GALATINA (Lecce) – C’è la chiusura delle indagini preliminari per l’intervento eseguito da un tecnico nel reparto di cardiologia dell’ospedale di Galatina. Uno scandalo emerso grazie ad un servizio andato in onda sul programma Report che ricostruì quanto accaduto il 18 novembre di due anni in sala operatoria grazie ad un video girato da un tecnico.
Nel registro degli indagati con l’accusa di esercizio arbitrario della professione compaiono i nomi del dottore Michele Galluccio Mezio, 61enne di Galatina e del tecnico Fabio Tridici, 42, di Supersano. Dagli accertamenti effettuati dai carabinieri del Nas su delega del pubblico ministero Roberta Licci il medico avrebbe consentito a Tridici – un addetto alle vendite di apparecchi elettrodomestici per conto dell’azienda Boston Scientific – di partecipare ad un intervento al cuore. La presenza del dipendente non sarebbe stata neppure autorizzata.
Ed invece non solo sarebbe rimasto in sala operatoria ma avrebbe persino sostituito il medico nell’intervento su un paziente per il riposizionamento di un elettrocatetere ventricolare sino al suo definitivo posizionamento. Inoltre al medico viene contestato anche un secondo capo d’imputazione in cui si ipotizzano i reati di esercizio arbitrario della professione in concorso e falso.
Galluccio Mezio avrebbe consentito ad altre persone, con ogni probabilità tecnici di aziende produttrici di peacemaker di sostituirlo nelle visite ambulatoriali su sette pazienti consistiti “in controllo e programmazione paecemaker” presso gli ambulatori dell’ospedale di Copertino. In quello stesso arco temporale il medico era impegnato in sala di elettrosofiologia con il tecnico della Boston provvedendo poi a far risultare le prestazione come se le avesse effettuate egli stesso con conseguenti false attestazioni nel registro informatico dell’azienda ospedaliera di Copertino.
E’ stata invece stralciata la posizione della conduttrice di report Milena Gabanelli, del giornalista Sigfrido Ranucci che effettuò il servizio e del tecnico Giuliano Micciullo che riprese l’intervento. Il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione non ravvisando né la diffamazione e neppure l’interferenza illecita nella vita privata. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Bonsegna e Luigi e Alberto Corvaglia.
F.Oli.