TIGGIANO (Lecce) – Diciotto pajare su ventisette realizzate sulla scogliera di Tiggiano nel bel mezzo del parco Otranto-Santa Maria di Leuca verranno abbattute.
A spese e cura della titolare della ditta torinese autorizzata dal Comune di Tiggiano al solo rifacimento anni fa di alcune strade di campagna in un’area di interesse naturalistico e su cui, perciò, vigeva l’assoluto divieto di edificazione.
Proprio alla luce dei vincoli paesaggistici ricadenti sulla zona il Comune di Tiggiano aveva concesso alla società torinese il placet per la ristrutturazione di edifici già esistenti e non la costruzione ex novo di ulteriori costruzioni come invece sarebbe avvenuto. Il progetto di demolizione è stato depositato dalla società stessa sul tavolo del pubblico ministero Paola Guglielmi.
La demolizione avverrà sotto la stretta vigilanza degli agenti del Corpo Forestale di Lecce e dell’architetto Loredana Magurano che aveva eseguito una doppia consulenza individuando i manufatti apparentemente vecchi in realtà realizzati ex novo. La titolare della ditta sarà tenuta anche a demolire e smaltire i rifiuti a proprie spese. Inoltre le pietre antiche con cui erano state rivestite le pajare non dovranno essere distrutte ma accumulate e conservate nella riserva naturale. Ora per avviare i lavori di demolizione la società attende il via libera dal Comune con la concessione della Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
Nell’avviso di chiusa inchiesta notificat alcune mesi fa compaiono nomi e accuse. I reati di falso ideologico, deturpamento di bellezze naturali e abusivismo edilizio sono contestati a G.P., 68 anni, residente in provincia di Torino, legale rappresentante della società che avviò i lavori nonchè proprietaria del terreno ed L.C., 55, di Padova, architetto, tecnico, progettista e firmatario dei progetti presentati al Comune di Tiggiano. L’inchiesta venne avviata nell’autunno di due anni fa quasi per caso. Gli agenti della polizia provinciale notarono la presenza di camion e operai in un tratto di strada che collega Tricase a Santa Maria di Leuca.
I successivi sopralluoghi svelarono un accatastamento di pajare, composto da 11 unità che non comparivano nell’ultima aerofotogrammetria risalente al 2005. I sorvoli di un drone fecero poi emergere ulteriori costruzioni. La Procura dispose così una consulenza bis. Anche il secondo elaborato evidenziò che altre pajare a picco sul mare erano state costruite senza alcuna autorizzazione. Realizzate con mura di tufo ricoperte dalle pietre così da simulare l’effetto vecchia manifattura e reso ancor più reale dalla presenza di vegetazione sistemata a ridosso dei mattoni.
Tra ottobre e giugno di un anno fa il pubblico ministero Paola Guglielmi chiese ed ottenne dal gip due sequestri sull’area vincolata per circa quattro ettari. I due indagati sono difesi dall’avvocato Luigi Covella. La richiesta di rinvio a giudizio non è ancora salita al quinto piano.
F.Oli.