LECCE – La Procura spinge sull’acceleratore e chiede il giudizio immediato per Mirko Castelluzzo e Federico Ferri i due leccesi che, il 26 luglio scorso, tentarono di affogare in mare un giovane ambulante africano nei pressi del lido “La Cambusa” a Torre Chianca. Tra l’indifferenza dei tanti bagnanti presenti.
La richiesta di bypassare l’udienza preliminare è stata sollecitata dal sostituto procuratore Paola Guglielmi e motivata dall’evidenza della prova acquisita e dallo stato di detenzione dei due indagati. In questi mesi l’impianto accusatorio non è stato scalfito ed è rimasto granitico. Il Tribunale del Riesame ha confermato la custodia cautelare in carcere per Castelluzzo mentre l’avvocato di Ferri (Giuseppe De Luca) rinunciò al possibile ricorso. Anche l’accusa è rimasta la stessa: tentato omicidio aggravato dall’odio razziale.
In sede di udienza di convalida, i due arrestati fornirono una ricostruzione completamente differente dell’accaduto. In particolare Castelluzzo raccontò come l’ambulante avesse cercato poco prima di rovistare nella borsa della figlia per cercare gli occhiali da sole rubati arrivando persino a molestarla. A quel punto, Castelluzzo l’avrebbe allontanato tirandogli un ceffone ma senza prenderlo a pugni o cercare di affogarlo. Ben differente fu invece la ricostruzione effettuata dalla polizia. Il giovane, originario della Guinea ma residente a Lecce, venne picchiato e trascinato in mare e con la testa tenuta sott’acqua per diversi minuti.
Il movente? Il giovane rivendicò la restituzione di un paio di occhiali da sole che, a suo dire, gli erano stati rubati poco prima. All’arrivo della polizia, poi, un gruppo di facinorosi circondò le volanti, sbraitando contro gli agenti e inveendo all’indirizzo della vittima insultandola per il colore della pelle. Gli aggressori furono arrestati poco dopo.
F.Oli.