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Provinciali, Pippi Mellone alza la posta: vuole partire dai temi prima di scegliere. Marra disponibile

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NARDÒ – Pippi Mellone non scopre le sue carte, ma alza la posta. Vuole aprire le provinciali ai bisogni dei cittadini: in particolare vuole mettere al centro il caso della SP 359 che collega il Salento a Taranto. Il sindaco di Nardò flirta da tempo con Emiliano e Minerva: una vecchia foto lo ritrae sorridenti. Ma Mellone ha un buon rapporto anche con Gianni Marra, inoltre appoggiando il sindaco del Pd aiuterebbe tutta una serie di suoi nemici a Nardò. La situazione, dunque, è molto complessa. Secondo le indiscrezioni che giungono dal centrosinistra, il sindaco non può dire di no al governatore della Puglia.  

“A distanza di oltre una settimana dall’avvenuta presentazione delle candidature per la Presidenza della Provincia, gli argomenti all’ordine del giorno continuano ad essere più di carattere partitico che di tipo politico – spiega in un comunicato stampa il leader di Andare Oltre – Registriamo un appiattimento su temi che sono lontani dai cittadini, uno tra tutti, ad esempio, il collegamento Nardò-Taranto, che si incastona nel più complesso sistema viario previsto nel piano attuativo 2015-2019 dal Piano regionale dei Trasporti. Un piano ad oggi largamente inattuato proprio dalle Province. 
Su questo punto, assieme a tutti gli amministratori che si riconoscono nella politica di Andare Oltre, scagliamo la nostra prima sfida ai candidati Presidenti: il nostro consenso non sarà figlio delle telefonate e delle pressioni fatte dai rappresentanti dei partiti ma sarà il frutto ragionato dalle risposte che i candidati sapranno offrire ai cittadini del Salento.


Una questione vecchia, quella della Nardò-Taranto e, in particolare, quella della Nardò-Avetrana, sulla quale Andare Oltre profonde il proprio impegno costante da tempo.

Da sempre – spiega Pippi Mellone – siamo al fianco dei lavoratori, dei cittadini e, anche, dei turisti che ci fanno l’onore di visitare le nostre terre, portando ricchezza al territorio. Oggi lo facciamo da una posizione più forte, perché siamo nella cabina di regia delle principali città del Salento. Oggi, quindi, siamo ancora più vicini ai trasportatori delle cementerie e delle aziende metalmeccaniche, ancora più vicini ai tantissimi militari salentini che svolgono il proprio servizio a Taranto o in Calabria e perfino in Sicilia o in Campania; siamo ancora più vicini agli autisti dei bus che, con enorme fatica, assicurano i collegamenti sul nostro territorio”.

Il tema del rilancio della 359 è fondamentale per favorire le dinamiche economiche e sociali dell’area jonica. L’asse viario, infatti, collega Santa Maria di Leuca all’area industriale di Taranto e, da qui, il Salento al resto del territorio: dalla Basilicata alle altre regioni meridionali.

Nell’ultimo decennio conclude Pippi Mellone qualcosa è stata fatta ma la trascuratezza con la quale la politica ha trattato il versante jonico-salentino è sotto gli occhi di tutti. Occorre ripartire da subito per dare una risposta ai cittadini. Quella strada è una roulette russa. Non possiamo più permettere che uno dei principali assi viari della Puglia sia un peso per l’economia ed una costante fonte di pericolo. Questo sarà uno dei primi punti di valutazione. Gli altri li metteremo in agenda nei prossimi giorni”. 

MARRA ACCOGLIE L’INVITO

Gianni Marra fa sapere di essere disponibile a ragionare sui temi:“Il tema lanciato da Andare Oltre – Italia con la nota odierna del suo leader Pippi Mellone non può che trovarci in sintonia piena: sicurezza stradale e scuole, avevo detto il primo giorno alla presentazione delle candidature alla Presidenza della Provincia. Le arterie citate da Mellone saranno in testa alla nostra azione di governo.

È quello rilanciato da Andare Oltre uno degli investimenti più importanti di cui necessita il Salento. Certamente si tratta di una proposta che condivido e posso fare nostra: in caso di vittoria concerteremo con la Provincia di Taranto e l’Amministrazione Comunale di Nardò una interlocuzione forte con il Governo Nazionale per garantire la fase progettuale e la realizzazione dell’opera dopo tanti anni di attesa.

Mellone riferisce bene: è quello un territorio turistico e industriale (nell’entroterra) che è il motore del nostro Salento”

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Slitta il tour dei Negramaro, “Diamo a Lele il tempo di rimettersi in forma, non vediamo l’ora di ritornare”

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LECCE – “Abbiamo pensato tanto. Abbiamo deciso di spostare il tour di qualche mese, questo per dare a Lele il tempo di rimettersi in forma e tornare di nuovo a vivere con tutti voi la forza dei nostri live”. Lo hanno annunciato i Negramaro in un post sulla loro pagina Facebook, riferendosi alle condizioni di salute del chitarrista Lele Spedicato, colpito il 17 settembre da emorragia cerebrale e che ieri è stato dimesso dall’ospedale di Lecce per cominciare la riabilitazione.

“Sarà per lui uno stimolo fondamentale in questi mesi di preparazione e avrà bisogno del sostegno di tutti per tornare a godersi il frutto di un grande lavoro iniziato, l’estate scorsa, con uno strepitoso tour negli stadi. Siamo certi – conclude il post – che il vostro affetto non diminuirà nei confronti di questa storia che non vediamo l’ora di ritornare a vivere insieme da febbraio prossimo. Grazie a tutti!”.

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Scippata, rimane ferita e viene soccorsa dal 118: caccia ad un malvivente fuggito in scooter

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F.Oli.

LECCE – Scippata per strada rimane ferita e viene soccorsa dai sanitari del 118. E’ accaduto nel pomeriggio, poco dopo le 15.30, lungo viale Otranto angolo con via Leuca a pochi passi dalla sede dell’Agenzia delle Entrate. Vittima: una donna rumena avvicinata da un giovane in sella ad uno scooter con il volto parzialmente coperto da un casco a padella. Il malvivente ha strattonato la vittima fuggendo con una borsa con all’interno il cellulare, un portafogli (con 50 euro) e i documenti personali.

La malcapitata è caduta per terra. E’ rimasta lievemente ferita e ha chiesto l’intervento di un’ambulanza. I sanitari, giunti sul posto, hanno medicato la donna riscontrando un lieve indolenzimento ad un braccio. La donna ha denunciato lo scippo ai carabinieri. Ai militari non ha saputo fornire altri dettagli.

Appena 24 ore prima un altro borseggio si era consumato a Lecce lungo via Lodi nelle vicinanze di un supermercato. Anche in questo caso ad agire era stato un bandito solitario sempre in sella ad uno scooter. I carabinieri dovranno ora appurare se i due scippi siano stati compiuti sempre dallo stesso soggetto.

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Non si arresta la scia di rapine: assaltato supermercato a Lequile

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LEQUILE (Lecce) – Non si arresta la scia di rapine in provincia di Lecce. Dopo l’assalto di ieri sera ai danni del corriere espresso Gls, che ha fruttato ai banditi ben 24mila e 500 euro, i malviventi sono tornati a colpire nel tardo pomeriggio a Lequile, prendendo di mira un supermercato.

La rapina è stata portata a termine pochi minuti dopo le 19 in via San Pietro in Lama, all’interno del supermercato Sisa. Ad agire, stando alle prime informazioni raccolte, due individui travisati da caschi integrali, uno dei quali brandiva un fucile a canne mozze.

Ottenuti i soldi, i rapinatori hanno quindi guadagnato l’uscita facendo perdere le loro tracce in sella ad uno scooter di grossa cilindrata. Il bottino è in fase di quantificazione. Sul posto, per le indagini, sono intervenuti i carabinieri. Fortunatamente non si sono registrati feriti né tra i clienti né tra i dipendenti.
M

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Affidamento diretto a una componente della giunta e in “tempi sospetti”: l’opposizione chiama in causa prefetto e magistratura

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GALLIPOLI – Dai banchi dell’opposizione partono nuove accuse di irregolarità rivolte alla giunta Minerva. Il primo a porre la questione è stato il leader di Gallipoli Futura, l’avvocato Flavio Fasano, che con un’interrogazione inviata anche al prefetto ha preteso chiarimenti in merito alla Delibera di Giunta Municipale n° 333 adottata il 9 e pubblicata ieri 18 ottobre, “con la quale il Sindaco Minerva – candidato alla presidenza della Provincia di Lecce – concede a trattativa diretta, senza alcuna procedura di gara per 5 anni ad una Consigliera comunale di maggioranza che già deteneva la concessione in scadenza al 31 dicembre p.v., la gestione esclusiva del Servizio di Trenino Turistico Urbano. “Viene fatta emergere anche la evidente ‘turbativa alla libertà di voto’ che questo comportamento del Sindaco Minerva pone in essere” – tuona Fasano.

Dopo di lui, sono partiti all’attacco tutti gli altri oppositori: “Con riferimento alla deliberazione nr. 333 del 9/10/2018, avente ad oggetto: rinnovo concessione ditta ‘Ciuf ciuf Train snc’ di Portolano Federica e Alemanno Valentina – le segreterie politiche provinciali di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Direzione Italia, congiuntamente, chiederanno un immediato intervento del Prefetto.
Nella fattispecie, si chiede di far luce sulla opportunità, da parte della giunta comunale della città di Gallipoli, di affidare il servizio in oggetto al consigliere Federica Portolano – titolare della suddetta ditta – anticipatamente rispetto alla scadenza naturale della concessione, fissata al primo gennaio 2019.

Si rileva come la Giunta non possa, in alcun caso, procedere ad affidamenti diretti, tanto più nella misura in cui ciò accade, in “tempi sospetti”, a favore di un componente dell’Assise Comunale.
A tal fine, il candidato del centrodestra alla presidenza della Provincia di Lecce, Gianni Marra, incontrerà quanto prima il prefetto per i necessari chiarimenti sulla vicenda”.

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Provinciali ed Europee, i fittiani presentano Marra e si preparano alla lista unica con FDI

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di Gaetano Gorgoni

LECCE – I fittiani sono nella partita delle provinciali: oggi hanno presentato, nella sede di via Oberdan, la candidatura di Gianni Marra. Raffaele Fitto è al fianco del sindaco di Squinzano, dopo anni di allontanamento e “sgarri politici”. Il leader di Noi con L’Italia ringrazia il presidente uscente Antonio Gabellone “per il buon lavoro svolto confermato da un voto unanime sull’ultimo bilancio della Provincia di Lecce”. “Non abbiamo fatto giochi strani, ma abbiamo detto che, data l’incertezza che regna nell’ente provinciale, sarebbe stato meglio lanciare la possibilità di un presidente sostenuto da tutte le forze politiche – ha chiarito Fitto a proposito delle indiscrezioni sui sospetti inciuci con la sinistra, che circolavano qualche tempo fa – Avevamo proposto due coalizioni intorno a un tavolo per scegliere un candidato comune: non è andata così, ma oggi sosteniamo la candidatura di un sindaco capace, competente e popolare. Un uomo che ho sempre stimato, anche se in passato c’è stata qualche divergenza politica“.

I rapporti con la Regione Puglia sono la principale questione da risolvere: 13 milioni in palio da trasferire all’ente provinciale per garantire i servizi. Oggi le Province, che qualcuno pensava fossero morte, sono solo in coma, ma devono occuparsi di scuola, strade e ambiente con risorse spesso incerte. Marra spiega in conferenza stampa di aver recuperato Puglia Popolare e Azzurro Popolare, anche se la prima avrebbe una posizione borderline con un assessore a Bari nella giunta Emiliano. “Mazzei e Mellone si sono seduti al tavolo del centrodestra e hanno dichiarato di fare parte della nostra coalizione” – ha puntualizzato uno speranzoso Marra. Raffaele Fitto promette fedeltà e impegno fino all’ultimo consigliere da parte del suo movimento. Gianni Marra ringrazia i fittiani per aver raccolto le firme per la sua candidatura a presidente della Provincia di Lecce (ben oltre 200). È un discorso pieno di ringraziamenti quello del sindaco di Squinzano, che dà il quadro di una ricucitura avvenuta, dopo gli anni della grande distanza. Ora c’è un altro nemico interno ai fittiani: è Roberto Marti con i suoi uomini.

L’ex braccio destro fittiano, comunque sostiene sempre Marra, nonostante tra i suoi uomini ci sia Miccoli, l’ex sindaco di Squinzano. Come abbiamo già scritto in un precedente articolo tutt’e due i candidati devono guardarsi le spalle: i franchi tiratori sono nel Pd (perché alcuni renziani vorrebbero affondare i candidati di Emiliano), ma anche nel centrodestra. Ad oggi non si capisce con chi stia Pippi Mellone: il sindaco di Nardò a sinistra lo danno al fianco di Minerva (data la sua amicizia con il presidente della Regione Puglia), ma a destra sostengono che lascerà i suoi uomini liberi di votare chi vogliono oppure che lotterà con loro. “L’appuntamento del 31 ottobre è importante – chiarisce Gabellone – Non c’è alcuna certezza della volontà di un rilancio delle Province: hanno svenduto queste istituzioni. La candidatura di Minerva è il tentativo di Emiliano di fare una conta interna nel Pd e posizionare in ogni provincia il suo candidato. A Taranto il sindaco Pd è candidato, ma Emiliano vota Forza Italia nel tentativo di mettere il bastone tra le ruote agli oppositori interni”.

LA FUGA DI NOTIZIE CHE CONFERMA IL PASSAGGIO DI RAFFAELE FITTO CON FRATELLI D’ITALIA

La notizia viene pubblicata su uno dei gruppi Facebook ufficiali di Raffaele Fitto, ma lui nella conferenza leccese prova a dire che ci vorrà del tempo per sapere se così andranno le cose. “Siamo nel centrodestra e dialoghiamo: ancora non c’è niente di ufficiale” – spiega l’ex ministro. Sul gruppo delle “Leonesse di Noi con L’Italia”, però, qualcuno si lascia sfuggire una notizia che sul Corrieresalentino abbiamo anticipato in anteprima nazionale: Fitto vuole fare la fusione con Fratelli d’Italia, nonostante più di qualche resistenza da parte del partito di Giorgia Meloni.

“Il progetto è sul tavolo da un po’ di tempo. A Raffaele Fitto e Giorgia Meloni l’idea di formare una lista unica per le prossime elezioni europee del 2019 piacerebbe – spiega il comunicato stampa pubblicato sul gruppo Facebook – Una soluzione che non dispiacerebbe nemmeno a molti dirigenti in Puglia. E sono in molti i pugliesi a dare per certo alla candidatura di Raffaele Fitto in questo nuova compagine, per ora elettorale, ma molto probabilmente anche politica, in previsione anche delle prossime regionali del 2020.

Anche perché  all’interno del centrodestra c’è da arginare l’ascesa della Lega che, anche in Puglia, continua a raccogliere consenso. Ieri Raffaele Fitto ha incontrato i suoi per confermare che il progetto va avanti”.

Meloni-Fitto, l’accordo anti-Lega per le Europee 2019 sembra fatto. Ma i dirigenti pugliesi di Fratelli d’Italia alzano le barricate. Lo scorso settembre in occasione della Festa nazionale del partito della Meloni a Roma un gruppo di iscritti salentini hanno manifestato con uno striscione dove si leggeva di non dare in “af-Fitto” la sigla con la fiamma tricolore.

“E’ stata proprio Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, a lanciare un appello alcune settimane fa per la chiamata a raccolta delle fronde del centrodestra che, sparpagliate in piccoli e piccolissimi partiti e soprattutto movimenti civici e territoriali, non riescono ad essere rilevanti – continua il “comunicato stampa” –

‘Serve un nuovo movimento dei conservatori e sovranisti italiani’ ed ecco la riflessione dei fittiani di Noi con l’Italia e del loro leader Raffaele Fitto. Con le elezioni europee nel mirino e sullo sfondo le elezioni regionali in Puglia. L’accordo tra Michele Emiliano e Massimo Cassano è cosa ben nota, e probabilmente è in questo settore dell’elettorato pugliese che potrebbe determinarsi una possibile affermazione in una corsa a tre che promette di essere al votofinish”.

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La denuncia di una madre: “Mia figlia presa per i capelli da un collaboratore scolastico”

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di F.Oli.

NARDO’ (Lecce) – Alunna presa per i capelli in una scuola elementare di Nardò da un collaboratore scolastico. Una denuncia è stata presentata presso il locale Commissariato dalla madre di una bimba di appena 8 anni. E ora gli agenti di polizia, guidati dal dirigente Pantaleo Nicolì, hanno avviato le indagini per accertare con esattezza quanto accaduto all’interno dell’Istituto. L’episodio risale a ieri mattina. Per ora il caso è ricostruito nella denuncia della donna. La giovane studentessa sarebbe stata afferrata con vigore dal collaboratore scolastico davanti all’insegnante di sostegno della minore. Una reazione dettata dal tentativo dell’allieva di avvicinarsi al collaboratore con un paio di forbici tra le mani.

Su quanto accaduto, inizialmente, non sarebbe trapelato alcun dettaglio. Solo dopo ripetute sollecitazioni la minore ha confidato alla madre di essere stata afferrata per i capelli. Ed è scattata la denuncia. Sarebbe stata anche informata la dirigente scolastica. Gli agenti hanno avviato i primi accertamenti. Saranno raccolte le dichiarazioni dei testimoni. Al momento non è stata informata la Procura dei Minori. In attesa di avere un quadro più chiaro su quanto accaduto.

Al vaglio degli agenti di polizia, poi, potrebbe finire un secondo caso ai danni di un’altra bambina presa a schiaffi sempre dallo stesso collaboratore all’uscita alcuni giorni fa. per il momento non sarebbe stata sporta denuncia. Saranno ora le indagini del Commissariato ad accertare come si siano sviluppati i fatti e valutare il comportamento del collaboratore prima di adottare qualsiasi provvedimento.

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Millefoglie di mare profumata allo zenzero con burrata, la ricetta di Masseria Tenuta Quintino

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La Masseria Tenuta Quintino si trova a Torre Lapillo, non è solo un ristorante ma anche un’ampia sala ricevimenti con stanze e appartamenti a disposizione. Un luogo che profuma di storia, dove professionalità, passione per la buona cucina e accoglienza sono ingredienti fondamentali per la massima cura del cliente.

Sfogliata di grano duro “ Senatore Cappelli” allo zenzero e limone con vongole e branzino in guazzetto, crudo di gambero rosso e fiocchi di burrata

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

Per la pasta: Farina di grano duro Senatore Cappelli 250 gr.

Crusca 50 gr.

Zenzero in polvere 5 gr.

½ buccia di limone grattugiato

Acqua per impastare q.b.

·         Per il ripieno:

Pomodori ciliegino 100 gr.

Vongole 300 gr. ( mettere da parte acqua di cottura )

Branzino  400 gr .

Gamberi rossi 200 gr.

Burratina 100 gr.

Aglio, basilico, olio evo  : q.b.

·         Per decorare:

Nero di seppia, germogli e maionese di carote

PROCEDIMENTO:

LA RICETTA CHE ANDREMO A FARE E’ UNO SFOGLIATO DI GRANO DURO SENATORE CAPPELLI PROFUMATO ALLO ZENZERO E LIMONE CON UN GUAZZETTO DI VONGOLE, BRANZINO E CRUDO DI GAMBERO ROSSO E FIOCCHI DI BURRATA .

QUESTO PRIMO PIATTIO ABBRACCIA TUTTO IL TERRITORIO SALENTINO INFATTI  ABBIAMO IL MARE  , I PRODOTTI DELLA TERRA E I PRODOTTI DELLA PASTORIZIA.

INIZIAMO A FARE LA PASTA MISCELANDO LA SEMOLA DI GRANO DURO SENATORE CAPPELLI CON LA CRUSCA ( 20 % DEL PESO DELLA FARINA) , POI AGGIUNGIAMO LO ZENZERO, LA BUCCIA DI LIMONE (POSSIBILMENTE BIOLOGICO ) E IMPASTIAMO CON SOLO ACQUA .

UNA VOLTA OTTENUTO L ‘IMPASTO , LO LASCIAMO RIPOSARE PER UNA MEZZ’ORA COPERTO PER FAR SI’ CHE PERDA L’ELASTICITA’. DOPODICCHE’ TIRIAMO LA SFOGLIA E CON IL COPPAPASTA RICAVIAMO DEI DISCHI DI PASTA, LI SBOLLENTIAMO PER 30 SECONDI E LI RAFFREDDIAMO IN ACQUA E GHIACCIO PER BLOCCARE LA COTTURA. A QUESTO PUNTO POSSIAMO PREPARARE IL RIPIENO:

IN UN SAUTE’ FACCIAMO IMBIONDIRE L’AGLIO, DOPODICCHE’ LO TOGLIAMO E AGGIUNGIAMO LE VONGOLE CON LA LORO ACQUA E IL CONCASSE’ DI POMODORINI, FACCIAMO CUOCERE PER 2 MINUTI , AGGIUNGIAMO LE FOGLIE DI BASILICO E SPEGNIAMO IL FUOCO.

PASSIAMO ORA ALLA COMPOSIZIONE DELLA SFOGLIA, METTIAMO UN DISCO DI PASTA COME BASE  E CON IL GUAZZETTO DI VONGOLE, IL BRANZINO PRECEDENTEMENTE SFILETTATO E LA BURRATA FACCIAMO UNO STRATO,QUESTO LO RIPETIAMO PER 3 STRATI, DOPODICCHE’ ANDIAMO A CHIUDERE CON LA PASTA E UN CIUFFO DI BURRATA. INFORNIAMO A 180 °C PER 7 MINUTI.

UNA VOLTA TRASCORSO IL TEMPO DI COTTURA E’ NECESSARIO LASCIAR RIPOSARE LA SFOGLIATA PER ALRI 3 MINUTI IN MODO CHE IL RIPIENO NON VENGA GIU’, UNA VOLTA SFORNATO, A QUESTO PUNTO  METTIAMO LA POLPA DEI GAMBERI ROSSI  SULLA PARTE SUPERIORE DELLA LASAGNETTA, ANDIAMO A IMPIATTARE CREANDO CON UN PENNELLO UNA STRISCIA DI NERO DI SEPPIA, AL CENTRO VERSIAMO UN CUCCHIAIO DI MAIONESE DI CAROTA E METTIAMO LA SFOGLIA,DECORIAMO CON DEI GERMOGLI

SERVIAMO CALDO

 

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Il vescovo Luigi Alessio Pappacoda: stampa e censura a Lecce nel Seicento

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È interessante sia dal punto di vista culturale, sia da quello storico-locale, l’argomento Il vescovo Pappacoda e la stampa a Lecce nel Seicento’ trattato nella tesi di laurea magistrale in Scienze religiose da Antonella Perrone. Relatore la prof.ssa Lorella Ingrosso.

Luigi Alessio Pappacoda, patrizio napoletano, si insediò a Lecce nel dicembre del 1639. Con la sua nomina a vescovo, sin da subito, si avvertì nella città la tendenza ad un rinnovamento della vita religiosa-istituzionale della diocesi, nella quale le indicazioni del concilio tridentino non avevano trovato mai applicazione, a causa dell’inefficacia del lungo governo dei suoi predecessori, Saraceno e Spina.

Ad aggravare la situazione contribuiva lo scarso livello culturale dell’ordine sacerdotale. Nel 1641 nella diocesi di Lecce vi era in media un sacerdote ogni 60 abitanti. Inoltre, la metà del clero non era capace di leggere correttamente o di interpretare una pericope del Vangelo; il 95% ignorava la filosofia e la teologia e conosceva solo qualche regola grammaticale; appena il 25% conosceva il gregoriano e i più anziani, addirittura, ignoravano le formule dell’assoluzione e le preghiere da recitare a memoria durante la messa. Mons. Luigi Pappacoda, napoletano dei marchesi Pisciotta, uomo energico e forte, riordinò la diocesi di Lecce secondo le disposizioni tridentine, ricoprendo un ruolo da protagonista nella vita politica, sociale e culturale della sua città. Il suo programma interessò ogni settore della società ecclesiale e civile, dalla cultura all’arte sacra all’economia. Inoltre sotto il suo governo Lecce ottenne dalla Sacra Congregazione dei Riti, il 13 luglio 1658, il patronato di sant’Oronzo, Fortunato e Giusto, ritenuti i protettori della città dalla peste. Il suo episcopato, durato trentuno anni, permise alla città di Lecce di riacquistare la centralità perduta. Pappacoda morì ottantenne il 20 settembre del 1670. Fu sepolto nel sottocorpo della cattedrale. Bernardino ed Ignazio Belli, canonici della cattedrale e patrizi leccesi, gli levarono un mausoleo nella parte laterale della cappella di sant’Oronzo.

Mons. Pappacoda ebbe un ruolo rilevante nella riorganizzazione della città. Riuscì inoltre ad ottenere i favori della nobiltà locale, imponendosi anche nel panorama editoriale e culturale leccese. Durante il suo governo, Lecce appare culturalmente isolata e lontana non solo dall’Europa, ma anche da Napoli. In città non giungevano le novità editoriali delle aree inglesi, olandesi, francesi. Pappacoda riteneva le figure professionali legate alla sfera dell’editoria, in particolare il tipografo Pietro Micheli, una spina nel fianco nel processo di tridentinizzazione. Nulla si produceva fuori dal contesto della cultura ufficializzata e riconosciuta con l’imprimatur del 1659. Il 1° gennaio del 1660, Pappacoda emanò l’editto De non legendis libris prohibitis, pubblicato nel 1669 nell’Appendix delle sue costituzioni sinoidali del 1663. Con tale editto attuò un ferreo controllo sui circuiti culturali e librari della diocesi. Il documento, ricordando che l’uomo può diffondere idee ereticali in seguito la lettura di libri proibiti, ordinava che si catturassero tutti coloro in possesso di materiale librario non autorizzato. Il divieto colpiva in particolar modo i libri di astrologia e quelli di natura alchemico-esoterica e mantica, i trattati riguardanti la scienza zodiacale. Inoltre si suggeriva di tenere in casa una copia del nuovo indice (quello alessandrino del 1665) con gli editti del Sant’Uffizio, Super novorum librorum prohibitione, sottolineando che, l’eventuale possesso di testi vietati per non conoscenza degli editti, non avrebbe sottratto il detentore dalle sanzioni previste, al riguardo, dal Concilio di Trento.

Il già rigido clima leccese venne colpito da un altro provvedimento emanato da Pappacoda nel 1669. L’editto Instructio pro Typographis, Impressoribus et Bibliopolis regolamentava con restrizioni il ‘difficile settore’ della stampa. La normativa obbligava ogni tipografo a non stampare e di conseguenza diffondere alcun libro che non fosse stato visionato dal Vicario generale o dal gruppo di esaminatori preposti. L’editto imponeva agli esaminatori, nel corso della correzione e della revisione, di presentare la massima attenzione anche a ciò che poteva trovarsi insidiosamente occultato. Superati i controlli previsti, il tipografo aveva la facoltà di presentarlo e venderlo al pubblico. Era obbligatorio indicare nella prima pagina del libro, il nome, il cognome e la patria dell’autore o, in caso di opere stampate anonime per qualche legittimo motivo, il nome dell’esaminatore. Si vietava inoltre agli stampatori di inserire immagini oscene e turpi. Lecce, nell’età Pappacoda, ha subito un duro processo di clericalizzazione della cultura, sottomessa al potere. Solo nel ‘dopo Pappacoda’, la città ritrova un’attività culturale in fermento e in opposizione all’autoritarismo dogmatico. Significativa è a tal riguardo l’Accademia degli Spioni, che introdurrà, sulla scia dei napoletani Investiganti, il pensiero sperimentale come affermazione dell’atto di libertà intellettuale nei confronti ‘dell’antico e del dogma’. Giovanni Cicinelli, fondatore di questa Accademia, pubblicherà nel 1672 la Censura del poetar moderno, primo e autorevole manifesto salentino contro la poesia barocca.

Fatta la legge, trovato l’inganno, si dice. Infatti, nonostante le rigide norme della censura, esisteva una forte concorrenza tra mercato legale e illegale, grazie all’adozione di una serie di espedienti. Divieti e permessi, censure preventive e repressive divennero così complesse e confuse da favorire la circolazione manoscritta clandestina e di ‘macchia’, delle opere ritenute più pericolose e compromettenti, come la Clavicula Salomonis, il testo di magia più diffuso fra Medioevo e Rinascimento, pe il cui possesso fu accusato di negromanzia Giovanni Andrea Rosello, studente di medicina di Ruvo, domiciliato a Napoli.

Per quanto riguarda la città di Lecce, le cronache del tempo riportano due notizie che rendono ancora più chiaro il clima di repressione che qui si respirava. La prima, nel 1634, «a 26 ottobre i soldati di campagna andarono in casa del clerico Paduano Lucesano e presero un baule di libri sotto pretesto che aveva l’alchimia»; la seconda, il 1° maggio del 1638 «nella Chiesa Cattedrale di Lecce, sopra di un palco, si lesse la sentenza […] contro Francesco Groscio qual è libraro e notar Pietro Antonio Vernaleone napoletano commorante in Galatina quale li condannava a tre anni di carcere».

Così come afferma Cicerone. «non sapere che cosa sia accaduto nei tempi passati, sarebbe come restare per sempre un bambino. Se non si fa uso delle opere delle età passata, il mondo rimarrà sempre nell’infanzia della conoscenza». La storia locale, in particolare, è custode della memoria del territorio. Riportarla alla luce, permette di recuperare le nostre radici nella e per la costruzione di un’identità del territorio più matura e consapevole.

Manuela Marzo

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Alla scoperta del Salento: le origini di Lecce secondo la leggenda

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Nei tempi antichi ogni evento veniva spiegato attraverso la mitologia o la leggenda, anche se, a mio avviso, esse nascondono sempre una sottile verità, divenuta appunto mito, a causa della carenza di fonti documentarie, o perché perdute oppure perché erroneamente interpretate.

Secondo la leggenda e la storia antica, la città di Lecce, battezzata Syrbar che significa Città della Lupa in lingua messapica, fu fondata dal mitico Malennio che ne divenne anche il primo sovrano. Alla sua morte il trono passò nelle mani dell’unico figlio maschio di nome Dauno. La vicenda si colloca, all’incirca, all’epoca della Guerra di Troia e, a questo punto entra in scena il

Idomeneo – foto Claudia Forcignanò

Re di Creta Idomeneo. Questi, reduce dalla suddetta guerra, non riusciva a guadagnare le coste cretesi a causa dell’ira di Poseidone, il dio del mare greco equivalente al Nettuno dei Romani. Pur di placare la collera del dio, Idomeneo fece voto di immolare in suo favore la prima persona incontrata, una volta approdato in patria. Caso volle che tale persona fosse proprio suo figlio. Combattuto fra l’amore paterno ed il timore di essere spergiuro, prevalse quest’ultimo nel suo animo, così sacrificò il giovane.

Alcune giornate, tuttavia, cominciano male e finiscono peggio, infatti, tornato a corte scoprì la sua consorte Meda fra le braccia di un prestante giovanotto di nome Leuco che, fra l’altro, gli aveva anche usurpato il trono. Deluso, levò un’altra volta le ancore e, dopo lungo vagare, si diresse verso nord, in direzione della Iapigia o Messapia, dove esistevano alcune colonie cretesi. Sbarcato nei pressi di Roca, però, trovò schierato l’esercito messapico con la cavalleria in testa, al comando del Re di Lecce e Roca Dauno, che lo ricacciò nuovamente in mare. Questi aveva una sorella, il cui nome tramandatoci soltanto il lingua greca era Euippa che significava “Bella Cavalla”. Un nome, un programma. Costei era continuamente guardata a vista a causa della sua bellezza.

Intanto Idomeneo, che mal digeriva la sconfitta militare, dopo un periodo di riflessione, decise di prendere la Messapia con la forza delle armi. Sbarcato nell’odierna Calabria che all’epoca aveva tutt’altro nome, assoldò un esercito e lo condusse via mare in direzione di Roca., deciso a conquistarla e di installarsi sul trono. Tuttavia, giunto all’ingresso del porto, intravide sulle mura della città Euippa che, nel frattempo, era diventata Regina di Lecce (sarebbe più corretto dire di Syrbar) e di Roca, in seguito alla morte di Dauno. Preda di un improvviso colpo di fulmine, invece di comandare l’attacco, Idomeneo inviò Cleandro, fratello dell’altro reduce della Guerra di Troia Diomede, a chiedere la mano della bella regina in suo nome. A quanto pare Euippa acconsentì e, in un solo colpo, Idomeneo ebbe sia la regina sia il trono.

Cosimo Enrico Marseglia

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Fortezze di Puglia: Il Castello di Canosa

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Il Castello altomedievale di Canosa, di cui oggi restano solo ruderi, sorge nell’area dove un tempo vi era l’acropoli, le cui rovine vennero incorporate nella struttura difensiva dell’antica Canusium, città di grande importanza giacche costituiva un nodo fondamentale delle vie di comunicazione dirette in Puglia. Un primo fortilizio, di probabile origine bizantina, era già presente sulla collina dei SS Quaranta Martiri sotto il regno del sovrano longobardo Autari, verso la fine del VI secolo. In seguito gli stessi Longobardi provvidero a fortificare ulteriormente il fortilizio, come anche i Bizantini del resto, nei ripetuti passaggi di mano che la Puglia subì nel Medioevo. La struttura resistette strenuamente agli assalti condotti dai Saraceni specialmente intorno al IX secolo.

Con l’arrivo dei Normanni la fortezza venne occupata dai nuovi signori che la resero una delle loro più importanti sedi nella neonata Contea di Puglia, ben presto trasformatasi in Ducato di Puglia e Calabria, dopo i travolgenti successi militari degli Uomini del Nord contro le armate di Bisanzio. Nel 1089 nelle sue ampie sale ebbero luogo i negoziati per porre fine alla contesa fra i due fratellastri Boemondo de Hauteville, Principe di Taranto, e Ruggero de Hauteville detto Borsa, Duca di Puglia e Calabria.

Sembra che in epoca sveva, durante i lavori per l’edificazione di Castel del Monte, Federico II di Svevia abbia scelto il maniero come residenza temporanea, tuttavia non abbiamo prove documentarie di ciò. Un’altra notizia non certa riguarderebbe la presunta prigionia nel Castello di Canosa di Elena d’Epiro, seconda moglie di Manfredi, figlio di Federico II, e dei suoi figli ancora bambini.

Durante il regno di Carlo I d’Angiò vennero effettuati dei lavori di riparazione e rinforzo sotto la direzione dell’architetto Pietro D’Angicourt, mentre su disposizione di Carlo II il castello fu dato a Maria, figlia di Boemondo IV pretendente al trono di Gerusalemme e Cipro. Sotto le dominazioni aragonese e spagnola la fortezza fu appannaggio dei diversi feudatari, sino al 1643, anno in cui fu venduta all’asta. Nel 1704 divenne proprietaria del castello la famiglia Capece – Minutolo che, trasferitasi successivamente in Napoli, la affidò a procuratori. Dal XVIII secolo ha inizio la decadenza della struttura che subisce diversi e svariati crolli, anche a causa di terremoti. Nel 1956 finalmente il Comune di Canosa acquista ciò che rimane dell’antico castello.

La struttura si presentava a pianta esagonale irregolare con due lati all’incirca paralleli sul versante meridionale e con sei torri angolari a pianta quadrangolare. Ai giorni nostri sono riuscite a giungere resti delle cortine e delle torri, di cui tre sporgono di poco rispetto al piano di calpestio. La torre sudorientale è la più alta, superando gli 8 metri, ed è quella che si è conservata di più. Dirigendoci in direzione nord si incontra un’altra torre con la base più larga della prima ma più bassa. Nel centro del lato settentrionale si trova una terza torre ancora in piedi, mentre le tre rimanenti, come già asserito, sporgono di poco dal pavimento. Di particolare interesse sono le tracce visibili relative a due diverse epoche costruttive, quella più antica, corrispondente anche alla parte inferiore, formata da blocchi in pietra a forma di parallelepipedo, mentre quella più recente costituita da blocchi di tufo particolarmente duri. Le prime sono attribuibili a materiale reimpiegato proveniente da altre costruzione dell’antica acropoli.

 

Cosimo Enrico Marseglia

 

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Il film della settimana: Uno di famiglia

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Film commedia diretto da Alessio Maria Federici che vede protagonista Luca (Pietro Sermonti), uomo di 43 anni pigro e tranquillo, divenuto maestro di dizione, dopo aver visto fallire il suo sogno di diventare attore e fidanzato con la bella Regina (Sarah Felberbaum). Un giorno per casualità Luca salva la vita a Mario (Moisè Curia), aspirante attore che deve però prima correggere il suo accento calabrese e per questo, frequenta la sua scuola.

Mario è figlio di un boss malavitoso calabrese, Peppino Serranò (Nino Frassica), uomo potente a cui è difficile dire no e che per di più ha una sorella, zia Angela detta “Della Morte”, (Lucia Ocone) donna spietata, arrogante e seduttiva, abituata ad ottenere tutto ciò che vuole e che nella storia ha come obiettivo prendersi ad ogni costo, Luca, uomo, onesto, mite che suo malgrado si troverà irretito in un questa famiglia che vuole assolutamente, ripagarlo per aver stappato alla morte Mario. Luca rimarrà colpito dalla bellezza e dallo sfarzo della villa dei Serranò, dalla loro generosità e dal loro fascino torbido.

La storia con i suoi avvenimenti tragicomici, è sicuramente divertente ma al tempo stesso un po’ amara, mettendo in evidenza il contrasto tra vita facile di chi ha ricchezza e potere, contrariamente a quella di chi come Luca è costretto a scendere a compromessi per mancanza di mezzi e che entrando in una nuova famiglia abbagliato da tanta opulenza, corre il rischio di dimenticare la propria. La comicità del film si basa principalmente sulla performance di Frassica, della Ocone e di Neri Marcorè che pur avendo una particina è irresistibile nel suo ruolo paralitico.

 

Francesco Stomeo

 

 

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A Racale “Il pranzo a colori in piazza, perché noi il pane lo condividiamo”: in 400 intorno al tavolo

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RACALE (Lecce)  – “Oggi con questa tavolata diamo un segnale di condivisione. Una piazza che diventa un luogo e un punto di ritrovo dove guardarsi e poter pensare che non si è numeri ma persone”. È con questo messaggio che il sindaco di Racale Donato Metallo ha dato il via al “pranzo a colori”, l’iniziativa che ha visto allestita in piazza San Sebastiano, nel Comune Salentino, una tavolata da 400 posti. Questo in risposta a quanto successo a Lodi, dove oltre 200 figli di stranieri sono rimasti fuori dal servizio mensa e scuolabus per un regolamento del sindaco Sara Casanova.

Intorno alla tavola imbandita, cittadini rappresentanti di associazioni e istituzioni, donne uomini e bambini di diversa nazionalità straniera residenti sul territorio. Il pranzo è stato preparato con pietanze preparate dagli stessi cittadini, coadiuvati dalle associazioni di volontariato e dalle imprese del territorio. Al centro lo spazio interamente dedicato ai bambini dove è stato intonato l’Inno d’Italia dal “Coro Mani Bianche” dell’Istituto comprensivo di Racale. Un’occasione insomma per sentirsi comunità, al di là della provenienza e del colore della pelle. Perché a Racale si vive così e lo si fa condividendo il cibo tutti insieme. “Vogliamo far capire – ha detto il sindaco salentino – che c’è un altro modo di vivere e stare al mondo”.

LE DICHIARAZIONI DEL COMITATO “POSSIBILE – RENATA FONTE”

L’iniziativa del “Pranzo a colori” sta suscitando l’entusiamo di tutte le associazioni che puntano sulla promozione di determinati valori. “Quella di oggi a Racale è un’esperienza che muove le gambe, gli occhi, e i cuori di molte e molti di noi – dichiarano i responsabili del Comitato “Possibile-Renata Fonte – Un gesto che di fatto è un antidoto alle politiche xenofobe che dilagano in Italia.
Un segnale forte che ha bisogno di essere alimentato con atti concreti, con l’abbattimento dei muri mentali e culturali, con la costruzione di ponti.
Per dar vita ad un percorso di integrazione ed inclusione a Racale – come a #Melissano e #Taviano – abbiamo voluto iniziare dalla cittadinanza. Per questo, dopo la bella esperienza di oggi, speriamo che la mozione sulla cittadinanza onoraria ai figli di immigrati stranieri residenti sia presa sul serio e portata in discussione nei Consigli comunali”.

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Un’altra vittoria per Marilù Mastrogiovanni: non diffamò Tommaso Ricchiuto della Igeco

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LECCE – Il giornalismo d’inchiesta di Marilù Mastrogiovanni può continuare, anche sulle vicende che riguardano Igeco: la giornalista non ha diffamato la Igeco né il suo rappresentante Tommaso Ricchiuto. Nel suo lavoro sulle presunte infiltrazioni mafiose nella gestione dei rifiuti in alcuni comuni del Salento, la giornalista ha, infatti, ‘esercitato il diritto di critica politica nei limiti della pertinenza e di continenza delle forme di espressione’- come viene riportato anche nella pagina del sindacato unitario dei giornalisti italiani.

Il Gip di Lecce, Edoardo D’Ambrosio, ha accolto la richiesta del pm di archiviare il procedimento a carico della direttrice del Tacco D’Italia, difesa dagli avvocati Francesco Paolo Sisto e Roberto Eustachio Sisto.

I fatti si riferiscono ad una delle querele per diffamazione presentate dai rappresentati della Igeco, holding che pochi giorni prima dell’archiviazione ha ricevuto una interdittiva antimafia, inerente tre articoli che Marilù Mastrogiovanni ha scritto citando «rigorosamente», come evidenzia l’ordinanza di archiviazione, atti amministrativi e giudiziari.

«Ancora una volta un giudice riconosce che una querela ai danni di una cronista si basava sul nulla. Ancora una volta una giornalista ha dovuto lottare per dimostrare la correttezza del suo lavoro al servizio della collettività», commentano sul sito FNSI Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana.

«L’ennesima decisione di archiviare una querela per diffamazione senza arrivare al procedimento – concludono i vertici della Fnsi – ripropone con forza la necessità di un intervento legislativo contro questa forma di ‘bavaglio’ che tuteli il lavoro dei cronisti e, soprattutto, il diritto dei cittadini ad essere informati».

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Movida Tricase: Fiesta Latina

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TRICASE ( Lecce ) – Torna a far ballare l’appuntamento #FiestaLatina che ogni domenica ci accompagnerà per tutta la stagione invernale. Come ogni anno le novità saranno tantissime, il MOVIDA Disco and Live Music è pronto per stupirvi con un nuovo staff eccezionale e le più rappresentative scuole latine. Prende forma il nuovo progetto con tantissime novità musicali e due piste attivissime e poi ancora ospiti e artisti e una consolle di tutto rispetto formata da:
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​PISTA PRINCIPALE LATINA: Giorgio D’amico, Flaco, El Kubanito, Rico, El Maximo
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​SECONDA PISTA LATIN URBAN E REGGAETON: Street Angel
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Attivi già dalle ore 21.30 – Info tavoli e privè al 347.7082195
​.
Official Photo by SALENTO SALSA NIGHT
Special Partner: LECCENIGHT.COM
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Il Movida ti aspetta in Via Vittorio Emanuele II, 6 a Tricase (Le)

Info

Dancing Via Vittorio Emanuele II n 6, 73039 Tricase 22:003477082195

Costi

5,00 €
co

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Exit 101: Balla Italia

Area51: Domingozo la domenica latina

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NOVOLI ( Lecce ) – Dopo il successo degli anni scorsi e l’appuntamento estivo sulla pista de La Cava, confermata anche per la New Season 2018-2019  la domenica latina dell’ Area 51 Restaurant & Disco di Novoli. Dal 21 ottobre, infatti, torna “Domingozo” insieme alle sonorità latinoamericane, alla passione in pista con gruppi danzanti, scuole e appassionati salseri provenienti da ogni angolo del Salento. Il club novolese di via Veglie, dunque, torna ad essere caliente, con il Preserata Areacucine e i servizi ristorante, pizzeria, pub e american bar già attivi dalle ore 21 e, a seguire, con la pista libera alle emozioni latine. In consolle confermati Geppo Giaba, special guest del primo appuntamento della nuova stagione sarà RonnyIngresso libero, info e prenotazione tavoli al 328.3253425 – 328.3253123

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Info

Dancing Via Veglie NOVOLI (Le) 21:30328.3253425328.3253123

Costi

Free entry

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Peschotto: L’apericena

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MARTIGNANO ( Lecce ) – UDE EVENTI
l’ APERICENA del PESCHOTTO
via Roma 152, Martignano
Vi presentiamo
DOMENICA 21 OTTOBRE 2018
… a partire dalle 18:00 … MARCO ESPOSITO dj
( Deep, Soul, Lounge, Commercial.. and more )
INGRESSO LIBERO
Come funziona: c’è la possibilità ( facoltativa) di prendere un aperitivo che comprende Food & drink ad un prezzo fisso, con diverse soluzioni e offerte, oppure prendere solo da bere alcolico o analcolico e poi se volete, si può scegliere tra le tantissime specilità offerte dal menu’ ( sopratutto mare, ma anceh alternative di terra ) … o ancora potete anche passare per un caffè o per stare in buona compagnia con tanta buona musica!!!
Art Director:
Mino Munitello – UDE EVENTI
infoline 3339753981

martignano

Info

Happy hours itinerante 18:00333975398108321832276

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Jack’n Jill : Dr. Why 2018 ogni Domenica

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CUTROFIANO ( Lecce ) – Un’altra grande novità quest’anno sarà il DR. WHY, ogni domenia sera, dopo i posticipi di serie A.
Il gioco a quiz piu amato d’Italia, con nuovi aggiornamenti e una nuova grafica per una serata divertente da passare insime agli amici!!! Tantissimi premi e montepremi nazionale!!!

INGRESSO LIBERO!!!
UDE EVENTI Production
Art Director Mino Munitello +39.333.9753981

Info e prenotazioni al: +39.0836.542238 / +39.338.6111661

Jack’n Jill, Via Veneto, 40 – Cutrofiano
info@jacknjill.it – http://www.jacknjill.it/

Ricordati di richiedere la tua #CASHBACKCARD del JACK’N JILL
inserendo i tuoi dati qui >>> https://goo.gl/TcKHGZ

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Salumertia di turno: Aperivinyl set

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GALATINA ( Lecce ) – Sarà Giorgio Presicce questa domenica a portarci indietro nel tempo della musica con le sue raccolte di vinili. Nella nostra location ormai nota a tanti amici, per un apericena domenicale con uno sfondo barocco unico, quello di Galatina. Come di consueto vi aspettiamo, con bella musica, bella gente e buon cibo!!
Non mancate!!!!

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