassa integrazione aumentano nel settore industriale (+261%) e nell’edilizia (+9,5%), a fronte di una flessione nel commercio (-68,8%). Il rapporto Uil stima ben 18mila posti di lavoro salvaguardati in Puglia nel periodo gennaio-febbraio (contro i 7mila dello stesso bimestre del 2018). “Ciò solo grazie a uno strumento che, potrebbe, se migliorato e adattato alle esigenze specifiche e nuove dei diversi settori, garantire la conservazione di un più alto numero di posti di lavoro, scongiurando l’uscita di lavoratori non sempre facilmente ricollocabili in un mercato del lavoro ancora statico”, conclude Giannetto.

 

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Concerto con Aperitivo: il Classico Trio al Teatro Paisiello

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LECCE – Domenica 31 marzo, al Teatro Paisiello di Lecce, penultimo concerto con aperitivo della Camerata Musicale Salentina in compagnia del Classico Trio, con Ivo Mattioli al violino, Fabio De Leonardis al violoncello e Roberto De Leonardis al pianoforte. Il Trio eseguirà musiche di Mozart e Piazzolla.

Nella prima parte sarà eseguito il “Piano trio n° 2 in Sol maggiore K 496” di Mozart. Composto all’età di dieci anni, l’opera realizza il pieno potenziale nella musica da camera del genio di Salisburgo ed evidenzia l’innata abilità del compositore, che ha già totalmente assimilato il linguaggio di Bach e Händel e lo impiega con personale concentrazione poetica, densa e diafana allo stesso tempo.

Di genere diverso è la seconda parte della serata, che delizierà il pubblico con le “Cuatro Estaciones Porteñas” di Astor Piazzolla, evocative dell’omonima composizione di Vivaldi, che fanno del grande compositore argentino un gigante del tango, avendolo elevato da pura tradizione nazionale a espressione artistica di portata internazionale.

Sul podio tre artisti di grande talento e professionalità: Ivo Mattioli, concertino dei primi violini e  altra spalla dei primi violini dell’Orchestra Sinfonica di Lecce e Salento, vanta collaborazioni con grandi orchestre e illustri direttori e solisti; Fabio De Leonardis, brillante violoncellista, perfezionatosi con Sergio Patria e Arturo Bonucci, che annovera numerose collaborazioni con orchestre e direttori di assoluto rilievo e tournée con artisti quali L. Pavarotti, J. Carreras e P. Domingo; Roberto De Leonardis, diplomato in pianoforte con lode e menzione e perfezionatosi con Benedetto Lupo, Aldo Ciccolini e altri insigni Maestri, il cui curriculum artistico comprende accanto a un’eccellente attività concertistica, esperienze di maestro sostituto e preparatore di artisti lirici, incarichi di Direzione Artistica e organizzativa di festival e rassegne, pubblicazioni di scritti, trascrizioni, registrazioni radiotelevisive e incisioni. Dal 2015 è Direttore Artistico del Conservatorio di Musica “N. Rota” di Monopoli.

Al termine del concerto, come sempre, un gustoso aperitivo, buona occasione per un commento a caldo della performance musicale in compagnia dell’artista.

Prevendite disponibili presso la sede della Camerata Musicale Salentina, il Castello Carlo V, online e nei punti vendita del circuito Vivaticket.

Fondata dal M° Carlo Vitale nel 1970, la Camerata Musicale Salentina è sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, dalla Regione Puglia e dal Comune di Lecce.

Sponsor della manifestazione Banca Popolare Pugliese, Grand Hotel Tiziano, Cantina Coppola, Federcar e ProntAss Assicurazioni.

PROGRAMMA MUSICALE

W. A. Mozart Piano Trio n° 2 in Sol maggiore K 496

Allegro

Andante con Variazioni

Allegretto (con Variazioni)

 

A. Piazzolla Cuatro Estaciones Porteñas

Primavera Porteño

Verano Porteño

Otoño Porteño

Invierno Porteño

 

PREZZI BIGLIETTI

Posto Unico (senza assegnazione di posto): Intero € 15, Ridotto* € 12

*La riduzione è valida per: over 65 anni | Docenti | Studenti | Soci BiCinema | Dipendenti BPP Banca Popolare Pugliese

La riduzione verrà applicata SOLTANTO dietro presentazione del relativo documento che la consente. I disabili in carrozzina hanno diritto al biglietto omaggio.

Per l’acquisto online e nei punti vendita del circuito Vivaticket è previsto un diritto di prevendita aggiuntivo di 2 €.

PREZZI SPECIALI UNDER 35, DISABILI E ACCOMPAGNATORI

E’ disponibile una quantità limitata di posti a tariffa speciale per Under 35, disabili e accompagnatori!

Posto Unico (senza assegnazione di posto): 10 €

Info per accedere alla promozione: 0832 309901 – 348 0072655

Email: biglietteria@cameratamusicalesalentina.com

 

 

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Mercoledì Serata Karaoke al Tyche

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Voglia di cantare?
Questo Mercoledì, h 21:00

Non mancare al Karaoke di Tyche, per una serata all’insegna della musica e del divertimento, accompagnato da birra artigianale ed ottima pizza ed arrosti…
Prenota il tuo tavolo!

TYCHE
Via Dei Palumbo 35, 73100 Lecce

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Massacrato di botte per rapinargli l’auto, giovane operaio finisce in ospedale

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LEVERANO-COPERTINO (Lecce) – Picchiato da un gruppo di rapinatori per rapinargli l’auto in aperta campagna. E un giovane operaio di Leverano di 34 anni, attualmente disoccupato, è finito in ospedale. Ha riportato varie ferite sul volto ed è stato ricoverato presso l’ospedale di Acquaviva delle Fonti (in provincia di Bari) specializzato in fratture e ricostruzioni con chirurgia maxillo-facciale. Dopo un iniziale spavento, sta meglio e non è in pericolo di vita. L’aggressione risale all’amba di qualche giorno fa.

L’uomo sarebbe stato bloccato da un gruppo di persone al confine tra i feudi di Leverano e Copertino, in una zona di campagna. Attualmente disoccupato, si stata recando in campagna per svolgere piccole attività agricole quando sarebbe stato intercettato da alcuni uomini che volevano impossessarsi della sua automobile. Non voleva cedere la sua auto ed è stato massacrato di botte. È stato colpito al viso, forse anche con un oggetto contundente.

Le indagini sono condotte dai carabinieri della tenenza di Copertino, agli ordini del tenente Salvatore Giannuzzi, insieme ai colleghi della Compagnia di Gallipoli, agli ordini del capitano Francesco Battaglia. La vittima, da quel che ha raccontato, è riuscito a divincolarsi e a fuggire per le campagne portandosi dietro le chiavi dell’auto  ha fornito qualche dettaglio per risalire ai malviventi in una zona dove gli agricoltori hanno segnalato diversi episodi di microcriminalità avvenuti nell’ultimo periodo.

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Pink Floyd Night

Latinjack, l’esclusivo Mercoledi AfroLatino del Jack’n Jill

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CUTROFIANO ( Lecce ) – Come ogni mercoledi LATINJACK, lo storico appuntamento per gli amanti di salsa, bachata , kizomba e reggaeton ideato e lanciato dal maestro Marco Congedo circa 5 anni fa e che da qualche anno ormai è approdato al Jack’n Jill.
Questo mercoledì in console Resident Dj GIORGIO D’AMICO insieme a RICO, due tra i più apprezzati dj di musica “latina” del Salento e non solo insieme a Marco Congedo, Danilo De Giorgi, Antonella Maraschio e tantissimi maestri e ballerini da tutto il Salento!!!

Possibilità di cenare prima.

In preserata, l’ottima cucina ed i ricercatissimi sapori a cura dello Staff del JACK’N JILL, perfetti per trascorrere ogni mercoledì una FESTA con le migliori sonorità caraibiche.

INGRESSO LIBERO!!!
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Aggredisce l’ausiliario che lo aveva multato e scappa col libretto dei verbali: nei guai un 29enne

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MARTANO (Lecce) – Quando ha visto che l’ausiliario del traffico gli aveva elevato una multa per non avere esposto il ticket del parcheggio a pagamento, ha perso le staffe e lo ha afferrato per il collo, per poi scaraventarlo per terra e dileguarsi a bordo della propria vettura, dopo avere sottratto al malcapitato il bollettino dei verbali.

A distanza di poche ore dai fatti, però, i carabinieri sono riusciti a risalire al responsabile dell’aggressione, poi denunciato dai militari della stazione di Martano. Nei guai è finito un 29enne residente a Calimera – M.M. le sue iniziali – deferito in stato di libertà con le accuse di violenza, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale.

I fatti risalgono a ieri mattina e si sono verificati in via Giovanni XXIII, attorno alle 11.30, quando il 29enne ha sorpreso lo sfortunato ausiliario del traffico di Polizia Municipale, intento ad elevargli un verbale di contestazione al Codice della Strada, per la mancata esposizione del ticket del parcheggio a pagamento. All’improvviso, il giovane ha infatti afferrato per il collo il malcapitato ausiliario, per poi scaraventarlo per terra e dileguarsi in auto, dopo avere sottratto dalle mani dello sventurato il libretto dei verbali.

Le immediate ricerche dei carabinieri si sono concluse poco dopo, quando per le strade di Calimera gli uomini dell’Arma hanno intercettato e fermato il 29enne in auto, mentre si trovava in compagnia della moglie. Nella sua abitazione, invece, è stato rinvenuto e sequestrato il libretto asportato alla vittima dell’aggressione, costretta a fare ricorso alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Scorrano, per lievi ferite.

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Tentò di molestare giovane mamma in un campo scuola: 1 anno e 4 mesi a un dipendente

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F.Oli. 

NARDO’ (Lecce) – Si chiude con una sentenza di patteggiamento a 1 anno e 4 mesi di reclusione il processo a carico di A.C.B., un 27enne di origini senegalesi ma residente a Nardò, accusato di aver tentato un approccio sessuale in un campo scuola con una giovane mamma. Rispondeva di tentata violenza sessuale aggravata dalle circostanze di tempo e di luogo. All’imputato sono state concesse la sospensione della pena, la non menzione e il riconoscimento dell’attenuante della lieve entità così come concordato dall’avvocato difensore Massimo Muci con il pm Stefania Mininni.

La disavventura risale al 9 luglio scorso. La donna, secondo quanto denunciato, raggiunse il campo scuola alla periferia della cittadina per riprendere la figlia. Una volta all’interno chiese informazioni su dove si trovassero i ragazzi. Il dipendente le fornì indicazioni sbagliate in più occasioni facendole raggiungere stanze dove non c’è nessuno. Per ben tre volte. Nell’ultima circostanza la giovane mamma sarebbe stata avvicinata dal dipendente all’interno di una stanza dove erano da soli. L’uomo si sarebbe abbassato i pantaloni proponendole di consumare un rapporto orale.

La signora riuscì a divincolarsi. Scappò e raggiunge l’esterno dove, in macchina, attendeva il marito. La donna, disperata, raccontò l’accaduto. Il coniuge entrò all’interno della struttura per cercare il dipendente. Il giovane, però, si era già allontanato barricandosi in una stanza. A quel punto venne chiesto l’intervento della polizia. Gli agenti (agli ordini del vice questore Pantaleo Nicolì) si fiondarono nella struttura per acquisire le testimonianze dei responsabili e di altre persone presenti. La donna raggiunse gli uffici del locale Commissariato per formalizzare la denuncia nei confronti del dipendente. Nel corso delle indagini, la 33enne venne ascoltata dagli agenti ricostruendo senza tentennamenti quanto accaduto quel giorno. La vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Andrea Giuranna e verrà risarcita in separata sede.

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Botti pericolosi, arriva la polizia e “rovina” la festa: maxi sequestro di fuochi, multe e denunce

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di C.T.

ARADEO (Lecce) – Era tutto pronto per lo spettacolo pirotecnico, ma l’arrivo della polizia “rovina la festa”: i fuochi che di lì a breve sarebbero stati esplosi, infatti, non erano stati realizzati in conformità alla normativa europea in materia. Prodotti in maniera clandestina e, dunque, altamente pericolosi sia per gli operatori del settore sia per il pubblico che avrebbe fatto da spettatore.

L’ispezione degli agenti è scattata ad Aradeo nel primo pomeriggio di lunedì, a poche ore dall’inizio dello spettacolo pirotecnico conclusivo dei festeggiamenti per la compatrona Maria Santissima Annunziata (la cui festa si è svolta nei giorni 23, 24 e 25 marzo), che era stato organizzato dall’amministrazione comunale in località “Oliveto”, alla periferia del paese, alle spalle del supermercato Eurospin.

L’accertamento è stato eseguito quando una delle quattro ditte incaricate dello spettacolo pirotecnico, di Matino, aveva già ultimato la propria esibizione. Il controllo degli agenti della Divisione di Polizia amministrativa e sociale della Questura di Lecce – coordinati dal dirigente Maurizio Stefanizzi e dalla vice Elena Raggio – ha quindi interessato le tre restanti aziende, con sedi nelle province di Lecce, Bari e Foggia, rispettivamente a Galatina, Gioia del Colle e San Severo. Ed in tutti e tre i casi sono state riscontrate irregolarità, che hanno portato al sequestro di circa 600 chili di fuochi pirotecnici, all’elevazione di sanzioni sino a duemila euro nonché alla denuncia dei titolari delle tre aziende “fuorilegge”.

I fuochi pirotecnici, che erano già stati piazzati in vista della loro accensione nel luogo autorizzato per lo sparo, come detto, erano quasi tutti realizzati illegalmente, prodotti in maniera clandestina perché non conformi alle normative Cee ed alle regole tecniche previste per la loro realizzazione. Altamente pericolosi, soprattutto se esplosi alla presenza di tante persone.

Non solo: durante gli accertamenti è emerso, inoltre, che la ditta galatinese non aveva le autorizzazioni necessarie per il trasporto dei botti nel punto in cui era stata autorizzata l’accensione, ragion per cui sono stati sequestrati anche i fuochi d’artificio risultati legali.

Al termine dell’intervento, eseguito insieme al nucleo interregionale artificieri di Bari, i poliziotti hanno sequestrato tutti i fuochi pirotecnici “clandestini”, consentendo l’accensione soltanto di una minima parte botti, risultata conforme a tutte le direttive in materia. Una festa “rovinata” per molti, ma per la sicurezza di tutti.

Al vaglio degli investigatori vi è la posizione della ditta di Matino che si era già esibita, nei confronti della quale sono in corso ulteriori verifiche. Gli accertamenti degli agenti della Divisione di polizia amministrativa e sociale della Questura leccese, in ogni caso, continueranno nei prossimi mesi: con l’estate in arrivo, infatti, sono in arrivo anche tante feste e manifestazioni che – come tradizione vuole – si concluderanno con spettacoli pirotecnici.

L’obiettivo della Polizia, ricordando il dramma avvenuto soltanto a novembre scorso nella ditta di fuochi pirotecnici Cosma di Arnesano, infatti, è quello di garantire l’incolumità e la sicurezza di ogni persona, affinché la festa non venga rovinata davvero.

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Processo “Labirinto”: invocati due secoli di carcere per 26 imputati

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F.Oli.

MONTERONI (Lecce) – Circa due secoli di carcere sono stati invocati per i 26 imputati finiti alla sbarra nel processo scaturito dall’operazione “Labirinto” con cui, agli inizi di luglio, i carabinieri del Ros hanno smantellato due gruppi criminali nati dalle ceneri del clan “Tornese”. Proprio nel giorno in cui i militari del Gico della Guardia di Finanza smantellavano una costola resasi indipendente dallo storico clan con roccaforte a Monteroni, nell’aula bunker del penitenziario leccese, andava in scena l’atto conclusivo del processo “Labirinto”. Con imputati, secondo gli inquirenti, legati ai “Tornese”. Al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero della Dda Valeria Farina Valaori, nel processo in abbreviato, ha concluso il suo duro atto d’accusa invocando una serie di condanne che rischiano di risuonare come una rasoiata per la gran parte degli imputati.

La pena più alta (21 anni, 4 mesi e 20 giorni) è stata sollecitata per Vincenzo Rizzo, 55enne di San Cesario. Di seguito tutte le altre richieste: 20 anni e 10 mesi per Saulle Politi, 47enne, di Monteroni; 13 anni e 8 mesi di reclusione per Tommaso Danese, 43 anni, di Monteroni; 12 anni e 20 giorni di reclusione per Rodolfo Franco, 62, di San Cesario; 11 anni e 2 mesi per Gabriele Tarantino, 40enne, di Monteroni; 10 anni e 10 mesi per Antonio De Carlo, di 44, di San Pietro in Lama; 10 anni e 8 mesi per Massimo Cosi, 47enne, di San Cesario di Lecce; 10 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione per Francesco Ingrosso, 39, di Guagnano così come per Michele Sterlicchio, di 54, di Lecce; 10 anni e 20 giorni per Giuseppino Mero, 55, di Cavallino; 8 anni e 6 mesi di reclusione per il dichiarante Fabio Rizzo, 49, di San Donato; 7 anni a Davide Quintana, 38, di Gallipoli; 7 anni e 4 mesi per Tonio Totaro, 41, di Lequile; 6 anni e 10 mesi di reclusione per Antonio Malazzini, 47, di Frigole; 6 anni e 8 mesi per Vito Bollardi, 38 anni, di San Cesario; 6 anni e 10 mesi per Gabriella Scigliuzzo, 46 anni, di Gallipoli; 5 anni e 8 mesi e 22mila euro di multa per Marjus Halka, 35enne, di origini albanesi così come per Alessandro Quarta, 36enne, di Arnesano; 5 anni e 6 mesi di reclusione oltre a una multa di 20mila euro per Ervin Gerbaj, 38enne, sempre originaria del Paese delle Aquile; 5 anni e 4 mesi e 18mila euro di multa per Marenglen Halka, 38enne, sempre albanese; 5 anni e 5mila euro di multa per Alessandro Scalinci, 35enne, di Guagnano, per il quale è stata invocata l’assoluzione dal reato di mafia e dall’appartenenza ad un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti; 2 anni e 4mila euro di multa per Paolo Donno, 42enne, di Martignano e per Gianluca Lorè, 36, di Brindisi; 1 anno e 4 mesi e 3mila euro di multa per Giovanni Bergamo, 25 anni, di Monteroni così come per Jessica Pareo, 37 anni, di Surbo.

Gli imputati rispondono, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi, estorsione e danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso. L’unica assoluzione è stata invocata per la guardia giurata Giorgio Aramini, 30 anni, di Lecce, perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. Secondo le indagini avrebbe consegnato a Tommaso Danese (altro imputato) 15 cartucce calibro 9 in una stazione di servizio di Surbo. La sentenza del gup Maurizio Saso è prevista per il 15 maggio. Tra i banchi della pubblica accusa prendono posto anche i legali di quattro Comuni che non si sono piegati alla logica del silenzio e della paura decidendo di costituirsi parte civile per i danni causati dalle attività estorsive compiute, secondo le indagini, da alcuni presunti componenti del sodalizio. Parliamo dei Comuni di San Cesario (con l’avvocatessa Simona Mancini); Lequile (con l’avvocato Americo Barba); Carmiano , paese, ironia della sorte, finito all’attenzione del Ministero per infiltrazioni mafiose (con l’avvocatessa Alessandra Viterbo) e Monteroni (con l’avvocato Tony Indino). Negli atti del processo sono confluiti anche tre verbali e un memoriale del dichiarante Fabio Rizzo oltre alle dichiarazioni rilasciate nel corso di un colloquio con gli inquirenti da parte del collaboratore di giustizia Tommaso Montedoro.

L’indagine, condotta come detto dai carabinieri del Ros di Lecce, ha consentito di delineare gli assetti organizzativi di due gruppi criminali legati al clan “Tornese” di Monteroni. Il primo gruppo sarebbe stato capeggiato da Vincenzo Rizzo, 54enne di San Cesario, luogotenente dei Tornese, attivo nei territori tra San Donato, San Cesario e Lequile; il secondo, invece, da Saulle Politi, 46enne di Monteroni, egemone nei comuni di Monteroni, Arnesano, San Pietro in Lama, Carmiano, Leverano, Porto Cesareo.

Il pool difensivo è composto dagli avvocati Luigi Rella; Alessando Costantini Dal Sant; Laura Minosi; Simona Ciardo; Raffaele Benfatto; Alexia Pinto; Massimo Pagliaro; Umberto Leo; Massimo Bellini; Donata Perrone; Rita Ciccarese; Dario Budano; Ladislao Massari; Elvia Belmonte; Vincenzo Del Prete; Giuseppe Tondi; Francesco Calabro; Angelo Ninni; Pantaleo Cannoletta; Cosimo D’Agostino; Carlo Sariconi; Simone De Riccardis e Stefano Pati.

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Nardò, il piazzale dei “campetti” intitolato ad Alberto Zacchino

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NARDO’ (Lecce) – Il piazzale dei “campetti” di via Bonfante è stato intitolato ad Alberto Zacchino, il diciottenne neretino morto nel 2012 pochi giorni dopo un tremendo incidente stradale e i cui organi furono donati. La cerimonia si è svolta alla presenza dei genitori di Alberto, Antonio e Simona, di tanti amici del giovane, del sindaco Pippi Mellone, del vicesindaco Oronzo Capoti e del vicepresidente del Consiglio Antonio Vaglio. A benedire la targa, piazzata sul viale d’ingresso della struttura sportiva, Don Riccardo Personè.

Alberto Zacchino, a bordo di una Toyota Yaris, rimase vittima di uno scontro con un’altra autovettura sulla strada che collega Nardò a Copertino la sera del 3 ottobre 2012. Dopo cinque giorni di tentativi disperati da parte dei medici del “Fazzi” di Lecce, Alberto cessò di vivere l’8 ottobre e i suoi genitori autorizzarono immediatamente l’espianto dei reni, del fegato e del cuore, che regalarono una concreta speranza di vita a quattro pugliesi. Un gesto di grande generosità da parte di una famiglia dilaniata dal dolore di una perdita così atroce. L’amministrazione comunale ha voluto dimostrare la riconoscenza della comunità neretina nei confronti della famiglia Zacchino e soprattutto ha voluto ricordare Alberto con questa intitolazione, in un luogo simbolo per i giovani.

“Il ricordo di Alberto – ha detto Pippi Mellonesarà sempre vivo anche grazie a questa targa. Un piccolo e significativo gesto da parte dell’amministrazione comunale e di tutta la città per un ragazzo scomparso davvero troppo in fretta. Alberto era un ragazzo brillante, che amava la matematica e gli scacchi, segno di un’intelligenza viva. Ho abbracciato i suoi genitori, Antonio e Simona, ringraziandoli di un gesto meraviglioso come quello della donazione degli organi”.

“Alberto, che conoscevo molto bene, vive nei corpi di chi ha ricevuto i suoi organi – ha aggiunto Oronzo Capotie spero che la sua terribile vicenda sia un insegnamento per i giovani e per tutti gli automobilisti. È bello che i “campetti” siano un modo per ricordarlo”.

 

 

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Tutto pronto per la IV edizione di “Solid’Ali” al Teatro Apollo di Lecce

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LECCE – Tutto pronto per il via alla quarta edizione di “Solid’Ali – Non siamo trasparenti…guardiamoci”, lo spettacolo in programma domenica 31 marzo, alle ore 18, nel Teatro Apollo a Lecce.

Anche quest’anno, dopo il successo dell’edizione precedente, il ricavato (ingresso con contributo di 10 euro) andrà all’associazione genitori onco-ematologia pediatrica “Per un sorriso in più” onlus di Lecce.

L’evento nasce da un’idea di Lilla Melillo del Centro Formazione Danza di Lecce (con sede anche a San Pietro Vernotico), in collaborazione con Serena De Simone.

Tanti artisti, piccoli e grandi, offriranno il loro impegno, tutti uniti, per un’occasione che ha un obiettivo importante. L’associazione, attiva dal 1997, è un punto di riferimento per tutte le famiglie e per tutti i bambini che ogni giorno si trovano a dover combattere contro la malattia.

In una serata all’insegna del sorriso, del coraggio, della forza, l’arte in varie forme andrà in scena a favore delle numerose attività che l’organizzazione di volontariato che riunisce i genitori dei bambini affetti da tumore o leucemia porta avanti presso l’Ospedale Vito Fazzi di Lecce: dal supporto globale, permanente e gratuito all’Unità Operativa di Oncoematologia Pediatrica del Fazzi (interamente attrezzata dall’Associazione con macchinari, arredi e giochi) al sostegno alle famiglie in difficoltà, colpite da casi di neoplasia infantile, attraverso assistenza psicologica e centro ascolto, assistenza sociale, assistenza economica (contributi spese viaggio a famiglie salentine costrette a spostarsi in altri centri per terapie o interventi non ancora attivati al Fazzi), accoglienza in alloggio per i familiari non residenti dei piccoli ricoverati e tanto altro ancora.

La prima parte dello spettacolo, con la partecipazione straordinaria di Giovanni Magno, vedrà in scena Trampolieri e le piccole del CDF, Coro Gospel AM Family in “Halleluja” di Leonar Cohen, video “Solid’Ali” di Serena De Simone, Piccoli cigni, tratto dall’ultimo spettacolo “Il cigno e il suo specchio”.

Ed ancora Elisabetta Guido in “Calling you”, con al piano Carla Petrachi, Giorgia Ruggeri in “Divertissement pizzicato”, tratto da Sylvia, Andrea Falcione in “Le valse de la poupée”, tratto da Coppelia, video lettera “Ragazza Paradiso” con Lilla Melillo, Corso Avanzato CDF in “Le tasche piene”, performance “Il circo” a cura della scuola del circo Cirknos di Lecce, Corso preaccademico CDF in “L’inverno” di Vivaldi, associazione Cuori e mani aperte verso chi soffre e le piccole del CDF in “Meraviglioso amore”.

Uno spazio speciale sarà quello animato dal  Collettivo Rosa dei Venti, guidato dalla scrittrice Luisa Ruggio, che si esibirà in “Angel” e “Piove”, due estratti del Terzo studio “Vide cor meum”, scritto e adattato dagli autori del Laboratorio Stabile di scrittura Mondo Scritto, in corso dal 2017 nella Biblioteca della sezione maschile della Casa Circondariale di Lecce, direttore della fotografia Veronica Garra. L’intervento in “Solid’Ali”, è stato reso possibile grazie alla collaborazione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, della direttrice della Casa Circondariale di Lecce “Borgo San Nicola” Rita Russo, del comandante del reparto di Polizia penitenziaria di Lecce Riccardo Secci e del direttore di Area pedagogica Fabio Zacheo.

Si prosegue, poi, con il saluto del presidente dell’associazione genitori onco-ematologia pediatrica “Per un sorriso in più” onlus di Lecce Antonio Giammarruto.

Di nuovo in scena gli artisti: la Panta Rei Ballet Company, formata dalle danzatrici Elena De Rosa, Silvia Maurilio, Marta Girardo, Lucia Marullo, Sara Marazita, Claudia Marangio, Silvia Serra, Sveva Quarta, Francesca Lacava, Chiara Cino,  in “Dopo la tempesta” e “L’augurio”, quadri tratti dall’ultima produzione della compagnia “Teresa Manara”; Simone Orlando in “Rise up”, con la partecipazione del corso preaccademico CDF; “A song or not”, corso intermedio CDF; “Illusione “, corso preaccademico CDF. Ed ancora Salvatore Cosentino in “Qualcuno tocchi Caino, ma non troppo”, con la partecipazione di Carla Petrachi, Federica Lacava in “Fréderique”.

Gran finale con Elisabetta Guido, Simone Orlando, Carla Petrachi e tutti gli artisti in “Oh Happy Day”.

Il CDF, forte di una storia ultratrentennale nel panorama leccese, segue il percorso di formazione professionale di numerosi giovani danzatori salentini ed è diretto dalla coreografa Lilla Melillo. La scuola vanta una giovane, ma affermata realtà: la Panta Rei Ballet Company, nata con l’obiettivo di promuovere l’arte della Danza, valorizzando i talenti salentini che il Centro contribuisce a formare. La Compagnia, cresciuta anche grazie alla collaborazione con maestri di chiara fama, negli ultimi anni ha proposto con successo numerosi spettacoli in ambito regionale ed extra regionale, affiancando spesso iniziative di particolare valore sociale.

Per info: www.pantareiballet.it, 348 4078900.

Prevendita: Centro Formazione Danza, via Trapani, 6, Lecce.

 

 

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“Sabbie Mobili”, a Lecce la presentazione di quattro racconti sul tema della legalità

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LECCE – Quattro racconti sul tema della legalità, due dei quali salentini. In Salento sono ambientate le storie di Isabella Inguscio sul caporalato e di Federico De Giorgi sul voto di scambio, in Campania ci spostiamo con il racconto di Giovanni Buccheri sulla criminalità giovanile nei quartieri napoletani per arrivare poi a Prato con Ludovica Tripodi sulla prostituzione cinese.

Sono “Sabbie Mobili“, come si intitola il libro che sarà presentato sabato 30 marzo a Lecce alle ore 17.30 nelle sale del Monastero di San Giovanni Evangelista in Piazzetta Accardo.

Gli autori sono quattro giovani ragazzi che si sono incontrati in un importante progetto accademico finalizzato alla promozione della cultura della legalità in alcune scuole italiane, e che hanno fatta propria quest’esperienza, trasformandola in un’opera letteraria edita da The Freak editori.

Alla presentazione del libro “Sabbie Mobili” saranno presenti Maria Rita Verardo, magistrato, già Presidente del Tribunale per i minorenni di Lecce, Carlo Alberto Augeri, Dipartimento Studi Umanistici Università del Salento, Antonio De Rubertis e Danio Aloisi, dell’associazione Diritti al sud, Pietro Maria Sabella e Sabrina Cicala, rispettivamente CEO ed editor di The Freak editori, e gli autori Ludovica Tripodi, Isabella Inguscio, Giovanni Buccheri, Federico De Giorgi.

Il libro raccoglie quattro racconti, quattro realtà italiane, cittadine e di provincia, nella loro attualità, nella loro quotidianità. Sabbie mobili è un tuffo nel presente, attraverso cui ci si misura con diversi modi di concepire l’altro, il mondo, la legge. Senza morale, senza altro filtro che non sia la semplicità di una descrizione cruda, secca, che non indugia. Immersi a metà, di Isabella Inguscio, Lasciarsi affondare, di Ludovica Tripodi, In apnea, di Giovanni Buccheri e Per una boccata d’aria, di Federico De Giorgi, sono la climax attraverso cui è facile scovare la profonda radicalizzazione di un modo di pensare mafioso, criminale, strafottente, vivo nel nostro Paese molto più di quanto si sia disposti ad ammettere. Ma, anche, di come la bellezza di gesti semplici, atavici, stentino a venire risucchiati nella china del disagio, del rancore, dell’indifferenza. Il lettore si trova, così, ad affrontare alcune fondamentali domande della nostra epoca, alle quali è giunto il momento di dare una risposta. È un libro vivo, per vivi.

La prefazione dell’opera, a cura di Pietro Maria Sabella e di Sabrina Cicala, anticipa cosa si prova, nel procedere di racconto in racconto, con la prospettiva di chi, questi ragazzi, li ha conosciuti dal principio, sin da quando è cominciata a maturare in loro l’esigenza di trasformare la loro esperienza in qualcosa di diverso: in narrazione scritta.

“Queste storie esprimono il nostro smarrimento generazionale, culturale e sociale; lo mettono sotto i nostri occhi con durezza e crudezza, senza moralismi o suggerimenti. I quattro autori lo fanno con grande semplicità, con quella forza d’animo che possiede solo chi ha il coraggio di credere che sia ancora importante raccontare le nostre città e l’autenticità opaca dei suoi abitanti, adottando un registro linguistico e culturale moderno, privo di fronzoli e di vie di fuga dal dramma che ci viene incontro.”

La copertina è a cura di Giulia Ferrucci. L’opera è acquistabile sul sito della Casa editrice di The Freak Editori https://casaeditrice.thefreak.it/ e in alcune librerie indipendenti indicate sul sito stesso.

The Freak editori è una Casa editrice nata a Roma nel Gennaio 2016 da un gruppo di giovani del Mezzogiorno italiano che hanno voluto investire nell’Editoria e nella cultura, facendo delle proprie passioni una vera e propria attività di impresa. Sin dal 2012, però, The Freak è anche un giornale online dedicato alla poesia e alla letteratura emergenti, con attività di talent scounting nei settori di Arte, Musica, Teatro, Cinema, Food e attualità (www.thefreak.it). Oggi le due anime, del giornale e della Casa editrice, convivono. La casa editrice ha già all’attivo tre pubblicazione di poesie, LimarubraLe cose Arilli di melograno, una di narrativa, Visioni apocrife, e due titoli della collana di riscoperta di classici della letteratura poco noti: ‘U ciclopu, di Luigi Pirandello, e Il sogno di Guglielmo, di Gildo Matera.

 

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Eventi e concerti in piazza Duomo: Monsignor Seccia nomina una commissione

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LECCE – L’arcivescovo di Lecce, monsignor Michele Seccia nella giornata di oggi ha costituito e nominato una Commissione stabile che si occuperà della concessione, della gestione e della regolamentazione degli spazi e dei luoghi di proprietà della diocesi da mettere a disposizione di eventi culturali, musicali e di spettacolo.

Le numerose richieste che giungono alla diocesi circa la disponibilità di piazza Duomo e delle altre location di proprietà ecclesiastica allo scopo di svolgere manifestazioni pubbliche, hanno indotto l’arcivescovo a nominare una commissione di Curia che stabilisca, rediga e renda pubblici i criteri e le modalità per la concessione degli spazi predetti compatibilmente con la coerenza dei contenuti, con il calendario delle iniziative e delle celebrazioni diocesane e nel pieno rispetto della sacralità dei luoghi.

D’ora innanzi qualunque domanda che giungerà all’arcivescovo o agli Uffici di curia verrà sottoposta al vaglio della commissione che si riserverà entro breve tempo di autorizzarne o meno lo svolgimento. La commissione, presieduta dallo stesso arcivescovo, è così composta: monsignor Antonio Montinaro (Vicario episcopale per l’economia e l’amministrazione del pratrimonio diocesano), don Antonio Bruno (parroco della Cattedrale), professor Vincenzo Paticchio (portavoce dell’arcivescovo e direttore responsabile di Portalecce.it), dottor Antonio Perrone (consulente amministrativo), don Emanuel Riezzo (segretario arcivescovile).

 

 

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“Cresta” su un giocatore passato nel calcio che conta: l’intervento del clan bloccò la pretesa

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di F.Oli.

LEVERANO (Lecce) – Soldi, mafia e pallone con al centro del rettangolo di gioco non il risultato di una partita o qualche scommessa per match truccati. No. In questo caso la vicenda illecita ruota attorno alla “cresta” sul passaggio di un giocatore dai dilettanti al calcio che conta, già militante tra le fila della compagine della Salento Football Club Leverano (estranea alle indagini). È uno dei filoni d’indagine scaturito dall’operazione “Battleship” in cui risultano indagati Angelo Cosimo Calcagnile, Alessandro Iacono e Antonio Cordella accusati di estorsione e rapina aggravati dal metodo mafioso.

I fatti sono stati ricostruiti dai finanzieri del Gico con una serie di intercettazioni e appostamenti. Il legale rappresentante di un’associazione sportiva avrebbe preteso una quota del “premio alla carriera” riconosciuto dalla Figc alla società calcistica Leverano (in virtù dei meriti sportivi relativi ad un giocatore cresciuto nella squadra militante nella lega dilettanti e passato in serie A nelle file del Torino). Si era così rivolto con toni minacciosi ad un dirigente del Leverano, prospettando in caso di rifiuto l’intervento di Luciano Coluccia, noto esponente di un clan mafioso salentino.

A sua volta, il dirigente avrebbe chiesto protezione ad Angelo Calcagnile che, nelle intercettazioni, commentava così suo interessamento alla vicenda: “Quello mi ha promesso 2mila euro per sistemargli una faccenda…hanno venduto un ragazzo, un calciatore, se lo è comprato il Genoa, domenica scorsa ha giocato col Torino, il Genoa lo ha dato in prestito al Torino…ha detto che gli toccano dai 18 ai 36mila euro…dice che vuole i soldi…volevo dirglielo pure a lui, perché va a parlare con i Coluccia…perché questo lì si è rivolto…ha detto che lo mette in un secchio di plastica…”. Calcagnile, dunque, intendeva coinvolgere Alessandro Caracciolo affinché “trattasse alla pari” con i Coluccia. Organizzava così con Andrea Quarta un appuntamento con la “controparte” con eventuale passaggio alle vie di fatto: “Alle 8 e mezzo domani ci dobbiamo trovare ai campi…sta venendo quello di Lecce…ci troviamo almeno tre o quattro, rimanete belli belli da parte che se succede niente li friculamu…”

Alla domanda di Quarta di recarsi armati all’incontro (“comunque prendere lu stracuenzu, va e si prende”) Calcagnile replica che lo stesso dirigente aveva a sua disposizione un’arma: una pistola Beretta calibro 9%21 con porto d’armi per uso sportivo. Calcagnile inoltre spiegava che se i rivali si fossero presentati all’incontro “carozzati”, cioè armati, avrebbero potuto comunque contare su un’arma. In quella stessa occasione affermava che la pretesa del legale rappresentante della società dilettantistica fosse addirittura “insolente” perché si era permesso di fare lo spavaldo in “territorio altrui”: “…Poi mi deve dire pure a chi appartiene questo che sta facendo tanto il camorrista…che non chiede a nessuno prima di venire a Leverano e fare il prepotente…così gli spiego l’Ave Maria se non capisce.

Il giorno dopo per prepararsi al “faccia a faccia” Calcagnile riassumeva così i termini del discorso che avrebbe fatto: “Con me devi parlare…ti ho detto che devi parlare con me…qui è casa mia…e prima che venite dovete chiedere ai padroni di casa per entrare a casa delle persone…hai capito come funziona?…con i Coluccia hai parlato?…Luciano, amico tuo è?…ti dice Luciano chi siamo noi…qua non devi venire…non devi mettere piede…”. Il chiarimento era oggetto di commento da parte di Alessandro Iacono e Antonio Cordella appena usciti dall’abitazione dei coniugi Caracciolo la sera del 26 maggio del 2015. I due presero parte all’incontro fra Calcagnile e il legale rappresentante finalizzato ad intimidire quest’ultimo e a farlo desistere dalla sua pretesa in territorio “avverso” come accertato dalla polizia giudiziaria in un servizio di osservazione nel comune di Leverano.

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Mafia, droga, il controllo dei servizi di guardiania e manifesti funebri: decapitato il clan “Caracciolo-Montenegro”

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di Francesco Oliva

SALENTO – Due organizzazioni saldamente unite fra loro dal core business della droga: una glocal con ramificazioni in Albania e specializzata nello smercio di ingenti carichi di stupefacente con il Paese delle Aquile; la seconda, invece, tutta local: una cosca mafiosa strutturata e verticistica, dedita allo spaccio, alle estorsioni e ai servizi di guardiania. Con un occhio puntato ai business di uno degli eventi più attesi dell’estate salentina. È imponente il blitz condotto dalla Guardia di Finanza di Lecce alle prime luci dell’alba quando oltre 80 militari, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, hanno arrestato i vertici e gli esponenti di spicco del clan Caracciolo-Montenegro”, attivo sui territori di Monteroni, Leverano, Copertino, Porto Cesareo e con ramificazioni anche nel sud Salento.

In carcere sono finiti: Alessandro Caracciolo, inteso “Frasola”, 56 anni, di Monteroni; la moglie Maria Antonietta Montenegro, 49 anni, di Monteroni, entrambi con un ruolo apicale dell’organizzazione;  Mirco Burroni, 35 anni, di San Cesario; Angelo Cosimo Calcagnile, alias “candelotto”, 43 anni, di Leverano; Simona Caracciolo, 28 anni, di Monteroni; Salvatore Conte, 52 anni, di Leverano, attualmente detenuto; Antonio Cordella, 32 anni, di Leverano; Piergiorgio De Donno, 32 anni, di Porto Cesareo; Alessandro Francesco Iacono, 35 anni, di Leverano; Cristian Nestola, 34 anni, di Leverano; Andrea Quarta, inteso “Bisca”, 36 anni, di Leverano; Michele Antonio Ricchello, 43 anni, di Alliste. Ai domiciliari è stato accompagnato Andrea Ricchello, 31 anni, di Leverano. Risultano indagati a piede libero: Andrea Carlino; Loris Pasquale Casarano; Astrit Metini, Roxhers Nebiu; Luigi Reho, Altin Shehaj; Silvano De Leone; Maria Lucia Maniglia; Erika Caracciolo; Emanuel Centonze; Andrea Quarta; Simone Mazzotta; Bruno Guida; Stefano De Leo; Giovanni Carofiglio e Stefano De Leo.

L’INDAGINE

L’indagine, ribattezzata “Battleship”, ha consentito di arrestare quattro persone in flagranza di reato per traffico di stupefacenti. I reati contestati, a vario titolo, ai componenti dell’organizzazione sono quelli di associazione di tipo mafioso, associazione a delinquere finalizzata alla produzione ed al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, furto e minaccia aggravata con l’uso delle armi.

Le indagini, condotte dal Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Lecce, durate quasi due anni, hanno minuziosamente ricostruito l’operatività criminale del gruppo capeggiato da Alessandro Caracciolo (detto “Frasola) e dalla moglie Maria Montenegro, inizialmente affiliati al famigerato clan “Tornese”, dal quale si sono poi gradualmente svincolati e con cui è maturata una crescente conflittualità per assicurarsi il controllo del territorio.

Una vera e propria associazione a delinquere di “stampo mafioso”, come afferma lo stesso gip Carlo Cazzella, dotata di una struttura gerarchica e ramificata, che ha consentito alla famiglia di Monteroni di assumere il controllo totale delle attività delinquenziali nell’ambito del territorio di propria influenza, riscuotendo il cosiddetto punto sugli introiti delle attività criminali (ossia una percentuale su tutte le attività delittuose di rilievo compiute sul territorio, in misura non inferiore al 20%), imponendo, tra l’altro, servizi di guardiania in occasione di pubblici spettacoli.

SERVIZI DI GUARDIANIA NELL’AMBITO DELLA FESTA DELLA BIRRA

Le mani del clan, infatti, si sarebbero allungate sull’evento fieristico noto come “Festa della Birra” nell’agosto del 2015 (ovviamente estraneo a qualsiasi coinvolgimento nell’inchiesta). Un capo d’imputazione, contenuto nelle 81 pagine dell’ordinanza, è eloquente. Angelo Cosimo Calcagnile, Cristian Nestola e Andrea Quarta avrebbero costretto il titolare di una struttura installata in occasione dell’evento fieristico a consegnare, in cambio del servizio di guardiania, una imprecisata somma di denaro oltre a un numero spropositato di biglietti omaggio. Tanto che un affiliato (Angelo Calcagnile) disapprovava la cupidigia dei coniugi Caracciolo e in particolare della moglie in occasione della festa della birra: (“Si sta fottendo pure la festa…sta mangiando pure là…è lei che sta mettendo fuoco”). Sempre lo stesso Calcagnile faceva riferimento all’esigenza di sorvegliare sul comportamento di alcuni giovani che pretendevano minacciosamente di fruire delle giostre: (“ragazzini stanno andando, non vogliono pagare per salire…ad uno lo hanno minacciato che se non gli fanno il panino gli bruciano il camion…adesso li vado a prendere”).

PESTAGGI CONTRO I DEBITORI

Il sodalizio avrebbe assunto condotte spesso minacciose e violente per incamerare introiti destinati al sostentamento degli affiliati detenuti e dei loro familiari e col preciso scopo di affermare e conservare il proprio controllo sul quella porzione di Salento ritenuta di propria pertinenza (Monteroni, Leverano, Copertino, Porto Cesareo e sud Salento). Come emerge da un dialogo tra Alessando Iacono e Antonio Cordella impegnati a rastrellare denaro da versare alla mamma di Conte: “Occorre pensare alla mamma di Salvatore, “gliene abbiamo dati già 400”, “domani abbiamo 1600 euro…li portiamo ad Anna…adesso l’importante è che ci cacciamo i soldi, almeno 1000 euro diamo a quella…basta che diamo 1000 euro a quella cristiana”, si legge in alcune intercettazioni. Un clan che sapeva usare ora la carota ora il bastone. Come accaduto in occasione dell’arresto di Maria Montenegro finita in manette il 4 novembre del 2015. Un arresto, a dire del clan, concretizzatosi dopo una soffiata di Simone Mazzotta che, proprio quel giorno, non aveva accompagnato in auto la donna come di consueto. Lui che, stando a quanto riportato nell’ordinanza, era tra i più fidi collaboratori dei vertici del sodalizio, spesso peraltro fungendo da autista per conto di Maria Montenegro allorquando la donna aveva necessità di spostarsi. Che avesse sciolto la lingua per macchiarsi di un'”infamata” ne erano convinti Marco Burroni (è stato lui, basta!); Luigia Maniglia (che contattando Mazzotta lo accusava apertamente dicendo: “Sì nu lurdu…bastardu….”). Al che Alessandro Caracciolo, furibondo, preannunciava una severa punizione (con una mazza devo andare…gli devo fare male…davanti a suo padre e a sua madre…vai a piangere…pum in faccia con una mazza da baseball). Dal carcere, infine, la Montenegro avrebbe invitato le figlie ad imporre a Mazzotta quanto meno di risarcire il danno del sequestro della droga per 1250 euro.

IL RUOLO DELLA MONTENEGRO

E proprio il ruolo centrale della Montenegro nella consorteria emerge nell’inchiesta. L’operazione “Battleship” ha dimostrato – come in altri contesti mafiosi nazionali – il decisivo ruolo chiave delle donne del clan, non solo in grado di impartire ordini e dirigere le operazioni, ma anche in grado di rendersi esse stesse protagoniste di minacce ed intimidazioni per imporre la “forza” e la “presenza” della famiglia nei confronti di coloro i quali si rivelavano riluttanti ad accettare l’egemonia criminale dei “Caracciolo – Montenegro”. Perché all’interno dell’organizzazione la Montenegro, con il marito confinato ai domiciliari, è stata intercettata mentre raggiungeva Torchiarolo e Scorrano per rifornirsi di stupefacente. “Purtroppo manca lui qua (riferendosi al marito ndr) e mi tocca fare tutto a me”, si lascia sfuggire in un’intercettazione. Secondo gli investigatori, provvedeva subito alla sostituzione dei sodali di volta in volta arrestati; non esitava a sollecitare i debitori al saldo immediato con toni spicci e minacciosi (“ti devo ammazzare proprio?”, intercettano i finanzieri); al contempo gli associati sottostavano, sia pur non sempre di buon grado, alle direttive.  In particolare, dopo l’arresto di Cordella, Andrea Quarta e Angelo Calcagnile osano criticare il modus operandi dei Caracciolo, ossia la consegna continuativa di piccole quantità di droga che accresceva il pericolo di controlli delle forze dell’ordine: “Non si può andare e venire tutti i giorni…non vogliono capirla, se glielo dici si arrabbiano” è uno stralcio di una conversazione captata dalle cimici.

UN EPISODIO INQUIETANTE, L’AFFISSIONE DI MANIFESTI FUNEBRI

Proprio l’arresto di Andrea Quarta rappresenta il prequel di uno dei fatti più sconcertanti ricostruiti dagli investigatori. L’arresto di “Bisca” fece emergere l’aspra rivalità insorta fra Alessandro Caracciolo e il fratello Davide alimentata dal sospetto che fosse stato proprio quest’ultimo, appartenente al nucleo della Guardia di Finanza, ad aver fatto confidenze utili a consentire l’arresto, il 7 agosto del 2015, di Andrea Quarta per il trasporto di droga. Il risentimento sfociò nell’affissione di macabri manifesti funebri a Leverano dall’eloquente tenore intimidatorio nei riguardi del presunto delatore: “Per la prematura scomparsa del finanziere Caracciolo Davide la comunità intera rende grazie a Dio per il lieto evento”. Alcune conversazioni tra lo stesso Quarta e Angelo Calcagnile, ritenuti gli esecutori materiali, commentano in “diretta” le operazioni di affissione da parte dei due sodali: “Telecamere non ce ne sono…mi metto qua in mezzo con la macchina…scendo…pom.pom…e lo incollo…). Un gesto tanto eclatante quanto indicativo della forza d’intimidazione e del controllo del territorio così come sottolinea lo stesso gip nell’ordinanza: “Il gesto era infatti chiaramente finalizzato ad affermare spavaldamente nell’abitato di Leverano la supremazia del sodalizio e a porre l’intera popolazione in condizione di assoggettamento ed omertà”.

Fin qui il lungo elenco delle accuse. A breve gli arrestati otranno fornire la propria versione assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Luca Puce, Cosimo D’Agostino, Ladislao Massari, Giuseppe De Luca, Umberto Leo, Angelo Ninni, Stefano Pati, Massimo Bellini, Giuseppe Romano e Angelo Vetrugno.

 

 

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Accoltellò la fidanzata in un raptus di gelosia: condannato a 10 anni per tentato omicidio

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di F.Oli.

Coltello

CASTRIGNANO DEL CAPO/TRICASE (Lecce) – Dieci anni di reclusione per aver ferito gravemente la fidanzata in preda a un mix di gelosia e rabbia. È la sentenza, emessa in abbreviato dal gup Carlo Cazzella, nei confronti di Giorgio Vitali, 30enne di Castrignano del Capo, accusato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto integralmente la richiesta di condanna invocata dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, pm di udienza e titolare del fascicolo. Il dispositivo contempla, sempre nei confronti dell’imputato, l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e la misura di sicurezza della libertà vigilata per 3 anni. “Una sentenza che serva da monito contro simili episodi”, dichiara l’avvocato Carlo Chiuri (legale della ragazza, Stefania De Marco, 27enne di Tricase) e una lezione severa a chi si permette di compiere reati di questa gravità in un periodo storico in cui la donna rischia sempre più di finire nel mirino di uomini violenti. Vitali dovrà anche risarcire con una provvisionale di 20mila euro la vittima e con 5mila ciascuno dei genitori (il padre Giuseppe rappresentato dall’avvocato Luciano De Francesco e la madre Francesca Melcarne, con l’avvocato Luciano Urso). Il resto del danno sarà quantificato in separata sede. L’aggressore non era presente. È sempre detenuto e dietro le sbarre rimarrà anche dopo la sentenza. La vittima, invece, dopo una lunga degenza accusa ancora qualche piccolo fastidio. E ha preferito attendere l’esito del processo da casa.

La vicenda, già grave di per sè, assunse i contorni del caso giudiziario subito dopo l’arresto del giovane operato con un’indagine tanto veloce quanto incisiva dei carabinieri di Tricase (al comando del capitano Alessandro Riglietti). L’allora gip Vincenzo Brancato, infatti, pur convalidando l’arresto alleggerì il carcere con i domiciliari per il pentimento dimostrato e lo status di incensurato; provvedimento che irritò inquirenti, investigatori e opinione pubblica. Ancor prima di ricorrere a provvedimenti tampone (il pm Micucci e il Procuratore capo Leonardo Leone De Castris impugnarono l’ordinanza) fu lo stesso Vitali a compiere un passo falso. Pur trovandosi ai domiciliari, infatti e con il divieto tassativo di non comunicare con il mondo esterno, contattò la vittima e alcune sue amiche. Tanto da finire nuovamente in carcere per evasione.

L’accoltellamento avvenne in casa dei nonni della ragazza, a Morciano di Leuca, il 2 settembre scorso. Vitali, colto da un raptus di gelosia, pugnalò la fidanzata con un coltello da cucina con 17 coltellate (tre fendenti assestati all’altezza della nuca; altri quattro all’addome) per poi cercare di strangolarla. Subito dopo la vittima contattò telefonicamente un’amica in comune che, a sua volta, allertò il servizio di emergenza del 118 giunto sul posto con un’ambulanza. Per le gravi ferite riportate la 27enne venne ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Tricase.

Le ricerche del giovane scattarono in breve. Vitali venne bloccato e accompagnato in caserma per essere interrogato alla presenza del suo avvocato Paolo Pepe. Dopo aver fornito versioni contrastanti confessò l’accoltellamento consentendo ai militari anche di recuperare l’arma, gettata in un boschetto nei pressi dell’abitazione del nonno materno della ragazza. Per il giovane scattarono le manette con l’accusa di tentato omicidio aggravato dai futili motivi, reato poi confermato dopo una consulenza del medico legale Ermenegildo Colosimo che accertò la gravità delle lesioni.

E la discussione degli avvocati Paolo Pepe e Federico Martella si è incentrata sulla concessione delle attenuanti generiche in virtù di uno stato di eccesso emotivo e passionale richiamando una recente sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna (che ha fatto il giro dei media nazionali) con cui i giudici hanno dimezzato la pena ad un imputato per un omicidio di una donna ravvisando una “tempesta emotiva” determinata dalla gelosia. In sostanza innamorato perso Vitali si rese conto quel giorno di aver perso definitivamente la sua ragazza. Da qui una reazione per quanto spropositata ma frutto di un momento di totale confusione e smarrimento che avrebbe portato il giovane ad armarsi e ferire la fidanzata. Per appellare la sentenza bisognerà attendere 90 giorni. È il termine massimo entro cui il giudice dovrà depositare le motivazioni.

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Ubriaco insegue e molesta una giovane che si rifugia in un negozio, commerciante reagisce e si ferisce

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di C.T.

LECCE – Importuna una ragazza e la segue sin dentro un negozio di articoli per agricoltura dove la giovane aveva trovato rifugio, ingaggiando col titolare dell’esercizio commerciale una colluttazione che poi sfocia nel sangue.

Momenti di paura nel tardo pomeriggio in via San Cesario a Lecce, alle porte del rione Aria Sana, dove un uomo in evidente stato di ebbrezza ha avvicinato una ragazza che passeggiava per strada, molestandola.

Non è escluso che l’individuo abbia tentato un approccio sessuale; certo è che l’uomo non si è fermato neanche quando la giovane si è rifugiata in un negozio sotto ai portici di via San Cesario, all’interno del quale l’ha seguita sino ad incontrare la resistenza del titolare del locale, intervenuto in soccorso della malcapitata.

Molestatore e commerciante sono venuti alle mani ed entrambi hanno riportato tagli e ferite, che si sono procurati con i cocci di una vetrata mandata in frantumi, che hanno reso necessario sul posto l’intervento di un’ambulanza e di un’auto medica. Nessuno di loro ha, fortunatamente, riportato ferite gravi.

La zona è stata presto raggiunta anche da due pattuglie delle Volanti della Questura di Lecce, che hanno preso in consegna il molestatore, accompagnandolo in ufficio: la sua posizione è al vaglio degli inquirenti, così come i motivi che lo hanno spinto ad inseguire e molestare la giovane.

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L’ almanacco di oggi 28 marzo

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Santo

S. Sisto III Papa

Sono nati in questo giorno

1483 Raffaello Sanzio

1951 Massimo Bonetti

1969 Ivan Gotti

Proverbio

Nelle case molto alte l’ultimo alloggio è sempre vuoto

Accadde oggi

1854 durante la guerra di Crimea, Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Russia

1964 nasce la prima radio privata, si chiama Radio Caroline, e trasmette da una nave al largo delle coste inglesi, fuori dalle acque territoriali

1973 L’Italia è isolata commercialmente dall’Europa per la ripresa dello sciopero alle dogane

Scoperte

1896 Italo Marcioni inventa il cono per gelato

 

 

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