CARMIANO (Lecce) – Per l’assenza di braccialetti elettronici rimane in carcere Alessio De Mitri, il 26enne di Carmiano, arrestato il 4 dicembre per la rapina ai danni della gioielleria “Govoni” a Minerbio in provincia di Bologna. Il Tribunale del Riesame del capoluogo felsineo (Presidente Grazia Nart, e i giudici Rocco Criscuolo e Silvia Migliori) ha ritenuto ancora sussistenti i gravi di indizi colpevolezza e il rischio di reiterazione del reato. I giudici avrebbero attenuato la misura in carcere con i domiciliari con il braccialetto ma dopo una verifica lo strumento di controllo non era disponibile. Per il Tribunale “non può pretendersi che lo Stato predisponga un numero indeterminato di braccialetti elettronici, pari al numero dei detenuti per i quali può essere utilizzato, essendo le disponibilità finanziarie dell’Amministrazione necessariamente limitate, come sono limitate tutte le strutture (carcerarie, sanitarie, scolastiche, etc.) e tutte le prestazioni pubbliche offerte ai cittadini, senza che ciò determini alcuna violazione del principio di eguaglianza e degli altri diritti costituzionalmente tutelati).
Quindi? I giudici decidono di fare marcia indietro e di lasciare in carcere un detenuto che invece poteva cominciare un percorso di riabilitazione agli arresti domiciliari. Quasi sempre, di fronte alla mancanza di congegni, lo scenario resta immobile: carcere per chi poteva essere scarcerato, un procedimento giudiziario che aveva dato esito favorevole che viene vanificato da una carenza endemica proprio come nel caso di De Mitri. In manette per quella rapina che fruttò 315 mila euro in gioielli è finito anche Alex Spedicato. Il 26enne di Carmiano è sempre detenuto. De Mitri è assistito dall’avvocato Cosimo D’Agostino.
F.Oli.