LECCE – Sequestrate, picchiate e violentate per ore in aperta campagna. Infine rapinate da quattro cittadini rumeni. Quaranta anni di reclusione complessivi sono stati inflitti ai presunti stupratori di origini rumene delle tre prostitute di nazionalità nigeriana. Il gup Carlo Cazzella in abbreviato ha inflitto 11 anni ed 8 mesi di reclusione a Robert Catalin Badica, 27enne, residente ad Acquarica del Capo (14 anni la richiesta del pm); 11 anni e 6 mesi ad Andrei Gabriel Jlie, 23enne, sempre con residenza a Specchia (10 anni); 8 anni ed 8 mesi a Idion Munteanu, 28enne, residente a Specchia (11 anni); 10 anni per Valentin Stanescu, 31enne senza fissa dimora, proprio come richiesto dall’accusa. I reati erano quelli di violenza sessuale di gruppo e sequestro di persona.
Gli imputati sono stati assolti dal reato di detenzione di armi perché non sono state ritrovate. Le nigeriane sono state nuovamente sentite dal giudice e hanno confermato le sevizie così come già accaduto in sede di incidente probatorio. Le presunte violenze si sarebbero consumate il 28 gennaio, il 6 ed il 9 febbraio di due anni. Nel corso dell’ascolto protettole vittime (tra i 30 e i 35 anni) confermarono le accuse. Riconobbero prima in foto i propri aguzzini negli uffici della Questura e poi raccontarono le sevizie subite in un’aula di Tribunale.
I quattro rumeni erano diventati un vero e proprio incubo per le giovani straniere costrette a vendere il proprio corpo per le strade di Lecce ed in particolare nella zona di piazzale Rudiae. Proprio nei pressi di quello spiazzo, secondo le indagini condotte dagli agenti della Squadra mobile, i quattro rumeni abbordavano le loro vittime, avvicinate con la scusa di una prestazione sessuale. Poi picchiate selvaggiamente ed abusate sessualmente costrette a soddisfare le volontà dei quattro bruti. Il gruppetto di stupratori raggiungeva le proprie vittime a bordo di un’auto. Le facevano salire e le portavano nelle campagne del gallipolino dove venivano violentate per ore. Anche malmenate e minacciate affinché tacessero quelle violenze. Solo quando i bruti avevano soddisfatto ogni loro desiderio, poi, venivano riaccompagnate a Lecce.
Gli investigatori avevano già individuato tre dei quattro rumeni. Chiusero definitivamente il cerchio anche grazie ad una serie di intercettazioni telefoniche che consentirono di identificare il quarto complice. Lo stesso, in un colloquio con un suo connazionale, fingeva di essere della polizia: “Chiamo dalla questura di Lecce, dovete venire perché vi dobbiamo arrestare”. Gli imputati erano assistiti dagli avvocati Michela Mazzotta, Stefano Maggio, Giovanni Zippo e Stefano Stendardo. Per le tre parti civili, rappresentate dagli avvocati Maria Russo e Maurizio Scardia, è stato disposto un risarcimento danni in via equitativa di 30mila euro.
F.Oli.