BARI – La bozza ufficiale del Piano di riordino che Michele Emiliano intende varare latita. In realtà, potrebbe essere ritoccata in itinere e per questo non viene diffusa. Il governatore incontrerà i responsabili del governo a breve e discuterà con loro della sostenibilità del Piano: con il via libero dei funzionari ministeriali sarebbe tutto più facile. Intere campagne elettorali si possono fare sulla sanità: Fitto, che cadde per il suo piano di riordino, ne sa qualcosa. Il governatore, dunque, in attesa di raggiungere la quadra con i suoi consiglieri, sta cercando di non diffondere nessuna notizia ufficiale in merito. Il Corrieresalentino.it è stato tra i primi quotidiani on-line a diffondere le anticipazioni: ci sono delle scelte molto pesanti da prendere che riguardano gli accorpamenti degli ospedali di Casarano e Gallipoli. Inoltre, senza i reparti di terapia intensiva, secondo gli standard internazionali, mantenere un punto nascita in piedi diventa poco sicuro: oggi bisogna raggiungere i 500 parti l’anno per restare aperti. Ecco perché Gallipoli potrebbe chiudere. Poi, ci sono anche le buone notizie, come l’edificazione del Polo Pediatrico a Lecce. A questo bisognerà aggiungere la nascita di un Polo tra Galatina, Nardò e Copertino e del nuovo nosocomio tra Maglie e Melpignano: un progetto di cui vi abbiamo parlato negli anni scorsi. Ma, siccome la coperta è corta, l’apertura di un reparto comporta la chiusura di cardiologia pediatrica a Casarano. I consiglieri di maggioranza, però, hanno storto il naso e hanno bloccato il blitz del Presidente della Regione Puglia. «Non si può varare un piano di riordino senza ascoltare i territori: dovremo avviare una fase di consultazioni»- ha spiegato Paolo Pellegrino, eletto in una lista a supporto del governatore.
Le opposizioni affilano le armi per partire all’assalto, perché il Piano non è stato discusso prima in Consiglio, ma ci arriverà dopo, a giochi fatti. I Conservatori e Riformisti partono attaccano: «Reparti da accorpare, posti letto che viaggiano da un ospedale ad un altro, strutture che si chiudono o forse no… ormai sono giorni e giorni che i maggiori quotidiani della regione pubblicano notizie relative al Piano di Riordino sanitario che il presidente Emiliano avrebbe già operato senza che né i territori, né noi consiglieri regionali siano stati informati. Di conseguenza si sta diffondendo, specie fra gli operatori sanitari, un allarmismo (forse anche eccessivo, ma giustificabile) che non riesce a trovare assicurazioni politico-istituzionale. Eppure avevamo non poco apprezzato la volontà espressa da Emiliano, durante l’ultima seduta del Consiglio regionale, di accogliere la nostra proposta di un Piano condiviso prima ancora di essere adottato dalla Giunta. Avevamo davvero creduto che dietro l’accoglimento della nostra richiesta vi fosse la volontà di analizzare con noi, ma con i territori soprattutto, le difficili scelte che devono essere operate. E, invece, dal giorno dopo ci siamo resi conto che la bozza non è sicuramente arrivata in Giunta, così come avevamo richiesto, ma che sui quotidiani appare come definitiva. Insomma, altro che condivisione e partecipazione. A questo punto chiediamo al Presidente che al più presto sia reso noto il Piano che intende realizzare, in modo che quell’operazione di ascolto dal basso possa essere svolta da chi, come noi, intende davvero coinvolgere tutte le parti interessate dal Riordino».
Noi con Salvini promette in ogni ospedale una barricata. «È profondamente ingiusto – ammonisce Rossano Sasso, coordinatore regionale per la Puglia di NCS – far pagare come sempre ai più deboli, ai malati, il costo di anni ed anni di sprechi nella sanità pugliese da parte della sinistra; ha iniziato Vendola con le spese pazze e l’allegra gestione che causò l’aumento di ticket e tasse, ed ora prosegue in questo disegno Michele Emiliano arrivando ad ipotizzare la chiusura di 25 ospedali. Bene, sappia Emiliano che troverà una opposizione popolare nelle piazze di ogni paese in cui vorrà chiudere un ospedale». Per i salviniani «Il diritto alla salute è seriamente in pericolo in una regione in cui si muore d’infarto mentre si è in coda dal cardiologo, o le spese di un flacone di disinfettante lievitano del 500per cento, o ancora le liste di attesa per una qualsiasi visita specialistica tolgono ogni speranza di potersi curare, e se a questo si aggiunge anche la chiusura di alcuni ospedali a causa dei tagli del Governo Renzi, allora ai Pugliesi non resta (per chi può) che curarsi a pagamento».
«Anche in provincia di Lecce ci prepariamo alla mobilitazione – spoiega Leonardo Calò, responsabile provinciale – in particolare non permetteremo la chiusura o il forte ridimensionamento dell’ospedale di Gallipoli così come ci opporremo alla chiusura del punto nascita di Copertino. In particolare su Gallipoli si sta paventando la chiusura di un nosocomio che, nel periodo estivo serve una popolazione di oltre 200.000 abitanti e ciò, è evidentemente folle ed insensato non solo in considerazione del numero di potenziali utenti ma anche e soprattutto perché nelle condizioni di caos estivo che abbiamo già sperimentato, tale chiusura esporrebbe i malati a pericolosi spostamenti su strade congestionate dal traffico con grave rischio per la loro salute».
Garcin