LECCE – Il Comune di Lecce si costituisce parte civile nel troncone processuale che si sta celebrando in ordinario scaturito dall’operazione antimafia “Eclissi”. Nei confronti di tre imputati accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso: Mario Blago, 63 anni; Luigi Buscicchio, detto “zio Gino”, 58; Ubaldo Luigi Leo, alias “Aldo”, 51, tutti di Lecce. Il secondo tentativo è risultato quello decisivo. I giudici della seconda sezione collegiale (Presidente Roberto Tanisi) hanno infatti dichiarato legittima l’istanza presentata dal Comune tramite l’avvocato Tiziana Belle. Il collegio ha evidenziato come i reati contestati (in particolare la gestione monopolistica della criminalità nell’affissione dei manifesti nella campagna elettorale del 2102) abbiano condizionato la libertà di commercio ed il buon andamento della pubblica amministrazione. In particolare il presidente Roberto Tanisi ha sottolineato con la lettura dell’ordinanza “come le motivazioni della costituzione siano sufficientemente esplicitate nell’atto”. E’ stata così rigettata l’eccezione sollevata dall’avvocato Antonio Savoia a cui si è associato il collegio difensivo sull’inammissibilità della costituzione. A detta del penalista, non sarebbe stato giustificato e motivato in maniera esaustiva il presunto danno d’immagine che il Comune avrebbe subito. Già il 15 gennaio scorso nel processo in abbreviato l’ente di Palazzo Carafa, aveva chiesto di costituirsi parte civile. In quella circostanza, però, il gup Giovanni Gallo aveva dichiarato tardiva l’istanza.
Sul banco degli imputati compaiono anche Giovanni Bramato, 39 anni, di Torre Pali, marina di Salve; Fabio Lanzillotto, 32, di Galatone; Fahir Cherki, 55enne, di origini marocchine, Ubaldo Luigi Leo, detto “Aldo”, 51; Sergio Marti, 43, di Lecce; Stefano Monaco, 26, di Lecce e Luigi Antonio Rollo, 59, di Lizzanello. Il processo è stato aggiornato al prossimo 20 aprile. I giudici conferiranno incarico ad un perito informatico di trascrivere alcune conversazioni depositate dal pubblico ministero Guglielmo Cataldi e sentiranno in videoconferenza il collaboratore di giustizia Gioele Greco.
L’operazione antimafia, condotta dagli agenti della Squadra mobile di Lecce, svelò l’esistenza di probabili contatti fra esponenti della malavita locale e alcuni candidati al consiglio comunale nella tornata elettorale di cinque anni fa. Nelle carte dell’inchiesta sono contenuti i meccanismi con cui il clan avrebbe gestito il voto: le persone venivano direttamente accompagnate al seggio trattenendo le schede elettorali ed avendo anche influenza sulla nomina dei rappresentanti di lista. Non solo. Il noto medico Severo Martini, candidato con la lista di “Io Sud” e divenuto uno dei consiglieri più suffragati, sarebbe stato costretto ad affidare la gestione della propria campagna elettorale alla criminalità. Avrebbe anche versato nelle casse del clan 1 euro e 30 centesimi per ogni manifesto raffigurante il suo volto e il suo nome.
Il collegio difensivo è completato dagli avvocati Paolo Cantelmo, Luigi Rella, Alessandro Stomeo, Giuseppe e Pasquale Corleto, Cosimo Rampino e Roberto De Mitri Aymone.