LECCE – Smontare i lidi a fine ottobre o permettere di tenerli aperti tutto l’anno senza fare figli e figliastri? La gente va a mare nel weekend fino a novembre e a primavera. Ma in tanti hanno risposto bene anche alle iniziative invernali nelle zone di mare. Il Salento vuole puntare da anni sulla destagionalizzazione, ma non riesce a decollare. La burocrazia pretende spesso cose che non fanno bene alle casse pubbliche, come lo smontaggio dei pontili a Otranto. D’inverno la costa può essere ancora fruibile e i balneari sono una risorsa dal punto di vista del controllo e del servizio che offrono. Oggi in Prefettura sindaci, istituzioni, consiglieri regionali e parlamentari si seduti intorno a un tavolo insieme alla sottosegretaria Mibact, Lucia Borgonzoni: sono state suggerite le possibili soluzioni per salvare il settore dalle “chiusure penalizzanti fissate per il 31 ottobre”. Il decreto legge potrebbe salvare la situazione, come ha suggerito il professore Pierluigi Portaluri. “Il governo è pronto a intervenire – ha spiegato la sottosegretaria, che si è presentata in Prefettura accompagnata dal senatore Roberto Marti – Ma non saneremo situazioni di illegalità (cliccando sull’immagine potrete ascoltare tutta la dichiarazione ndr)”.
“Il 31 ottobre è vicino: non c’è più tempo – spiega l’avvocato Pierluigi Portaluri – Ci vuole un intervento normativo urgente da parte dello Stato per inibire questo termine. C’è bisogno di un decreto legge in questi giorni per evitare che si costringano tante strutture a smontare con gravi disagi per i balneari. Non esiste un diritto assoluto a restare tutto l’anno, ma ci può essere una possibilità di restare, analizzando caso per caso le questioni”. “Siamo di fronte a un momento particolare – ha chiarito l’assessore regionale Loredana Capone – l’ordinanza prevede di essere aperti tutto l’anno nel rispetto delle norme, ma in alcuni casi permane il problema dello smontaggio il 31 ottobre. Oggi si tratta di capire se ci può essere una normativa uniforme in tutta Italia. La Regione ha emesso la sua ordinanza che permette di tenere aperte le strutture tutto l’anno. Oggi testa il dato della non uniformità dell’appplicazione in tutto il territorio regionale. Bisogna vedere quali saranno le linee guida del governo anche nei confronti dei singoli Ministeri. Il tempo stringe, ma la Regione non può sostituirsi a un organo dello stato che si pronunciato. Con la Soprintendenza stiamo dialogando per trovare soluzioni univoche che riguardino tutti i lidi che hanno intenzione di restare aperti tutto l’anno. Auspichiamo che si trovino queste soluzioni senza inficiare la tutela del paesaggio”.
Insomma, solo il governo può salvare tanti lidi neutralizzando la norma che impone lo smontaggio entro il 31 ottobre: la sottosegretaria ha promesso un intervento urgente, ma ha chiesto a tutti i sindaci di depositare tutte le mappature e i dati sui lidi che insistono sul territorio Leccese. Il sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva, ha ricordato la grande svolta del turismo per il Salento, “che ha permesso a tanti giovani di non emigrare per trovare lavoro”: “C’è la possibilità attraverso il turismo di avere anche tutto l’anno visitatori, ma mentre si fanno degli sforzi per far crescere il sistema turistico ci ritroviamo a sbattere contro alcune situazioni burocratiche. Si fa più danno al paesaggio se lo stabilimento balneare viene smontato o se resta lì”.
“Noi giudici non esprimiamo soluzioni – ha spiegato il presidente del TAR, Antonio Pasca – ma applicano la legge interpretando il caso concreto: il giudice non può essere chiamato a gestire questo tipo di interessi”. In altre parole è la politica che deve fare le leggi. “Il problema principe è la modifica a livello statale dell’assetto del procedimento. Anche il parere vincolante è da rivedere. Tra autorità marittima e balneari dovrebbe affermarsi un rapporto solido di collaborazione vigilando sul demanio contiguo”. Il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, non ha resistito alla tentazione di parlare dei pontili: ha lanciato la frecciatina nei confronti della Soprintendenza che “non sempre dimostra rispetto nei confronti del Comune”. “Com’è possibile che a Otranto 17 lidi siamo stati autorizzati per tutto l’anno e altri quattro no?” – si chiede il primo cittadino di Otranto. La legge viene applicata a macchia di leopardo: alcuni possono restare aperti, altri no. Poi, c’è il grande problema degli smontaggi che diventano pesanti, onerosi e meno utili dal punto di vista paesaggistico. “Smontare 27 lidi a Otranto avrebbe un impatto ancora più forte”.
Mauro Della Valle, presidente di Federbalneari, lancia l’allarme sui livelli occupazionali: “Dobbiamo pensare a tante famiglie nell’incertezza e ricordarci che siamo i primi custodi del paesaggio, perché su quello basiamo le nostre fortune. Salvaguardiamo quelle famiglie che hanno permesso ai turisti di usufruire dei servizi nelle marine (anche quelli igienici) a ottobre sperando che per questa azione meritoria non vengano puniti. Dunque tocca al governo e al Parlamento risolvere questi problemi. L’incontro è stato richiesto dalle associazioni di categoria al Prefetto Claudio Palomba che ha voluto in questo modo tentare una strada ancora più incisiva in vista dei mesi invernali e dei dibattiti relativi soprattutto al mantenimento delle strutture. “Ancora una volta il Prefetto Claudio Palomba ha dimostrato non solo la sua umana e politica sensibilità verso l’imprenditoria salentina, e quella balneare in particolare, ma soprattutto – dichiara Mauro Della Valle, di FederBalneari Salento – ha voluto imprimere un segnale di concretezza mettendo allo stesso tavolo le associazioni, i sindaci, le autorità, la Soprintendenza leccese e il Mibact. Da tempo auspicavamo un momento di discussione di tale portata. Siamo convinti che proprio le linee guida da parte del Ministero dei Beni culturali, sui temi di propria competenza e collegati al mondo del turismo, possano rivelarsi il punto fermo per uscire dall’incertezza normativa e da una discrezionalità assegnata alla Soprintendenza, discrezionalità che, come hanno poi in più occasioni sottolineato i Tribunali amministrativi, si è dimostrata essere incomprensibile arbitrarietà”.
In diverse occasioni, FederBalneari si è espressa a favore della diversificazione dei layout delle strutture balneari, puntando su un primo estivo più strutturato e completo, e su un secondo layout invernale molto più leggero. Soprattutto più volte FederBalneari ha parlato della necessità di avere anche un’architettura balneare che abbia una sua linearità sulle coste, in termini di colori e modelli. “Una delle soluzioni per abbreviare i tempi potrebbe essere – scrive Mauro Della Valle – una metodologia di lavoro sulle stile delle conferenza dei servizi che, riunendosi in momenti cadenzati e mettendo intorno allo stesso tavolo gli uffici tecnici, la polizia giudiziaria e la Soprintendenza, analizzi le diverse istanze”.
Poca pubblicità, secondo FederBalneari, ha avuto la Determina della Sezione Demanio della Regione Puglia dello scorso marzo sulle “linee guida in materia di mantenimento annuale delle strutture balneari amovibili”: in essa viene ricordata la L. 17/2015 nella parte in cui precisa che “ai fini demaniali marittimi, le strutture funzionali dell’attività balneare, purché di facile amovibilità, possono essere mantenute per l’intero anno solare”. Proprio partendo da questo principio, nell’atto dirigenziale vengono citati i tre ambiti nei quali è ammissibile il mantenimento: costieri urbani, costieri periurbani o urbanizzati, e quelli ad alta sensibilità ambientale previa verifica di fattibilità. In sostanza la Regione Puglia indica la volontà di puntare concretamente sulla destagionalizzazione indicando, in quelle linee guida, l’obbligo da parte degli operatori balneari di presentare progetti di offerta turistico-ricreativa per l’intero anno solare e, altresì, di preoccuparsi del decoro del contesto ambientale in cui opera garantendo ancora servizi come bagni, docce, ristoro e vigilanza.
“Il modello strutturato dalla città di Manfredonia – sottolinea Della Valle – resta per noi un faro quantomeno sul piano della certezza delle regole nelle quali muoversi: la consapevolezza ex ante di quali zone costiere possano essere destinate ad un mantenimento stagionale, fornendo servizi per l’intero arco temporale, e quali no consentirebbe a ciascuno di noi di evitare infinite battaglie prima burocratiche poi giuridiche. Ci consentirebbe, per dirla in breve, di poter fare solo gli imprenditori”.
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