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Omicidio Noemi: chiesti diciotto anni di reclusione per Lucio

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di F.Oli. 

SPECCHIA (Lecce) –  Uccise la sua fidanzata dopo averla trascinata in aperta campagna per poi nascondere il suo corpo sotto un cumulo di pietre. In piena notte e senza complici. Una morte atroce e senza un movente. Diciotto anni di reclusione sono stati invocati dal pubblico ministero del Tribunale per i Minori Anna Carbonara per Lucio, il 18enne di Montesardo salentino, ritenuto l’unico e solo responsabile del’omicidio della 16enne di Specchia Noemi Durini. Lucio era presente in aula. Ha seguito la ricostruzione del pm passo dopo passo. “Ha agito lucidamente secondo un piano prestabilito infierendo sul corpo di quella ragazza” ha precisato il magistrato inquirente nel corso della sua lunga e puntuale requisitoria. Diciotto anni, dunque la richiesta di condanna. Una richiesta maturata dopo un conteggio sulla scorta della scelta del rito e del sistema di variabili entrate in gioco (tra attenuanti e aggravanti).

Noemi Durini

Per comprendere come un giovane, all’epoca under 18, rischi “appena” 18 anni di reclusione per un omicidio bisogna seguire il ragionamento del pm magari poco comprensibile per l’uomo comune ma rigoroso e inappuntabile nella valutazione squisitamente giuridica. Il magistrato ha ritenuto equivalenti l’aggravante rispetto all’attenuante della minore età cristallizzando la pena a 25 anni. Poi ha aumentato a 27 anni la stessa in continuazione con gli altri reati contestati (occultamento di cadavere e porto d’arma). Infine, per la scelta del rito (l’abbreviato consente uno sconto di un terzo della pena) è scesa a 18 anni. In questo fascicolo sono stati riuniti anche le accuse di ricettazione, le percosse nei confronti di Noemi e il danneggiamento ad un’auto per i quali la pm ha chiesto meno di 10 mesi. Rigettata, ancora una volta, la richiesta di messa alla prova che la difesa aveva rilanciato anche questa mattina in virtù di un comportamento irreprensibile del giovane detenuto negli ultimi mesi così come evidenziato dalle recenti valutazioni dei consulenti.

Nel corso del suo intervento il magistrato ha ripercorso in quasi tre ore in maniera molto puntuale i retroscena del delitto di Specchia (sia quelli antecedenti che quelli immediatamente successivi) allargando il cono delle valutazioni non solo ai fatti confluiti nel processo ma anche a tante piccole scaramucce sintomatiche di una situazione che sarebbe potuta esplodere da un momento all’altro; si è poi soffermata sul profilo psicologico di Lucio (ritenuto capace di intendere e di volere) per dimostrare la volontarietà del suo gesto richiamando le relazioni dei vari consulenti. Non ha fatto cenno a presunte complicità richiamando il contenuto dell’ultima informativa depositata dai carabinieri il 17 aprile scorso in cui le responsabilità sono contestate ad un solo e unico soggetto: Lucio, il giovane che ha dichiarato più volte di amare Noemi Durini salvo poi ammazzarla come un assassino lucido e spietato. Eppure la fragilità mentale del 18enne (all’epoca dell’omicidio minorenne) sarebbe emersa in alcuni passaggi in cui il pm ha parlato di un ragazzo fortemente volubile e condizionato dalla forza e dal carisma del padre che, più volte, lo avrebbe aizzato nei confronti della sua ragazza.

Lucio, l’assassino

L’omicidio rappresenta una delle pagine più cruente degli ultimi anni nel Salento. Le indagini sono tate condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo in stretta sinergia con i militari della stazione di Specchia. La giovane Noemi venne prelevata da casa nella notte del 3 settembre. Salì sulla Fiat 500 guidata dal fidanzato e condotta in una campagna alla periferia di Castrignano del Capo. Noemi cercò di difendersi dall’aggressione del suo fidanzata. Ma fu costretta a soccombere colpita a morte con alcune pietre e un coltello (mai ritrovato) all’altezza della nuca. Poi Lucio si sarebbe allontanato “dal luogo dei fatti repentinamente con la propria autovettura disfacendosi del manico del coltello avvolto nella propria maglietta in un luogo che non ha saputo indicare”. Dopo alcune ore di agonia, così come stabilito dalla consulenza medico legale, il cuore della 16enne cessò di battere. Per dieci giorni quel cumulo di pietre rappresentò la tomba della giovane. I militari avviarono le ricerche dopo due giorni.

La madre, allarmata, raggiunse la caserma dei carabinieri di Specchia per denunciare la scomparsa della figlia. Già in altre occasioni, Noemi si era allontanata da casa ma mai per più giorni. Da subito, la madre di Noemi indirizzò i propri sospetti su Lucio additando il fidanzato come il responsabile della scomparsa della figlia. Nei primi ascolti in caserma il giovane non collaborò con i carabinieri per poi crollare in un lungo interrogatorio consentendo ai militari di ritrovare il cadavere della giovane in uno stato ormai avanzato di putrefazione per l’azione corrosiva degli agenti atmosferici. Nella giornata di domani sarà il turno dell’avvocato difensore Luigi Rella che cercherà di battere un tasto più volte rimarcato in questi mesi: l’incapacità di intendere e di volere del giovane al momento del fatto infiacchito da una serie di Tso subìti nei giorni che hanno preceduto la tragedia. Poi giovedì è prevista la sentenza del gup Aristodemo Ingusci attesa con trepidazione dai genitori di Noemi, assistiti dagli avvocati Mario Blandolino e Francesco Zacheo (“ci aspettavamo qualcosa in più” il commento dell’avvocato Zacheo) che potranno avanzare una richiesta risarcitoria in sede civile nei confronti dei genitori dell’assassino di loro figlia. “Non l’ho visto Lucio, siamo fiduciosi, a me bastano anche dieci anni di carcere”, ha commentato il padre di Noemi, Umberto Durini, all’uscita del Tribunale per i Minori. Poi andato via. Da solo. Di corsa verso Specchia.

 

 

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Allerta Meteo Puglia: rischio temporali

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Un’ area depressionaria, con contributo interno di aria fredda, presente sul mediterraneo centrale continuerà a determinare condizioni di spiccata instabilità sulle regioni meridionali, in particolare sulle aree ioniche.

I fenomeni si sono concentrati sulle regioni centro-meridionali, ed insisteranno anche domani sulle predette regioni centro-meridionali. La fase di maltempo sarà caratterizzata anche da un deciso aumento della ventilazione dai quadranti settentrionali e da un calo termico su tutta la regione.

Pertanto per la giornata di domani 3 ottobre e per le successive 24 ore si prevede il persistere di precipitazioni da sparse a diffuse, occasionalmente abbondanti, anche a carattere di rovescio o temporale, su tutta la regione.

Le precipitazioni saranno accompagnate da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento.

Il Centro Funzionale Decentrato ha valutato a partire dalla mezzanotte di domani mercoledì 03 ottobre e per le successive 24 un’ALLERTA ARANCIONE per rischio idrogeologico localizzato e per temporali sulla Puglia centro meridionale e un’ALLERTA GIALLA per temporali e rischio idrogeologico localizzato sulle restanti zone della regione.

Il Centro Funzionale e la Sala Operativa monitoreranno gli eventi fornendo aggiornamenti in merito all’evoluzione della situazione meteo e degli effetti al suolo.

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Stazione e dintorni, continuano i controlli dopo la maxi rissa: espulsi due stranieri irregolari

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LECCE – Controlli a tappeto dopo la maxi rissa. Nella serata di ieri, infatti, si è svolto un altro servizio straordinario di controllo del territorio e di contrasto all’immigrazione clandestina ad “alto impatto”, programmati dal Questore di Lecce in seguito alle determinazioni convenute nel Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica del 25 settembre scorso.

Il servizio ha riguardato in particolare le aree occupate dalla stazione ferroviaria di Lecce e le limitrofe vie Don Bosco, Viale Oronzo Quarta, via di Ussano ed il prospicente Quartiere Rudiae.

Nel corso dei servizi, gli agenti hanno proceduto principalmente al controllo di cittadini extracomunitari senza fissa dimora e con posizione irregolare sul territorio nazionale. Tra questi, due cittadini del Senegal, di cui uno provvisto di documenti di soggiorno e con precedenti di polizia per furto, e l’altro, con precedenti penali per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale, sono stati accompagnati in Questura, dove, al termine delle procedure di identificazione, sono stati trasferiti presso il Centro per il Rimpatrio di Potenza.

Il servizio di ieri sera, che – riferiscono dalla Questura – sarà ripetuto ogni giorno, ha comunque determinato una sensibile diminuzione della presenza di soggetti dediti al vagabondaggio nelle zone oggetto di controllo.

In particolare i locali tenuti sotto costante osservazione erano sostanzialmente vuoti, senza nessun assembramento nei loro pressi, e si stavano apprestando alla chiusura.

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Strage di Cursi, il gip: “L’assassino ha dimostrato un’indole priva di rispetto per la vita umana”

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F.Oli.

CURSI (Lecce) – “Convinto di aver fatto la cosa giusta e rammaricato di non avere eliminato Fernanda Quarta, tutti stati d’animo sintomatici di un’indole violenta priva di scrupoli e di qualsiasi rispetto della vita umana”. Va giù pesante il gip Carlo Cazzella nelle otto pagine dell’ordinanza con cui convalida l’arresto e applica la custodia cautelare in carcere per Roberto Pappadà, autore venerdì sera della strage di un’intera famiglia: Andrea Marti, il padre Francesco, la zia di Andrea, Maria Assunta Quarta e il ferimento di Fernanda Quarta, madre di Andrea e moglie di Francesco.

DINAMICA

Il gip ricostruisce le fasi del triplice omicidio consumato venerdì sera in via Tevere. Pappadà aveva meditato il suo piano covato da almeno due anni. Il 58enne  attende il rientro di Andrea Marti che arriva in auto in compagnia della sua ragazza. Spora un primo colpo ferendo il giovane. Vedendo che è ancora vivo esplode un secondo colpo alla testa facendolo cadere per terra esanime. Nel contempo intima alla fidanzata di Andrea di andare via risparmiandola perchè nei suoi confronti non serba motivi di risentimento. La donna entra in casa. Telefona ai genitori del suo ragazzo che in breve raggiungono via Tevere insieme agli zii della madre. Pappadà, ignaro che gli altri componenti si trovassero altrove, attende all’esterno. Appena i coniugi scendono dall’auto l’assassino spara tre colpi ferendo mortalmente Francesco Marti e Maria Assunta Marti all’addome risparmiando il marito di quest’ultima. Ferisce in maniera non grave anche Fernanda Quarta. Ripercorrendo il racconto di Pappadà anche la donna doveva morire ma mentre si appresta a sparare nuovamente al corpo della donna viene bloccato dai carabinieri, costretto a gettare a terra la pistola impedendo così di porre a termine la sua missione.

LE INDAGINI

Sul posto arrivano immediatamente i carabinieri del Norm di Maglie. I militari sequestrano l’arma: una Smith Wesson non catalogata sprovvista di numeri e contrassegni e pertanto da considerarsi clandestina; la pistola a tamburo contiene cinque cartucce inesplose mentre per strada vengono ritrovati cinque bossoli calibro 357 a conferma del fatto che Pappadà aveva sparato altrettanti colpi.

MOVENTE

I rapporti tra Pappadà e i suoi vicini si erano incrinati per i dissapori legati ai parcheggi delle rispettive autovetture. A suggellare tale ricostruzione viene in aiuto la ricostruzione fornita da Pappadà che dapprima davanti al pm e poi soprattutto davanti al gip ammette di aver covato da tempo la vendetta estrema nei confronti dei vicini colpevoli di aver occupato il posto macchina vicino alla sua abitazione sprezzanti, a suo dire, della necessità di avere a disposizione il parcheggio per accudire la sorella disabile. Inoltre i vicini si erano resi protagonisti di vari dispetti riponendo davanti alla sua abitazione dei rifiuti. Circa due anni prima, poi, si era verificato l’episodio che gli aveva fatto meditare la strage quando Andrea Marti gli aveva messo le mani al collo con una certa energia in occasione di una discussione di un parcheggio.

IL GIALLO DELL’ARMA

L’indagato, pur non volendo rispondere alle domande relative alle modalità con cui è venuto in possesso della pistola, ha ammesso di essersela procurata per uccidere i rivali nei cui confronti serbava un odio profondo in particolare nei confronti di Andrea Marti.

ESIGENZE CAUTELARI

L’indagato, secondo il gip, non si è dimostrato per nulla pentito e neppure scosso per la strage. Anzi ha continuato freddamente a sostenere anche davanti al giudice i soprusi a cui era stato sottoposto dai vicini pensando solo all’annientamento dell’intera famiglia ribadendo a più riprese di aver meditato e progettato l’azione criminale e “denotando” in tal modo, scrive il giudice, “un totale disprezzo per la vita altrui”.

Sussistono i gravi indizi di colpevolezza (melius prove granitiche precisa sempre il gip) a carico di Pappadà in ordine al triplice e tentato omicidio pluriaggravati  dalla premeditazione. La vendetta è stata covata da almeno due anni senza alcun tentennamento solo per esasperazione nei confronti dei vicini. Sussistono le esigenze cautelari per pericolo di fuga (prospettazione all’ergastolo) e per pericolo della reiterazione del reato tenuto conto delle inquietanti spiegazioni fornite dall’uomo in sede di convalida e della sua totale indifferenza. Convinto di aver fatto la cosa giusta e rammaricato di non avere eliminato Fernanda Quarta.

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Rapina all’alba nel bar-tabacchi: bandito in fuga con soldi e sigarette

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COPERTINO (Lecce) – Ha fatto irruzione nel bar – tabacchi quando erano circa le 6,45 del mattino e, dopo aver fatto abbassare la saracinesca del locale, si è impossessato di 5mila euro ed alcune stecche di sigarette.

L’ennesima rapina nel Salento è stata portata a termine all’alba ai danni del bar – tabaccheria di Antonio Rollo, in via Sardegna a Copertino. Ad agire, come ricostruito dai carabinieri, un individuo col volto coperto e armato di pistola.

Costretto dalle maniere violente del malvivente, il titolare non ha potuto fare altro che abbassare la saracinesca e consegnare l’incasso della sera precedente, circa 5mila euro in contanti. Il bandito, come detto, prima di guadagnare l’uscita ha prima allungato le mani su alcune stecche di sigarette, per un valore che verrà quantificato nelle prossime ore, e poi ha portato via anche i dvd dell’ impianto di video sorveglianza.

I carabinieri della Tenenza di Copertino, che hanno ascoltato il racconto della vittima ed avviato le indagini, non potranno perciò  contare sul supporto di alcun filmato. Il titolare del bar, fortunatamente, non ha riportato alcuna conseguenza fisica.

 

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Progetto “Capire per crescere”, la soddisfazione dell’assessore Leo

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PUGLIA – L’assessore con delega all’Istruzione della Regione Puglia, Sebastiano Leo, è intervenuto quest’oggi alla conferenza stampa di rendicontazione sociale del progetto “Capire per crescere“, promosso dall’Istituto Pasteur Italia, in collaborazione con il Miur, l’Ufficio Scolastico Regionale e Regione Puglia.

Alla conferenza stampa hanno preso parte Vincenzo Melilli, dirigente dell’Usp, Antonio Musarò, docente dell’Università “La Sapienza” di Roma e Angela Santoni, direttore scientifico dell’Istituto Pasteur, oltre ai dirigenti scolastici degli istituti  coinvolti.

“L’assessorato all’Istruzione della Regione Puglia ha creduto nel progetto “Capire per crescere” e contribuito alla sua promozione con la direzione scientifica dell’Istituto Pasteur. – ha affermato l’assessore Sebastiano Leo – I banconi, dotati di strumentazioni scientifiche e didattiche, donati dall’Istituto Pasteur e collocati all’interno delle aule scientifiche degli istituti comprensivi e delle scuole superiori coinvolte, costituiranno degli autentici focolai di divulgazione: saranno, infatti, aperti a tutta la comunità scolastica del territorio. Il Polo 1 di Copertino, l’IC “Elisa Springer” di Surbo, l’IISS “Giannelli” di Parabita e il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Maglie e il Comune di Andrano, che ha ospitato anche quest’anno la “Festa della Scienza” dovranno dare impulso alla creazione di una rete per la promozione della cultura scientifica.

Del resto, – ha proseguito l’assessore Leo – l’assessorato all’Istruzione è stato partner della “Festa della Scienza”, consapevole del valore dell’iniziativa e dell’entusiasmo che essa suscita nei ragazzi. Saper fare significa, infatti, acquisire competenze in situazione: attività laboratoriali e strumentazioni sofisticate come quelle donate dall’Istituto rappresentano un’opportunità di crescita condivisa.”

 

 

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Sei indagati e sigilli al bar “Molo”, nei guai anche ex dirigenti comunali

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SAN CATALDO (Lecce) – Sigilli al bar “Il Molo” che si trova sul lungomare di San Cataldo: i militari della Guardia costiera hanno sequestrato la struttura per una serie di violazioni che avrebbero riscontrato. Nel decreto di sequestro preventivo, a firma del giudice per le indagini preliminari Vincenzo Brancato, vi sono i nomi di sei indagati, dirigenti ed ex di Palazzo Carafa. Non solo. Abuso di ufficio, falso, deturpamento di bellezze naturali ed abusi edilizi, sono le ipotesi di reato di cui rispondono, a vario titolo: Rossana Capoccia, 38 anni, di Lecce, legale rappresentante della società L.F., proprietaria del chiosco e committente dei lavori; Gianfranco Cozza, 42 anni, di Surbo, tecnico progettista della L.F.; Antonietta Greco, 65 anni, di Lecce, dirigente comunale del settore Urbanistico; Giancarlo Pantaleo, 63 anni, di Monteroni, responsabile dell’ufficio comunale Demanio; Daniele Buscicchio, 61 anni, responsabile comunale dell’ufficio Paesaggio; l’architetto Luigi Maniglio, 68 anni, di Lecce, nelle vesti di digente del settore Urbanistica; ed infine Caterina Delle Canne, 59 anni, di Lecce, amministratrice della Idea Line.

L’ipotesi, secondo l’accusa, è che sarebbero stati redatti dei documenti fasulli per assegnare la gestione del chiosco, di aver impiegato criteri invasivi per la costruzione dello stesso, di aver ignorato il parere negativo della Soprintendenza e inoltre, anomalie sarebbero state riscontrate anche nel rilascio della licenza di concessione demaniale e nella procedura di evidenza pubblica che avrebbe escluso ad altre imprese di partecipare.

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Operazione “Contatto”: Procura invoca oltre sette secoli di carcere per 54 imputati

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F.Oli.

SOGLIANO CAVOUR (Lecce) – Una lunga giornata iniziata con un minuto di raccoglimento in ricordo dell’avvocato Ennio Masiello, sindaco di Brindisi dal dicembre del 1987 al marzo del 1989, deceduto nelle scorse ore inframmezzata da una lunga e articolata requisitoria e dall’ascolto del maresciallo dei carabinieri della stazione di Cutrofiano. Oltre sette secoli di carcere sono stati invocati dal pubblico ministero Roberta Licci per gli imputati finiti alla sbarra nell’inchiesta antimafia “Contatto” condotta dai carabinieri nei confronti dei presunti esponenti del clan “Coluccia”.La pm si è soffermata, in  particolare, sul ruolo ricoperto dai Coluccia dopo un excursus sulla storia recente e lontana della famiglia di Noha per voce del procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi presente in aula. Nello specifico sono stati richiesti 16 anni per Giuseppe Antonaci, inteso Castello, 54 anni, di Sogliano Cavour; 15 anni per Salvatore Blago, 40, di Sogliano; 19 anni per Massimo Candido, 45, di Cutrofiano; 16 anni a Pierluigi Carechino, inteso “Careca”, 41, di Sogliano Cavour; 15 anni a Cristian Carluccio, 31, di Surbo; 12 anni a Ivano Cascione, 38, di Sogliano; 20 anni a Vincenzo Cianci, 33, di Sogliano; 16 anni a Luigi Otello Coluccia, 72, di Galatina; 16 anni a Michele Coluccia, di 59, di Noha.

Poi ancora: 10 anni a Luana Giovanna Congedo, 51, di Martano; 16 anni a Leonardo Costa, detto Musicheddha, 56, di Corigliano d’Otranto; 15 anni a  Domenico Dell’Avvocata, 25, di Cutrofiano; 12 anni a Giuseppe De Matteis, detto trattorista, 31, di Corigliano d’Otranto; 12 anni a Luigi De Matteis, 35, di Corigliano d’Otranto; 16 anni a Daniele De Matteis, inteso panna e fragola, 34, di Frigole; 12 anni a Gabriele Antonio De Paolis, 42, di Noha; 15 anni a Pantaleo De Paolis, 58, di Cursi; 15 anni a Paolo De Simone, inteso Paulu de lu moru, 48, di Sogliano Cavour; 5 anni a Ugo Donno, 28, di Corigliano d’Otranto; 12 anni a Silvano Donno, detto volpe, 60 anni, di Sogliano Cavour; 16 anni a Giordano Epifani, 43, di Corigliano; 15 anni a Francesco Epifani, 45, di Cutrofiano; 18 anni a  Giuseppe Salvatore Fiorito, 53, di Cutrofiano.

Infine: 4 anni a Lorenzo Frassantito, 62, di Sogliano Cavour; 16 anni a Rosario Frassanito, inteso Pilone, 49, di Sogliano Cavour; 7 anni e 8 mesi a Laura Gemma, agente di polizia penitenziaria, 30, di Sogliano; 12 anni ad Angelo Greco, 47, di Sogliano; 17 anni a Marco Gugliersi, 41, di Noha; 17 anni a Pasquale Gugliersi, 38, di Noha; 12 anni ad Andrea Icaro, 38, di Cutrofiano; 12 anni a Rudy Lubelli, 27enne, di Lecce; 7 anni a Chiara Licci, 29, di Cutrofiano; 14 anni a Rocco Longo, 51, di Cutrofiano; 16 anni a Maurizio Maggio, 25, di Sogliano; 15 anni a Carmela Magnolo, 54, di Sogliano; 12 a Luca Marzo, 53, di Corigliano; 14 anni a Arcangelo Mengoli, 30, residente a Milano; 16 a Paolo Mengoli, 55, di Cutrofiano; 12 anni ad Andrea Ignazio Monreale, 32, di Sogliano; 15 anni ad Emiliano Pedone, 42, di Sogliano; 12 anni a Cosimo Paglialonga, 54 anni, di Collepasso; 15 anni a Marco Pepe, 33, di Giorgilorio; 9 anni a Giancarlo Perrone, 38, di Cutrofiano; 14 anni a Marco Pica, 39, di Sogliano; 15 anni a Danilo Piscopo, 38, di Cutrofiano; 7 anni a Davide Polimeno, 28, di Cutrofiano; 15 anni a Giuseppe Stampete, 51, di Cursi; 15 anni a Salvatore Solombrino, 62, di Castrignano dei Greci; 8 anni a Piero Tramacere, carabiniere, di 52 anni, di Corigliano; 13 anni ad Antonio Vecchio, 37, di Sogliano; 5 anni ad Ugo Donno, 27 anni, di Corigliano d’Otranto, (difeso dall’avvocato Alexia Pinto); 19 anni ad Alexsander Ballarino, 26, di Noha (frazione di Galatina); 2 anni a Valentina Ballarino, 24, di Noha; 2 anni a Martina Beccarisi, 26, di Galatina. La sentenza del gup Antonia Martalò dovrebbe essere emessa il 18 dicembre. La richiesta di patteggiamento è stata ammessa per Antonia Candido, 51, di Soleto; Clarissa Giannotta, 26, di Cutrofiano e Fulvio Vantaggiato, 51, di Sogliano.

L’indagine, condotta dai carabinieri della Compagnia di Maglie e coordinata dal sostituto procuratore Roberta Licci, ha svelato l’esistenza di un gruppo criminale che, partendo dalle rapine e dalle estorsioni con la tecnica del cavallo di ritorno, avrebbe scalato posizioni inserite nel tessuto sociale e politico. Una piovra con tentacoli ovunque, capace di stringere rapporti con un amministratore comunale che si sarebbe dato da fare per favorire la concessione di contributi economici e prestazioni lavorative a personaggi vicini al clan, con un agente di polizia locale il cui silenzio sarebbe stato ripagato, un militare della stazione dei carabinieri che avrebbe sporcato la divisa con inopportune confidenze.

Tra gli imputati compare anche il consigliere comunale Luciano Magnolo, ex assessore alle Politiche sociali e già vicesindaco. È accusato di corruzione con l’aggravante mafiosa per aver ricevuto protezione e sostegno politico dai vertici del clan (Vincenzo Cianci e Pasquale Gugliersi, ma anche dal boss Michele Coluccia). In cambio, nella sua veste di assessore alle Politiche sociali, avrebbe concesso benefici economici in favore di alcuni soggetti vicini al clan e ai loro familiari. Almeno sette gli episodi accertati, avvenuti fra il 2013 e il 2014. Contributi che sarebbero stati assegnati in violazione dei principi di terzietà e di imparzialità propri della pubblica amministrazione e facendo pressione sull’assistente sociale. Magnolo, insieme ad altri sie imputati, sarà giudicato con il rito ordinario. Nei guai sono finiti il vigile urbano Luigi Antonaci, (sospeso per tre mesi), mentre l’appuntato dei carabinieri Piero Tramacere interdetto per sei mesi (misura decaduta nel corso delle indagini) così come l’agente di polizia penitenziaria Laura Gemma.

Il collegio difensivo è completato dagli avvocati Simona Mancini, Simone VivaDonato Sabetta, Carlo Gervasi, Ubaldo Macrì, Giuseppe Presicce, Michele BonsegnaGiancarlo Dei Lazzaretti, Luigi Greco, Enrico D’OspinaPantaleo Cannoletta, Francesco Vergine, Davide Polimeno, Tommaso ValenteSalvatore Abate, Luigi, Alberto e Arcangelo Corvaglia, Ladislao Massari, Romolo Chiriatti, Angela Rizzo, Maria Luisa Greco, Dimitry Conte, Umberto Leo, Alessandro Mariano, David AlemannoAngelo Vetrugno, Annalisa Bandello, Antonio Savoia, Michelangelo Gorgoni, Donata Perrone, Enrico Chirivì, Vincenzo Scarpello, Elvia Belmonte, Fritz Massa, Paolo Cantelmo, Massimo Manfreda.

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Il doppio gioco delle provinciali: due candidati a destra e due a sinistra. Una battaglia senza esclusione di colpi

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di Gaetano Gorgoni

LECCE – C’è una sola novità che emerge dalle due riunioni delle coalizioni in campo per le elezioni provinciali di secondo grado: centrodestra e centrosinistra devono scegliere tra due soli candidati in campo. Anche il centrosinistra leccese è consumato dalla lunga lotta tra renziani e seguaci di Emiliano: i primi vogliono Giuseppe Taurino come candidato presidente della Provincia di Lecce, i fedelissimi del governatore della Puglia, invece, vogliono Stefano Minerva. Ma dalla riunione di questa mattina è emerso ben poco, mentre si avvicina sempre di più il 31 ottobre. “Si è tenuto oggi il tavolo del centrosinistra presso Palazzo dei Celestini – recita il comunicato – Vi hanno partecipato tutte le forze del centrosinistra con l’aggiunta di nuove forse politiche e civiche quali l’UDC e LA PUGLIA IN PIU’. Altre importanti forze civiche, pur non partecipando, hanno inviato al tavolo un messaggio di condivisione di un percorso comune. La volontà del tavolo è quella di aprire una fase politicamente nuova incardinata su un profilo di candidato presidente di centrosinistra. Le forze politiche e civiche si sono date appuntamento per il prossimo 5 ottobre. Intanto ogni forza aprirà una fase di ascolto tra i propri amministratori e militanti”.

A sinistra l’unica certezza è di aver guadagnato l’Udc e forse arriverà anche Puglia Popolare. Luigi Mazzei, segretario provinciale del partito di Massimo Cassano, oggi si è seduto al tavolo del centrodestra per fare il suo gioco portando il nome di Pippi Mellone. Ma in molti vedono il sindaco di Nardò troppo vicino a Emiliano e a Delli Noci, che a Lecce governa col centrosinistra. Tra l’altro, Puglia Popolare potrebbe scegliere la coalizione avversaria se non saranno accolte le sue proposte, considerando che ha pure un assessore nella giunta regionale: è la politica dei due forni. Intanto, i fittiani non di vogliono sbilanciare pur avendo tra di loro molte persone vicine a Gianni Marra: Fitto non si vuole esprimere perché ha paura che gli addossino la responsabilità di una scelta sbagliata. Nemmeno la Lega si esprime, perché Andrea Caroppo ha il dente avvelenato con Pippi Mellone: c’è il sospetto che non lo abbia sostenuto abbastanza alle politiche. Invece Roberto Marti sostiene fortemente il sindaco di Nardò e non vuole Marra perché ha accolto nella Lega il suo avversario storico, Mino Miccoli.

La cosa certa ora è che nel centrodestra restano due candidati ufficiali in campo: Gianni Marra e Pippi Mellone (quest’ultimo sospettato da molti dirigenti forzisti di essere un cavallo di Troia che può far saltare il centrodestra). Domani potrebbe arrivare la decisione definitiva. Paride Mazzotta, nell’incontro tenutosi nella federazione di Forza Italia, in apertura ha chiesto chiarezza sulle candidature in campo: il nome di Guido Stefanelli si è dissolto subito e sono rimasti solo due nomi. Ora bisognerà capire se Lega e fittiani ufficializzeranno il loro nome: Mazzotta ha provato a stanarli, ma loro continuano a restare abbottonati. Fino a quando non si sa.

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Educazione finanziaria e lotta alle ludopatie, le istituzioni e la BPP in campo per cominciare dalla scuola

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LECCE – La Fondazione educazione finanziaria e risparmio con la Regione Puglia e l’Ufficio Scolastico Pugliese in collaborazione con la Banca Popolare Pugliese hanno organizzato una interessantissima conferenza spettacolo, intitolata “Fate il Nostro Gioco” per promuovere l’educazione al risparmio, la cittadinanza economica e per puntare su cittadini consapevoli, che non affogano le loro vite nella ludopatia. L’iniziativa, promossa nell’ambito del “Mese dell’Educazione Finanziaria” indetto dal Comitato Nazionale per l’educazione finanziaria, è rivolta agli studenti delle scuole secondarie di II grado della provincia di Lecce che hanno partecipazione alla conferenza spettacolo dedicata al tema del gioco d’azzardo e della prevenzione dalle ludopatie.
La conferenza, a cura dei divulgatori scientifici di Taxi 1729, ha l’obiettivo di illustrare ai ragazzi le regole matematiche applicate alle varie forme di scommesse e al gioco d’azzardo, svelandone i lati nascosti, le scarse possibilità di successo e gli alti rischi, con l’obiettivo di prevenire la diffusione di questo pericoloso fenomeno tra i giovani.

Il Ministero della Finanza è quello della Pubblica Istruzione hanno messo il loro sigillo su questa giornata che si è svolta nel Teatro Apollo. Il giovanissimo pubblico ha seguito con molto interesse la lectio del matematico Paolo Canova, che ha spiegato quanto sia scientificamente provato che il gioco abituale alla fine produca un bilancio sempre in “rosso”. Gli scandali finanziari e le bolle speculative travolgono un consumatore spesso poco informato. La Banca Popolare Pugliese da anni investe sulla cultura e sulla formazione: è un istituto virtuoso, che punta su solidità dei conti, sicurezza e competenza. Ecco perché i vertici di BPP hanno deciso di investire su un evento che promuove l’educazione finanziaria e la lotta contro le ludopatie. “Con queste iniziative – sottolinea il direttore generale della Banca Popolare Pugliese, Mauro Buscicchio, intendiamo contribuire alla formazione di una cittadinanza più attiva grazie a un nuovo fronte di alfabetizzazione economico-finanziario destinato alle nuove generazioni, affinché le stesse affrontino con consapevolezza le scelte del proprio futuro”. Anche il presidente BPP Vito Primoceri ha sottolineato l’importante mission della banca nella promozione della cultura. La Regione Puglia ha voluto fortemente questo primo incontro con gli studenti: si inizia dalla scuola per un cambiamento culturale necessario, come ha spiegato l’assessore alla Pubblica Istruzione e Formazione Sebastiano Leo.

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Borraccino nominato assessore allo Sviluppo Economico della Regione, M5S attacca

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BARI – Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano ha nominato  Cosimo Borraccino Assessore alla competitività, attività economiche e consumatori, Energia, Reti e infrastrutture materiali per lo sviluppo, Ricerca e innovazione. Il nuovo assessore è in quota Abaterusso: ora i dalemiani hanno anche un gruppo in Regione.

Emiliano ha deciso di assegnare al vice presidente Antonio Nunziante le deleghe per la costruzione, manutenzione, attrezzaggio e dotazione di personale di tutte le strutture edilizie del sistema sanitario regionale, ed in particolare la delega alla spesa dei fondi regionali nazionali ed europei necessari alla loro realizzazione ed utilizzazione.

Gli otto consiglieri regionali M5S Puglia si scatenano nelle critiche:

“E cosí dopo qualche tentativo “inspiegabilmente” non riuscito di dimissione da Presidente di Commissione, qualche conferenza stampa piccata seguita da un’immancabile obbedienza in aula, il “compagno” Borraccino ha finalmente gettato la maschera e deciso cosa fare da grande: stare buono e sedersi alla poltrona in Giunta alla Corte di Emiliano. Ecco che fine ha fatto ciò che, a loro dire, rimaneva della “sinistra” in Puglia.

Una Giunta nella quale siederanno consiglieri di destra come Gianni Stea (ultimo acquisto a destra di Emiliano dopo i piú illustri Di Cagno Abbrescia, ex nemico giurato del governatore vendutosi per una poltrona in Aqp e Francesco Schittulli, ex competitor alle regionali, vendutosi per una poltrona da consulente della sanità). I cittadini sappiano che questa è la cifra di questi politicanti pronti a vendersi l’anima per un pacco di patatine mentre per strada ci sono donne, uomini, ragazze e ragazzi che ancora credono che a queste persone importi qualcosa dei valori, della sinistra, della destra, del loro futuro.

A queste persone vogliamo dire che non sono sole, che non possiamo e non dobbiamo smettere  di credere nei valori e che non tutti sono in vendita. Il Movimento 5 Stelle Puglia è l’unica forza che ha il diritto di camminare a testa alta dopo aver rifiutato ben 3 assessorati da Emiliano, che più che un governatore assume sempre più le vesti di un grande rivenditore di auto usate, distribuendo poltrone a destra e manca con ricchi stipendi che tanto verranno pagati dai cittadini. Ai cittadini chiediamo solo una cosa: quando nel 2020, dopo il nulla realizzato in questa legislatura, queste persone torneranno a chiedervi il voto parlandovi di valori e progetti non lasciatevi pi§ prendere in giro: a loro della Puglia e dei pugliesi non interessa assolutamente nulla”.

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Nuova ondata di controlli nei dintorni della stazione: primi effetti, calano i bivacchi nella zona

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LECCE – I controlli ad “alto impatto” nella zona della stazione di Lecce cominciano a sortire i primi effetti. Grazie ai controlli straordinari voluti e disposti dal Questore di Lecce Leopoldo Laricchia, infatti, nella zona sono diminuiti i bivacchi nei pressi degli esercizi commerciali della zona, con buona pace di tutti i residenti.

Anche ieri pomeriggio, infatti, gli agenti di polizia hanno svolto una nuova ondata di accertamenti nell’area della stazione ferroviaria e delle strade limitrofe, durante i quali sono state identificate complessivamente 27 persone, di cui 5 con precedenti penali.

Le verifiche dei poliziotti hanno interessato anche due esercizi commerciali. Il primo ad essere stato ispezionato è stato un internet point situato in via Don Bosco, il cui titolare – un cittadino straniero in regola con il permesso di soggiorno – aveva esposto per la vendita alcuni telefoni cellulari usati, nonostante fosse privo della licenza necessaria.

Il secondo accertamento ha invece interessato un distributore automatico di bibite installato lungo viale Oronzo Quarta, all’interno del quale è stato identificato un cittadino straniero intento alla consumazione di bibite alcoliche. In entrambi i casi sono in corso le verifiche amministrative da parte degli agenti della Divisione della Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Lecce, finalizzate alla eventuale irrogazione di sanzioni amministrative o denunce per ipotesi di reato.

I controlli a tappeto da parte delle forze di polizia continueranno anche nei prossimi giorni.

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“Scelte di consumo e lotta alla contraffazione”, seminario di studi all’Ecotekne

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LECCE – Giovedì 4 ottobre 2018, a partire dalle ore 16.30, presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università del Salento, nell’ambito delle attività del Corso di Diritto dei consumatori e del mercato, si terrà il seminario “Scelte di consumo e lotta alla contraffazione”, che vedrà impegnati, tra i relatori, illustri rappresentanti del mondo accademico e delle istituzioni.

L’evento si inserisce nell’ambito del progetto “Io sono originale”, presentato dal Ministero dello Sviluppo Economico e promosso dalla DG Lotta alla Contraffazione – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, al fine di diffondere la cultura della legalità nel ‘mercato’ del ‘falso’.

Il seminario di studi mira ad evidenziare il carattere plurioffensivo della contraffazione che, oltre a danneggiare le imprese ed il regolare funzionamento del mercato concorrenziale, rappresenta un pericolo per la sicurezza e la salute dei consumatori.

Grazie all’impegno di ADUSBEF, nelle persone del suo Presidente, Avvocato Antonio Tanza, e dell’Avvocato Donatella Cazzato, il seminario ha l’obiettivo di individuare i contorni di un percorso che non releghi il consumatore a vittima inerte di condotte scorrette, ma lo renda protagonista consapevole di scelte di legalità e dell’importanza che tali scelte hanno sia per la società, sia per il mercato.

Sono previsti gli interventi dei Professori Ernesto Capobianco, Giulio De Simone, Antonio Jannarelli e Sara Tommasi, del Dottor Pasquale Coletta – Direttore ad interim – Ufficio delle Dogane di Lecce, dell’Ingegnere Nicola Talamo – Delegato Direzione – Ufficio delle Dogane di Lecce, del Dottor Antonio Califano – Capo Area Verifiche, Controlli ed Attività Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Lecce e del Col. t. ISSMI Salvatore Paiano – Comandante Gruppo Anticontraffazione e Sicurezza Prodotti Nucleo Speciale Beni e Servizi Guardia di Finanza di Roma.

L’evento, di sicuro rilievo scientifico e pratico-operativo, ha ottenuto il patrocinio ed il riconoscimento del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce.

 

 

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Ancora un crollo in una scuola: cede parte del solaio nell’istituto di via Crispi, danni anche a Scorrano

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NARDÒ (Lecce) – Nuovo “crollo” in una scuola della provincia di Lecce. E per fortuna, anche in questa circostanza, non si sono registrati feriti poiché avvenuto durante le ore notturne.

Dopo il cedimento del controsoffitto verificatosi qualche giorno fa in una scuola elementare di Maglie, stavolta è accaduto a Nardò, all’interno dell’istituto comprensivo di via Crispi, che ospita le scuole materne ed elementari.

Il crollo si è verificato al primo piano dell’istituto scolastico ed è stato scoperto alle prime ore del mattino, quando sono giunti i primi dipendenti e si sono trovati davanti un mucchietto di macerie. Informato subito dei fatti, il dirigente scolastico ha disposto la chiusura a scopo precauzionale della scuola.

In mattinata sono stati eseguiti i sopralluoghi per constatare la gravità dei danni e valutare gli interventi di messa in sicurezza dell’intero istituto scolastico, frequentato quotidianamente da centinaia di piccoli scolari.

“Per fortuna non ci sono feriti – ha scritto in un post su Facebook il consigliere di minoranza Lorenzo Siciliano – ed è questo l’aspetto più importante. I genitori di tantissimi piccoli alunni sono comprensibilmente preoccupati e arrabbiati. Un disappunto condivisibile perché è lecito domandarsi chi doveva controllare. E soprattutto perché i fondi per la sicurezza scolastica sono sempre meno in una città in cui si spendono sempre più quattrini pubblici per risibili iniziative ed incarichi professionali a pioggia”.

A Scorrano, invece, a causa delle infiltrazioni per il violento acquazzone di ieri pomeriggio, il Comune, con un’apposita ordinanza, ha disposto la chiusura del primo piano dell’edificio scolastico “D.A.Battisti” dopo un sopralluogo effettuato dal personale dell’ufficio tecnico e dai vigili del fuoco.

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Inchiesta alloggi popolari: Riesame conferma custodia cautelare in carcere per Nicola Pinto

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F.Oli.

LECCE – Tre ricorsi su tre rigettati per gli indagati accusati di aver picchiato l’inquilino che con la sua denuncia scoperchiò il sistema illecito della gestione degli alloggi parcheggio a Lecce. Il Tribunale del Riesame ha confermato la custodia cautelare in carcere anche per Nicola Pinto, il 31enne di Lecce, inizialmente sfuggito al blitz e consegnatosi spontaneamente giorni dopo in carcere. I giudici hanno rigettato il ricorso discusso martedì dagli avvocati Giuseppe De Luca e Viviana Labbruzzo così come disposto nei giorni scorsi anche per Umberto Nicoletti e Andrea Santoro, il primo raggiunto da un ordinanza di custodia cautelare in carcere, il secondo ai domiciliari ma dietro le sbarre per vicende di droga. I tre rispondono di tentata violenza privata e lesioni aggravate dal metodo mafioso insieme ad altri due indagati a piede libero.

L’episodio, inserito nell’indagine condotta dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, viene inquadrato come una rappresaglia nei confronti di quell’uomo troppo vicino alle forze dell’ordine e ai concetti di legalità. Il pestaggio risale al primo pomeriggio del 9 giugno del 2015 appena il giorno dopo le perquisizioni della Guardia di Finanza nell’ufficio Casa di Palazzo Carafa con cui venne avviata l’ indagine. Nel giro di 24 ore, l’uomo cadde in un’imboscata invitato con un messaggio via WhatsApp a presentarsi alle 4 del pomeriggio a casa del padre di Nicoletti, a Giorgilorio. Trovò Nicoletti e Pinto, tutti e due armati di pistole; un altro, invece, l’avrebbe sorpreso alle spalle colpendolo con pugni alla testa e provocandogli un trauma cranico e facciale.

La vittima venne bollata come un infame per aver denunciato il “sistema”, invitata a fare i bagagli e a lasciare Lecce con sua famiglia. Non si fece comunque intimidire Solo pochi giorni dopo, riferì ai finanzieri di un usciere dello Iacp che garantiva un tetto in cambio di 3mila euro. E fece anche i nomi di chi avrebbe fatto parte di quel sistema.

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Noemi: la difesa di Lucio: “E’ stato un omicidio d’impeto”, chiesta nuova perizia psichiatrica

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di F.Oli.

SPECCHIA (Lecce) – Una nuova perizia psichiatrica per l’omicida di Noemi. La richiesta è stata avanzata in mattinata a conclusione dell’arringa difensiva dell’avvocato Luigi Rella, legale di Lucio. Il 18enne di Montesardo salentino era capace di intendere e e di volere come invece hanno accertato i consulenti della Procura nel momento in cui ha ucciso la sua fidanzata? “La prima perizia non mi convince. Le condizioni di salute del mio assistito all’epoca erano molto gravi nonostante ora siano nettamente migliorate ma questo lo dovranno confermare gli psicologi”, ha commentato l’avvocato all’uscita del Tribunale. Incapace di intendere e di volere, fuori di sé dunque. Non perché Lucio facesse uso di sostanze stupefacenti ma per un’esperienza di vita difficile, controversa e contraddittoria sfociata a soli 17 anni in diversi trattamenti sanitari obbligatori.

“Dando per scontato le responsabilità di Lucio”, ha spiegato ai cronisti l’avvocato Rella, “ho cercato di valorizzare i problemi di Lucio; problemi di famiglia, di ambiente e di salute. Credo vivamente che quest’omicidio sia maturato con tutte queste tensioni delle quali il giudice dovrà tenere conto nel momento in cui sarà chiamato decidere e quantificare la pena”. Si parte da una richiesta di 18 anni di carcere invocata dal pubblico ministero Anna Carbonara con le accuse di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla crudeltà oltre a una pena di pochi mesi per reati minori. E proprio sulla contestazione o meno delle aggravanti si è soffermata la difesa di Lucio.

“Ho chiesto l’esclusione in particolare della premeditazione. In generale perchè non ci sono i presupposti; nello specifico perché si è trattato di un omicidio di impeto. Nulla di premeditato o di studiato in anticipo da Lucio”. Annullamento delle aggravanti e riqualificazione del reato di soppressione in occultamento, accusa inizialmente contestata al padre di Lucio. Le indagini prima dei carabinieri e la requisitoria del pm poi hanno escluso la presenza di complici sul luogo dell’omicidio. La conferma è arrivata direttamente dall’avvocato Rella. “Lo ha detto espressamente il pubblico ministero almeno per i Minori che non ha fatto alcun cenno su altri responsabili”.

In aula era presente anche Benedetta, la sorella maggiore di Noemi. “Spero che la giustizia faccia il suo corso” – ha dichiarato all’uscita del Tribunale” – “vedremo cosa deciderà il giudice”. La sentenza del gup Aristodemo Ingusci è attesa per domani. Dovrà decidere sulla nuova richiesta di perizia psichiatrica avanzata dalla difesa mentre il pm ha già annunciato l’intenzione di controreplicare in aula. Poi il giudice dovrebbe chiudersi in camera di consiglio per emettere la sentenza sull’omicidio della studentessa di Specchia.

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Maltempo, per domani allerta arancione sul Salento: piogge e temporali

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PUGLIA – Perdura l’area depressionaria sull’Italia, centrata tra la Tunisia e le due isole maggiori, che determina la persistenza di tempo instabile, con temporali sulle regioni meridionali e sulla Sardegna, ove si registrano anche rinforzi del vento ed un sensibile calo delle temperature.

Pertanto per domani lo scenario si presenterà ancora con forte instabilità sul Meridione e sulle due isole maggiori; da venerdì le perturbazioni si sposteranno verso il Centro Italia, interessando da sabato anche il Nord.

Si prevede quindi per domani, 4 ottobre e per le successive 18 ore, il persistere di precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, su tutta la regione.

I fenomeni precipitativi, risulteranno più intensi e abbondanti maggiormente sulle aree ioniche, e saranno accompagnate da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento.

 

Il Centro Funzionale Decentrato ha valutato a partire dalla mezzanotte di domani, giovedì 4 ottobre, e per le successive 18 un’ALLERTA ARANCIONE per rischio idrogeologico localizzato e per temporali sulla Puglia meridionale e un’ALLERTA GIALLA per temporali e rischio idrogeologico localizzato sulle restanti zone della regione.

Il Centro Funzionale e la Sala Operativa monitoreranno gli eventi fornendo aggiornamenti in merito all’evoluzione della situazione meteo e degli effetti al suolo.

La Sezione Protezione Civile invita ad attenersi alle norme di autoprotezione.

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Ancora un’aggressione agli uomini del 118: l’Asl solidarizza, ma ci vogliono garanzie

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LECCE – Non si fermano le aggressioni nei confronti dei medici  e dei sanitari del 118. Ancora una volta alcuni parenti delle persone soccorse hanno preso di mira i sanitari accorsi per prestare aiuto. L’ultima volta ne ha pagato le spese un’infermiera che era sull’ambulanza per un trattamento sanitario obbligatorio: è stata aggredita a calci e pugni da una malata pischiatrica. Questa volta i parenti di una donna coinvolta in un incidente sembra che abbiano perso le staffe, secondo la ricostruzione fatta dai sanitari. Gli operatori chiedono maggiori garanzie e la presenza delle forze dell’ordine anche sull’ambulanza nel caso ce ne fosse bisogno. La Direzione Generale ASL Lecce esprime la più totale solidarietà nei confronti di tutto il personale del 118 coinvolto nell’aggressione e condanna fermamente un episodio che, purtroppo, si inscrive in una catena di accadimenti simili divenuta ormai non più tollerabile.

Si tratta di atti e comportamenti non degni di una società che possa definirsi civile, perché oltre a ledere la dignità, quando non il fisico, del personale impegnato in delicate attività di soccorso, rendono più complicato e difficoltoso lo svolgimento di un pubblico servizio che, contro ogni ragionevolezza, è sottoposto ad una deplorevole e ingiustificabile pressione. L’ennesima aggressione ai danni del personale del 118 si è verificata ieri sera a Lecce, nei pressi dell’ex Galateo, dove un’ambulanza del SEUS 118 (proveniente dal vicino ex “Fazzi”) è intervenuta rapidamente per prestare soccorso alle vittime di un incidente stradale. “L’equipaggio – fa sapere il direttore del 118, Maurizio Scardia – si è subito prodigato nel prendersi cura di una donna incinta e di un minore ma, per tutta risposta, i parenti di un’altra donna rimasta coinvolta nel sinistro hanno cominciato a dare in escandescenze, inveendo e minacciando in particolare l’autista dell’ambulanza, che ha poi sporto denuncia assieme agli altri operatori”.

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L’autocisterna perde gpl dopo il tamponamento sulla litoranea, scatta l’allerta

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PESCOLUSE (Lecce) – Un tamponamento tra un’auto ed un camion cisterna causa la fuoriuscita del gpl da quest’ultimo mezzo e scatta l’allerta. È accaduto in tarda mattinata lungo la litoranea che collega Pescoluse a Lido Marini, attorno alle 11.30, quando per cause in fase di accertamento si è verificato un tamponamento tra una cisterna che trasportava gpl ed una vettura, che procedeva nella sua stessa direzione.

Fortunatamente, conducenti e passeggeri non hanno riportato alcuna conseguenza, ma una “ferita” l’ha rimediata proprio la cisterna piena di gpl, che in seguito all’impatto ha iniziato – come detto – a perdere carburante.

Sul posto, lanciato l’allarme, sono intervenuti i vigili del fuoco di Ugento ed i carabinieri, i primi accorsi per iniziare le procedure di messa in sicurezza della cisterna, i secondi per regolare la viabilità.

L’intervento dei vigili del fuoco è ancora in corso e potrà protrarsi per alcune ore. La zona è stata raggiunta anche da un nucleo specializzato proveniente da Bari, che provvederà al travaso del gpl rimasto nella cisterna, evitando così l’insorgere di qualsiasi situazione di pericolo.

Un episodio simile si verificò lo scorso 8 agosto sulla litoranea Otranto – Porto Badisco, dove un’autocisterna uscì fuori strada e si ribaltò, causando la fuoriuscita del gpl che trasportava. In quella circostanza il conducente risultò positivo alla cocaina, ma fortunatamente nessuno rimase ferito. Il fatto accadde ad appena 48 ore di distanza dalla tragedia sul raccordo autostradale dell’A14, a Bologna, dove un incidente provocò l’esplosione di una cisterna piena di carburante, morti e decine di feriti.

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Rifiuti e infrazioni, Guido: “Solo 21 verbali in 9 mesi significa che i controlli sono insufficienti”

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LECCE – “Solo 21 i verbali a carico dei privati cittadini in 9 mesi di attività di controllo. Mentre 120 sono quelli elevati ai danni degli esercizi pubblici commerciali. Del totale di 141 risultano pagati solo 6 (ma questo, però, è un altro problema ancora)”. Lo dichiara il Consigliere comunale Andrea Guido.

“Appare ovvio, quindi – prosegue – che è molto più semplice e veloce prendersela con le attività. Che ci vuole? Basta farsi il solito giretto con blocchetto alla mano per rilevare le solite, ripetute, infrazioni. Un gioco da ragazzi.

Il lavoro vero, però, è altro. È fatto di perlustrazioni nelle periferie, di sopralluoghi nelle campagne dell’hinterland e ricognizioni e pattugliamenti tra le vie interne ed esterne delle nostre marine.

Cosa fanno i nostri vigili? E il loro Comandante? E l’assessore al ramo Signore?

Possibile che non vogliano proprio saperne di lavorare a salvaguardia del nostro ambiente? Vogliamo provare a vedere quanti verbali inerenti le infrazioni al codice della strada sono stati elevati nello stesso range temporale? Forse è meglio di no. Altrimenti ne verrebbe fuori concretamente l’inerzia dell’intero corpo di Polizia Locale nei confronti degli argomenti ambiente, igiene e decoro.

Conosco gli sforzi resi dal personale del Settore Ambiente, del dirigente, dell’assessore Mignone e del personale del Nucleo DEC. Il loro compito è quello di controllare l’operato della ditta. E viene svolto. Non posso dire nulla a riguardo. Ma perché, negli interessi di tutti, anche la Polizia Locale non svolge il proprio compito in materia? Ovvero controllare il territorio e i cittadini sporcaccioni al fine di prevenire o reprimere reati o sanzionare infrazioni che riguardano la materia dei rifiuti in città?

Durante la scorsa estate sono saltate agli occhi le critiche dei visitatori che riguardavano decoro e pulizia dei luoghi. È stato il primo anno, questo, che i turisti ci hanno fatto notare la poca attenzione all’ambiente e alla pulizia, specie nelle aree periferiche e nelle marine. E non è stata certo una bella figura. Quando capiremo che è strategicamente importante ai fini del marketing territoriale e della crescita economica del territorio impegnarsi realmente per la difesa dell’ambiente e per il rispetto delle regole sul conferimento dei rifiuti? Eppure, per il Sindaco, per l’assessore al ramo Sergio Signore e per il Comandante dei Vigili – conclude Guido – dovrebbe essere facile comprenderlo”.

 

 

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