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Dalla promessa di matrimonio al carcere come un capo mafia

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LECCE – Dall’evasione da Borgo “San Nicola”, alla promessa di matrimonio in carcere per finire in una cella in assoluta solitudine. Isolamento completo come un capo mafia. E’ la triste parabola di Rosa Della Corte, una donna tanto affascinante quanto ribelle, per una personalità fortemente complicata.

La 31enne, originaria del Napoletano e nota alle cronache per aver ucciso il fidanzato nel 2003, è stata confinata al regime di sorveglianza particolare già da alcune settimane. Tecnicamente si tratta dell’applicazione del 14-bis. In pratica: chiusura totale in cella per 23 ore con una sola ora d’aria libera; divieto di corrispondenza, di telefonate e di colloqui familiari. Un isolamento completo simile a quello riservato agli ergastolani di mafia come Totò Riina o Bernando Provenzano.

Il provvedimento è stato disposto dal Dap. Già da alcune settimane il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha trasferito la Della Corte dal carcere di Potenza nel penitenziario di Castrovillari (comune della provincia di Cosenza) dopo una presunta aggressione ad un agente della penitenziaria con dei lacci di scarpe avvenuta prima di Natale. Ed è stata così inasprita la detenzione della bella “Mantide”. Una ricostruzione confutata dalla difesa rappresentata dall’avvocato Carlo Gervasi. La Della Corte avrebbe ricevuto in carcere un paio di scarpe che avevano dei lacci di scorta. Secondo il regolamento del carcere le scarpe sono state concesse ma non i lacci e l’aggressione sarebbe stata compiuta da un’altra detenuta servendosi dei lacci della “Mantide”.

L’agente ferito, però, è stato irremovibile. Ha indicato senza titubanze che sarebbe stato aggredito dalla Della Corte. Ed è stata così trasferita al carcere di Castrovillari. In isolamento completo come un boss. Eppure solo pochi mesi fa la bella Rosa aveva ottenuto la possibilità di convolare a nozze con un altro detenuto condannato sempre per un omicidio passionale. Ad aprile dovrebbe giurare amore eterno a Donato Greco, 44 anni, di Ostuni, condannato a 22 anni di carcere per aver assassinato nel 2001 il presunto amante della compagna. La relazione è nata per via epistolare perché entrambi sono detenuti in case circondariali diverse. Ma tanto è bastato per far scoccare la scintilla. In cella la Della Corte ha sempre ricevuto lettere di ammiratori e numerose proposte di matrimonio. E fra i tanti a fare breccia nel suo cuore è stato proprio Greco.

La Della Corte, che sta scontando una pena definitiva a 18 anni di carcere, ha fatto parlare di sè nell’agosto di due anni fa, quando evase dal carcere di Lecce in virtù di un permesso premio. All’epoca i mass media nazionali diedero ampio risalto alla sua fuga d’amore con Lorenzo Trazza, 26 anni, cuoco originario di Muro Leccese, con il quale la donna trascorse alcuni giorni della sua latitanza.

I due erano stati insieme a Napoli, dai parenti della 30enne. Al momento di rientrare a Lecce, però, la Della Corte salì insieme a lui su un treno per Roma. Dopo pochi giorni, i due litigarono e Trazza si presentò presso la caserma dei carabinieri della capitale per svuotare il sacco. Nei primi giorni di settembre la donna venne scovata dai militari in un appartamento di Tor San Lorenzo, vicino Roma, insieme ad un cittadino rumeno. Da quel momento, la popolarità della ragazza crebbe enormemente, tant’è che in televisione venne riproposta la puntata del programma «Storie maledette», condotto dalla giornalista Franca Leosini. La Della Corte, che terminerà di scontare la pena nel 2017, è in carcere da quando aveva 18 anni. E’ ritenuta colpevole dell’omicidio del fidanzato Salvatore Pollasto, trovato morto all’interno della sua Y10, in una stradina cieca frequentata da prostitute e rapinatori. Ad oggi il movente è rimasto un mistero, anche alla luce del fatto che la ragazza si è sempre professata innocente.

F.Oli. 


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