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Capi contraffatti: inflitti 30 anni di carcere e le griffe di moda internazionale battono cassa

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LECCE – Oltre 30 anni di carcere sono stati inflitti a nove imputati per un giro di capi di note griffes contraffatti venduti nel Salento. Tra gli imputati compaiono anche noti imprenditori. E le griffe internazionali hanno battuto cassa chiedendo un maxi risarcimento. I giudici della seconda sezione collegiale (Presidente Roberto Tanisi) hanno condannato in primo grado a 6 anni e 1 mese di reclusione Salvatore Mazzotta, 54 anni, di Carmiano; 6 anni a Francesco Mungelli, 39, di Lecce; 4 anni e 7 mesi per Vittorio Salvatore Coppola, 70, di Lecce; 4 anni e 4 mesi a Piero Antonio Del Vescovo, 36, di Lecce; 4 anni ed 1 mese a Massimo Cosma, 43enne, leccese; 1 anno ed 1 mese a Carluccio Maggio, 30enne di Ortelle (frazione di Poggiardo); 2 anni a Mattia Granato, 56, di Brusciano (in provincia di Napoli) così come Noè Mazzotta, 30, di Carmiano. Infine 1 anno ed 1 mese a Chander Ghoiari Lukesh, di origini indiane, ma residente a Lecce. I giudici hanno assolto gli imputati dal reato di associazione a delinquere nonostante il pubblico ministero Massimiliano Carducci avesse chiesto la condanna anche per il reato più grave. Le accuse: contraffazione e ricettazione. Note firme della moda italiana come Tod’s, Gucci e Hogan, si erano costituite parte civile e verranno risarcite con una maxi provvisionale.

Alcuni imputati furono anche arrestati raggiunti da una misura cautelare. Due i presunti gruppi attivi nel Salento tra il 2008 e il 2009. Con ruoli differenti la presunta organizzazione avrebbe messo in commercio capi d’abbigliamento che giungevano in Italia direttamente dalla Turchia. Il ruolo di presunto capo sarebbe stato ricoperto da Coppola. Maggio si sarebbe occupato di pubblicizzare la vendita tramite Internet. Poi i capi di note griffes finivano sulle vetrine di alcuni negozi: di Mungelli e Del Vescovo. Nel secondo sottogruppo avrebbero fatto parte anche Salvatore Mazzotta (nel ruolo di capo promotore) oltre ad altri presunti sodali non identificati. Le indagini hanno accertato anche il ruolo ricoperto dal padre Noè che avrebbe aiutato il figlio a custodire i carichi di merce taroccati in casa. Gli imputati erano assistiti dagli avvocati Antonio Savoia, Giuliana Vetrugno, Ester Nemola, Giuseppe Corleto, Giancarlo Dei Lazzaretti e Luigi Rella.

F.Oli.


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