ANDRIA/LECCE – Patteggiano la pena (sospesa) e tornano in libertà. I sei ultrà del Lecce arrestati per i tafferugli scoppiati nel pre-gara di Andria hanno così potuto lasciare il carcere. Nel processo per direttissima il giudice del Tribunale di Trani, Roberto D’Angeli, ha inflitto 8 mesi e 20 giorni ad Antonio Alessandro, 26enne, di Tuturano; 6 mesi di reclusione a Simone Favale, 24 anni, di Carmiano; Giampaolo Martina, 32enne, di Arnesano e Nicolò Corrado, 23, di Cavallino; 5 mesi a Gabriele Pallara; 4 mesi e 800 euro di multa a Mirko Manca, 25 anni, di Lequile. Per i sei è stato disposto il Daspo (il divieto di accedere alle manifestazioni sportive) di due anni. Il giudice non ha convalidato gli arresti perché erano trascorse le 48 ore (necessarie per l’arresto in flagranza).
I sei tifosi hanno parlato alla presenza dei propri avvocati difensori Laura Minosi, Massimo Bellini, Giovanni Erroi, Giorgia Giannone e Raffale Lo Martire, quest’ultimo del Foro di Brindisi. Davanti al giudice tutti hanno confessato di essersi recati ad Andria nonostante fossero sprovvisti della tessera del tifoso e di aver cercato comunque di acquistare un biglietto. Quando hanno sentito un boato a circa 50 centimetri di distanza, istintivamente sono scappati dirigendosi verso le macchine, ma sono stati fermati dagli agenti di polizia.
Hanno opposto una minima resistenza, così come dichiarato, consegnandosi alle forze dell’ordine subito dopo. Inoltre, hanno spiegato di essersi coperti i volti con il cappuccio delle felpe per coprirsi dal gran freddo (ad Andria scendeva acqua mista a neve) e non per eludere eventuali identificazioni. In cinque, invece, sono stati solo denunciati: A.R.C., 34enne, originario di Tricase; E.G., 41enne, di Roma; V.S., 27enne, di Lecce; S.F., 21enne, nato a Galatina e A.G.M., di 20, residente a Scorrano.
I tafferugli sono scoppiati all’esterno dello stadio “Degli Ulivi”, dove domenica pomeriggio si è disputato l’incontro tra l’Andria e il Lecce per la prima giornata di ritorno del campionato di Lega Pro (gara conclusa a reti inviolate).
Gli animi si sono surriscaldati intorno alle 13. Una quarantina di appartenenti alla frangia più calda della tifoseri, privi di biglietto e di tessera del tifoso, ha eluso i controlli all’ingresso di Andria percorrendo stradine secondarie. Gli ultras si sono così presentati a ridosso dello stadio. Hanno cercato di eludere i controlli, lanciando subito dopo bombe carta all’indirizzo delle forze di polizia. Un vicebrigadiere della Finanza di Bari ed un agente di polizia del Commissariato di Andria sono rimasti feriti. Hanno riportato lievi lesioni, giudicate guaribili rispettivamente in tre e due giorni.
Gli agenti sono riusciti a bloccare undici tifosi. Trovati in possesso di spranghe, bottiglie e materiale esplodente, sono stati accompagnati e identificati presso gli uffici del commissariato di Andria.
Le indagini non sono concluse. Gli agenti del Commissariato di Andria, in collaborazione con i colleghi della Digos di Lecce, stanno visionando i filmati di alcune telecamere per identificare altri facinorosi. Il pomeriggio di follia è proseguito anche dopo il triplice fischio finale. Gli ultras della Fidelis, supportati da un centinaio di tifosi del Bari (presenti nella curva di casa), hanno cercato il contatto con la tifoseria giallorossa assiepata sugli stadi in circa 150 unità. E’ partita una sassaiola all’indirizzo del settore ospite ma non si sono registrati feriti. Il pronto intervento delle forze dell’ordine ha evitato che le tifoserie (divise da un’acerrima rivalità) potessero entrare in contatto. Le indagini sono scattate per identificare anche i responsabili dei tafferugli dopo la fine del match.
C.T.