SAN BASILIO (MELENDUGNO)- Il giorno dopo l’incontro con il premier Conte l’amarezza dei No TAP non si arresta. Le penali da 20 miliardi spaventano il governo e la Lega vuole che Tap vada avanti. C’è un ultimo approfondimento di carattere ambientale da fare, ma sembra che ormai la direzione sia abbastanza chiara: l’opera si farà a San Basilio. Le reazioni politiche sono di enorme delusione, anche il governatore Emiliano infierisce: “Aspetto di sentire l’ultima parola, tutti sanno che ho guardato con grande attenzione a questo nuovo Governo soprattutto perché su due grandi vertenze, Ilva di Taranto e Tap, aveva posizioni diverse dal Governo precedente di centrosinistra col quale ero entrato in scontro frontale. Il Movimento 5 Stelle mi accusava allora di proporre delle soluzioni mediane sulla decarbonizzazione dell’ILVA e sullo spostamento 30 km più a Nord dell’approdo del gasdotto (in una zona già infrastrutturata, tutelando la spiaggia di San Foca, con un risparmio di soldi per gli italiani evitando la realizzazione del collegamento via terra da San Foca a Mesagne, ndr). Mi dicevano “tu fingi di essere il poliziotto buono”, insomma mi accusavano di cercare una mediazione solo per attutire la posizione insostenibile del Governo del centrosinistra precedente.
Adesso il Movimento 5 Stelle è al Governo e su Ilva la loro ritirata è stata assolutamente indegna nei confronti del loro elettorato, che spero rifletta. E mi auguro che la vergogna di questa ritirata consenta al Governo almeno di aprire il tavolo della decarbonizzazione dell’Ilva, che era la mia posizione cosiddetta “da poliziotto buono”. Invece quella per me è stata una battaglia così dura che mi sono fatto insultare dal governo del Partito Democratico per la decarbonizzazione dell’Ilva. Adesso attendo di conoscere da questo Governo se vogliono cominciare, visto che hanno deciso di tenere aperta l’Ilva, almeno a ragionare sulla decarbonizzazione. Allo stesso modo sul TAP, nonostante i comizi di Di Battista e della Lezzi nei quali dicevano che se avessero vinto le elezioni in 15 giorni avrebbero cancellato l’opera, mentre sapevano già da allora – perché le carte erano uguali allora come oggi – che questa era una balla da campagna elettorale, quella balla l’hanno detta. Visto che oggi la situazione è in questi termini che almeno si impegnino con la Regione Puglia a spostare il gasdotto di 30 chilometri più a nord, perché se poi anche sul TAP si fa come sull’Ilva, cioè si fa finta di niente, allora questa povera gente pugliese che è stata presa in giro dal Movimento 5 Stelle a che santo si deve votare, da chi deve andare a rivolgere una supplica perché siano rispettati almeno gli impegni della campagna elettorale che ha visto il Movimento 5 Stelle arrivare quasi al 50 per cento dei voti in Puglia per queste promesse?
Questa cosa è drammatica non tanto dal punto di vista elettorale o politico, ma proprio dal punto di vista istituzionale, perché rischiano con questa tecnica di rompere la fiducia tra i cittadini e le istituzioni. È devastante quello che hanno fatto e mi auguro che pongano rimedio accogliendo i suggerimenti della Regione Puglia: decarbonizzazione Ilva e spostamento dell’approdo Tap, visto che non hanno il coraggio di fare quello che avevano promesso di fare. Perché queste sono le uniche soluzioni realistiche che tutelano la salute dei cittadini e l’ambiente”.
Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano con riferimento alle decisioni del governo sulle vicende gasdotto Tap e Ilva di Taranto.
LA DIFESA D’UFFICIO DEI PENTASTELLATI
Il deputato Leonardo Donno, portavoce alla Camera M5S, prova a chiarire la posizione dei pentastellati: “Voglio ribadirlo anche qui: siamo stati e siamo tuttora contrari al gasdotto Tap. Fino ad oggi, però, avere un quadro completo della situazione è risultato impossibile. Non avevamo accesso a tutta la documentazione che potesse consentire una visione globale della questione, con i suoi tanti ostacoli burocratici. Quando la Ministra Lezzi avanzò richiesta di accesso agli atti non ricevette mai risposta. Adesso che siamo al Governo e possiamo guardare oltre il velo di Maya, la realtà fa male. Nonostante tutto, fino alla fine, noi ci crediamo.
Ieri abbiamo sottoposto all’attenzione del presidente Conte e del Ministro Costa elementi relativi alle cartografie e alle autorizzazioni rilasciate. In queste ore verranno valutati con la massima urgenza, è una corsa contro il tempo.
È assurdo sentirsi criticare oggi da chi ha fornito il lasciapassare alla Tap o da chi, come Michele Emiliano, aveva nelle sue mani il potere di fermare l’opera e si è ben guardato dall’esercitarlo. Se davvero avesse voluto fermare lo sbarco del “tubo” a San Foca avrebbe potuto riconoscere la zona marina come sito di interesse comunitario (Sic). La sua condotta omissiva è gravissima e deve assumersene la responsabilità.
La nostra volontà di bloccare l’opera c’è sempre stata e resta. Se non dovesse emergere l’appiglio giusto per bloccare il gasdotto, purtroppo, l’unica alternativa sarebbe quella di esporre il Paese a un contenzioso internazionale le cui conseguenze, anche economiche, sarebbero pesantissime. Vi assicuro che noi, in primis, non vogliamo arrivare a questo.
Personalmente sono tra i firmatari dell’esposto in Procura che ha portato al sequestro di un’area di cantiere, in contrada “Le paesane”. È con quello stesso spirito che sposo oggi, e sempre, questa battaglia. Sono Salentino anch’io ed è per questo che in questa battaglia ci metto il cuore, prima di tutto”.
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