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Processo “Fiorita”: assolto in Appello l’ex ministro Raffaele Fitto

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fitto-a-lecce-2BARI – La Corte di Appello di Bari assolve l’ex ministro Raffaele Fitto dal reato di corruzione “perchè il fatto non sussiste” nel processo di secondo grado “La Fiorita”. L’accusa riguardava una presunta tangente da 500mila euro pagata dall’imprenditore romano Giampaolo Angelucci sotto forma di finanziamento ai partiti. Corruzione, illecito finanziamento ai partiti, abuso d’ufficio i capi di imputazione per i quali l’ex governatore della Regione Puglia Raffaele Fitto due anni fa, fu condannato dal Tribunale di Bari a quattro anni di reclusione, tre dei quali condonati per effetto dell’indulto.

I fatti contestati si riferiscono al periodo 2000-2005, quando Fitto era presidente della Regione Puglia, e riguardano l’esistenza di un presunto accordo illecito finalizzato ad assicurare alla società “Fiorita” le concessioni di servizi di pulizia, sanificazione ed ausiliariato da parte di enti pubblici e di Asl pugliesi, e l’affidamento di un appalto da 198 milioni di euro per sette anni a una società dell’imprenditore romano Giampaolo Angelucci per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite (Rsa).

Per vincere questo appalto – secondo l’accusa – Angelucci, condannato a tre anni e tre mesi, avrebbe versato al movimento politico creato da Fitto per le regionali dell’aprile 2005, “La Puglia prima di tutto”, una tangente di 500.000 euro. Tesi che non ha retto in secondo grado con l’assoluzione decisa oggi.


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