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Operazione “Eclissi”: rigettata la costituzione di parte civile del Comune di Lecce

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OPERAZIONE ECLISSILa richiesta di costituzione di parte civile viene dichiarata tardiva e il Comune di Lecce non entra nel processo “Eclissi”. Il gup Giovanni Gallo ha accolto l’eccezione sollevata dai penalisti Luigi Corvaglia, Ladislao Massari e Donata Perrone a cui si è subito associato l’intero collegio difensivo. Palazzo Carafa è stato così estromesso da uno dei processi di mafia più delicati degli ultimi anni. Il Comune di Lecce aveva incaricato l’avvocato Tiziana Bello di costituirsi parte civile nei confronti di Danilo Piscopo e Manuel Prinari “al fine di ottenere il risarcimento dei danni morali e materiali conseguenti alla fattispecie di reato contestate ai suddetti imputati, in quanto gravemente lesive dell’immagine della Città di Lecce e della sicurezza del proprio territorio”.

La costituzione in giudizio era stata presentata anche nell’ambito del processo nei confronti di altri 18 imputati che, di recente, sono stati rinviati a giudizio. Si erano già costituiti parte civile i genitori e il fratello di Luca Rollo. Il 21enne di Cavallino decise di togliersi la vita il 12 gennaio di tre anni fa, ormai sfiancato dalle continue minacce del clan per un debito di droga non pagato. Gli avvocati Fabio Corvino e Marino Giausa hanno chiesto un risarcimento di 500 mila euro. Nell’udienza di oggi nell’aula bunker del carcere di Lecce sono stati sentiti gli ulitimi testi tra cui un agente di polizia. Per il 29 è prevista la requisitoria del pubblico ministero Guglielmo CataldiAlla sbarra sono finiti che hanno scelto di essere giudicati in abbreviato in un processo che ha alzato il velo sulla storia della criminalità leccese negli ultimi anni.

Le indagini, condotte dagli agenti della Squadra mobile di Lecce, svelarono l’esistenza di contatti fra esponenti della malavita locale e alcuni candidati al consiglio comunale nella tornata di quattro anni fa. Nelle carte dell’inchiesta vengono spulciati i meccanismi con cui veniva gestito il voto: le persone venivano direttamente accompagnate al seggio trattenendo le schede elettorali ed avendo anche influenza sulla nomina dei rappresentanti di lista. Non solo. Il noto medico Severo Martini, candidato con la lista di “Io Sud” e divenuto uno dei consiglieri più suffragati, sarebbe stato costretto ad affidare la gestione della propria campagna elettorale alla criminalità. Avrebbe anche versato nelle casse del clan 1 euro e 30 centesimi per ogni manifesto raffigurante il suo volto e il suo nome.

Subito dopo la requisitoria incominceranno le arringhe del corposo collegio difensivo completato dagli avvocati: Gabriele e Giovanni Valentini, Dario Congedo, Antonio Savoia, Pantaleo Cannoletta, Giancarlo Dei Lazzaretti, Massimiliano Petrachi, Massimo Manfreda, Alessandro Costantini Dal Sant, Alexia Pinto, Cosimo Rampino, Giuseppe De Luca, Ivan Feola, Benedetto Scippa, Mario Stefanizzi, Stefano Prontera, Gabriella Mastrolia, Walter Gravante, Riccardo Giannuzzi, Elvia Belmonte, Rita Ciccarese, Davide Pastore, Mariangela Calò, Stefania Sergi, Donato Sabetta e David Alemanno.

F.Oli.


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