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Libero da poche ore scopre il furto nel deposito: nel mirino finisce Luca Greco

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MOTO 2

SQUINZANO (Lecce) – Potrebbe esserci una vendetta alla base del furto messo a segno nel deposito di Luca Greco, il 43enne di Squinzano, imputato e persona offesa nel processo “Vortice Déjà-Vu”. E’ stato lo stesso Greco a scoprire i danni della visita. Appena poche ore prima aveva lasciato i domiciliari. Attualmente è sottoposto al solo obbligo di dimora nel proprio comune di residenza. Nel pomeriggio di ieri ha raggiunto il deposito accertando di persona il “regalo” per la sua scarcerazione. Con ogni probabilità, i ladri hanno agito nella notte di martedì. I malviventi sono penetrati nel deposito che sorge sulla strada per Torchiarolo dopo aver tranciato la recinzione.

Una volta all’interno, i banditi hanno portato via due moto, caschi e abbigliamento da motociclisti oltre al gruppo elettrogeno ritrovato ore dopo in campagna. I ladri hanno poi lasciato una bottiglia di vino con l’etichetta riconducibile ad una cantina di San Pietro Vernotico. C’è poi un’ulteriore retroscena. Venerdì pomeriggio l’avvocato di Luca Greco, il legale Maurizio Scardia, nell’aula bunker del carcere di Borgo “San Nicola” ha chiesto la condanna dei quattro imputati accusati dell’agguato non andato a buon fine proprio nei confronti di Greco. A fine arringa, uno o forse più detenuti dalla gabbia ha applaudito ironicamente.

Un segnale su quanto sarebbe accaduto giorni dopo? Di certo, nonostante i ripetuti blitz e le operazioni antidroga a Squinzano si vive ancora un clima di forte tensione. Le indagini per risalire ai responsabili di questo furto sono affidate ai carabinieri della locale stazione guidati dal maresciallo Giovanni Dellisanti. Già nelle prossime ore Greco sarà ascoltato dai militari.

Francesco Oliva 


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