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Clik here to view.LECCE – In mattinata, la Commissione consiliare istruzione – convocata su richiesta di Carlo Salvemini – ha esaminato il problema della sede del CPIA di Lecce. «Non è stata presentata al momento nessuna soluzione che garantisca nel lungo periodo la disponibilità di uno spazio funzionale ai bisogni dell’utenza – spiega il consigliere di Lecce Città Pubblica – L’unica opzione offerta dal Comune – per voce del vice sindaco e dei dirigenti all’istruzione e all’edilizia scolastica – è l’assegnazione di alcune aule presso l’edificio di via Carrara (zona le Vele), in coabitazione con una scuola dell’infanzia e una scuola primaria; ciò al fine di poter indicare una sede di svolgimento delle lezioni a quanti sono intenzionati ad iscriversi per l’anno 2016-2017. Una soluzione provvisoria considerata inadeguata ed insoddisfacente da parte del dirigente scolastico e del direttore amministrativo del CPIA, presenti ai lavori». I CPIA sono delle scuole pubbliche per adulti – anche stranieri – che erogano percorsi di istruzione di primo e secondo livello e di alfabetizzazione della lingua italiana e che hanno sostituito – a partire da quest’anno – quelli che erano i corsi serali e i centri territoriali permanenti. A Lecce ne è stata istituita una per iniziativa della Provincia e autorizzazione della Regione Puglia.
A partire dal marzo del 2015 per disposizione del Ministero i compiti e le funzioni del CPIA sono stati attribuiti ai comuni.
Succede che la scuola è stata sfrattata da quella che finora era la sua sede, venti spazi presso l’ex KNOSS in via dei Salesiani (di proprietà della Provincia), per rimediare alla carenza di aula di due istituti superiori della nostra città, il Virgilio ed il Calasso. Quindi, per effetto di un invito di sgombero dei locali disposto dall’amminstrazione provinciale, il CPIA da mercoledi sarà impossibilitata a poter svolgere il servizio di istruzione e ad interrompere un pubblico servizio. Secondo il consigliere Salvemini non si parla molto di questa vicenda perché gli alunni di questo istituto sono considerati di serie B, essendo spesso stranieri e quindi non elettori. La situazione è peggiorata con il trasferimento, senza risorse, delle competenze dalla provincia al Comune di Lecce e per «l’inesistente collaborazione tra gli enti capace di assicurare una gestione proficua e ottimale degli immobili e di garantire la sicurezza degli operatori e degli utenti».
Il consigliere Carlo Salvemini chiede a Gabellone e Perrone di trovare un dialogo proficuo e propone le sue soluzioni:
1.è necessario trovare in città un edificio di circa 20 aule da prendere in locazione a partire da settembre (ce ne sono diversi disponibili): il bilancio comunale è nelle condizioni di poter sostenere una spesa annua massima di 80.000 – 100.000 euro;
oppure
2. utilizzare le aule vuote (circa 15) della scuola media “Alighieri” in via di Vereto (che occupa solo 6 classi) all’interno della quale sono già presenti alcuni corsi del CPIA: ottimizzare gli spazi disponibili senza oneri aggiuntivi (se non quello a necessari a a rendere indipendenti gli accessi) vale il sacrificio di una coabitazione che alcuni giudicano inopportuna;
oppure
3. ritirare dal mercato l’edificio scolastico comunale di via De Simone – attualmente assegnato in comodato d’uso gratuito all’associazione antiracket Salento – e messo in vendita: le ragioni di pubblico interesse devono e possono prevalere su ogni altra considerazione.
«Le alternative non mancano- spiega – Quella che difetta – probabilmente – è la consapevolezza politica che il CPIA è una scuola pubblica a tutti gli effetti; e che quindi bisogna impegnarsi a trovare soluzioni adeguate all’importanza della funzione pubblica ad essa assegnata; l’alfabetizzazione linguistica dei migranti – fondamentale strumento di integrazione – e la formazione scolastica per gli adulti. Non è solo un problema amministrativo. Serve per questo un più incisivo e attento ruolo delle massime istituzioni territoriali, sindaco e presidente della provincia. Finora mancato».
Garcin