SQUINZANO (Lecce) – In due fanno scena muta, altri due rispondono e negano le accuse. Si sono svolti nelle scorse ore gli interrogatori di garanzia dei quattro arrestati per la sparatoria in cui rimase coinvolta una donna al quinto mese di gravidanza in auto insieme ai suoi bambini. Dinanzi al gip Cinzia Vergine in carcere sono comparsi Paolo Guadadiello, 28 anni e Alessio Fortunato, 32 anni, entrambi di Squinzano che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Erano presenti anche il pubblico ministero Maria Vallefuoco e l’avvocato difensore Antonio Savoia. Sono stati interrogati anche Massimo Lasalvia e Danilo Ragione, entrambi 37enni, di Torchiarolo, finiti ai domiciliari. I due, assistiti dall’avvocato Ladislao Massari, hanno fornito una propria spiegazione che, con ogni probabilità, potrebbe convincere il magistrato inquirente a disporre nuovi accertamenti.
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Antonio De Donno e dal sostituto Vallefuoco, sono state avviate nella notte del 14 maggio di un anno fa quando una giovane donna straniera al quinto mese di gravidanza, viene portata d’urgenza all’ospedale “Perrino” di Brindisi dopo essere stata sparata ad una spalla. Gli accertamenti consentono di risalire su quanto accaduto. La sera prima, A.R. viene convocato in un bar di Squinzano da Alessio Fortunato. L’uomo si presenta all’appuntamento con la compagna e ai due bambini di cinque e tre anni. A.R. viene accusato di aver compiuto un furto ad una persona di Torchiarolo e viene pestato.
La compagna, spaventata, si mette al volante dell’auto e investe uno degli aggressori. Subito dopo cede ad A.R. una pistola giocattolo e si dileguano. I quattro iniziano a cercare l’uomo per mettere in atto la loro vendetta. Intercettano la Opel Zafira sulla strada che conduce da Torchiarolo a Squinzano. Vengono così esplosi almeno quattro colpi di pistola calibro 9 di cui uno colpisce alla spalla la donna. Il figlio di cinque anni rimane vivo solo per miracolo così come la sorellina di appena tre anni. Grazie alle dichiarazioni di alcuni testimoni, alle immagini delle telecamere di videosorveglianza del bar ed alle dichiarazioni di un brigadiere di Squinzano i militari sono riusciti ad identificare i responsabili. Nuovamente convocate dai carabinieri, le vittime hanno confermato l’episodio nonostante un’iniziale reticenza.
F.Oli.