Le operatrici e gli operatori del sistema SPRAR Salentino hanno deciso di indirizzare a tutti i media una lettera aperta per spiegare all’opinione pubblica l’importante lavoro che svolgono. Il decreto “Immigrazione e sicurezza” è in discussione e potrebbe cambiare il modo di fare accoglienza. Oggi tutti gli “addetti ai lavori” si sono ritrovati all’Hotel President a Lecce per organizzare una strategia di comunicazione.
“Siamo un gruppo di operatori ed operatrici del sistema di accoglienza salentino per i richiedenti asilo e rifugiati, lo ’SPRAR’ – spiegano- In queste settimane abbiamo sentito parlare molto del nostro lavoro e vorremmo parlare per una volta noi per evitare confusioni.
Nel sistema di accoglienza della nostre provincia lavorano più di cinquecento persone, in maggioranza giovani tra i 30-40 anni, laureati/e, con esperienza di studio e lavoro all’estero e un’ampia conoscenza sociale e culturale.
Nel corso di questi anni abbiamo sviluppato professionalità nuove,interagendo con ambito differenti e confrontandoci quotidianamente con i bisogni di chi arriva da altri paesi e chiede asilo. Abbiamo scelto questo lavoro, perché crediamo che ciò che facciamo abbia un grande valore per la nostra crescita umana e professionale e ci permette di contribuire a costruire una società aperta, coesa ed accogliente.
Lavoriamo in rete con tante realtà del territorio – scuole, asili nido, Enti locali, Azienda sanitaria, associazioni di volontariato, comunità religiose, Università, Questura, Ispettorato e Agenzia del Lavoro, ecc.- costruendo continuamente occasioni di incontro e integrazione per lo sviluppo di un’idea di comunità accogliente e inclusiva.
Siamo psicologi e psicologhe, assistenti sociali, operatori e operatrici di accoglienza e orientamento al lavoro, operatori e operatrici legali, mediatori e mediatrici culturali, facilitatori linguistici e operatrici di comunità.
Siamo professionisti/e che operano come facilitatori per l’accesso ai servizi e favorire l’incontro tra i migranti e le comunità locali, accompagnandoli nel loro percorso legale e di sviluppo della propria autonomia, sostenendo in particolare le persone più vulnerabili.
Le migrazioni sono un fenomeno mondiale strutturale e di lunga data, che ha visto l’Italia e il Salento protagonisti come territori di arrivo e di transito. Del resto siamo stati investiti nei secoli da ondate migratorie costanti che hanno arricchito tanto la nostra cultura ( pensiamo alle comunità ebraiche provenienti dalla Spagna, ai Greci, ai Normanni..). Oggi la presenza di cittadini stranieri nelle nostre comunità è una realtà di fatto, ma le modalità di gestione di questo fenomeno dipendono dalle scelte politiche e sociali che si intendono fare. Il sistema di accoglienza salentino – nato dalla collaborazione di diversi Enti Locali con il privato sociale – ha creato un modello di gestione che ottimizza e valorizza le risorse disponibili, rimanendo estraneo alle situazioni di corruzione e appropriazione indebita del denaro pubblico, che purtroppo è stato evidenziato in altri contesti. Questo sistema ha tanti pregi e certamente anche dei difetti, che è nostro interesse mettere in discussione e migliorare, mantenendo le buone prassi sviluppate fino ad oggi.
In questo senso crediamo che togliere risorse a questi servizi,attraverso un decreto legge devastante, vada a discapito del benessere e della crescita dell’intera comunità.
Significa quindi perdere persone che collaborano con le istituzioni nel combattere situazioni di irregolarità, favorendo percorsi di avviamento al lavoro regolare. Significa anche perdere quelle economie che vengono impiegate tutte nel territorio salentino. Significa perdere l’occasione di creare spazi di interazione culturale e linguistica e di educazione civica per i migranti. Significa non avere più figure competenti che facciano accompagnamenti sanitari, facilitando le comunicazioni tra medico e paziente. Significa favorire situazioni di marginalità sociale con le prevedibili conseguenze sulla sicurezza e sul benessere di tutti e tutte. Significa tornare indietro, significa non essere al passo con i tempi, significa voler fermare la Storia.
Il nostro lavoro, la nostra sfida quotidiana è continuare a costruire ponti tra le persone, fra le culture, fra i bisogni, per facilitare la coesione sociale”.
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IL CONVEGNO
Una partecipazione oltre le aspettative. La sala dell’Hotel President di Lecce piena di gente, molti i posti in piedi e un alternarsi di interventi per ribadire il “no” all’attuale decreto su Immigrazione e Sicurezza, che ha ottenuto il via libera lo scorso 4 ottobre.
All’appello diffuso dal Coordinamento degli Enti gestori Sprar della provincia di Lecce (Philos, G.u.s., Arci e Rinascita) hanno risposto in tanti, in particolare gli amministratori dei comuni in cui sono presenti i progetti di accoglienza. Da Martano a Leverano, da Caprarica a Uggiano, passando per Lequile, Trepuzzi, Andrano, Castrignano De’ Greci, Lecce: tutti insieme per raccontare le esperienze positive sui territorio nel fare un’accoglienza inclusiva grazie proprio a quel sistema Sprar che l’attuale decreto metterebbe in discussione.
“Da parte nostra l’esperienza dello Sprar è eccellente”, esordisce così il sindaco di Caprarica di Lecce Paolo Greco, il primo a prendere la parola: “Il fenomeno migratorio non si contrasta con un decreto che è volto a dare uno sfogo per avere un successo politico”.
“Arrivare ad intervenire sullo Sprar vuol dire calare l’asso nel processo di propaganda e smontarlo vuol dire continuare a creare un nemico”, ha dichiarato il vicesindaco di Castrignano De’ Greci Paolo Paticchio, che ha aggiunto: “Il multiculturalismo è dentro le nostre corde, facciamolo emergere perché il tema delle migrazioni è alla base della nostra civiltà”.
A nome del Comune di Lecce sono intervenute Silvia Miglietta, assessora alle Politiche attive del Lavoro, e Antonella Agnoli, che guida l’assessorato alla Cultura, che si sono soffermate sugli ottimi risultati che il sistema Sprar ha garantito nell’integrazione con le comunità ospitanti, ma allo stesso tempo “preoccupate” per il clima che si sta diffondendo anche nella città Barocca.
Il diverso, la paura. Sono le due parole spesso richiamate durante gli interventi degli amministratori locali: la paura che il decreto “Immigrazione e sicurezza” sia solo un primo passo – secondo il sindaco di Trepuzzi Giuseppe Taurino – verso lo smantellamento di altri diritti, come la 194, il riconoscimento delle coppie omosessuali, il tema del diritto alla vita; l’uso della parola diverso per richiamare a un problema sulla sicurezza: “Da quasi 40 anni – ha dichiarato Marcello Rolli, sindaco di Leverano – siamo un comune che ospita e oggi quella generazione di cittadini è una comunità che non ha un problema di sicurezza. Sono persone che danno un contributo enorme all’economia del paese e in tutti questi anni non c’è stato un solo episodio criminale che ha coinvolto un cittadino straniero”.
Un punto, quello sulla sicurezza ribadita dall’assessora nel Comune di Andrano Paola De Paolis, che ha aggiunto: “Mi preoccupa che se il sistema Sprar viene modificato e cancellato creerà un disastro a livello locale, anche di natura occupazionale per chi ci lavora. Dobbiamo agire nell’orizzonte dei diritti. Dobbiamo organizzarci tutti insieme per fare un fronte comune”.
L’aspetto lavorativo, appunto, tema tutt’altro che secondario. Come ha ricordato Anna Caputo, presidente di Arci Lecce, “ci sono in gioco circa 600 posti di lavoro, oltre a un attacco contro un sistema che se smantellato non farà altro che alimentare sacche di illegalità e compromettere il lavoro di molti professionisti”.
Concetto ribadito da tutto il Coordinamento degli enti gestori rappresentato da Philos, G.U.S., Arci e Rinascita. “Vorrei ringraziare tutti perché sono settimane complicate, lo sono per le donne e gli uomini che credono nei diritti umani. E lo sono per noi, come enti gestitori. Siamo qui uniti per la stessa battaglia. Noi dobbiamo continuare in ciò che giusto, forse perderemo ma almeno lo faremo con la nostra dignità e i nostri valori”, ha dichiarato Andrea Pignataro, presidente G.U.S. Lecce. Sulla stessa linea Maria Assunta De Vito (Philos) e Antonio Palma (Rinascita).
Un plauso a tutti gli operatori e i professionisti che orbitano intorno al sistema accoglienza è arrivato dal sindaco di Uggiano Salvatore Piconese: “Il lavoro che svolgono è un lavoro importantissimo”.
Il testo contenuto nel decreto lancia un campanello d’allarme in tema di libertà individuali, oltre a presentare molti profili di violazione della Costituzione, della normativa europea e internazionale. Una linea che bisogna contrastare, anche con atti pubblici, come ha raccontato l’assessore di Martano Mauro Zacheo. Con un atto di indirizzo con oggetto “Politiche migratorie”, approvato in Consiglio lo scorso 17 ottobre, “abbiamo deliberato di prendere le distanze dalle politiche governative anti-migratorie degli ultimi anni che nulla hanno a che fare con la storia e la cultura del nostro territorio ricco di grandi segnali di accoglienza e di integrazione, di sostenere le scelte politiche in materia di migrazione basate sui principi di inclusione e di accoglienza, ribadendo che il problema dei migranti non può essere trattato in maniera ostile e pregiudizievole, ma in attuazione dei principi e delle disposizioni della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati e della Convenzione Internazionale dei diritti dell’Uomo”.
Proprio la convenzione internazionale dei diritti dell’Uomo, che il prossimo 10 dicembre celebrerà i 70 anni dall’approvazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, è stata più volte richiamata durante gli interventi. “Con questo decreto non si dà atto a quella dichiarazione”, ha precisato nel suo discorso il Sindaco di Lequile Antonio Caiaffa.
Gli enti gestori Sprar fanno fronte comune contro un decreto destinato a produrre irregolarità e nuove marginalità, oltre a importanti ricadute economico-sociali sul territorio. Anziché governare il fenomeno migratorio e garantire “sicurezza”, il decreto mette a rischio l’efficacia stessa del sistema di accoglienza in Italia.
Prossimo appuntamento sabato 27 ottobre a Lecce, ore 9.30, piazza Napoli, con la manifestazione a carattere nazionale “Con i migranti per fermare la barbarie“. Un corteo che riempirà la città di migliaia di ombrelli colorati che gireranno sotto lo slogan “Proteggiamo la protezione” per difendere i diritti dei richiedenti asilo, contro chi li vuole trasformare in clandestini, contro chi vuole rendere impossibile ottenere la Protezione, contro chi li vuole chiudere nei grandi centri, senza diritti e senza servizi, per difendere le tante belle esperienze di accoglienza come Riace, contro chi promuove la detenzione illegittima di chi fugge da guerre, persecuzioni, torture, carestie.
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