“Ho portato con me la pistola perché spaventato dalle allucinazioni dettate da un potente cocktail di stupefacenti ma non volevo fare del male a nessuno”. Si è giustificato così Antonio Martina, il 46enne di Lecce arrestato il 31 dicembre scorso per la detenzione di una pistola e della sostanza stupefacente. nelle scorse ore, l’uomo è comparso nelle scorse ore dinanzi al gip Vincenzo Brancato. Il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’uomo nonostante Martina abbia confessato di essere tossicodipendente già da tempo. I suoi avvocati difensori Fritz Massa e Antonella Corvaglia avevano chiesto i domiciliari.
L’arresto risale alla vigilia di Capodanno. Martina si aggirava nei pressi di via Martiri d’Otranto con una pistola in mano ma i suoi movimenti non sono passati inosservati. E’ stato notato da alcuni cittadini che hanno immediatamente allertato la polizia. Dopo una rapida ricerca il “pistolero” è stato bloccato e arrestato. L’operazione flash è stata condotta dalle Unità di Primo Intervento unitamente al Reparto Prevenzione Crimini e alla sezione delle volanti. Gli agenti hanno raccolto diverse segnalazioni di cittadini preoccupati perché avevano notato un uomo aggirarsi armato. E’ così scattato un controllo a tappeto dei condomini fin quando i poliziotti non hanno trovato Martina all’interno di una palazzina. Era appena entrato dall’esterno della strada. E’ stato subito bloccato e durante la perquisizione il 46enne è stato trovato in possesso di una pistola Sig Sauer calibro 9 con matricola abrasa e sei proiettili nel caricatore, inserito. Non solo. Martina aveva anche un po’ di droga: 3,96 grammi di cocaina e 0,74 di eroina. Ascoltato il magistrato di turno Carmen Ruggiero, il leccese è stato arrestato e accompagnato in carcere con le accuse di detenzione illegale di arma da fuoco e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente dove rimarrà per qualche altro giorno.
La storia umana di Martina è piuttosto travagliata. Figlio di un’agiata famiglia leccese l’incrocio con le droghe si è rivelato fatale per il suo destino. Nonostante abbia frequentato molteplici centri di riabilitazione non è mai riuscito a superare i problemi di tossicodipendenza e le “allucinazioni” raccontate davanti al gip sarebbero ormai l’epilogo di un’esistenza border line. Nel settembre di un anno fa un altro episodio “singolare”. L’uomo pensò bene di sparare per strada il cane di una prostituta perché abbaiava troppo. Nonostante recentemente sia stato anche condannato ad un anno e due mesi di reclusione in abbreviato la sua “passione” per le armi sarebbe rimasta intatta.
F.Oli.