GALLIPOLI (Lecce) – Quattro carabinieri in servizio presso il Norm di Gallipoli finiscono sotto processo con l’accusa di falsa testimonianza. Si tratta di L.P., 51enne originario di Galatone., V.Z. 45enne originario di Formia; C.M. 55enne di Martignano e G.P. 41 anni di Melito di Porto di Salvo (comune della provincia di Reggio Calabria). La prima udienza è fissata per il 28 giugno dinanzi al giudice monocratico della seconda sezione Fabrizio Malagnino. L’intricata vicenda è legata al convulso arresto di Torquato Epifani, 37enne di Seclì.
La vicenda potrebbe ispirare la penna di qualche romanziere o la scaletta di qualche trasmissione di Carlo Lucarelli. Un giallo ammantato da fitti misteri. I carabinieri notificarono nell’aprile del 2009 un’ordinanza a carico dell’uomo. Il 37enne, però, cercò di sfuggire alle manette. Nacque un inseguimento con i militari. Una presunta aggressione subìta con calci e pugni. Ripetuti e violenti. Epifani venne accompagnato in carcere con diverse lesioni sul corpo. Uno stato di salute incompatibile con il regime carcerario. Ad Epifani è stata riconosciuta una pensione d’invalidità per infermità al 100% e l’indennità di accompagnamento. Dopo la condanna del brigadiere responsabile del pestaggio il giudice Michele Toriello ha trasmesso gli atti alla Procura per contestare l’accusa di falsa testimonianza nei confronti dei quattro carabinieri.
L’udienza preliminare è stata lunga e travagliata scandita da diverse perizie sui telefonini dei carabinieri depositate sulla scrivania del giudice. Vito Epifani si è costituito parte civile con l’avvocato Stefano Stefanelli dopo un’integrazione probatoria. Gli imputati erano assistiti dagli avvocati Luigi Greco, Luca Laterza, Dimitry Conte e Salvatore Corrado.
F.Oli.