LECCE – La polizia penitenziaria continua a chiedere invano attenzione, ma sembra che nemmeno i giornali siano d’aiuto. L’Osapp si indigna «nel sentire ancora attribuire alla polizia penitenziaria vari nomignoli “guardie, secondini, gira chiavi” proprio nel tg nazionali e sulla stampa» – spiega Ruggiero Damato, segretario provinciale. «Invitiamo i direttori delle testate televisive a formare e informare i propri collaboratori per quanto riguarda la gloriosa storia del corpo di Polizia Penitenziaria – tuonano – restando per tanto disponibili a eventuali incontri, e crediamo che non sia così difficile pronunciare agenti di polizia penitenziaria. Siamo fiduciosi nelle professionalità dei Direttori e Giornalisti delle testate Televisive: la Legge di riforma 395/90 scioglie il glorioso Corpo degli Agenti di Custodia e lo denominava Corpo di POLIZIA PENITENZIARIA arricchendolo con compiti Istituzionali come, Traduzioni e Piantonamenti, Gruppo Operativo Mobile, Polizia Stradale, Nucleo Investigativo Centrale, Banca dati DNA, DIA e altro, entrando a pieno titolo nelle Forze di Polizia dello Stato alla pari di Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza e del disciolto Corpo della Forestale».
Ma questa non è l’unica questione che amareggia la penitenziaria: «La scrivente Segreteria O.S.A.P.P., in ordine alle continue segnalazioni che ci giungono, reputa opportuno segnalare il contenuto di autorevoli e qualificati studi che consentono di affermare la nocività dei campi elettromagnetici che rappresentano, nelle loro molteplici manifestazioni, una delle più insidiose e pericolose forme di danno alla salute. Peraltro, nella quasi totalità degli spazi penitenziari , quale la provincia di Lecce ,in cui oltre all’”utenza” opera il Personale del Corpo di Polizia Penitenziaria sono presenti televisori, videocamere, e telefoni, quadri elettrici. Inoltre, è agevole ipotizzare che all’interno delle sezioni detentive l’elevata concentrazione di radio e televisori i cui cavi passano attraverso una rete di tubi non adeguatamente schermati, potrebbe creare un vero e proprio inconveniente per la salute per chi si trova con costanza quotidiana in tali ambienti. A ciò si aggiunga la presenza di tralicci dell’alta tensione che sovrastano e attraversano gli spazi adiacenti dell’istituto quale caratteristica indefettibile soprattutto per gli istituti di nuova realizzazione e allocati all’esterno delle aree cittadine, come quello di Lecce con conseguente esposizione degli operatori a flussi elettromagnetici».
La polizia penitenziaria chiede che l’amministrazione ponga in essere tutte le cautele e precauzioni per impedire che l’inquinamento elettromagnetico possa nuocere a tutti coloro che vivono il carcere.
Tra i tanti problemi da risolvere c’è quello dell’igiene. La vita degli operatori del carcere diventa sempre più insostenibile, tra disservizi e carenza di personale. «Questa Segreteria Provinciale Osapp, quale organizzazione maggiormente rappresentativa di Categoria reputa opportuno rappresentare la necessità di mettere a disposizione del personale di Polizia Penitenziaria un servizio gratuito per il lavaggio e disinfezione delle uniformi, in modo da prevenire la propagazione degli agenti infettivi presenti in alcuni ambienti di lavoro. A titolo meramente indicativo si rammenta che il personale preposto ai piantonamenti ha numerose occasioni di contratto negli ambenti dei reparti ospedalieri di dermatologia, malattie infettive o, ancora, quello addetto alle sezioni detentive si relaziona (soprattutto nelle sezioni dell’infermeria) con soggetti affetti da particolari patologie, non sempre denunciate dagli interessati o diagnosticate dai medici , analoghe considerazioni valgono per gli istituti con sezioni destinate al ricovero dei detenuti affetti da particolari patologie». L’ennesimo appello che rischia di cadere nel silenzio.
Leonardo Bianchi