LECCE – Con voce ferma ha confermato di aver subito uno stupro per mano di un deejay di Ceglie Messapica in un locale della movida leccese. “Siamo andati in bagno perché dovevo indossare un vestitino da diavoletta quando sono stata piegata sul lavandino e costretta ad avere un rapporto sessuale” ha raccontato in aula la vittima, una 21enne di Lecce. L’ascolto della parte civile si è svolto questa mattina dinanzi ai giudici della prima sezione penale.
La giovane ha ricostruito quanto accaduto il 26 ottobre di due anni fa in quel locale nei pressi di Piazza Santa Chiara. La ragazza, assistita dall’avvocato Fabrizio Pellegrino, ha raccontato di aver raggiunto il locale perché doveva fare l’animatrice con altre due amiche. “Quando sono andata in bagno con il deejay per cambiarmi, ha chiuso la porta, mi ha piegato sul lavandino e nonostante chiedessi di andare via sono stata violentata dopo aver perso i sensi per l’alcol bevuto”.
L’istruttoria è stata aggiornata al 27 aprile quando verranno sentiti altri tre testi della parte civile. Il presunto stupro si sarebbe verificato il 26 ottobre di due anni fa in uno dei tanti locali che sorgono nelle immediate vicinanze di piazzetta Santa Chiara luogo in cui sciama la movida salentina. Dopo la mezzanotte, la giovane, in uno stato di semi coscienza a causa dei fumi dell’alcol, sarebbe stata accompagnata dal deejay in bagno e costretta a consumare un rapporto sessuale completo.
Accompagnata in ospedale, dopo una notte travagliata, la giovane ricordò quanto accaduto ore prima e decise di denunciare il presunto stupro in ospedale. Una immediata visita specialistica non rilevò segni tangibili sul corpo della ragazza ricollegabili ad una violenza. L’imputato, tramite il proprio legale Domenico Maria Conte del Foro di Brindisi, non ha mai negato il rapporto sessuale che, a suo dire, sarebbe stato assolutamente consenziente. Il prosieguo del processo accerterà se quell’incontro in bagno sia effettivamente sfociato in uno stupro.
F.Oli.