“Una macroscopica violazione di legge per garantire indebiti profitti a Naccarelli e, in misura minore, al personale che operava nel Settore economico Finanziario da lui diretto a fronte del pesante indebitamento dell’ente comunale”. I giudici della Corte d’Appello di Lecce mettono nero su bianco le motivazioni con cui l’ex dirigente Giuseppe Naccarelli e l’allora assessore al bilancio Ennio De Leo sono stati condannati rispettivamente a quattro anni e sei mesi e a quattro anni e tre mesi beneficiando di un lieve sconto di pena.
Il processo ha fatto luce sui presunti illeciti relativi all’erogazione degli incentivi nell’ambito della sottoscrizione dei Boc (Buoni obbligazionari comunali, aggiudicati nel 2005 dal gruppo Deutsche Bank per 105 milioni di euro) da parte del Comune di Lecce. Secondo l’ipotesi accusatoria il Comune di Lecce avrebbe versato la liquidazione degli incentivi per 684.400 euro “in assenza di regolare impegno di spesa e senza adeguata copertura finanziaria”. In particolare Naccarelli avrebbe falsamente dichiarato di aver provveduto “ad espletare gran parte del procedimento di perfezionamento relativo all’emissione del prestito obbligazionario”, giustificando la liquidazione degli incentivi al gruppo d lavoro da lui diretto.
Sarebbe stato l’ex assessore Ennio De Leo a proporre e a far approvare dalla Giunta il regolamento comunale per la ripartizione degli incentivi. Il giudice estensore Nicola Lariccia annota nelle 24 pagine delle motivazioni: “Il contributo che il gruppo di lavoro ha potuto dare al perfezionamento dell’emissione del prestito obbligazionario non può essere stato preponderante avendo il comune deciso di dotarsi di un advisor per offrire una consulenza specialistica proprio ai fini dell’emissione del prestito obbligazionario”.
E sull’accusa di peculato i giudici non hanno dubbi: “L’illecito è stato materialmente posto dal pubblico ufficile Naccarelli con il necessario concorso dell’assessore al Bilancio De Leo sostanziatosi nella proposta in Giunta in una delibera con allegato un atto regolamentare calzato su misura per il Naccarelli e per il Gruppo di Lavoro da lui diretto a cui venivano graziosamente concesse somme di denaro sotto forma di incentivi assolutamente non dovuti”. Su eventuali responsabilità in capo di altri amministratori il giudice estensore Lariccia sottolinea: “Riesce assai difficile a questa Corte immaginare che amministratori esperti ed in possesso di cognizioni tecnico-giuridiche siano stati tratti in inganno dall’assessore De Leo sulla sussistenza dei presupposti di legge per l’adozione di un regolamento che la stessa Corte dei conti non ha esitato a definire “scellerata” per il suo macroscopico contrasto con la normativa nazionale. E tuttavia non si può escludere che in capo agli amministratori, in mancanza di ulteriori elementi probatori concreti che imporrebbero al collegio di trasmettere gli atti al pm sia configurabile un profilo di inescusabile superficialità piuttosto che di dolosa partecipazione al disegno criminoso degli odierni imputati”. Naccarelli è assistito dagli avvocati Stefano De Francesco e Pietro Quinto; De Leo da Massimo Manfreda e Giorgio Memmo. Il Comune di Lecce si era costituito parte civile con l’avvocato Amilcare Tana.
Francesco Oliva