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Rapinato in casa, l’anziano in aula: “Minacciato di morte se non consegnavo i soldi”

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AULA DI TRIBUNALE 2GALATONE (Lecce) – “Se non ci dai i soldi ti uccidiamo”. L’anziano, 87enne di Galatone, ha confermato un aula le minacce subite da Stefano Zambonini e Andrea Calamaio, i due banditi che, il 25 aprile scorso, per le indagini dei carabinieri, fecero irruzione nella sua abitazione per rapinarlo di 400 euro. “Erano alti e magri, mi hanno messo le mani in testa e mi chiedevano dove custodivo i soldi” ha raccontato la vittima dinanzi ai giudici della prima sezione penale (Presidente Gabriele Perna).

Con le difficoltà dettate dall’età, l’anziano si è contraddetto in alcuni passaggi riferendo inizialmente che i banditi sarebbero entrati in casa dopo aver sferrato un calcio alla porta (una “carcagnata” (espressione dialettale ndr) così come dichiarato dall’anziano) salvo poi fornire una spiegazione differente: “Hanno bussato alla porta. Mi sono affacciato e ho aperto. Di fronte mi sono trovato due persone travisate. Io tra le mani avevo un coltello. Durante la colluttazione uno dei due banditi si è ferito dopo avermi tolto l’arma”.

Dopo le domande vibrate dalla pubblica accusa (rappresentata in aula dal sostituto procuratore Emilio Arnesano) è stato il turno degli avvocati difensori Attilio Carrozzini (per Zambonini) e Maurizio My (per conto di Calamaio) per il controesame del teste. Ad inizio udienza, l’avvocato Carrozzini aveva presentato istanza di patteggiamento a 3 anni e 6 mesi (riconoscendo le attenuanti generiche per il proprio assistito) ma il collegio ha rigettato la richiesta e anche per Zambonini il processo è proseguito con il rito ordinario.

In poco più di un mese i carabinieri della Compagnia di Gallipoli chiusero il cerchio attorno ai presunti responsabili. I due banditi, coperti da passamontagna, si introdussero in casa dell’anziano in via Pico di Tullio. Dopo aver sentito dei rumori l’anziano raggiunse la veranda di casa portando con sé un coltello da cucina. Uno dei rapinatori, poi identificato in Zambonini, si ferì anche all’altezza del collo nella foga di trascinare il vecchio in casa non accorgendosi che l’anziano impugnava un coltello. Poi i malviventi misero a soqquadro tutte le stanze alla ricerca di soldi e preziosi. Arrivando persino a minacciare di morte la vittima tradendo un inflessione locale. Si allontanarono poco dopo con appena 400 euro sfilati dal portafogli.

I carabinieri avviarono le ricerche dei banditi setacciando gli ospedali della zona a caccia di un giovane ferito. Zambonini venne così stanato nell’ospedale di Galatina. Interrogato dichiarò di essersi ferito in campagna nel tentativo di scavalcare una recinzione. Ma gli accertamenti smontarono tale ipotesi. Il giovane così confessò senza però svelare chi fosse il suo  complice. All’identità di Calamaio i militari arrivarono analizzando le telefonate di Zambonini. Emersero così fitti contatti tra i due che portarono il gip Stefano Sernia ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per entrambi. Il processo è stato aggiornato al prossimo 9 novembre quando verranno sentiti gli ultimi testi dell’accusa.

F.Oli. 


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