CAMPI SALENTINA (Lecce) – Vecchi omicidi di mafia confluiti nella maxi inchiesta “Maciste 2” finiscono davanti alla Corte d’Assise d’appello di Lecce. E il giudice Roberto Tanisi ribalta le condanne di primo grado. Non senza alcune sorprese. Il boss di Campi Salentina Gianni De Tommasi è stato assolto dall’omicidio di Luigi Scalinci (ucciso alla periferia di Lecce il 19 gennaio del 1989) per non aver commesso il fatto. Per il capobastone della Scu è stata rideterminata la pena in quella dell’ergastolo con isolamento diurno per otto mesi. In primo grado era stato condannato all’isolamento di due anni. De Tommasi è stato condannato per gli omicidi di Valerio Colazzo (ucciso a Campi il 3 settembre del 1989); Giovanni Corigliano (scomparso il 5 novembre 1989, il cadavere non è mai stato rinvenuto) e Donato Erpete (ucciso a San Cesario l’11 novembre del 1989). La Corte ha invece assolto Ciro Bruno, 55 anni, di Grottaglie, dagli omicidi di Valerio Colazzo e Giuseppe Quarta. L’esecuzione di quest’ultimo viene collocata l’11 ottobre del 1989 anche se il suo cadavere non è mai stato ritrovato. Il pubblico ministero Guglielmo Cataldi aveva invocato l’ergastolo. E’ stato, invece, assolto Domenico Antonio Calabrese, 49enne, di Campi Salentina coinvolto nell’omicidio di Luigi Scalinci. L’agguato mortale, ordinato da De Tommasi, si verificò alla presenza di più persone e il cadavere di Scalinci, nonostante le indicazioni dell’ex boss Dario Toma, che accompagnò gli investigatori sul luogo della sepoltura, non è mai stato trovato.
Paolo Tomasi, di Campi Salentina, è stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno. La Corte ha riconosciuto il vincolo con una vecchia sentenza del 20 febbraio 2003. L’imputato è stato assolto perché il fatto non sussiste dal tentato omicidio di Francesco Polito sfuggito a due agguati (13 agosto 1989 a Campi e 3 marzo 1996 a Lecce). De Tommasi – secondo gli inquirenti – voleva vederlo sepolto per vendicare l’omicidio del fratello Ivo. L’imputato, invece, è stato riconosciuto colpevole per il tentato omicidio di Sergio Notaro (28 luglio del 2000).
In primo grado venne invece assolto Angelo Tornese ritenuto a capo dell’omonimo clan di Monteroni, imputato per il tentato omicidio (ormai prescritto) di Pietro Leo, avvenuto il 24 ottobre del 1989. Il processo è stato aggiornato al prossimo 9 novembre quando inizieranno le discussioni degli avocati che proseguiranno il 23. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Ladislao Massari (per De Tommasi), Tommaso Stefanizzo (per Calabrese), Michele Palazzo (per Tomasi), Cosimo Lodeserto e Vito Epifani (per Bruno).
F.Oli.