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Frode coi fondi antiracket, in carcere la direttrice Gualtieri e i funzionari comunali Gorgoni e Naccarelli. Interdittiva per Monosi

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LECCE – Fatture per lavori inesistenti, per viaggi e trasferte di lavoro mai compiuti, per acquisti di beni e servizi mai effettuati, nonché buste paga per dipendenti immaginari. Fittizi come i risultati raggiunti dall’Associazione Antiracket e Usura di cui era direttrice, per una truffa da due milioni di euro che vedrebbe coinvolti anche due illustri dipendenti pubblici.

È un vero ciclone quello che, all’alba, si è abbattuto sulla città di Lecce, dove i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria hanno arrestato quattro persone, tra cui anche due noti funzionari comunali. In carcere sono finiti Maria Antonietta Gualtieri, presidente dell’Associazione Antiracket e Usura di Lecce, Pasquale Gorgoni, attuale funzionario dell’Ufficio Patrimonio del Comune di Lecce, e Giuseppe Naccarelli, funzionario dell’Ufficio Ragioneria. Ai domiciliari, invece, Serena Politi, 39enne di Carmiano, collaboratrice della Gualtieri. A vario titolo, sono accusati di associazione per delinquere, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, concussione e falso.

L’inchiesta delle fiamme gialle, tuttavia, ha coinvolto anche altri politici e professionisti: tra questi, l’assessore Attilio Monosi – per il quale era stato chiesto l’arresto, non accordato dal gip Giovanni Gallo – candidato alle prossime elezioni comunali e destinatario (insieme ad altre sei persone) di una interdittiva dall’esercizio di pubbliche funzioni. Le altre interdittive dall’attività professionale ed imprenditoriale, della durata di un anno, hanno interessato Marco Fasiello, Francesco Lala, Fabio Varallo, Chiara Manno, Michele Patero e Giancarlo Saracino. Nel complesso l’indagine ha interessato 40 persone, tra cui avvocati, commercialisti ed esperti del settore bancario. Nei confronti di 32 di esse sono stati disposti sequestri per un ammontare pari a due milioni di euro.

La genesi dell’inchiesta è singolare. E parte nel 2014, quando i militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza si presentarono nell’Ufficio Casa del Comune di Lecce per acquisire la documentazione relativa agli alloggi popolari, attività che rientrava nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione e sull’assegnazione degli immobili, alcuni dei quali poi occupati da soggetti vicini agli ambienti della criminalità organizzata.

Di carte ne furono acquisite tante. Anche quelle che non riguardavano gli alloggi popolari. I finanzieri, infatti, sequestrarono anche il fascicolo relativo ad un alcuni progetti custoditi nell’ufficio patrimonio. Fra gli incartamenti spulciati c’era anche la concessione di contribuiti pubblici per i lavori di ristrutturazione nei locali che ospitano la sede dell’Associazione Antiracket. Gli investigatori, esaminando l’intero carteggio, avrebbero riscontrato anomalie culminate con quattro ordinanze di custodia cautelare ed un’indagine dai grandi numeri.

Le indagini dei militari comandati dal colonnello Nicola De Santis, coordinate dai pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberta Licci, hanno rivelato l’esistenza di un sodalizio criminale capeggiato dalla presidente dell’Associazione Antiracket che – avvalendosi dell’apporto di collaboratori, amministratori pubblici ed imprenditori – avrebbe posto in essere plurime condotte delittuose, finalizzate ad accedere fraudolentemente ai finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e destinati alla realizzazione di tre Sportelli Antiracket e Usura nei tre capoluoghi del Salento: Lecce, Brindisi e Taranto. Sportelli che – secondo il contratto stipulato nel maggio 2012 dalla Gualtieri con l’Ufficio del Commissario Antiracket istituito presso il Ministero dell’Interno e con le amministrazioni comunali delle tre città – avrebbero dovuto prestare assistenza alle vittime del racket e dell’usura e favorire l’accesso ai finanziamenti previsti dal Fondo di Solidarietà.

Gli accertamenti dei finanzieri, tuttavia, hanno permesso di accertare come l’Associazione ed i relativi Sportelli erano di fatto non operativi. E che erano stati costituiti al solo scopo di frodare i finanziamenti pubblici. Per accedere ai contributi, la presidente dell’Associazione avrebbe stipulato contratti di collaborazione con dipendenti fittizi e compiacenti professionisti, emettendo false buste paga ovvero ricevendo fatturazioni per prestazioni professionali inesistenti. Le somme indebitamente percepite dai fittizi collaboratori, grazie alle false rendicontazioni presentate all’Ufficio del Commissario Antiracket, sarebbero state successivamente restituite in contanti alla stessa presidente dell’Associazione.

Nel perseguire il disegno delittuoso, l’organizzazione avrebbe documentato l’esistenza di spese fittizie per l’acquisizione di beni e servizi, quali inesistenti promozioni di campagne pubblicitarie ed interventi di manutenzione presso le tre sedi, predisponendo una serie di documenti – anche di natura fiscale – idonei a dimostrare il regolare svolgimento delle procedure di selezione delle aziende fornitrici e l’avvenuto pagamento delle prestazioni.

Il “meccanismo truffaldino” – stando alle indagini dei finanzieri – prevedeva che i finanziamenti indebitamente percepiti venissero dapprima bonificati in favore delle ditte esecutrici, a pagamento delle forniture, e successivamente restituiti in contanti – per una somma pari alla differenza tra l’importo fatturato ed una quota del 20%, quale “compenso” alla stessa azienda fornitrice, cui veniva aggiunto il rimborso delle spese effettivamente sostenute per la predisposizione della campionatura da trasmettere al Ministero.

Ma non è tutto. L’attività investigativa delle fiamme gialle, infatti, ha consentito di accertare anche l’illecita percezione di finanziamenti destinati alle opere infrastrutturali ed all’acquisto degli arredi presso le sedi di Lecce e Brindisi, denotando dirette responsabilità a carico degli amministratori comunali e dei direttori dei lavori coinvolti sia nel rilascio delle autorizzazioni che nei pagamenti delle relative opere. In particolare, sarebbero stati eseguiti lavori di ristrutturazione presso la sede di Lecce, in assenza della preventiva approvazione da parte dell’Ufficio del Commissario Antiracket, che sarebbero stati pagati con fondi del Comune anziché con i finanziamenti che sarebbero stati erogati dall’Ufficio del Commissario, al termine della prevista indicata procedura di approvazione.

Tale liquidazione sarebbe stata di fatto eseguita attraverso la creazione di un capitolo di spesa sprovvisto di copertura finanziaria, al fine di agevolare l’imprenditore affidatario dei lavori e consentirgli una celere percezione di tali somme. Tali condotte risulterebbero riconducibili ai rapporti esistenti tra l’impresa esecutrice dei lavori ed un funzionario pubblico, che in cambio avrebbe ricevuto agevolazioni nel pagamento di alcuni lavori eseguiti dalla medesima ditta presso la propria abitazione.

Al fine di sanare la situazione venutasi a creare in seguito ai rilievi mossi dall’Ufficio del Commissario Antiracket sulla irrituale procedura seguita ed ottenere, quindi, il rimborso delle somme indebitamente anticipate, sarebbe stata predisposta documentazione fittizia, in seguito trasmessa al citato Ufficio, al fine di dimostrare il rispetto delle procedure previste per l’approvazione dei lavori, in realtà già ultimati e liquidati. Artifici che avevano tratto in inganno l’Ufficio del Commissario Antiracket, che aveva erogato i fondi direttamente in favore dell’impresa costruttrice. Quest’ultima, in tal maniera,si avvantaggiava di un ulteriore pagamento, che andava ad aggiungersi a quello già ricevuto dal Comune di Lecce. Irregolarità sarebbero state accertate anche in relazione ai lavori eseguiti presso lo sportello di Brindisi, ove funzionari di quel comune, unitamente all’amministratore della ditta incaricata della esecuzione delle opere, avrebbero certificato l’ultimazione e la regolare esecuzione dei lavori, in realtà non ancora completati.

Maria Antonietta Gualtieri, inoltre, venuta a conoscenza della convocazione – presso gli uffici del Nucleo di Polizia Tributaria – di alcuni suoi collaboratori per essere sentiti quali persone informate sui fatti, avrebbe provveduto ad “istruire” i testimoni affinché rendessero dichiarazioni difformi dal vero, finalizzate ad occultare le irregolarità poste in essere per l’indebita percezione dei fondi erogati dal Ministero. Gli arrestati sono difesi dagli avvocati Luigi Rella, Amilcare Tana, Stefano De Francesco, Giuseppe Milli e Cesare Del Cuore.

Claudio Tadicini e Francesco Oliva

 


“Novecento” di Alessandro Baricco al Teatro Comunale di Galatone

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GALATONE (Lecce) – Tutto esaurito al Teatro Comunale di Galatone, dove domani sera, alle ore 21.00, andrà in scena “Novecento” di Alessandro Baricco, prodotto da Diversamente Stabili e Fondazione Mario Luzi, con Antonio D’Aprile, regista dello spettacolo, e il Maestro Daniele Vitali al pianoforte.

Il quarto dei cinque appuntamenti, previsti dalla Rassegna Teatrale 2017, sotto la direzione artistica del regista Stefano Murciano, già si preannuncia essere un grande successo, con in scena una storia pazzesca, che narra come Lemon Novecento fosse nato su nave e da lì non fosse mai sceso.

Il monologo teatrale, infatti, racconta come ogni sera, a bordo del Virginian, si esibiva Danny Boodman T. D. Lemon Novecento, un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare musica meravigliosa e mai sentita prima.

Sollecitato dalle note di un pianoforte, eseguite dal Maestro Daniele Vitali, il trombettista Tim Tooney, suo amico, interpretato da Antonio D’Aprile, narra la vita di Novecento con dolorosa e infinita poesia, abbandonandosi al fluire dei propri ricordi.

L’iniziativa è realizzata dal Comune di Galatone in collaborazione con la Pro Loco di Galatone.

 

Sandra Papa

 

Salvemini sul caso Monosi: “Spiazzanti le frasi di attacco alla Procura: necessaria alternanza politica”

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LECCE – Carlo Salvemini, candidato sindaco del centrosinistra, si inserisce nel dibattito sulla vicenda Monosi e stigmatizza le uscite del centrodestra sull’argomento: “Non è rilevante entrare nel dettaglio di un’indagine complessa che ipotizza reati gravi a carico di amministratori pubblici. Non siamo chiamati in vicende di questo tipo ad anticipare sentenze, la cui scrittura è compito dei tribunali. La presunzione di innocenza è un principio costituzionalmente garantito che va osservato sempre, ancor più quando non si è ancora giunti a processo.

Quello che conta – per me – è ribadire quanto sostengo da tempo: l’alternanza politica è ossigeno per le istituzioni e quando essa fatica ad affermarsi il rischio è che le comunità collassino. Cicli di governo prolungati – pur legittimati dal voto popolare – indeboliscono l’attenzione per il rigoroso rispetto delle regole, dilatano oltre misura la discrezionalità delle scelte, trasformano la funzione di servizio per gli altri in esercizio di potere per sé.

Le vicende politico amministrative di questi anni ci raccontano che questo rischio a Lecce è divenuto realtà. Al netto degli esiti processuali, quest’ultima indagine – al pari di quella su filobus, via Brenta, Boc – si conferma l’interesse pubblico di interrompere un’esperienza di governo cittadino inteso come “sistema diretto a favorire amici”, per usare le parole del GIP.

Si governa per i cittadini, non per gli amici; per i servizi, non per i favori; per i bisogni, non per gli interessi.

Oggi i leccesi leggono frasi spiazzanti di attacco alla Procura, l’evocazione di una giustizia ad orologeria, la denuncia di condizionamento della campagna elettorale, leggono della decisione di non considerare l’opportunità di un passo indietro degli indagati candidati. Nessuna autocritica, nessuna prudenza, nessuna preoccupazione. La città avrebbe avuto bisogno di altre parole, diverse dichiarazioni, mature consapevolezze, che invece mancano, e ciò è preoccupante. Tutto questo – oltre i fatti di cronaca giudiziaria – rilancia la necessità in città del cambiamento, che non è un evento, non è un auspicio, non è una speranza, non è un’indagine, ma un impegno per ogni cittadino che ama questa città: il cambiamento siamo noi a farlo”.

Chiude il Festival dell’Armonia. Desiati: “Così i libri restano qui tutto l’anno”

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TRICASE (Lecce) – Non una semplice rassegna culturale, ma uno strumento per solleticare interesse, stimolare i più giovani, riflettere e rilanciare. La terza edizione del Festival Armonia di Tricase si chiude domenica 14 maggio, ma continuerà a lasciare al Salento – e al Capo di Leuca in particolare – i mezzi per addentrarsi nel mondo del libro.

“Il pubblico ha risposto, anche seguendo la delocalizzazione in più location. Si è creato un maggior coinvolgimento dei cittadini – dice Mario Desiati, scrittore e direttore artistico – e sono state gettate le basi per una ricaduta delle presentazioni sul territorio. Il coinvolgimento importante delle scuole e delle associazioni fa sì che i libri e gli autori che vengono qui possano restarci tutto l’anno. Abbiamo presentato dati che inchiodano la Puglia al penultimo posto per propensione alla lettura in Italia. Questa rassegna dimostra, invece, che c’è un fermento, che ci sono nuove generazioni interessate. Il nostro impegno per gli anni futuri è il sempre maggiore coinvolgimento del territorio”.

Laboratori per bambini, dialoghi nelle scuole, mostre, convegni, presentazioni, letture teatralizzate, musica: la letteratura declinata in diverse forme e luoghi, ospitando il meglio della narrativa italiana contemporanea. Questo è stato il Festival Armonia, curato dall’associazione Diotimart, con il sostegno del Comune di Tricase e la collaborazione dei Presidi del Libro.

L’ultima giornata, domenica 14 maggio, si aprirà con il corso di scrittura sull’arte di raccontare tenuto da Elena Varvello, docente presso la Scuola Holden di Torino. L’arte di raccontare è un lungo viaggio. I passi sono tanti: la prima frase, la costruzione di un personaggio, la trama, i dialoghi, il finale. Un viaggio che si farà a Palazzo Comi di Lucugnano, la casa museo del poeta Girolamo Comi, dalle 9.30 alle 12.30 (quota d’iscrizione 15 euro, per prenotazioni: 349/4262621).

Nel pomeriggio, dalle 17, la spiaggetta del Porto ospiterà il rush finale: Andrea Piva, autore de LaCapaGira, film diretto dal fratello Alessandro, dialogherà con Edoardo Winspeare e Alessandro Valenti su “L’animale notturno”. Un romanzo di vita, il suo, tra donne, alcol, droga e passeggiate con il naso all’insù in una Roma dalla bellezza che stordisce e il bisogno di soldi diventa presto una drammatica urgenza.

Wanda Marasco parlerà di “La compagnia delle anime perse”, candidato al Premio Strega 2017. La pluripremiata scrittrice napoletana va alla ricerca del “guasto” che ha macchiato la vita di Rosa e di sua madre Vincenzina, la nascita di un amore nato in mezzo alla povertà e alla lordura del borgo dei Vergini, dove la guerra sembra non finire mai.

Alle 19, nel canale di Tricase Porto, Olivier Bourdeaut (nel riquadro), ospite straniero d’eccezione, presenterà il romanzo-rivelazione della recente stagione letteraria francese, “Aspettando Bojangles”. Dopo Jeffery Deaver, dunque, anche quest’anno il Festival Armonia regala ai lettori salentini il piacere di incontrare un grandissimo scrittore straniero. Le critiche al suo libro sono state eccezionali. In Italia, Massimo Gramellini ne ha decretato l’irrinunciabilità.

Infine, alle 20.45, Federico Zampaglione, alias Tiromancino, cantautore e sceneggiatore, presenta il suo lavoro d’esordio come scrittore, “Dove tutto è a metà”, scritto a quattro mani con Giacomo Gensini. È la prima volta che un libro ha la propria colonna sonora, il nuovo singolo dei Tiromancino, dal medesimo titolo, il brano che fa da sfondo musicale alle storie dei protagonisti del romanzo, così come il Morrison Café, tempio della scena musicale alternativa romana, ne rappresenta la quinta scenica. Coniugando talenti e temperamenti in una jam session inattesa e sorprendente, Federico Zampaglione e Giacomo Gensini danno vita a un romanzo fresco, generoso e pieno di ritmo, quella che racconta l’amicizia, i sogni e le passioni di donne e uomini di generazioni diverse, disperatamente, come tutti, alla ricerca della felicità.

 

 

Alessandra Quarta, uno dei volti più giovani e nuovi del centrodestra

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Tra i nuovi volti del centrodestra spicca quello di Alessandra Quarta: 26 anni, una laurea in Giurisprudenza alla LUISS con il massimo dei voti, grande voglia di fare e tante idee per Lecce: si presenta così per queste Amministrative 2017 Alessandra Quarta, figlia dell’avvocato Francesca Conte e dell’imprenditore Alessandro Quarta, a sostegno di Mauro Giliberti sindaco. Enogastronomia, danza e musica sono le passioni di una vita, oltre alla formazione umanistica e giuridica su cui ha costruito la sua identità personale e professionale.

“Lecce è città d’arte, piena di monumenti che il mondo ci invidia, di chiese dove l’arte barocca dà il meglio di sé, di splendidi contenitori culturali che possono e devono diventare il cuore pulsante della città. il limite delle precedenti amministrazioni, che pure hanno avuto il grande merito di riqualificarli e portarli all’antico splendore, è stato quello di non sfruttarli ed utilizzarli al meglio. Immagino, allora, la creazione di un’unica cabina di regia che possa, anche con l’aiuto di imprenditori privati, mettere in rete tra loro questi contenitori, ed a loro volta collegarli con tutte le associazioni di categoria, per renderli fruibili quotidianamente come centri congressi e contenitori di eventi culturali tematici: solo così possono essere centri propulsori di sviluppo per il territorio. Le mie priorità saranno la destagionalizzazione, la valorizzazione di facoltà universitarie dalle forti potenzialità turistiche come il DAMS, il Manager della filiera turistica e il corso di Viticoltura ed enologia.

 

Forse in questo sarò di parte, ma sono convinta che le nuove generazioni siano il bene più prezioso per il futuro di Lecce come di qualunque città. Dobbiamo puntare il più possibile sulla formazione dei giovani riservando massima attenzione all’università. Sarà la cultura il faro di ogni mia proposta politica: la cultura come volano di sviluppo cittadino, la cultura come trampolino per l’offerta turistica della città, la cultura come aggregatore capace di creare nuovi posti di lavoro. Mi impegnerò per portare a Lecce mostre, eventi e spettacoli di livello nazionale ed internazionale, perché nessuna città più della nostra è la cornice perfetta per una rassegna culturale di prima qualità. Il tutto potrebbe essere coadiuvato e coordinato dalla creazione di un’apposita app per smartphone grazie alla quale i cittadini potranno conoscere in tempo reale tutti gli appuntamenti previsti nell’immediato, aggiungerli in agenda, condividerli con gli amici e, perché no, commentarli. Ma la cultura, oltre che sviluppo e lavoro, deve essere pensata come inclusione per tutti, soprattutto per i diversamente abili: non ci può essere cultura se non tutti hanno la possibilità di goderne. Nella nostra città non si è fatto abbastanza per l’inclusione, soprattutto sotto il profilo architettonico, considerando la presenza di barriere intollerabili ai nostri giorni. Una città evoluta, che vuole creare sviluppo e lavoro, deve partire anzitutto da qui”.

Burgesi, Casili: “La Regione avvii immediatamente il cronoprogramma per la messa in sicurezza della discarica”

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“Siamo ancora all’anno zero con il cronoprogramma utile per mettere in sicurezza la discarica di Burgesi”. La denuncia è del consigliere del M5S Cristian Casili, che incalza: “dopo gli evanescenti annunci del presidente Emiliano e le sue roboanti task force non si vede l’ombra di una strategia concreta per ripulire la zona dai veleni interrati 15 anni fa. Gli studi effettuati dal Cnr Ispra hanno confermato presenza di pcb nel percolato, a cui si aggiunge quella di altri rifiuti industriali e pericolosi, come pellami e vernici che sono stati tombati negli anni.

Dove sono finite – si chiede il vicepresidente della Commissione Ambiente – le ricerche promesse con tecnologie più avanzate rispetto a quelle utilizzate dal CNR Ispra o le rilevazioni geoelettriche con altri tipi di sonde per chiarire, una volta per tutte, cosa si cela all’interno di questa bomba ecologica? Se prima non abbiamo le idee chiare sullo stato degli inquinanti presenti nella discarica, i risultati delle acque di falda nell’area di Burgesi non basteranno a farci dormire sogni tranquilli.

Infatti i recenti dati dell’Arpa sullo stato di salute della falda acquifera nei quattro pozzi spia esterni alla discarica di Burgesi, che hanno fatto emergere valori di diossina e Pcb sotto la soglia dei valori minimi previsti dalla norma, non sono sufficienti per tranquillizzare la popolazione. La stessa Arpa ancora oggi ritiene indispensabile effettuare un’indagine geofisica, di tipo geoelettrico ad elevata risoluzione – spiega il pentastellato – per fugare ogni dubbio sulla presenza di contaminazione organica e valutare l’integrità della geomembrana posta sul fondo del sito a protezione del sottosuolo.

La Regione si muova in fretta e si attivi per far partire queste indagini indispensabili per capire se nella discarica ci siano realmente i 600 fusti di Pcb che il pregiudicato Rosafio ha dichiarato di aver interrato nel lotto 3 e in tal caso di stabilire se siano stati tombati incapsulati o meno. Solo in questo modo possiamo disinnescare una bomba ecologica – conclude – che potrebbe esplodere da un momento all’altro, inquinando irreversibilmente il nostro suolo e le nostre falde”.

 

 

Imprenditore fa arrestare il suo estorsore: in manette 41enne

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RUFFANO (Lecce): i militari della nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Casarano coadiuvati dai colleghi della locale stazione hanno arrestato in flagranza di reato per estorsione Marco  De Vitis 41enne di Supersano.

Quest’ultimo nelle ultime settimane aveva più volte contattato la sua vittima, un imprenditore 50enne di Ruffano per minacciarlo. L’arrestato, se non avesse ricevuto i soldi dalla vittima, gliela avrebbe fatta “pagare cara”. L’imprenditore cede alle richieste estorsive ma solo per permettere l’arresto del 41enne.

Dopo aver riscosso  una somma  di mille e 500 euro, si è  trovato di fronte i militari che lo hanno bloccato e condotto in caserma. L’uomo, su disposizione dell’autorità giudiziaria, è stato confinato ai domiciliari.

Nel Salento per cercare lavoro, in casa 11 chili di “erba”: arrestati due fidanzati

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MINERVINO (Lecce) – Dalla Pianura padana al Salento per cercare lavoro, ma con al seguito ben undici chili di marijuana. Nei guai sono finiti due giovani fidanzati di Busto Arsizio, in provincia di Varese, arrestati ieri mattina dai carabinieri del Norm della Compagnia di Maglie con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

Si tratta di Matteo Maria Bandello e Sara Pulga, entrambi 23enni, con precedenti specifici in materia di droga, per i quali si sono aperte le porte del carcere, come disposto dal pubblico ministero Antonio Negro.

L’arresto della coppia è scattato nell’ambito di un servizio finalizzato alla repressione del fenomeno della droga, con il prezioso ausilio dell’unità cinofila antidroga del Nucleo di Modugno. Il blitz dei militari è scattato a Minervino, in contrada Fica Agresta”, dove i due giovani avevano affittato un appartamento.

Dopo aver svolto una prima fase del servizio in osservazione, i militari hanno fatto irruzione nell’abitazione dei giovani coadiuvati dal cane antidroga dell’Arma. Alla vista dei militari e del nucleo cinofili, i giovani non hanno esitato un istante a consegnare ai carabinieri ben 13 involucri – tutti confezionati sottovuoto per preservarne il principio attivo ed evitarne il deterioramento – contenenti 11 chilogrammi di marijuana già essiccata.


“Naccarelli, spregiudicato e artefice della gestione” e i lavori affidati ai genitori mai visti nell’Associazione

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LECCE – Il suo nome ha segnato in negativo la politica leccese. La sua notorietà è rimbalzata più nelle aule di Tribunale che nei corridoi di Palazzo Carafa. Giuseppe Naccarelli è un volto ricorrente nei fscicoloi d’indagine. Già coinvolto nelle indagini sui Boc e i Palazzi di via Brenta, l’ex dirigente comunale compare anche nell’inchiesta sulla presunta truffa dell’Associazione Racket. Un ruolo di primo piano, una sorta di consigliere e di fidato collaboratore di Maria Antonietta Gualtieri. Con i galloni di capo promotore della presunta associazione. Così come viene tratteggiato dal gip Giovanni Gallo.

L’ex dirigente presso l’Ufficio Europa del Comune di Lecce e poi dell’Ufficio Patrimonio di Palazzo Carafa viene intercettato ripetutamente al telefono con la Presidente; fornisce suggerimenti; intavola accordi e gestisce il flusso di denaro. Sovrintende alla gestione amministrativa e contabile dell’Associazione predisponendo le richieste di modifica del budget di progetto per accedere alle risorse finanziarie messe a disposizione dal Ministero; costantemente informato dalla Gualtieri partecipa attivamente alla falsa rendicontazione delle attività svolte e di documentazione posticcia per l’acquisto di beni e di servizi in realtà inesistenti; cura le false rendicontazioni del personale impiegato presso gli sportelli in cui inserisce anche il padre Antonio e la madre Marcella Lezzi.

Le intercettazioni disposte dagli inquirenti e l’acquisizione dei tabulati telefonici hanno smascherato le fittizie assunzioni. Relativamente al più grande dei Naccarelli, solo in un caso l’utenza cellulare risulta aver agganciato una cella potenzialmente compatibile con la sede dell’Associazione Antiracket di Lecce; le successive intercettazioni ambientali audio e video eseguite sia all’interno che all’esterno dello sportello di Lecce dell’Associazione Antiracket attestano che Antonio Naccarelli non si è mai recato per svolgere attività di responsabile della gestione amministrativa. Una conversazione intercorsa tra padre e figlio non lascia margini di dubbi sui falsi report relativi ad accessi e attività del tutto inesistenti.

Giuseppe: Diciamo che stavi a Taranto, tu solo quelli di Lecce hai scritto…Lecce sono tutti?

Antonio: Come tutti Lecce, Lecce, Lecce

Giuseppe: Cioè tutti gli accessi fatti a Lecce…diciamo che magari tre volte sei andato a Taranto e insomma ecco…”

Anche la madre di Naccarelli avrebbe disertato il posto di lavoro. Anziché svolgere le funzioni di archivista per conto dell’Associazione Antiracket come previsto dal suo contratto di collaborazione, rimaneva comodamente a casa a Veglie o al mare a Gallipoli. Sulla base di tutti gli elementi investigativi raccolti Naccarelli viene considerato dal gip Giovanni Gallo “l’artefice della gestione progettuale e finanziaria dell’intera vicenda, un soggeto spregiudicato la cui propensione al delitto in particolare nel contesto della criminalità economica ed in materia di reati contro la pubblica amministrazione emerge con evidenza dai suoi precedenti giudiziari”.

F.Oli.

Le intercettazioni tra Maria Antonietta Gualtieri e Giuseppe Naccarelli: soldi, favori e regalie con i soldi dello Stato

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Maria Antonietta Gualtieri

LECCE – Le intercettazioni dei finanzieri squarciano il velo sulle presunte corruttele tra gli indagati. Soldi, favori, regalie con i soldi dello Stato e destinati ai tre sportelli Antiracket. I colloqui captano molto spesso Maria Antonietta Gualtieri con gli altri sodali. Con finalità per favorire i propri parenti ed amici, di lucrare (attraverso restituzioni di somme di denaro in contanti) sugli emolumenti. Ogni rapporto di collaborazione instaurato dall’Associazione Antiracket Salento rappresenta per la Gualtieri occasione per lucrare denaro erogato dallo Stato. Appare illuminate il contenuto di una conversazione intrattenuta con Giuseppe Naccarelli che svela l’utilità di tali operazioni.

Maria Antonietta: …Allora secondo me…perché avranno chiamato pure tu..sai no? Perché io non posso mettere come responsabile persone

Giuseppe: Però non c’è incompatibilità formale…Non esiste forma di incompatibilità.

Maria Antonietta: No?Perchè abbiamo visto..che io potevo assumere fino a 5mila euro anche altri icarichi…però furono loro che dissero così…siccome all’epoca c’era Pierfilippo e suo cugino…in realtà facevo tutto io… non è che ho fatto niente…se no non si sarebbe mosso niente…

Giuseppe: E certo

Maria Antonietta: E tutto il resto…non è che era io non c’entro niente.

Dalle conversazioni ambientali emerge l’assoluta attenzione della Gualtieri a non lasciare indizi. Tanto che rivolgendosi a Naccarelli afferma che comunque devono avere le prove dei soldi che avrebbe percepito illecitamente, denaro che dal suo conto coorente “non troveranno mai”. Infatti sta spendendo tutto quello che ha…paga addirittura la spesa con il bancomat…non c’è nessun’entrata…di nessun tipo”, facendo riferimento ad eventuali versamenti in contanti. Secondo la Gualtieri, non essendoci soldi sul suo conto corrente non può essersi la prova delle sue condotte illecite non potendo basare le accuse a suo carico solo sulle dichiarazioni rese dalle parti.

F.Oli.

Donno: Lecce, valorizziamo e monetizziamo il turismo per rilanciare l’occupazione giovanile e lo sviluppo economico del territorio

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LECCE – Alessandro Donno, che corre a sostegno di Alessandro Delli Noci, spiega la sua idea di città e i problemi da mettere al centro nella futura amministrazione. “Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia si aggira attorno al 40%, dati ISTAT che segnalano un preoccupante trend soprattutto nel mezzogiorno dove il dato tocca punte allarmanti del 50%. Il Comune di Lecce e la sua provincia giovano di un settore turistico il cui indotto (ristorazione, intrattenimento, strutture ricettive e attività commerciali) produce posti di lavoro, per lo più stagionali, che attenuano l’effetto depressivo della disoccupazione. Tuttavia il dato resta preoccupante. E’ arrivato il momento di cogliere l’occasione che il territorio ha tra le mani.
L’imposta di soggiorno del Comune di Lecce è rimasta ferma ai valori della sua introduzione. Tra alta e bassa stagione, un turista a Lecce può pagare da un massimo di 3 euro (alta stagione in struttura 5 stelle) ad un minimo di 0,50 euro (bassa stagione in affittacamere). Valori questi che portano ad una media di 1,50 euro a turista, dato tra i più bassi d’Italia. Nonostante il trend eccezionale del turismo non riusciamo quindi a monetizzare una delle risorse principali del nostro territorio.
Una riformulazione di tale tassa porterebbe il Comune da un incasso di oltre 600 mila euro a circa 900 mila euro, con il semplice aumento medio di 0,75 centesimi rispetto alla precedente formulazione. Trecentomila euro in più all’anno che potrebbero essere stanziati per finanziare progetti migliorativi dei servizi al turista, per la promozione digitale del territorio, per attività di destagionalizzazione e sostenere il miglioramento architettonico e strutturale delle principali aree turistiche della città. Si dovrebbe inoltre puntare in maniera sistematica e programmata sull’università. Infatti Lecce, nonostante goda dal punto di vista infrastrutturale di un polo universitario da fare invidia a molte altre città italiane, non riesce ancora a creare una sinergia con esso e a creare un sistema universitario coeso con la città tanto da renderla meta ambita per studenti italiani e stranieri, attivando delle collaborazioni internazionali per quei settori che potrebbero vederci leader indiscussi. Sarebbe un ottimo investimento per l’intero indotto e per portare in città una nuova veste non legata alla stagione balneare. Sono questi i punti dai quali si può ripartire senza effettuare alcun investimento economico ma con un semplicissimo riasset strategico e con una visione maggiormente manageriale del nostro territorio e dei sistemi in esso presenti…

Come già discusso da Alessandro Delli Noci nel suo programma occorre ” pensare insieme un’offerta formativa che tenga conto delle reali esigenze del territorio e del mercato del lavoro, avviare dei progetti di supporto e affiancamento a laureati e laureandi in grado di sostenerli nella trasformazione di idee in progetti e in impresa, per esempio attraverso la consulenza nell’avvio di start-up, incentivando l’autoimprenditorialità e lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi”, permettere inoltre stage e tirocini formativi professionalizzanti all’interno di obiettivi di Occupabilita’ e Inclusione Sociale per i residenti in Regione Puglia. Occorre individuare datori di lavoro pubblici e privati come soggetti proponenti e ospitanti che abbiano funzione di tutor aziendali didattici, che siano incentivati e agevolati nell’impiego e nel re-impiego di giovani con il Fondo Sociale Europeo ed altri Fondi. Condivido l’idea comune che non possiamo più permettere che i nostri giovani, tra i più dinamici ma tra i meno soddisfatti del Paese, siano costretti ad abbandonare la propria città e i propri affetti per cercare un futuro altrove. Sulla stessa linea è la proposta
di migliorare i collegamenti tra le sedi universitarie e Lecce, incentivare la “casa dello studente diffusa” e agevolare, attraverso la riduzione dell’IMU, coloro che affittano case agli studenti universitari con contratto regolare a canone concordato. Costruiamo insieme UN’ALTRA LECCE”.

Antonio Tanza è il nuovo presidente nazionale Adusbef: ecco le più importanti battaglie per i consumatori

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ROMA – Oggi si è tenuto a Roma il X Congresso dell’Adusbef (Associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari). Riuniti presso la Sala Congressi dello storico Hotel Forum di Roma, lungo i Fori Imperiali, i delegati, designati dai rispettivi Congressi Regionali, si sono ritrovati in un clima festoso e goliardico per festeggiare trent’anni di vita dell’associazione. La grande novità è che c’è un nuovo presidente nazionale: l’avvocato salentino Antonio Tanza. In questi anni non sono mancate battaglie anche epocali contro le ingiustizie, le lobbies ed ogni forma di sopruso ai danni dei cittadini vessati dai poteri forti. Ricordiamo le cause Parmalat, Cirio, Argentina, My Way e For you della ex Banca 121, e poi ancora i casi Fonsai-Unipol, MPS, le Banche Venete, e poi ancora gli scandali Telecom, Sorgenia, e poi ancora le battaglie a tutela della salute pubblica come quelle in ambito ambientale e della sanità, passando anche per le azioni dimostrative verso le varie Autorità di controllo.

I festeggiamenti per il trentennale sono stati anche l’occasione per l’avvio di una nuova era dell’associazione, pur nel segno e nella continuità dei valori fondanti e costitutivi, di Adusbef. Nel giorno del suo trentesimo anniversario, infatti, lo storico Presidente, Sen. Dott. Elio Lannutti, con un discorso appassionato e pieno di ricordi, ha passato il testimone all’avv. Antonio Tanza, salentino di origine e vicepresidente di Adusbef da oltre venti anni, nonché artefice delle più importanti vittorie in tema di anatocismo ed usura bancaria: ricordiamo su tutte le tre vittorie in Corte Costituzionale (sentenza n. 425 del 17 ottobre 2000; sentenza n. 29 del 25 febbraio 2002; sentenza n. 78 del 5 aprile 2012); nonché i successi dinanzi alle Sezioni Unite delle Corte di Cassazione nel 2000 e nel 2010. 

L’avvocato Tanza ha difeso, con successo, migliaia di consumatori in centinaia e centinaia di cause epocali, dinanzi a tutti i Tribunali d’Italia e Corti d’Appello, in tema di anatocismo bancario, usura, signoraggio, autovelox e taratura, diritto finanziario (Cirio, Parmalat, prodotti My Way e For You, Tango Bond, Lehman Brothers, ecc.), tutela della salute (tra le tante, la sentenza del Tribunale di Bari, sezione distaccata di Modugno, n. 127 del 16 novembre 2005 contro le acque minerali), ecc. Vanta diverse pubblicazioni in tema di Diritto e tantissimi articoli scientifici in materia bancaria e finanziario, nonché di tutela dei Consumatori, è docente a contratto in alcune Università.

Mero passaggio formale la votazione, che ha visto convergere nella figura del neo Presidente Tanza il massimo consenso dei voti da parte degli oltre 100 delegati provenienti da tutta Italia. L’avvocato Tanza si è quindi presentato ai delegati ed alla stampa con un discorso chiaro, sintetico e conciso: «Adusbef è nata per portare avanti battaglie nell’interesse dei cittadini e delle persone meno tutelate; questo è lo spirito con cui Adusbef continuerà a vivere al di là del Presidente eletto! Ogni avvocato Adusbef è un guerriero dei diritti, ed a me, grazie al Vostro voto, da oggi spetta il compito di guidare questo gruppo di guerrieri. È un onore ed un compito che accetto con entusiasmo, nel solco di quello spirito fondativo della nostra associazione che continuerà imperitura».

Fornari su inchiesta antiracket: “Lecce ha bisogno di voltare pagina”

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LECCE – “L’inchiesta della magistratura leccese sulla associazione antiracket impone a tutti noi un atteggiamento di grande rispetto e di grande prudenza.
Rispetto per il lavoro della magistratura e prudenza nel trarre da quella inchiesta delle  conclusioni affrettate.” Lo dichiara Giuseppe Fornari di Una buona storia per Lecce.

“Con Carlo SALVEMINI, ieri abbiamo convenuto  di aspettare, di capire, di conoscere ma anche di valutare quali sarebbero state le reazioni del centrodestra, dell’assessore coinvolto e attinto da una misura interdittiva, e dei leader del centrodestra.
Oggi possiamo fare alcune considerazioni politiche partendo però da una premessa: la vicenda giudiziaria è seguita da due magistrati seri ed esperti sulla cui indipendenza e sulle cui scelte non si possono nutrire dubbi di nessun genere.
Siamo nella fase delle indagini preliminari, un Giudice ha vagliato le richieste cautelari dei due pubblici ministeri ed ha con equilibrio emesso una ordinanza articolata che ha considerato forte l’impianto indiziario ed ha espresso giudizi durissimi – per quel che è dato conoscere – su una vicenda dai contorni inquietanti.
Le reazioni scomposte di chi già ieri sera dichiarava, con la abituale arroganza, che saremmo di fronte ad un atto che volutamente entra a gamba tesa nella campagna elettorale con atti dettati da scelte diverse da quelle esclusivamente giudiziarie ci impongono qualche considerazione.

Sappiamo, lo abbiamo già detto ripetutamente, che quel blocco di potere che governa Lecce da 20 anni è totalmente refrattario alle regole e ai controlli. Viene lanciata immediatamente la palla nel campo avversario (come se l’indagine e quei magistrati abbiano potuto muoversi sulla base di una spinta del centrosinistra) e, come da prassi, si sproloquia parlando di giustizia ad orologeria.
Noi non dobbiamo cadere nell’errore uguale e contrario.
Abbiamo tonnellate di elementi, tutti politici, che si sono accumulati in questi anni che ci consentono di dire che la trasparenza e la legalità non sono mai stati la cifra di chi governa la città da troppo tempo.
Le reazioni del centrodestra confermano al contrario un fastidio per ogni controllo di legalità.

L’assessore Monosi e con lui i leader del centrodestra hanno già deciso, senza tentennamenti, che si va avanti.
Monosi rimane candidato e nessun dubbio –  di opportunità politica – sfiora i nostri avversari politici.
Noi, per conto nostro, non cavalcheremo quella indagine, ma andremo avanti con le nostre proposte, spiegando ai cittadini leccesi un dato che a noi appare acquisito.
È arrivato il momento di cambiare il governo della città.

Ci sono segnali inequivocabili che in questi anni si sia creato un corto circuito di potere che ha perso il senso della misura e la capacità di saper discernere ciò che è legittimo (si pensi al caso del PUG) da ciò che non lo è, ciò che opportuno da ciò che è inopportuno.
La maggioranza di governo leccese è in campo con tutte le sue forze giocando una partita di potere. La candidatura a consigliere del sindaco Perrone ne è la prova più plasticamente efficace. Non gli sono bastati 20 anni di governo, si presenta ancora agli elettori chiedendo di poter andare avanti.
Chiunque abbia buon senso capisce che questa scelta non ha nulla di normale e fa venire in mente il vecchio film ‘Le mani sulle città”, un titolo che non ha bisogno di spiegazioni.
Al netto delle inchieste, Lecce, la sua vita democratica, hanno bisogno di voltare pagina.
L’11 o il 25 giugno sarà indispensabile che esca dalle urne un voto chiaro che dia il via ad un cambiamento necessario per fermare un potere che si è innamorato del potere.
Carlo Salvemini e la coalizione che abbiamo costruito intorno a lui sono una grande chance di ripartire rimettendo al centro il solo interesse dei leccesi.
Noi, dal canto nostro, dobbiamo continuare a spiegare agli elettori che questa è l’occasione per ridare dignità e forza alla istituzione comunale affinché si possa rimettere al centro la città e niente altro.
I professionisti delle poltrone hanno fatto il loro tempo.
Dall’altra parte, dalla nostra parte c’è un candidato sindaco la cui storia personale non lascia spazi a dubbi.
Carlo Salvemini, il suo senso delle istituzioni, il suo rigore, la sua integrità morale sono il miglior modo per ripartire e chiudere una fase che è diventata una cappa pesante di arroganza e di egoismi.

Apriamo le finestre, diamo finalmente a Lecce la possibilità di respirare l’aria buona della trasparenza nella modernità e dell’interesse di tutti.
È l’ora di farlo.

Non lasciamoci scappare questa straordinaria quanto oramai necessaria occasione”.

Comunali Lecce, la corsa solitaria dei tre outsider: c’è l’estrema destra e la sinistra radicale

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Tra gli outsider in corsa per la poltrona più alta di palazzo Carafa  ci sono anche: Matteo Centonze (Casa Pound), Walter Ronzini (Movimento sociale italiano-Destra nazionale), Luca Ruberti (Lecce bene comune).

 

Lecce Bene Comune a sostegno del candidato sindaco Luca Ruberti

 

N NOME COGNOME LUOGO E DATA DI NASCITA
1 Giulio Aresta Lecce 01/07/1964
2 Marilena Begotti Lecce 13/08/1966
3 Anna Calabrese Trieste 20/02/1971
4 Simona Cleopazzo Nardò 08/05/1972
5 Francesco Colaci Lecce 06/05/1991
6 Eugenio Corrado Supersano 11/07/1962
7 Stefano Cristante Venezia  17/05/1961
8 Simona De Carlo Galatina 11/03/1975
9 Dario De Giorgi Lecce 05/01/1967
10 Vinicio De Vito Maglie28/08/1981
11 Ada Donno Surbo 28/12/1947
12 Annalisa Galante Catania 09/04/1967
13 Maria Valeria Giannone Lecce 08/05/1968
14 Innocenzo Graziuso Vernole 01/01/1957
15 Angela Iudici Martina Franca (TA) 04/02/1956
16 Alessandro Leucci San Pietro Vernotico (BR) 25/02/1985
17 Francesca Marcianò Galatina 29/05/1981
18 Maria Anna Martina Lecce 17/04/1953
19 Domenica detta Mina Matteo Galatina 13/03/1961
20 Massimo Melillo Roma 16/01/1952
21 Maurizio Pascali Bari 28/06/1969
22 Arcenio Fernando Pignoni Bila Maputo (Mozambico) 24/06/1981
23 Marco Povero Lecce 01/09/1957
24 Alessandro Presicce Lecce 20/07/1971
25 Rocco Rizzo Lecce 03/02/1943
26 Livio Romano Nardò 29/11/1968
27 Umberto Savoia Lecce 20/11/1938
28 Cosima Maria Rosaria detta Mina Schito Casarano 27/09/1964
29 Rita Sergi Ugento 31/01/1951
30 Paola Rita Torsello Lecce 02/05/1960
31 Assunta Velino Lecce 09/01/1951
32 Renato Vernaleone Lecce 09/10/1961

 

Nelle prossime ore saranno pubblicate le liste di Casa Pound e Movimento sociale italiano-Destra nazionale.

La carica dei 31 attivisti M5S, la grande incognita delle comunali leccesi

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LECCE – Cosa faranno gli attivisti del Movimento 5 Stelle? Riusciranno a spuntarla nella roccaforte del centridestra? C’è chi pensa che riusciranno a far eleggere qualche consigliere, ma ci sono tante altre previsioni molto più ottimistiche. Loro sono convinti di potercela fare, di poter vincere. C’è un senso di rabbia e scontentezza nei confronti della politica e delle istituzioni che pervade tutta l’Italia: gli attivisti l’hanno intercettata e la trasformano in dure battaglie sul campo. La lista certificata dei trentuno, incluso il candidato sindaco, è stata depositata. I nomi dei candidati in campo a molti non diranno nulla: sono professionisti e cittadini poco noti, come lo erano prima di diventare portavoce Buccarella, Lezzi e compagni. Innanzitutto, in campo c’è il candidato Fabio Valente, imprenditore della formazione e non solo.

Ecco gli altri nomi: Arturo Baglivo di Lecce, nato il 21/03/1963, di professione Chirurgo; Valeria Carcagni, nata a Leccs il 06/06/1969, professione casalinga; l’avvocato Luca Calò, nato a Lecce il 30/10/1979, molto attivo sul fronte della difesa dei diritti del contribuente; la testauratrice Giovanna Ciampa, nata Piano di Sorrento (NA) il 16/10/1969; l’impiegato Jacopo Salvatore Caroppo, nato a Lecce il 26/11/1990; l’impiegata Francesca De, nata a Lecce il 07/08/1974; l’operatore turistico Tiziano Cataldi, nato a Milano, il 18/08/1963; l’avvocata Annamaria Delli Noci, nata a Lecce il 28/06/1965; Giovanni Della Ducata, docente nato a Lecce il 24/08/1968; l’impiegata Stefania Donateo, nata a Lecce Il 19/12/1983; Errico Francesco detto Franco, nato a Lecce il 20/03/1951; Giannone Veronica, nata a Galatina (LE) il 17/07/1981, artigiana; Fersini Salvatore, nato a Poggiardo (LE) il 24/12/1954; Gismondi Raffaella nata a Lecce Il 24/11/1970, biologa nutrizionista; Grassi Damiano, nato a Lecce il 24/09/1970, commerciante; Grasso Miriam Lucia, nata a Catanzaro il 20/12/1967, Commessa; Maccagnani Fabio, nato a Lecce il 20/04/1986, Collaboratore d’ufficio; Invidia Marcella, nata a San Pietro V.co (BR), il 15/01/1972; l’impiegato Giovanni Manzo, che era nella rosa dei nomi dei possibili candidati sindaci dei meetup leccesi, nato a Lecce, il 23/02/1966; Marziliano Veronica, nata a Lecce il 17/02/1980, psicologa-psicoterapeuta; Matera Filippo, nato a Tricarico (MT) il 18/10/1976, dottore in scienze politiche, specialista in Management e diritto dell’Innovazione Digitale; Primiceri Tiziana, nata Lecce il 01/08/1977, blogger – libero professionista; Memmola Francesco, nato a Lecce il 25/04/1960( Libero professionista; Solazzo Paola, nata a Lecce il 21/07/1985, diagnosta e tecnico di ricerca dei beni culturali, laureanda in ingegneria civile; Paiano Giuseppe, nato a Lecce il 20/02/1985; Verardi Elda Marcella, nata Lecce il 29/10/1951, docente in pensione; Parisi Maurizio Mario, nato a Catania, 08/09/1978, consulente del lavoro; Ruggio Massimo, nato a Lecce il 05/11/1959; il commercialista Schiavone Antonio, nato a Treviso il 05/03/1971; Roberto Urbano, nato a Bologna il 30/07/1993.

Garcin


Amministrative Lecce, ecco le liste a sostegno di Salvemini

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Presentate le liste a sostegno del candidato Carlo Salvemini, figlio dell’ex sindaco Stefano Salvemini (Pd, Lecce città pubblica, Una buona storia per Lecce, Idea per Lecce e La Puglia in più)

 

PD

Ria Lorenzo Emilio

Foresio Paolo

Antonelli Fernanda

Bellisario Antonio

Cacciatore Simona

Caloguiri Maria Concetta detta “Conni”

Cannone Bianca

Carbone Danilo

Carone Francesca

Chiatante Anna Maria

Ciannamea Paola

De Giovanni Graziano

Funel Marina

Fuso Angelo Vito

Greco Vittoria

Gustapane Silvano

Lentini Cristian

Leucci Maria Paola

Miceli Marco

Monaco Gabriella Lidia

Pennetta Serena

Pianosi Marisa

Povero Paola

Rizzo Gabriella

Rodano Mariagrazia

Rotundo Antonio

Scardino Vincenzo

Signore Sergio

Tesè Laura

Torricelli Antonio

Ventura Francesco

Vero Cosimo

 

LECCE CITTÀ PUBBLICA

 

Emanuele Astoricchio (studente),

Francesco Calabro (avvocato),

Giovanna Cammarota (mamma impegnata in comitati e associazioni di genitori),

Luisa Carpentieri (avvocata, cofondatrice del Codacons Lecce),

Giovanni Castoro (avvocato),

Carlo Chiappini (insegnante in pensione),

Diego Dantes (commerciante e attivista),

Silvia De Carlo (insegnante di scienze motorie),

Fiorella De Luca (archeologa),

Alessio De Mauri (giovane impegnato in attività di riqualificazione del quartiere San Pio),

Ramon De Pascalis (ingegnere),

Davide Dongiovanni (centralinista, esperto in informatica, attivista per i diritti dei non vedenti),

Giovanni Falcicchia (insegnante di matematica e fisica),

Valerio Guacci (maestro d’arte, disegnatore industriale e commerciante),

Pierpaolo Lala (giornalista e operatore culturale),

Annarita Maggipinto (criminologa),

Simona Marchetti (architetta),

Gabriele Margiotta (presidente del Club Unesco di Lecce),

Natasha Mariano Mariano (medico),

Virginia Meo (attivista nel mondo del terzo settore e del volontariato),

Silvia Miglietta (dipendente nella grande distribuzione),

Gabriele Molendini (bancario),

Cosimo Murri Dello Diago (avvocato),

Pierpaolo Patti (avvocato),

Dominique Presicce (insegnante di Chimica),

Rosalba Ragosta (docente di Storia Economica a Napoli),

Sergio Salvatore (docente di Psicologia dell’Università del Salento),

Diego Sicorello (esperto in gestione e sviluppo di progetti internazionali),

Serenella Stamer (insegnante nella scuola primaria),

Stefano Todisco detto Tobia Lamare (dj, musicista e operatore culturale),

Antonio Verri (dipendente dell’ispettorato del lavoro)

Mirko Zacheo (odontotecnico che lavora nel mondo del commercio).

 

IDEA PER LECCE

Nome Cognome
Ernesto Mola
Maddalena Ascalone
Giovanni Capone
Sergio Della Giorgia
Simone Martino Franco
Maria Gatto
Antonio Greco
Maria Marcella Manno
Raimondo Manno
Michele Marangio
Bruno Marazia
Roberta Marazia
Giovanni Marsella
Andrea Mazzotta
Maria (detta Mariella) Miccoli
Annarita Moscara
Maria Antonietta Palano
Fabio Quaranta
Francesca Russo
Alessandro Santoro
Maria Teresa Sava
Chiara (detta Idrusa) Scrimieri
Giovanni (detto Gianni) Tommasi
Francesco (detto Franco) Ungaro
Antonio Urso
Paolo Vannelli
Claudio Verardo
Cesare Giovanni Zizza

 

 

Nelle prossime ore saranno pubblicate le liste:  Una buona storia per Lecce e La Puglia in più

Amministrative 2017, 7 liste in campo per Alessandro Delli Noci

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Alessandro Delli Noci, ex assessore dimissionario della giunta uscente Perrone, candidato sindaco di una coalizione che vede insieme: UDC, Un’Altra Lecce, Andare Oltre, Cambiamo Lecce, Sveglia Lecce, Lecce Area Metropolitana e Partito Pensionati e Invalidi – Giovani Insieme

 

UDC

BIZZARRO MONICA

BRUNO PAOLA

CAGNAZZO REMO

CAPONE ANNA MARILENA

CARLÀ SIMONA

CEROFOLINI CINZIA

COLUCCIA ANTONIO

DE BLASI SIMONE

DE CARLO ALFONSO

DE DONNO ROBERTA

DE FILIPPI GIUSEPPE

DE LEO GIANLUCA

FIORENTINO CARLA

GRECO  SANTO ANTONIO

GRECO LINO

GUSTAPANE GUIDO

ISOLA CARMELO

LEONE VITO

MANIERI GIORDANO

MELELEO ANTONIO

MIGNONE CARLO

MUJA  BEATRICE

MURA DANIELA

NUZZACI MARCO

PASCA GIANLUCA

PERULLI CARMEN

PERULLI PIERO

RAMPINO ANDREA

SPERTI IRENE

STARACE CARMEN

TAMBLÈ ROSARIA DETTA SARA

TOSCANO ANTONIETTA FERNANDA

 

UN’ALTRA LECCE

Alfieri Angelo

Aprile Sabina

Bardinella Domenico detto Mimmo

Bosco Silvia

Caretto Anna

Casto Pierandrea

Catanese Leandro

Chiappalone Lidia

Chiriatti Alexia

D’Ippolito Francesco

De Matteis Antonio detto Toni

De Vitis Dario

Di Gennaro Gabriella

Di Gesù Luigi

Distefano Stefania

Donno Alessandro detto Sandro

Friolo Diego

Giannotta Marco

Longo Lucia detta Simona

Mandurino Marco

Martena Carmela detta Carmen

Napoli Bruno

Paglione Lucia

Paladini Pasquale

Palma Stefania

Pellegrino Giovanni detto Gianni

Rizzelli Alessandra

Rossi Giorgio

Scalinci Alessandro

Stocchetti Roberta

Tornese Giovanna

Vitale Silvano

 

ANDARE OLTRE

Albanese Giuseppe

Arnesano Federica

Astro Egidio

Balzani Valeria

Carlà Anna detta Serena

Carratta Giovanni detto Gianni

Cingolani Alessandro

Corvaglia Giulia

Costantini Dal Sant Alessandro

Cozza Andrea

D’Elia Fausto

De Filippi Emanuele detto Manolo

De Giovanni Emanuele

De Pandis Giorgio

Del Cuore Antonio

Errico Erika

Fragola Massimo

Gaballo Maria Elena detta Lella

Leone Gianluca

Mancarella Patrizia

Marati Simone

Micella Marilena

Nestola Fulvio

Paisio Cristiano

Paladini Francesco

Personè Emilio

Prato Giuseppe detto Pino

Sergi Ivan

Tesoro Ilaria

Tundo Emanuela

Villani Miglietta Vincenza

Zuccaro Gaia

 

CAMBIAMO LECCE

Camassa Mauro

Campobasso Francesco

Caligiuri Gianfranco

Calogiuri Cristiana

Carlà Domenico

Cazzella Nency

Costantini Eleonora

De Giovanni Ermenegildo detto Gildo

Donno Adele

Falco Concetta Luciana

Fiore Luigi Maria

Florio Diego

Giangreco Francesco

Greco Francesco

Laudisa Giacomo

Lofari Demis

Masulli Eliana

Nestola Maria Laura

Palmulli Francesco

Papa Enida

Pelusio Maria Rosaria

Politi Antonio

Raimondo Nicholas

Rima Danilo

Rosato Mauro

Russo Luca

Scariolo Concetto

Scarpetti Luigi detto Gigi

Sicuro Maria detta Cristina

Spagnolo Stefano

Torre Jacopo

Vilei Valeria

 

 

SVEGLIA LECCE

Barbiero Roberta

Bray Rossana

Busco Rossana

Causo Alberto

Ciullo Simona

D’Ercole Federico

De Leo Pasquale detto Lelio

De Matteis Marco

Felline Francesca

Ferullo Antonio

Filieri Andrea

Fortunato Paolo

Gelpi Francesco

Gianfreda Mirko

Guido Elisabetta

Ippolito Valentina

Macchia Serena

Maggiotto Giuseppe

Miglietta Barbara

Occhineri Giovanni

Orlando Emanuela

Paolelli Xenia

Pepe Stefano

Pinto Raffaele detto Ciccio

Potera Davide

Rakipi Romina

Russo Mario

Salvatore Massimiliano

Serafini Alfredo

Spagnolo Carlo

Stenti Marzia

Vergori Fabrizio

 

 

LECCE AREA METROPOLITANA

Ancora Giancarlo

Colopi Bruna

Corbo Maria Antonietta

Davide Montanaro

De Filippi Umberto

De Giovanni Antonio detto Celona

De Santis Irene

De Vitis Damiano

Esposito Christian

Favale Alessandro

Fiorito Antonio Pascal

Furia Marco

Galati Leonardo Giuseppe  detto Dino

Ghezzi Enrico

Greco Giacomo

Ingrosso Simona

Mangione Sansonetti Eugenio

Marinaci Francesca

Marongiu Emanuele Americo

Martella Mauro

Martena Alessandra

Martina Nadia

Martino Anna

Morano Simona

Piccinno Marco

Pinto Michele

Russo Antonio

Spagnolo Evelina

Turrisi Mauro

Vergine Francesca

Vetrugno Chiara

Vincenti Salvatore

 

Partito Pensionati e Invalidi – Giovani Insieme

Alfieri Pasquale

Bianco Alberto

Caputo Michele

Cancellara Enrico

Cuppone Leonardo

De Matteis Alfredo

Dello Preite Paola

Falconieri Salvatore

Gerardi Matteo

Ianne Anna Maria

Lezzi Antonio

Mangione Candido

Martignano Antonietta

Martina Francesca

Miglietta Massimo

Mondoni Luigi Vito

Perrone Antonio

Ralletto Lucia

Ruggieri Antonio

Ruggeri Federica Maria

Serratì Maria

Trovisi Matteo

Tarantino Addolorata

Vonghia Carlo

Pronta la corazzata del centrodestra: 8 liste e 259 nomi

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LECCE – La possente armata del centrodestra scende in campo con 259 candidati più Mauro Giliberti, collocati in otto liste (la lista più corta è quella di Noi con Salvini: 27 candidati).

DIREZIONE ITALIA

1 PERRONE PAOLO

2 BENENATI MARIA ANTONIETTA

3 BOZZICOLONNA SABRINA

4 BRUNO LAURA

5 BURSOMANNO VERDIANA

6 CIACCIA ANNA

7 CIOCIA BARBARA

8 COCLITE LUIGI (DETTO GIGI)

9 DE GIOVANNI FABIOLA

10 ERRICO CHIARA

11 FAGGIANO MONICA

12 FIORE ANDREA

13 GIURI CARMELO GIORGIO

14 GRECO ELIANA

15 GUARINO DALILA

16 GUERRIERI GIORDANA

17 GUIDO ANDREA

18 LAUDISA MANUELA

19 MARIANO FRANCESCA (DETTA CICCIA)

20 MARINO MILENA

21 MARTINI SEVERO

22 MESSUTI GAETANO

23 MONOSI ATTILIO

24 PASQUALINI LUCA

25 PASTORE TIZIANA

26 PECCARISI GERMANA

27 PINTO ELISA

28 QUARTA LUCIA (DETTA ANASTASIA)

29 TESSITORE CARMEN

30 TONDO ANGELO

31 VERNICH VALENTINA

32 VETRANO GABRIELE

 

GRANDE LECCE

 

1 ALFARANO ROCCO MASSIMILIANO (DETTO MASSIMO)

2 CAIRO PAOLO

3 CALABRESE ANNALISA

4 CALO’ LAURA

5 CIARDO ROCCO

6 CORVAGLIA ENZA

7 DE MEIS MAURIZIO

8 DE RICCARDIS COSIMO MAURO (DETTO MINO)

9 DE VITO MAURO

10 DONNO ELISABETTA

11 FERRERI FEDERICA

12 FINAMORE ANTONIO

13 FRANCHINI MONICA

14 GARRISI GIOVANNI (DETTO GIANNI)

15 GIGANTE PAOLA ROSA (DETTA PAOLA)

16 GRECO MARIA LUISA (DETTA LUISA)

17 IMPERATO PIERLUIGI

18 LUBELLI FRANCESCA

19 MARTELLA ROBERTO

20 MARTINA MARCO

21 MONTAGNA ANNA RITA

22 PANTALEO ANTONIO (DETTO TONY)

23 PELLEGRINO ANTONIO

24 PERSONE’ EGIDIO

25 POSO ALESSIO

26 RIZZO TANIA

27 RODELLI RICCARDO

28 ROLLO FABIO

29 ROMANO MICHEL

30 RUSSI ALBERTO

31 TAMBURRANO PATRIZIA

32 TRAMACERE ORONZO

 

FRATELLI D’ITALIA – ALLEANZA NAZIONALE

 

1 SIGNORE Pierpaolo

2 GIORDANO Michele Riccardo detto Michele

3 RIPA Giuseppe

4 BITONTO Domenico

5 BOCCUNI Cataldo detto Dino

6 CALO’ Ilenia

7 CRUSI Alessia

8 CUCCI Dorophj Anna detta Dorothy

9 DE CARLO  Monica

10 DE FILIPPI Alessandra

11 DE LEO Sonia

12 DE LUCA Angela

13 GALLUCCI Maria Carola detta Carola

14 GIANNOTTA Giorgio

15 GUIDO Raffaele

16 INGROSSO Alessandro

17 LIACI Caterina

18 LUCIA Simone

19 LUPERTO  Simone

20 MAPPA Cinzia

21 MAURO Davide

22 MORISENI Luljeta detta Giulia

23 MURRONE Emanuela Antonina Agnese

24 PALA Giorgio

25 PALANO Salvatore

26 PERRONE Mauro

27 POMPUCCI Lamberto

28 SANTORO Marianna

29 SCHIFA Francesco

30 SCURO Virginio

31 SORRENTO Antonio

32 TAURINO Valentina

 

LISTA GILIBERTI

1 Brunetti Giovanni (detto Gianni)

2 Cannone Gabriele

3 Cardini Emanuela

4 Carlone Marco

5 Codazzo Aldo Oronzo

6 Conte Laura

7 Cutò Fabio

8 De Santis Antonio

9 De Simone Valeria

10 De Vergori Paola

11 Dei Lazzaretti Giancarlo

12 Di Gennaro Marco

13 Falconieri Giuseppe

14 Gravili Debora

15 Greco Crocifisso (detto Adriano)

16 Improta Marianna

17 Indino Samanta

18 Ingrosso Antonino

19 Luchena Cristian

20 Mattia Mario

21 Morlino Massimiliano

22 Occhineri Pancrazio

23 Papadia Giovanni

24 Petrachi Lilia Lucia

25 Piccinno Emanuele

26 Pizzuto Francesca Cernusco

27 Quarta Giovanni

28 Spalluto Marco

29 Taccone Gallucci Simone

30 Tondo Valentina

31 Tuzzo Sabina

32 Zappatore Gianluca

 

LECCE POPOLARE

 

  1. PAGLIARO ALFREDO detto DINO
  2. VALENTE LUIGI detto GIGI
  3. LEO GIORGIO
  4. ANDRIANI MONICA
  5. CAPRIOLI ROMINA
  6. CARROZZO LARA
  7. CASILLI NATASCIA
  8. CHIURAZZI VINCENZO
  9. CICCARDI PANTALEO
  10. CUNA GIORGIO
  11. DE CARLO ELIO
  12. DE PANDIS FRANCESCO
  13. DE VITIS ELEONORA
  14. GABRIELI LUCA
  15. GIANNONE SARA
  16. GREGORIADIS ALBERTO
  17. GUERCIA ROBERTO
  18. LAZZARI ROBERTA
  19. MARRA DANIELE
  20. MASTRIA RAFFAELE
  21. NEGRI SERGIO LUIGI
  22. NUNZIATO FRANCESCO
  23. PANTALEO ROSELLA
  24. PERDUNO LORENZO
  25. PERRONE FERNANDO
  26. PISANO’ ROSA
  27. RICERCATO EMANUELE
  28. ROMANO GRAZIANO
  29. RUCCO MARCELLA
  30. TARANTINI LAURO MANUEL
  31. VINCIGUERRA SABRINA
  32. VIZZINO VITTORIA

 

Nelle prossime ore saranno pubblicate le liste: FORZA ITALIA, LECCE CITTÀ DEL MONDO e NOI CON SALVINI

 

 

 

 

 

 

Monosi si difende davanti al gip: “Il Comune ha riavuto i soldi dopo una mia azione legale contro Saracino”

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LECCE – E’ stato il lungo giorno di Attilio Monosi, l’ex assessore al bilancio del Comune di Lecce, raggiunto da una misura interdittiva della durata di un anno nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo per la presunta truffa compiuta dall’Associazione Antiracket di Lecce. Il 47enne leccese (che ha rassegnato le dimissioni nelle scorse ore) è accusato di aver destinato 131mila euro alla Saracino Costruzioni s.r.l. per alcuni lavori di ristrutturazione compiuti all’interno dell’Associazione. Stando alle carte dell’inchiesta, Monosi si sarebbe adoperato per favorire una ditta ritenuta “vicina” all’amministrazione grazie ad un articolato sistema di firme rilasciate su documenti realizzati ad arte.

L’ex assessore ha fornito le proprie spiegazioni davanti al gip Giovanni Gallo in circa un’ora di interrogatorio in un clima sereno e che ha soddisfatto la difesa. Monosi ha sostenuto la propria correttezza depositando una serie di atti per dimostrare la bontà del suo operato. Ha riferito di essersi adoperato tempestivamente non appena informato dei fondi erogati in favore di Giancarlo Saracino. In un primo momento ha cercato di recuperare la somma in maniera bonaria. Dopo circa tre mesi, incassato il rifiuto dell’imprenditore, l’allora assessore ha avviato un’azione legale per rientrare delle somme stanziate. Ed è stata prodotta una delibera di giunta che risale a maggio 2015 con cui Monosi dà effettivamente incarico all’ufficio legale di recuperare le somme rientrate nelle casse del Comune nel luglio del 2016.

Al gip è stato depositato anche il bonifico pagato da Saracino. Monosi non si è soffermato sulle motivazioni che hanno spinto l’amministrazione comunale e non il Ministero a stanziare i fondi . Un errore, una corsia privilegiata ad un imprenditore “amico”? Sul punto Monosi è stato chiaro. Saracino non avrebbe beneficiato di alcuna sponda politica. Negli anni avrebbe ottenuto diversi appalti ma non avrebbe fatto parte di una cricca. Una tesi sostenuta con forza dall’azione legale avviata nei suoi confronti. La difesa, rappresentata dall’avvocato Riccardo Giannuzzi, ha avanzato richiesta di revoca della misura interdittiva su cui i pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci (entrambi presenti all’interrogatorio) non hanno fornito parere.

Per il giovane politico leccese la Procura aveva anche chiesto l’arresto in carcere con le accuse di peculato, falso materiale e ideologico aggravato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Secondo l’accusa, l’ormai dimissionario assessore al Bilancio non avrebbe partecipato materialmente alla redazione della falsa documentazione ma così come scrive il gip Giovanni Gallo nell’ordinanza “ provvedeva a concordare con Gorgoni e Saracino (definito da Monosi stesso “uno dei nostri”) le condotte da intraprendere; ad intervenire sul segretario generale per l’autenticazione della firma di Saracino sulla polizza fideiussoria nel gennaio del 2013; in ogni caso omettendo di impedire, pur avendo l’obbligo giuridico di farlo, la consumazione del reato ed anzi sollecitando in più occasioni il Gorgoni a “risolvere il problema” ed a fare pressioni sul Ministero per ottenere il pagamento.

“La condotta posta in essere si connota per non essere occasionale ma inserita piuttosto in un sistema diretto a favorire funzionari e imprenditori amici”. A proposito l’imprenditore Saracino, interdetto dall’attività imprenditoriale per un anno, è comparso davanti al gip. Si è avvalso della facoltà di non rispondere.

F.Oli.

Monosi: «Sono sereno. Mi sono dimesso e farò campagna elettorale con più entusiasmo di prima. Ho chiarito tutto nell’interrogatorio»

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LECCE – «Non ho paura. Sono sereno e affronterò la campagna elettorale ancora con più entusiasmo di prima. L’interrogatorio è andato bene. Ho spiegato che si è trattato solo di un pagamento errato che ho fatto rientrare nell’interesse dell’amministrazione comunale». Attilio Monosi ha rassegnato le dimissioni, come abbiamo spiegato ieri su questo giornale, ma resta in lista e si affida al riesame per il ritiro del provvedimento cautelare di interdizione emanato nei suoi confronti: oggi si è presentato a testa alta di fronte alla stampa, con al suo fianco il sindaco Paolo Perrone, per dare la sua versione dei fatti dopo un ciclone giudiziario che ha seriamente danneggiato l’immagine del centrodestra, proprio a 24 ore dalla chiusura delle liste. Nella sala giunta decine di giornalisti, ma anche tanti sostenitori, amareggiati e silenziosi, dell’assessore al Bilancio. Tutti i guai nascono da un pagamento errato da parte del Comune: bisognava attendere altri fondi (che poi sono arrivati), quindi, una volta acclarato l’errore, l’assessore cerca di convincere la ditta Saracino a restituire spontaneamente le somme.

A cosa sia dovuto questo errore, che di fatto ha portato a un’anticipazione delle somme, lo chiarirà la Procura di Lecce. Questa è la versione dell’assessore: nessun giro di imprenditori da favorire in cambio di voti. Attilio Monosi spiega che si è ritrovato nella difficile situazione di chiedere indietro i soldi versati erroneamente dal Comune, ma si è dovuto scontrare con la triste realtà delle difficoltà di liquidità di quell’azienda. «Ci siamo visti costretti a deliberare l’azione legale contro la ditta Saracino per la restituzione dei 130 mila euro – chiarisce nella  conferenza organizzata alle 17 a Palazzo Carafa, subito dopo il suo interrogatorio in Procura – Ho vigilato per far rientrare questo denaro nelle casse dell’amministrazione, fino al 20 luglio 2016, giorno in cui torniamo in possesso dei 130 mila euro circa, che, erroneamente, tre anni prima il Comune versa alla ditta Saracino.

Ci sono due atti importanti: la delibera con la quale si intendono recuperare le somme e la parte della reversale d’incasso. Ritengo che l’amministrazione si sia comportata bene: non è bello essere sbattuto sui giornali così. Forse avrei dovuto denunciare l’errato pagamento, ma il mio interesse è quello di fare l’interesse dell’ente: ho portato a casa il risultato, la ditta è stata pagata una sola volta. Chi ha colpe pagherà, ma io voglio chiarire la correttezza delle mie azioni». Anche il sindaco Paolo Perrone ci mette la faccia per difendere uno dei suoi più stretti collaboratori di questi dieci anni: «Attilio ha spiegato bene il senso del suo coinvolgimento: sono qui come sindaco, convinto che l’assessore ha fatto il suo dovere. Non sono tra quelli che gridano alla giustizia a orologeria, perché si sa che gli incartamenti, quando girano da un ufficio all’altro non si sa mai quando possano arrivare al termine. Attilio ha fatto tutti i tentativi possibili per far rientrare i soldi illegittimamente erogati al privato nel patrimonio dell’ente, non entro nel merito sulla motivazione di questa erogazione.

Mi auguro che l’indagine prosegua. Considero la versione di Monosi completamente veritiera. Aveva offerto la disponibilità a non candidarsi, ma ci è sembrata un’ingiusta sanzione. Lo abbiamo invitato a partecipare alla campagna elettorale e farò in modo di spiegare le motivazioni di questa storia a tutti i cittadini». Monosi entra nel dettaglio dell’ordinanza che lo tira in ballo, spiegando anche le intercettazioni che lo riguardano: «È un errato pagamento. Il dirigente Laudisa, sentitosi preso in giro per aver pagato, ha ritenuto di rallentare i pagamenti di altri lavori, per questo dice: “Mi avete fregato”. Alle volte al telefono si possono dire cose equivoche, come quella che ho detto io: “Saracino è uno di noi”. Volevo solo dire che si tratta di ditte che lavorano da tanti anni con il Comune, quindi, valeva la pena cercare la via della mediazione». L’ordinanza di 300 pagine non appoggia sempre la tesi accusatoria: a pagina 269 il gip ridimensiona il ruolo di Monosi, quando spega che non può dirsi che nel suo ruolo l’assessore sapesse. Il sindaco annuncia che i dipendenti colpiti dalle misure cautelari saranno sospesi, come prevedono le norme di legge, poi spiega di aver fiducia nel lavoro della magistratura. La campagna elettorale va avanti.

Gaetano Gorgoni

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