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Studente picchiato in classe e utilizzato come cancelletto: indagato un compagno di classe

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di F.Oli.

LECCE – Utilizzò un compagno di classe in più occasione come cancelletto sbeffeggiandolo e prendendosi gioco di lui davanti agli altri compagni di classe immortalando le sequenze in un video. Il sostituto procuratore della Procura dei Minori, Imerio Tramis, ha chiuso le indagini su un caso di presunto bullismo avvenuto all’interno dell’Istituto Tecnico “E.Fermi” di Lecce nell’aprile scorso. L’avviso di chiusa inchiesta è stato fatto notificare ad un 17enne di Salice Salentino accusato di percosse e stalking. Il caso finì alla ribalta delle cronache locali e nazionali per la gravità dei fatti (ovviamente tutti da accertare) e per le ripercussioni riportate dalla vittima “per un perdurante stato d’ansia e di paura” come annota lo stesso magistrato, titolare del fascicolo.

Agli atti d’indagine è confluito un video di 13 secondi in cui lo studente viene sbeffeggiato, umiliato e colpito con un calcio da un compagno. E proprio la visione del filmato realizzato da un compagno di classe convinse la madre a sporgere denuncia e ad avviare le indagini assistita dagli avvocati Giovanni Montagna e Giorgio Pasca. Lentamente il ragazzo ha vinto paure e timori. E ha raccontato quanto accadeva a scuola. Nei mesi scorsi, più volte, il ragazzo era rientrato a casa con evidenti lividi sulle braccia, sulle gambe e sul costato. Alle domande della madre, però, il ragazzo aveva fornito risposte evasive giustificando lesioni e ferite con alcune cadute nella palestra della scuola durante l’ora di educazione fisica. Per lo studente il silenzio in tutti questi mesi era stato una scelta obbligata. I suoi aguzzini lo avrebbero minacciato. Se avesse parlato sarebbe stato picchiato, isolato e prelevato da casa per ricevere “una lezione”.

Tali vicissitudini tra i banchi di scuola avrebbero inevitabilmente destabilizzato il 17enne nella vita sociale. Tanto che il pm parla di “un atteggiamento di prevaricazione” da parte dell’indagato nei vari episodi avvenuti “approfittando dell’assenza dei professori”. Nel corso delle indagini il ragazzino è stato sentito con l’ascolto protetto dai carabinieri e anche grazie al supporto di una psicologa, ha confermato il caso svelando altri episodi. Se su un fronte c’è uno studente indicato come la vittima delle presunte angherie di un compagno di classe fisicamente più robusto, più sicuro e forte psicologicamente dall’altra parte del guado c’è comunque un compagno che, per quanto forte e sicuro di sè, ha dimostrato tutta la propria fragilità e sensibilità.

Nei mesi scorsi, assistito dall’avvocato Marco Luigi Elia e Cristian Gabellone, è stato interrogato dagli inquirenti. Il giovane, pur non sottraendosi alle proprie responsabilità, ha comunque circoscritto gli episodi in un clima di goliardia tra compagni in cui la stessa vittima si sarebbe prestata a recitare un simile ruolo come sollecitato in più occasioni. Nelle prossime settimane la difesa irrobustirà la propria strategia con il deposito di memorie. Nel frattempo l’indagato, subito dopo la sospensione, ha cambiato scuola.

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La polizia stradale blocca lo scuolabus della Lupiae: mancava la revisione, era insicuro

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di Gaetano Gorgoni

LECCE – Un’altra tegola piomba sulla Lupiae servizi: multa e blocco dello scuolabus per la partecipata del Comune, perché manca la revisione. L’episodio è avvenuto in piazzetta Montale. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stata una mamma a chiedere i controlli sul mezzo che ogni giorno accompagna il figlio a scuola. Adesso chi pagherà la multa? Chi è responsabile di questa dimenticanza? Sembra che il responsabile del collaudo sia l’Ufficio Scuola del Comune di Lecce. In questo momento il mezzo è bloccato in attesa del collaudo. “Alla Lupiae compete segnalare e chiedere di fare la revisione al mezzo” – ci spiega la presidente Tatiana Turi, che assicura che le lettere di avviso sono partite. Sembra che il lungo iter burocratico abbia scatenato il problema. Ma si sa anche che senza “revisione” un mezzo non può circolare. “La polizia controlla tutti gli autobus che trasportano studenti e bambini, senza transigere: per noi la sicurezza è al primo posto” – ha puntualizzato la responsabile della polizia stradale di Lecce, dottoressa Lucia Tondo, interpellata sulla vicenda. Peccato che alcuni genitori, invece di fare un applauso agli agenti intervenuti per rendere più sicuro il trasporto dei figli, abbiano espresso fastidio per il tempo che si perdeva durante i controlli.

Eppure, autobus obsoleti o non controllati spesso sono stati la principale causa di tragedie che sono passate alla storia della cronaca nera. I mezzi per trasportare tante persone devono essere controllati e revisionati: le vite dei passeggeri, altrimenti, sono in pericolo. “La polizia stradale fa dei blitz anche alle 6 di mattina per controllare che tutto sia in regola: nella mia attività mi è capitato, alcune volte, di incontrare persino autisti di scuolabus col tasso alcolemico oltre il consentito – continua la dirigente – Dico questo per far capire che la polizia svolge un compito indispensabile. In questo caso l’autista era in regola, ma il mezzo no”.

AGGIORNAMENTO:

Dalla Lupiae, a tarda sera, giunge una precisazione: “È doveroso precisare che il mezzo non è stato sequestrato ma gli agenti di P.S. hanno soltanto contestato la mancata revisione del veicolo, ragion per cui è stata contestata una contravvenzione, come previsto dal Codice della Strada.
All’uopo, si fa presente che lo Scuolabus è di proprietà del Comune di Lecce, che Lupiae Servizi S.p.a. è tenuta a segnalare – così come ha fatto a chi di competenza – la necessaria revisione fissata, peraltro, il prossimo 8 novembre.
Il servizio sarà regolarmente garantito per i giorni a venire senza che, gli utenti, possano soffrire di alcun ulteriore disagio” – precisa l’ingegner Claudio De Matteis, Direttore Tecnico Lupiae Servizi S.p.a.

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Consumatori sotto tiro, multe causate da segnaletiche “controverse” su viale Rossini, mentre tutto cade a pezzi

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LECCE – A volte è tanta la voglia della polizia municipale di far incassare qualche soldo in più al Comune con le multe che non ci si mette nei panni di un cittadino ingannato  da una segnaletica controversa. Va bene che siamo in predissesto, ma nemmeno le famiglie salentine se la passano tanto bene. In viale Rossini, all’altezza dei numeri 7 e 9, qualcosa non va. Esistono dei parcheggi gratuiti a tempo (30 e 20) minuti sui due lati, ma dalla parte dove insistono degli alberi di pino la striscia bianca arriva fino a metà parcheggio, tutto il resto sembra posteggio libero. Tutto sembrava chiaro fino a quando una serie di residenti non si sono visti appoggiare all’improvviso delle fastidiosissime multe sul parabrezza delle auto. Eppure avevano “scalato” dei dossi pazzeschi per parcheggiare lì, mettendo a dura prova gli ammortizzatori dei loro veicoli. 

“Avevo chiesto anche ad alcuni uomini della polizia municipale che erano di passaggio se stessi facendo bene a parcheggiare lì – commenta un avvocato residente in Viale Rossini – Mi avevano detto che potevo, che non c’erano problemi”. Alle volte nel diritto è tutta una questione di interpretazioni. Indovinate qual è l’interpretazione del comandante Donato Zacheo, raggiunto telefonicamente? “C’è la segnaletica verticale: la multa è valida”. Prendendo per buona questa interpretazione probabilmente letterale del codice della strada, è giusto che un cittadino venga ingannato da due segnaletiche in contrasto? Che senso ha far terminare la striscia bianca, se tutta l’area è un parcheggio a tempo? Perché non ci si mette nei panni del residente che vedendo che la striscia bianca del parcheggio è terminata, mette tranquillamente l’auto lì? C’è da dire anche che non esiste un cartello di divieto di sosta e di fermata. Quindi, l’utente è tratto in inganno, anche perché sarebbe stato semplice allungare la striscia bianca, se l’intenzione era di rendere tutta l’area parcheggio gratuito a tempo con disco orario. 

Prima delle multe bisognerebbe preoccuparsi dei marciapiedi impraticabili e degli stessi parcheggi che con le radici degli alberi sono diventati “montagne russe”. I residenti si sono già rivolti alle associazioni dei consumatori. “Impugneremo senza pensarci due volte” – spiega il presidente Giovanni D’Agata, dello Sportello dei Diritti. Insomma, chi è responsabile faccia allungare la striscia bianca che delimita i parcheggi a tempo o lasci in pace i consumatori. Si annullino le multe generare da segnaletiche controverse, poi con gli incassi delle altre tantissime multe che si fanno ogni giorno si aggiustino il marciapiede e la parte di strada devastata dalle radici degli alberi. Chi lo farà sarà ripagato da un profondo senso di gratitudine, che potrebbe sostituire la rabbia dei multati di Viale Gioacchino Rossini di questi giorni.

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Ucciso in un clamoroso scambio di persona: diventa definitiva la condanna per il killer

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F.Oli.

SURBO (Lecce) – Ci sono sentenze che, seppur severe, non renderanno mai giustizia a chi ha perso ingiustamente un proprio caro. In particolare se la vittima era un giovane incensurato e ignaro a qualsiasi logica criminale. Arriva il sigillo della Cassazione sull’omicidio di Valentino Spalluto, il 21enne di Surbo, ammazzato per sbaglio il 2 agosto del 2012 nei pressi di LecceFiere in Piazza Palio. I giudici della prima sezione della Suprema Corte hanno confermato la condanna d’Appello a 26 anni per il leccese 28enne Salvatore Andrea Polimeno (a fronte dei 30 incassati in primo grado). Gli ermellini hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’avvocato Ladislao Massari, legale dell’imputato, confermando l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici per l’imputato e una provvisionale  di 50mila euro per ciascuna delle parti civili: i genitori e la sorella della vittima, assistiti in questa lunga e triste vicenda giudiziaria prima e processuale poi dagli avvocati Francesca Conte e Giada Paladini.

Le indagini sono state condotte dagli agenti della Squadra mobile di Lecce coordinate dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero. Polimeno voleva uccidere un’altra persona: Alessandro Leo, detto “Saso”. Il 28enne, residente nella zona della 167, aveva maturato l’intenzione di compiere l’omicidio per vendicare un pestaggio subìto tempo prima per questioni di droga. Quel giorno di inizio agosto Spalluto, un giovane lavoratore ed estraneo a qualsiasi logica criminale, era impegnato nell’allestimento del palco a LecceFiere dove era previsto il concerto della cantante Laura Pausini annullato subito dopo l’omicidio. Dopo aver compiuto un paio di giri di perlustrazione, Polimeno avrebbe parcheggiato il mezzo, impugnato la pistola calibro 38 ed esploso tre colpi, confondendo la vittima per Leo, vero bersaglio del killer assente quel giorno dal posto di lavoro e che lavorava con la stessa squadra di Valentino.

Polimeno venne arrestato dopo pochi giorni dagli agenti della Squadra Mobile di Lecce. Nel corso del processo di primo grado sono stati sentiti poliziotti, testimoni, residenti nella zona della 167 e la Corte ha acquisito anche le dichiarazioni del pentito leccese Gioele Greco. L’istruttoria è stata fortemente condizionata dalle confessioni ammantate da un forte clima di omertà e di paura di alcuni testi comparsi in aula e chiamati a fornire dettagli, ricostruzioni e conferme alle dichiarazioni verbalizzate nelle fasi d’indagini per la morte di un giovane ignaro a qualsiasi contesto criminale.

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Piante di marijuana e lampada alogena per la coltivazione: 31enne torna in libertà

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F.Oli.

CASARANO (Lecce) – E’ tornato in libertà subito dopo l’udienza di convalida Marcello Marinucci, il 31enne di Casarano, arrestato martedì per una piccola piantagione di marijuana trovata dai carabinieri. E’ quanto deciso dal gip Giovanni Gallo a margine dell’udienza di convalida in cui il giovane ha ammesso gli addebiti sostenendo che la piantagione serviva per uso personale o in compagnia degli amici.

Il giudice, pur convalidando l’arresto, ha scarcerato Marinucci, difeso dagli avvocati Antonio Venneri e Gianluca Musca, applicando il solo obbligo di firma. Sono stati i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Casarano ad effettuare il blitz all’interno di una tenda cubica dove hanno trovato nove vasi, di cui sei contenenti piantine di marijuana di piccole dimensioni.

In un ripostiglio sulla veranda, invece, era stata attrezzata un’altra mini serra, con sei vasi contenenti piantine appena germogliate. Entrambi i locali, come accertato dai carabinieri, erano muniti di ventilatore e lampada alogena, per garantire alle piantine le condizioni climatiche ottimali per crescere rigogliose. Durante l’ispezione domiciliare, è saltato fuori anche un bilancino di precisione e due vasetti di vetro, contenenti complessivamente 28 grammi di marijuana già essiccata.

F.Oli. 

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Picchiati e sequestrati perchè accusati di un furto: il branco rimane in silenzio davanti al gip

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F.Oli. 

CARMIANO (Lecce) – Rimane in silenzio il branco responsabile del pestaggio di due amici accusati di un furto compiuto il giorno prima in casa del padre di uno dei presunti aggressori. Davanti al gip Carlo Cazzella hanno fatto scena muta Stefano Gabellone, 42enne di Monteroni ed Eupremio Leonetti, 44enne, Marco Paladini, 32enne, Ivan Petrelli, 41enne, Cristano Quarta e Gianfranco Quarta, rispettivamente di 27 e 42 anni, tutti di Carmiano, arrestati dai carabinieri con un’ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dal pubblico ministero Paola Guglielmi con le accuse di lesioni personali aggravate e sequestro di persona a scopo di estorsione in concorso. La scelta di rimanere in silenzio potrebbe essere giustificata dalla volontà degli avvocati difensori Paolo Spalluto, Alessandra Viterbo, Luigi Rella, Myrko De Luca, Arturo Balzani e Giovanni Erroi, di acquisire le carte del fascicolo per un eventuale ricorso al Tribunale del Riesame.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della Tenenza di Copertino e della Compagnia di Gallipoli, al comando rispettivamente del luogotenente Salvatore Giannuzzi e del capitano Francesco Battaglia,

I fatti di cui sono accusati i sei (altre quattro persone che avrebbero preso parte all’aggressione sono in fase di identificazione) risalgono alla sera del 10 settembre scorso, quando il gruppetto raggiunse a bordo di due auto l’abitazione di uno dei due sospettati del furto. Incuranti della presenza della compagna e della figlia di quest’ultima, il branco iniziò a minacciare di morte e a picchiare i due uomini (entrambi già noti per piccoli precedenti), uno dei quali fu anche costretto con la forza a tenere la testa nel lavandino pieno d’acqua.

Ma non finì lì. Dopo avere prelevato le due vittime ed averle caricate a bordo delle due vetture (una di loro fu addirittura rinchiusa nel bagagliaio dell’auto), la banda le condusse nelle campagne tra Carmiano e Salice Salentino, dove avvenne la seconda parte del pestaggio, con calci, pugni e schiaffi. E dove i violenti avanzarono la richiesta estorsiva di 8mila euro, ammontante al bottino rubato la sera precedente presso l’abitazione del padre di Cristiano Quarta, che i due sospetti ladri – da qui prende il nome l’operazione “I soliti sospetti” – avrebbero dovuto consegnare entro mezz’ora nel piazzale di un’area di servizio.

Il cruento episodio è stato ricostruito non solo grazie alle dichiarazioni delle vittime (sentite dallo stesso pubblico ministero Paola Guglielmi in Procura nelle scorse settimane) ma anche con i riscontri dei carabinieri che, quella sera stessa, intercettarono i due amici con i volti tumefatti dopo una segnalazione arrivata alla Centrale operativa inoltrata dagli stessi. Gli aggressori sarebbero stati poi riconosciuto con l’individuazione fotografica.

Per il gip sussistono i gravi indizi di colpevolezza per via della privazione della libertà delle vittime a scopo chiaramente estorsivo e costringerle all’esborso di denaro. Per quanto attiene alle esigenze cautelari la gravità dei fatti, le modalità dell’azione e l’evidente sfondo intimidatorio che ha portato una delle vittima ad un atteggiamento estremamente reticente, consentono di affermare che gli indagati potrebbero, in concreto e in tempi rapidi, commettere ulteriori reati aggredendo e intimidendo nuovamente le persone offese per ottenere il denaro e costringerle a ritrattare quanto dichiarato sinora.

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La rete museale neretina sulla tesi di laurea di una studentessa lucana

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NARDO’ (Lecce) – La rete museale di Nardò diventa oggetto di studio. In particolare, è il tema di una tesi di laurea sperimentale che sta scrivendo una studentessa ventiseienne originaria di Vietri di Potenza, Rosangela Iovine, iscritta al corso di laurea in “Gestione delle attività turistiche e culturali” della Facoltà di Economia dell’Università del Salento. L’insegnamento nell’ambito del quale il tema della tesi è stato inquadrato e definito è “Management delle aziende culturali”, tenuto dalla docente Francesca Imperiale.

Il titolo del lavoro della studentessa lucana è I musei civici nel comune di Nardò: aspetti manageriali, che punta a fare un’analisi approfondita dello status giuridico e finanziario dei musei neretini, delle strutture che li ospitano, dell’organizzazione, del personale, della normativa di riferimento e del rapporto di ogni museo con il pubblico e con il territorio. Parte del lavoro scaturirà da una serie di interviste che Rosangela Iovine sta conducendo in questi giorni ai responsabili dei soggetti gestori delle strutture (Antonietta Martignano, Filomena Ranaldo, Valeria Dell’Atti, Andrea Barone) e all’assessore con delega ai Musei Mino Natalizio, con l’obiettivo di cogliere differenze, utilità e difficoltà nella gestione dei musei. Il documento finale potrà essere utile anche all’amministrazione comunale in sede di valutazione di nuove scelte e nuovi indirizzi di gestione della crescente rete museale cittadina.

Rosangela Iovine ha deciso di approfondire il tema dei musei neretini dopo aver effettuato nei mesi scorsi un tirocinio universitario di 150 ore presso il Museo della Preistoria di Nardò, ravvisando la particolarità di una rete così diversificata e ricca di spunti di interesse scientifico e culturale e sottoponendo alla propria docente la possibilità di fare una ricerca in tal senso.

“Sono stata molto sorpresa dal fermento e dal dinamismo dei musei di Nardò – dice Rosangela Iovineche per numero e valenza culturale e scientifica sono un fatto non consueto in una città di queste dimensioni. L’obiettivo della tesi è approfondire gli aspetti gestionali delle strutture, pur essendo in quasi tutti i casi delle esperienze di gestione effettivamente recenti. Credo di poter fare un lavoro che magari potrà servire anche all’amministrazione comunale in sede di pianificazione della gestione futura dei musei. Nardò mi piace molto, è una città viva e da questa rete museale sono convinta possa trarre benefici importanti a livello culturale e turistico”.

La rete museale di Nardò è formata dal Museo della Memoria e dell’Accoglienza (che raccoglie le testimonianze di migliaia di profughi ebrei che tra il 1943 e il 1947 trovarono ospitalità nel territorio di Nardò), dall’Acquario del Salento (che ospita pesci, crostacei, molluschi, echinodermi e molte altre forme di vita marina tipica delle acque del Salento), dal Museo della Preistoria di Nardò (che espone reperti provenienti dalle ricerche archeologiche condotte dagli anni Sessanta in poi nelle grotte di Portoselvaggio, un contesto unico per la ricchezza dei paesaggi e delle testimonianze preistoriche), dal Museo del Mare Antico (che mira alla conoscenza, fruizione e valorizzazione del patrimonio archeologico della costa e delle acque di Nardò), dal Museo della Città e del Territorio (che è sede di un percorso sulla storia di Nardò dal periodo romano sino all’età contemporanea) e dal Museo della Civiltà Contadina (che è dedicato all’attività contadina, alle arti, ai mestieri, alla vita domestica, alle tradizioni popolari della città) .

“Questa tesi – spiega l’assessore Mino Natalizioè un’altra conferma del gran lavoro che stiamo facendo sulla rete museale e della bontà della scelta fatta a favore dei musei e degli attrattori della città. L’asse, di cui parlo spesso, tra la rete museale e il parco di Portoselvaggio è l’autentico punto di forza delle nostre strategie sulla destagionalizzazione e in generale di una Nardò sempre più a vocazione turistica. Ringrazio Rosangela per l’attenzione che dimostra per la nostra città e le faccio un grande in bocca al lupo per il suo percorso di studi”.

 

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Strage di Cursi, Procura dispone perizia balistica sulla pistola utilizzata per il triplice omicidio

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F.Oli.

CURSI (Lecce) – Una perizia balistica sulla pistola utilizzata da Roberto Pappadà per ammazzare Andrea Marti, il padre Francesco e la zia di Andrea, l’insegnante Maria Assunta Quarta. In giornata il pubblico ministero Donatina Buffelli, titolare del fascicolo, ha conferito l’incarico all’ingegnere Riccardo Ramirez che dovrà stabilire quanti colpi siano stati sparati, risalire alla matricola e alla provenienza della Smith&Wesson calibro 357 magnum. L’accertamento, che prevede l’utilizzo di acidi per appurare contrassegni matricolari cancellati, è stato esteso a tutte le parti coinvolte. L’ingegnere dovrà depositare gli esiti della perizia nei prossimi 30 giorni. Su come si sia procurato l’arma piuttosto pesante e dalla potenza di fuoco micidiale Pappadà non ha fornito alcun dettaglio nel corso dell’udienza di convalida nonostante le domande del gip Carlo Cazzella.

Intanto, l’omicida reo confesso è stato trasferito nel carcere di Taranto già da alcuni giorni. Risponde di omicidio plurimo aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, di tentato omicidio (per il ferimento di Fernanda Quarta, madre di Andrea e moglie di Francesco) e ricettazione. L’uomo, un ex operaio edile, mise a segno una strage pianificata (come da lui stesso ammesso) la sera del 28 settembre scorso. Pappadà attese l’arrivo di Andrea in compagnia della fidanzata (risparmiata dalla pioggia di fuoco) per poi colpire il padre e la zia del giovane. Nelle intenzioni dell’assassino doveva morire anche Fernanda Quarta rimasta miracolosamente solo ferita grazie al tempestivo ed efficace intervento dei carabinieri del Norm di Maglie che bloccarono Pappadà prima che potesse sparare il colpo di grazia.

Una strage compiuta con spietata lucidità per motivi mai come in questo caso banali. Pappadà si lamentava da tempo con i vicini “colpevoli” di aver occupato il posto macchina vicino alla sua abitazione sprezzanti, a suo dire, della necessità di avere a disposizione il parcheggio per accudire la sorella disabile. Inoltre i vicini si erano resi protagonisti di vari dispetti riponendo davanti alla sua abitazione dei rifiuti. A breve, l’avvocato Nicola Leo potrebbe presentare richiesta di perizia psichiatrica per comprendere lo stato di salute di Pappadà al momento della strage. Corposo l’elenco delle persone offese assistite dagli avvocati Arcangelo Corvaglia e Marino Giausa.

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Nuovo sbarco sulle coste salentine, 71 migranti rintracciati a Mancaversa

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MANCAVERSA (Lecce) – Non si arrestano gli arrivi di migranti, confermando il Salento terra di confine, di approdo e di speranza. A distanza di pochi giorni, un nuovo sbarco si è registrato sulle coste salentine.  Settantuno migranti sedicenti pakistani, infatti, sono stati intercettati subito dopo essere sbarcati a Mancaversa, marina di Taviano, intorno alle tre di notte.

Intercettati sulla terraferma, i migranti sono stati  bloccati dai carabinieri di Casarano e poi condotti presso il centro di prima accoglienza “Don Tonino Bello” di Otranto, dove per tutta la notte si sono svolte le operazioni di identificazione e registrazione. La guardia di finanza di Gallipoli ha intercettato l’imbarcazione, una barca di 14 metri, a Punta Pizzo.

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D’Attis nuovo commissario Regionale Puglia, Luca Russo: grande soddisfazione

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LECCE – “Esprimo grande soddisfazione a nome mio e dell’intero Coordinamento enti locali per la nomina del On. D’attis a commissario regionale di Forza Italia.”
Queste le parole di Luca Russo, vice coordinatore regionale enti locali e coordinatore per la provincia di Lecce che aggiunge: “Condividiamo pienamente la scelta di affidare all’ On. D’attis la gestione del partito in Puglia.
Consapevoli delle sue qualità politiche ed umane e consci che la nostra regione può rappresentare la punta di diamante fra le regioni d’Italia in termini di consensi e rappresentanza istituzionale.

Sono certo che il neo commissario regionale saprà rafforzare ancor di più il partito. Noi saremo sicuramente al suo fianco in questa nuova ed avvincente sfida. Convinti che tutti insieme riusciremo a portare Forza Italia verso importanti successi”.

Proprio per questo sono stato sempre favore alle decisioni del partito a prescindere dai nomi.
Sono un uomo legato alla cultura di una politica democratica e propositiva.
Non sono tra quelli che perde tempo a discutere le decisioni intrapese pur apprezzando il lavoro svolto da senatore Vitali che certamente sarà impiegato a livelli più coinvolgenti vista la sua indiscutibile esperienza politica e lealtà a Forza Italia.

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Tredici milioni di euro il credito della provincia di Lecce nei confronti della regione Puglia, diffida per la liquidazione delle somme

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LECCE – Non demorde il Presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone e, alla vigilia della fine del mandato, continua ad agire a difesa dell’Ente.

Dopo aver intrapreso, anche nelle vesti di Presidente dell’UPI Puglia, numerose battaglie per vedere riconosciuti i rimborsi per le spese sopportate per lo svolgimento delle funzioni non fondamentali, Gabellone ha in questi giorni diffidato la Regione a trasferirgli le somme per le spese relative agli anni 2015 e 2017.

Si tratta di somme non di poco conto, considerato che per l’anno 2015 la richiesta della sola Provincia di Lecce è di circa 13 milioni di euro.

Al suo fianco l’avvocato Pietro Quinto che già aveva assistito la Provincia nelle iniziative giudiziarie che hanno portato il Consiglio di Stato ad una interessante pronuncia di qualche mese fa. I Massimi Giudici amministrativi avevano investito le Istituzioni della necessità di trovare intese interistituzionali utili per trovare modalità e tempi per il trasferimento delle risorse.

La questione giuridica, alimentata da un panorama legislativo confuso frutto della mancata attuazione della Riforma Del Rio, è alla base delle tante difficoltà quotidiane che si registrano nelle scuole, nei trasporti e nella viabilità. Le province sono state chiamate, da un lato, a continuare a svolgere alcune funzioni non più loro, ma, dall’altro lato, sono state private dei trasferimenti statali.

Anche la Regione, a sua volta, ha avuto grande difficoltà a fare fronte alle richieste delle province e ciò per la ristrettezza delle risorse e per la confusione normativa.

Lo scorso anno era stato il Presidente Gabellone, a capo dell’UPI Puglia, a definire un’intesa con la Regione per le spese relative all’anno 2016; quell’intesa faceva rinvio ad un successivo incontro per risolvere lo stesso problema per l’anno 2015 e per il 2017.

Ma quel nuovo incontro, malgrado le richieste di Gabellone, non si è mai svolto.

Da qui la diffida inoltrata dal Presidente Gabellone per il tramite dell’avvocato Quinto per la convocazione di un tavolo utile a definire modalità ed esatti importi dei rimborsi dovuti.

Perdurando il silenzio della Regione sarà inevitabile il ricorso al TAR avverso il silenzio rifiuto e la richiesta della nomina di un Commissario per la liquidazione delle competenze spettanti alla Provincia di Lecce.

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«Il Piccolo Principe” atterra al nuovo Teatro Verdi

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BRINDISI – È considerata una favola, ma è qualcosa di più. «Il Piccolo Principe» di Antoine de Saint-Exupéry è uno dei capolavori della letteratura francese e mondiale, tradotto in oltre 250 lingue, che ha ispirato non poche riletture e spettacoli. Al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi arriva mercoledì 26 dicembre (ore 18.30), uno specialissimo fuori cartellone nella versione del regista, interprete e musicista Salvatore Della Villa. Il biglietto costa 15 euro nel primo settore10 euro nel secondo settore e in galleria; per i bambini fino a 12 anni 6 euro in ogni parte del Teatro. Biglietti disponibili da lunedì 22 ottobre presso la biglietteria del Teatro (info 0831 562554) e online sul circuito vivaticket.it.

Divenuto ben presto un classico, «Il Piccolo Principe» non invecchia, e così può rivivere a teatro in uno spettacolo adatto a tutte le età. Uno spettacolo fedele e coinvolgente che incanta i più piccoli ed emoziona i grandi. Una galleria di figure attualissime, metafore della condizione umana. Fedele al testo di Saint-Exupéry, Della Villa inserisce elementi di grande originalità. Uno spettacolo coinvolgente, un allestimento dal sapore “felliniano” allegramente sognante.

La produzione dello spettacolo è giunta al suo quarto allestimento, dopo il successo di critica e di pubblico, che ha registrato il sold out in tutte le repliche fino ad ora programmate dal 2008 ad oggi. Spettacolo fedelissimo al testo di Saint-Exupéry, la produzione è stata una delle rare produzioni mondiali autorizzate dagli eredi e Gallimard, che hanno concesso il placet scrupoloso di rappresentazione per l’adattamento e la regia. Gli stessi costumi e scene, disegnate dall’artista Disney Emilio Urbano, sono fedeli ai disegni originali dell’autore. Le musiche originali sono firmate da Gianluigi Antonaci, che ha cucito addosso ad ogni personaggio note e temi di grande atmosfera.

L’opera più conosciuta di Antoine de Saint-Exupéry, pubblicata per la prima volta nel 1943, fu un successo editoriale che interessò tutto il mondo. Si tratta di una delle opere letterarie più celebri del XX secolo e tra le più vendute della storia. Un racconto poetico che affronta temi come il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia.

Il viaggio del Piccolo Principe, che per conoscere l’universo vaga da un asteroide all’altro imbattendosi in allegorici personaggi che nascondono i vizi e le virtù di ogni uomo, è messo in scena con l’intento di esaltare la poesia e i contenuti del racconto, per consegnare allo spettatore il messaggio che tanto sta a cuore al protagonista: «L’essenziale è invisibile agli occhi».

Il primo viaggio lo porta su un pianeta il cui unico abitante è uno strano geografo con quattro braccia e due occhi luminosi; il secondo volo lo porta a conoscere uno strano Re che crede di regnare su tutto e tutti ma in realtà non possiede sudditi. Poi il Piccolo Principe parte alla volta del pianeta Terra dove spera di incontrare qualche umano con cui scoprire cose sconosciute. Atterra nel deserto e ad accoglierlo c’è un serpente da cui apprende alcune informazioni sugli umani, poi trova una volpe da cui apprende il concetto di amicizia e poi finalmente un uomo: il signor aviatore a cui il Piccolo Principe insegnerà che l’essenziale è invisibile agli occhi! I bambini compiono un piccolo viaggio insieme al Piccolo Principe sulla scena, potendone conservare il ricordo durante i loro viaggi della vita!

«Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro…».

 

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L’Universitȧ del Salento presenta l’Enciclopedia di Bioetica e Scienza Giuridica

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LECCE – Lunedì 22 ottobre 2018, ore 16.00, presso l’Aula Magna di Giurisprudenza, ci sarà la presentazione dell’Enciclopedia di Bioetica e Scienza Giuridica. Nell’occasione si discuteranno alcune tematiche.

Alle ore 15.00 si effettuerà la registrazione dei partecipanti. Seguiranno i saluti del Rettore Vincenzo Zara, di Roberta Altavilla (Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Lecce), Giuseppe Venneri (Presidente dell’Ordine Commercialisti e degli Esperti contabili di Lecce), Rosario Giorgio Costa (Presidente Onorario della Fondazione Messapia – Commercialisti, Lecce), Pietro Perlingieri (Presidente delle Edizioni Scientifiche Italiane).

Alle ore 16.30 si avviano i lavori. La parte introduttiva sarà presieduta dal Prof. Hervé Cavallera (Università del Salento). Sua Em.za il Cardinale Elio Sgreccia parlerà sul tema Creaturalità e dignità della persona umana, mentre, il professore Antonio Tarantino (Università del Salento) dirà com’è nata l’idea dell’Enciclopedia e come si struttura.

Alle ore 17.30 si darà inizio al seminario su Il rispetto della vita: Presiederà i lavori Fabio Pollice (Direttore del Dipartimento di Storia, Società e Studi dell’Uomo, Università del Salento); Antonio Casciano che discuterà su Bioetica e rispetto della vita; Raffaele Guido Rodio su Diritto e rispetto della vita, aspetti pubblicistici, e Antonio De Mauro su Diritto e rispetto della vita, aspetti privatistici.

Alle ore 18.30 si affronta un altro tema sensibile con il Seminario su Il Principio Sussidiarietà e Terziario”. Presiede i lavori Manolita Francesca (Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Università del Salento). Aldo Loiodice parlerà su Aspetti generali del principio sussidiarietà e Terziario e Vincenzo Tondi Delle Mura su Aspetti particolari del principio sussidiarietà e terziario.

Infine, alle ore 19.10 ci sarà la chiusura dei lavori.

Prima d’essere presentata all’Università del Salento, l’Enciclopedia è stata presentata presso l’Università di Bari, il Policlinico Gemelli e a Montecitorio, Sala del Cenacolo.

L’Enciclopedia è nata sulla base delle seguenti considerazioni, che si possono leggere anche nel dépliant di presentazione.

“Oggi più di ieri, considerati i continui progressi delle discipline biomediche, che hanno radicalmente cambiato le aspettative della vita, la presenza di un’Enciclopedia, come informazione sullo stato delle questioni bioetiche, viste contemporaneamente e dalle prospettive di natura medica, etica, del diritto romano e dei diritti positivi odierni, è indispensabile. Per questo, è scaturita l’idea dell’Enciclopedia di Bioetica e Scienza giuridica, la prima del suo genere nel contesto mondiale che affronti le questioni da più punti di vista.

L’approccio multidisciplinare, assunto nell’impostazione dell’Enciclopedia, ha a suo fondamento un’etica naturale aperta alla trascendenza. L’approccio filosofico dell’Enciclopedia porta verso il rispetto della linea di sviluppo dell’umanità, e, pur prendendo atto delle derive sinusoidali di tale linea, indica punti fermi finalizzati a favorire l’affermazione storica dei programmi biologici e culturali presenti nel genoma umano. L’Enciclopedia, programmata e pubblicata in 12 volumi, avrà gli aggiornamenti necessari per i continui contributi che la comunità scientifica e i documenti giuridici nazionali e internazionali offriranno alla società” .

 

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150 mila euro per le giostrine per bimbi disabili nei piccoli Comuni. Casili: “Si chiude ciclo triennale di interventi”

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“Con la pubblicazione della graduatoria dei Comuni pugliesi al di sotto dei 15 mila abitanti che accedono al finanziamento per l’adeguamento dei parchi per i bambini disabili, si chiude un ciclo triennale di interventi che ho fortemente voluto e fatto approvare con un mio emendamento in assestamento di bilancio. Oltre 700 mila euro che sono serviti per rendere inclusivi i parchi gioco comunali”. Così il capogruppo del M5S Cristian Casili esprime la propria soddisfazione per il risultato ottenuto con un emendamento attraverso il quale è stato istituito un fondo triennale di 450 mila euro per gli anni 2016-2018 per l’adeguamento dei parchi gioco comunali alle esigenze dei bambini con disabilità. Nelle passate annualità sono stati finanziati i Comuni al di sopra dei 15 mila abitanti e, viste le tante richieste pervenute, si è provveduto con ulteriori emendamenti a incrementare le risorse disponibili.

“Sono 44 i Comuni ammessi a finanziamento con quest’ultimo bando – continua Casili – anche se le risorse non sono sufficienti per tutti e dovranno essere rimpinguate nella prossima manovra finanziaria, così come già fatto nelle passate annualità”.
Alle singole amministrazioni con il punteggio più alto in graduatoria andranno circa 10mila euro per l’acquisto di giochi e attrezzature. Nel leccese ci sono Poggiardo, Taurisano, Veglie, Leverano, Parabita, Racale, Squinzano, Lizzanello, Melissano, Monteroni e Ruffano.
“Un segnale – prosegue – che dimostra l’importanza di questa proposta. Interventi come questi restituiscono la bellezza del fare politica al servizio delle persone soprattutto di quelle più deboli. La finalità del provvedimento infatti era assicurare che i bambini con disabilità potessero avere uguale accesso alle attività ludiche, ricreative e di tempo libero nei parchi pubblici attraverso percorsi ad hoc, rampe di accesso e pavimentazioni dell’area gioco, giostrine e strutture per lo sport. Finalmente – conclude Casili – non ci saranno più distinzioni e barriere per il gioco dei nostri bambini”.

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Highlander Marra di nuovo alla prova delle urne, obbiettivo la presidenza della Provincia

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di Oronzo Perlangeli

Abbiamo incontrato i due candidati alla presidenza della provincia, ponendo loro le stesse domande ottenendo una visione di quello che potrebbe essere il volto dell’ente secondo loro

Sindaco Marra, non le bastavano tutte le problematiche che in un Comune come Squinzano giornalmente approdano sul tavolo del primo cittadino tanto che per averne delle altre ha deciso di accettare la candidatura per il tribolato Scranno più alto di Palazzo dei Celestini?

“È vero, Squinzano è una realtà complessa e difficile e quindi occorre tanto impegno da parte del sottoscritto. Da quando mi sono insediato non ho preso neanche un giorno di ferie, ho ricevuto anche nei giorni del 13 e del 16 agosto perché le istanze della gente sono veramente tante. L’attuale legge per le elezioni provinciali, stabilisce che solo un sindaco può essere eletto alla presidenza dell’ente. Non ho cercato questa candidatura, lo sanno tutti, l’ho fatto per spirito di servizio. Le due realtà viaggiano a livelli differenti, per questo diciamo potrei anche dividere la giornata in due parti e dedicarmi così, nel caso venissi eletto, anche alle all’ente provincia”.

Qual è in sintesi il suo programma di rilancio dell’Ente? Come pensa di dare nuova linfa allo svalutato ente che si candida a presiedere?

“La mia azione sarà in linea con la precedente esperienza amministrativa del Presidente Gabellone, che è stato molto bravo a superare i momenti di crisi. Infatti, dopo la legge Delrio, molte province hanno dichiarato addirittura fallimento e altre erano sul punto di farlo. La mia azione punterà a valorizzare il patrimonio provinciale, partendo dal sistema dei trasporti che collegano il Salento con tutta Italia ed Europa. Il Convitto Palmieri che dovrebbe diventare faro guida della movida culturale, efficientamento e sicurezza nelle scuole che stanno palesando una precarietà preoccupante. Il resto nelle eventualità di una mia elezione lo affronterò nel corso del mio mandato”.

Questa tornata elettorale si presenta particolarmente ingarbugliata, può anticiparci qualcosa su quelli che saranno gli apparentamenti al di là degli steccati politici di appartenenza?

“La situazione elettorale non mi sembra tanto ingarbugliata, c’è uno schieramento di centro-sinistra da una parte, ed uno schieramento di centro-destra dall’altra. La differenza potrebbe venire dai così detti franchi tiratori, da una parte o dall’altra. Io vedo la mia coalizione molto coesa.  Ho l’appoggio della Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Direzione Italia e anche di qualche movimento civico.  Tutti molto convinti nel fare insieme al sottoscritto, questa bella campagna elettorale”.

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Terrier si avventa contro cagnolino e proprietaria: grave l’animale, ferita la donna. Denunciato il proprietario

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CASTROMEDIANO (Lecce) – Un Terrier Border li ha aggrediti mentre erano a spasso in piazza Zaccaria a Castromediano, la frazione di Cavallino, costringendoli entrambi a ricorrere alle cure dei medici: la proprietaria del cane, morsa alla gamba e ad una mano, guarirà in 10 giorni; il suo amichetto a quattro zampe, invece, è ora ricoverato in gravi condizioni presso una clinica veterinaria.

Il grave episodio si è verificato attorno alle 20 di ieri. La donna, di 46 anni, passeggiava insieme al suo cagnolino, quando ad un certo punto sarebbero stati avvicinati dal Terrier, sfuggito – a detta del suo proprietario – dalla sua abitazione, che si sarebbe prima avventato contro il cagnolino della signora e poi contro la stessa proprietaria, mordendola ad una gamba e ad una mano.

Il proprietario del cane aggressore, identificato dai carabinieri della stazione di Cavallino accorsi sul posto, è stato denunciato per lesioni. Nei suoi confronti scatteranno anche le sanzioni previste per il malgoverno dell’animale (che comunque era munito di regolare microchip ed era regolarmente iscritto all’anagrafe canina). Nei prossimi giorni, il Terrier Border sarà tenuto sotto osservazione, per valutare la sua aggressività.

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Lo scioglimento del Consiglio Comunale di Parabita è definitivo: il Consiglio di Stato dà ragione al Ministero

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PARABITA (Lecce) – Nel tardo pomeriggio di oggi è pervenuta la comunicazione dalla segreteria della Sezione Terza del Consiglio di Stato dell’accoglimento del ricorso d’appello proposto dall’Avvocatura Generale dello Stato avverso la sentenza del Tar Lazio che aveva annullato il provvedimento di scioglimento del Consiglio Comunale di Parabita.

Gli Avvocati Pietro Quinto e Luciano Ancora, che hanno difeso l’Amministrazione Cacciapaglia, hanno dichiarato che una volta conosciute le motivazioni della sentenza d’appello e, in particolare, il profilo riguardante la tardività del ricorso d’appello notificato dall’Avvocatura Generale il 30 maggio assumeranno tutte le opportune iniziative che l’ordinamento consente  a tutela degli interessi degli Amministratori di Parabita.

Sin d’ora, peraltro, verrà proposto il ricorso avverso il provvedimento di proroga della gestione commissariale che ha impedito lo svolgimento delle elezioni amministrative già indette per il 31 ottobre per il rinnovo del Consiglio Comunale di Parabita. Ciò perché – sostengono gli Avvocati Quinto e Ancora – la proroga è avvenuta al di fuori dei termini consentiti dall’art. 143 TUEL e in assoluta carenza degli “eccezionali motivi” che giustificano la proroga della gestione straordinaria dell’Ente Locale.

Questo al fine di poter dare, al più presto, la parola ai cittadini del Comune di Parabita che rimangono i veri protagonisti e giudici della comunità civica per la loro capacità di auto amministrarsi.

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Francobolli falsi stampati in carcere: cinque indagati, altri sei mesi d’indagine

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F.Oli.

LECCE – Altri sei mesi d’indagine nell’ambito dell’inchiesta sui francobolli falsi stampati in carcere. La richiesta è stata avanzata dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero alla luce della complessità degli accertamenti non ancora conclusi. A mettere in moto l’indagine è stato un decreto di sequestro del 10 marzo scorso con una serie di perquisizioni eseguite dagli agenti della polizia penitenziaria a carico di cinque indagati: William Monaco, 27 anni, di Lecce; Roberto Napoletano, 31, di Squinzano; Cantigno Servidio, 52, di Scalea (comune in provincia di Cosenza); Andrea Reho, di 26 e Giuseppe Polito, di 35, entrambi residenti a Brindisi, accusati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, uso di valori di bolli contraffatti o alterati e ricettazione.

Il sequestro interessò poco più di 130 francobolli postali (verosimilmente falsi o contraffatti). Il grosso delle stampe venne trovato nella disponibilità di Monaco; in quantità minime nella disponibilità degli altri quattro. Sotto sequestro finì anche un computer con cui sarebbero stati stampati i francobolli. Si trattava di un pc posizionato nel laboratorio editoriale del carcere con cui i detenuti realizzavano un giornale e cartoncini d’auguri o calendari con le foto dei familiari stampate. E che stando alle indagini sarebbe stato utilizzato anche per altro. Probabilmente ma è solo un’ipotesi investigativa, la stampa dei francobolli sarebbe servita per la corrispondenza interna per scambiarsi i saluti e informazioni anche con detenuti di altri istituti.

Tra i cinque indagati spicca la figura di Napoletano. Detenuto da tempo, il 31enne è stato condannato in primo grado nel processo scaturito dall’operazione “Vortice Déja-vu” mentre alla fine del 2016 era stato arrestato per alcune liti con il fratello,. Napoletano è stato invece assolto dall’accusa di tentata estorsione aggravata nella vicenda che ha coinvolto il locale Livello 11/8. Il nome di William Monaco, invece, è stato condannato in Appello a 13 anni di reclusione nel processo scaturito dall’operazione “Eclissi”. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Antonio Savoia, Mariangela Calò, Elvia Belmonte, Francesco Stella e Pietro Russo, quest’ultimo del Foro di Cosenza.

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Ferì un cugino al termine di un litigio con una sbarra di ferro: condannato a 4 anni di reclusione

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F.Oli.

SQUINZANO (Lecce) – Colpì un cugino con una sbarra di ferro al culmine di un litigio spedendolo in ospedale. Per l’aggressore è arrivato il conto della giustizia: 4 anni di reclusione sono stati inflitti a Salvatore Maurizio Tomasi, 59enne di Squinzano, accusato di lesioni personali gravi. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Bianca Maria Todaro che ha livellato, seppur di pochi mesi verso il basso, la richiesta di condanna del vice procuratone onorario. L’imputato dovrà anche risarcire la parte civile, Paolo Dell’Atti, di 55 anni, assistita dall’avvocato Paolo De Giorgi.

La lite risale al 17 aprile del 2012. Quella mattina la tranquillità nel paese venne bruscamente interrotta dallo stridore delle sirene del 118 e dei mezzi dei carabinieri arrivate, in forze, nella centralissima via don Bosco. Forse per il troppo rumore causato, quasi certamente, da edifici confinanti tra i parenti si scatenò una furibonda lite che rischiò di finire in tragedia. I due, infatti, dalle parole passarono ben presto alle vie di fatto. Il diverbio degenerò, fino a quando, forse per un colpo assestato con una sbarra di metallo, Dell’Atti cadde malamente rimanendo ferito al capo. Fu un colpo tremendo. L’uomo si accasciò a terra privo di sensi. Fu lo stesso aggressore, con ogni probabilità, a chiamare i soccorsi.

Sul posto, pochi minuti dopo, giunse un’ambulanza del 118 che trasportò d’urgenza il ferito nel reparto di Neurologia dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce dove l’uomo venne sottoposto a un delicato intervento chirurgico. La vittima riportò un trauma cranico con fratture ed un ematoma e la prognosi rimase riservata. Sul luogo dell’aggressione intervennero anche i carabinieri della stazione locale che identificarono i due protagonisti di quest’assurda vicenda dopo aver raccolto le deposizioni dei testimoni.

Tomasi venne così denunciato con l’accusa di lesioni personali gravi. A distanza di tempo, l’allora sostituto procuratore Giuseppe Capoccia chiuse le indagini chiedendo il rinvio a giudizio dell’uomo. L’imputato era assistito dall’avvocato Paolo Spalluto e Stefano Rizzelli. La difesa ha sostenuto che le lesioni erano state causate in maniera accidentale dopo che la persona offesa aveva raggiunto il terreno del cugino. Ci sarebbe stata una colluttazione e, dopo una caduta, De Giorgi sarebbe rimasto ferito finendo su alcuni pezzi di ferro. Una ricostruzione che verrà ribadita non appena saranno depositate le motivazioni attese per i prossimi 90 giorni.

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Tap, a Roma aspettano Godot: nuovo incontro al Ministero e nuovo rinvio

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ROMA – Ci credono ancora i No Tap. Nell’ultima puntata della telenovela sul grande tubo che approderà a San Basilio avevamo detto che era rimasta un’ultima chance: quella della valutazione al Ministero dell’Ambiente, ma anche questa volta tutto è terminato con un rinvio. In realtà si è trattato di un incontro informale con lo staff del ministro dell’Ambiente in cui i No Tap sono tornati a evidenziare “le irregolarità che avrebbero dovuto conoscere i funzionari ministeriali”. Come una lunga attesa della grande svolta, di Godot, che però non passa, mentre i lavori vanno avanti, anche questa volta i tecnici si sono presi altri tempo per studiare, riflettere e poi emettere il responso. All’incontro pomeridiano al Ministero hanno partecipato Speranza, Tullio, Lo Presti, un funzionario della Capitaneria di porto, Diego de Lorenzis e tre tecnici del Ministero. Per il Comune di Melendugno erano presenti l’avvocato Calsolaro insieme a sindaco, vice e funzionari: Potì, Mele, Dima, Manuelli e Petrachi.

Per il sottosegretario Cioffi si rischiano penali di 20 miliardi perché il gasdotto è costruito all’80%. “Ma i tecnici del movimento hanno recuperato documenti ufficiali che smentiscono in toto tale ipotesi – spiega Gianluca Maggiore, portavoce No Tap –
Il gasdotto risulta costruito per 255Km su 878 con un enormità di criticità e violazioni:
Sembra incredibile, che in Italia dove non risulta posato neanche un metro di tubo, TAP accusa IL PREFETTO delle inadempienze e dei pessimi rapporti con la popolazione.
Mentre il Governo continua a fingere di studiare le carte, sparando cifre esorbitanti su eventuali ‘penali’ che non sembrano verificabili e cercando di giustificare un’inerzia che, a questo punto, non riusciamo a capire se è dettata da ignoranza o malafede, i documenti ufficiali dicono tutt’altro.
Sul sito ufficiale di Tap sono comparsi due documenti, redatti dalla società Ramboll (una società europea di controllo sul progetto) a Gennaio e Marzo 2018 e pubblicati nel Luglio di quest’anno, che dicono tutt’altro, facendo vedere la reale situazione dei lavori in Italia, Grecia e Albania ed evidenziando le criticità enormi che Tap sta trovando ovunque”.

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