GALLIPOLI (Lecce) – Droga in carcere nella cella di un detenuto. In quella del pentito gallipolino Giuseppe Barba. L’operazione è stata eseguita dai “baschi azzurri” del Reparto di Polizia Penitenziaria di Lecce. Per i poliziotti avrebbe ceduto, in almeno due circostanze ad un altro detenuto, della sostanza stupefacente quantificata in 0.49 e 0,93 grammi. Successivamente, avendo motivo di ritenere che nella stanza detentiva, occupata da Barba potesse essere occultata altra sostanza stupefacente, è stata effettuata una perquisizione straordinaria. E’ stata così ritrovata la maggiore parte di sostanza, quantificata in poco più di sei grammi. L’attività è successivamente proseguita con la perquisizione presso il domicilio di Barba accompagnato in ospedale per escludere la presenza di corpi estranei – ovvero ulteriore quantità di stupefacenti.
Sono in corso ulteriori indagini finalizzate a chiarire con maggiore precisione la dinamica con cui il detenuto, secondo la propria versione, sia potuto entrare in possesso della sostanza successivamente divenuta oggetto di cessione. Il breve periodo di permanenza in regime detentivo lasci supporre che la stessa possa essere stata introdotta dallo stesso detenuto, verosimilmente utilizzando lo stratagemma dell’ingerimento avvenuto prima dell’arresto, eludendo in tal modo i capillari controlli effettuati all’atto dell’ingresso in Istituto. Entrato nell’Istituto Penitenziario salentino il 23 febbraio a seguito di un ordine di Carcerazione, durante i controlli di rito il personale addetto aveva infatti già individuato e sequestrato a suo carico alcuni frammenti di hashish nella tasca dei pantaloni indossati, procedendo in tale circostanza alla segnalazione amministrativa prevista. Barba sta scontando la condanna definitiva a 5 anni e 9 mesi per mafia, in quanto riconosciuto colpevole di partecipazione al clan Padovano di Gallipoli. E’ difeso dall’avvocato Paola Scialpi.