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Presunta violenza sulla cuginetta? Condannato un operaio

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anagrafe-taurisano-(1)TAURISANO (Lecce) – Una presunta violenza sessuale fra cugini si conclude con la condanna del presunto molestatore. Il gup Giovanni Gallo, nel giudizio con rito abbreviato, ha inflitto due anni e quattro mesi ad un operaio 21enne di Taurisano con l’accusa di violenza aggravata ai danni della ragazzina, all’epoca dei fatti, infraquattordicenne. Il giudice ha comunque riconosciuto all’imputato una doppia riduzione di pena così come richiesto dall suo avvocato Fabio Ruberto: di aver risarcito il danno e le circostanze attenuanti generiche. Il deposito delle motivazioni è atteso nei prossimi 90 giorni. Il pm di udienza Stefania Mininni aveva chiesto 2 anni e 6 mesi di reclusione e la concessione della sola attenuante di aver risarcito il danno csì come effettivamente compiuto dall’operaio nel corso delle indagini preliminari.

La presunta violenza risale al 31 gennaio. In casa della ragazzina i due cugini sarebbero rimasti da soli per la concomitante assenza di alcuni parenti e il giovane avrebbe approfittato di quel vuoto creatosi in casa per allungare le mani sulla cuginetta più piccola. Nel capo d’imputazione si fa riferimento come “mentre i due guardavano la televisione il giovane avrebbe fatto distendere la cugina sul divano, abbassandole i jeans per poi salire a cavalcioni nonostante la reazione della minore che piangeva e tentava di allontanarlo”.

Lo “scandalo in famiglia” venne scoperto da una zia che rientrò in casa trovando i due ragazzi in posizioni oltremodo ambigue. Nell’immediato non venne presentata alcuna denuncia e la ragazzina, studente di scuola media, preferì sorvolare sull’accaduto probabilmente per non turbare ancora di più gli stati d’animo già messi a dura prova di due nuclei familiari. Gli agenti del Commissariato di Taurisano, diretti dal dirigente Salvatore Federico e coordinati dal sostituto commissario Rosanna Buffo, raccolsero indiscrezioni e voci in paese su quanto accaduto e decisero di vederci chiaro avviando un’indagine con la massima discrezione che un fatto del genere inevitabilmente comporta.

Nel corso dell’inchiesta, la minore, assistita dall’avvocato Alvaro Storella, è stata ascoltata con l’ascolto protetto dell’incidente probatorio dinanzi al gip Simona Panzera e al consulente del giudice, Romana Cretazzo. La ragazzina in parte ritrattò le accuse ridimensionando quanto successo in casa e arrivando persino a  negare contatti fisici con il cugino. Nonostante l’esito dell’ascolto protetto, il pubblico ministero Roberta Licci (titolare del fascicolo d’indagine) decise di non archiviare la posizione dell’operaio. Fondamentale si rivelò la testimonianza fornita dalla zia ascoltata come persona informata dei fatti così come altri parenti. Per uno sconto di pena se ne riparlerà in Appello come già annunciato dall’avvocato difensore dell’operaio.

F.Oli. 


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