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Malore in Tribunale, la barella non entra in ascensore, per il Presidente Giardino: “Non si poteva fare di più”

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“Non si poteva fare di più”. Il Presidente del Tribunale Francesco Giardino taglia corto dopo il malore accusato dal dipendente Egidio Tarantino che, nella giornata di ieri, è stato colto da un infarto prima di salire in ascensore. L’esiguità dello spazio dell’elevatore non ha consentito di velocizzare i soccorsi. La barella è stata costretta a scendere per sei piani prima di raggiungere l’ambulanza. E sono divampate le polemiche. “Gli ascensori sono a norma”, precisa il presidente del Tribunale.

“Non c’è alcun obbligo per i Palazzi di Giustizia di dotarsi di elevatori in grado di far entrare una barella. Non poteva essere fatto nulla di più. L’obbligo di avere ascensori in grado di far entrare una barella è previsto per gli ospedali, le case di cura e le case di riposo ma non per una struttura come il Tribunale. Se si confonde la realtà con il desiderio è normale che si arrivi ad una visione distorta dei fatti”. Le critiche mosse dal sindacato? “Ognuno tutela le proprie posizioni”, sottolinea il Presidente. “E’ giusto che le sigle sindacali manifestino le proprie critiche alla struttura ma credo che sia altrettanto doveroso riportare il fatto ad una dimensione meno catastrofica”.

Sul fronte della cronaca migliorano le condizioni di salute di Egidio Tarantino. E’ sempre ricoverato nel reparto di emodinamica. Nella notte ha mosso gli arti dando segnali di ripresa. In tarda mattinata è stato stilato un nuovo bollettino medico. L’episodio, però, ha riproposto il problema della dotazione di misure di sicurezza all’interno del palazzo di giustizia. Per il personale non sono sufficienti. E c’è chi chiede la presenza di un presidio medico.

La cronaca comincia alle 8.30 di ieri quando la sesto piano del palazzo di giustizia, dove ci sono gli uffici dei giudici del Tribunale penale, il commesso, trasferito da Nardò a Lecce dopo l’accorpamento delle sedi, è alle prese con i faldoni. All’improvviso accusa un malore e si accascia. Provvidenziale è l’intervento di un collega, Gilberto Quarta di Monteroni che, intuito la gravità della situazione e forte di un corso di primo soccorso, pratica immediatamente massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca. “Non è stato possibile usare il defibrillatore custodito al piano rialzato del Tribunale poiché non sono stati reperiti i dipendenti che avevano effettuato il corso” ha denunciato il sindacato Confsal-Unsa.

L’intervento del 118 e il trasferimento del paziente al pronto soccorso viene rallentato da un problema logistico. La lettiga non entra nell’ascensore e allora la discesa dal sesto piano va fatta con le scale. La corsa in ospedale, poi l’intervento d’urgenza e il ricovero in Emodinamica. Nelle ultime ore il fuoco delle polemiche su un Tribunale ormai obsoleto.

F.Oli.


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