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IV manifestazione SoloXLORO, “Il Cis non è uno strumento superato. Vogliamo subito un incontro con il Ministro Provenzano”

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Questa la richiesta lanciata ieri dalle 20 associazioni presenti alla IV manifestazione SoloXLORO, la rete nata per dare un’organizzazione all’area pediatrica del Salento, che ha colorato di rosa e celeste in tutta la Provincia e che quest’anno era dedicata al tema “Ambiente, Cultura, Salute, vogliamo il futuro nel nostro Salento”. Una manifestazione che cresce ogni anno di più grazie alle nuove adesioni di associazioni e comuni, che condividono l’esigenza di un coordinamento nelle cure sanitarie rivolte ai più piccoli.
La manifestazione si è conclusa in Piazza Sant’Oronzo con un corteo di oltre 2.000 bambini e ragazzi provenienti da tutte le scuole della Provincia.
Sul palco è stata ribadita l’importanza del Polo Pediatrico del Salento e richiesto un incontro con il Ministro Provenzano.

«Ringraziamo il Sindaco e il Comune di Lecce – ha detto Antonio Aguglia, presidente di Tria Corda Onlus – per aver inserito il progetto del Polo Pediatrico del Salento tra quelli finanziabili con il Contratto Istituzionale di Sviluppo, ma oggi il nostro timore è che i tempi si stiano allungando troppo e alla fine non se ne faccia più nulla. Il Ministro Provenzano, nei giorni scorsi, ha definito il CIS uno strumento vecchio e superato. Per noi, invece, è uno strumento che consente l’armonizzazione di una serie di progetti per il territorio e, soprattutto, detta i tempi per la cantierizzazione e la realizzazione».
Il Comune di Lecce in accordo con la Regione ha presentato al Ministero una serie di proposte armonizzate che toccano temi fondamentali come quello dell’Ambiente, della Cultura, della Sanità. Gli stessi temi scelti dalle associazioni per la giornata SOLOXLORO.

«Il Ministro ritiene, invece, di seguire altri percorsi per finanziare quei progetti? Vogliamo conoscerli. La nostra paura – continua Aguglia – è che tutto finisca in una serie di tavoli separati e si perda nei meandri della burocrazia. Sono ormai più di 6 mesi che attendiamo e non c’è stato alcun segnale. Chiediamo, quindi, un coinvolgimento effettivo delle associazioni nel processo decisionale, chiediamo meccanismi di governance che portino a progettualità condivisa, chiediamo una visione strategica della politica, che vada oltre la logica del consenso a breve ma che sia attenta alle dinamiche evolutive del territorio. Un piano sul quale ASL, Istituzioni, Politici, Ordini Professionali, Sindacati e associazioni debbano lavorare insieme, perché il confronto genera sempre idee e prospettive nuove».
Si è in attesa da mesi anche dell’attivazione dei due posti letto di terapia intensiva pediatrica riconosciuti dalla Regione Puglia nell’ultima modifica del piano di riordino.
«Quei due posti sono fondamentali per non far viaggiare più le famiglie fuori dal Salento alla ricerca di cure adeguate per i propri figli. Da anni ci viene detto, poi, che appena il nuovo blocco del Vito Fazzi sarà pronto e si libereranno spazi nell’attuale blocco centrale, il secondo piano sarà destinato al Polo Pediatrico. Ma nessuno fino ad oggi ha coinvolto le associazioni per avviare una fase progettuale. Ecco perché chiediamo un incontro con il Ministro – conclude Aguglia – occorre accelerare decisamente definendo un crono-programma che inizi a realizzare concretamente progetti ad ampio respiro per costruire il futuro di questo territorio, il futuro della Puglia».

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Tragedia in città: 57enne si suicida in casa. Ritrovato impiccato

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LECCE – Tragica scoperta nelle prime ore del mattino a Lecce. Un 57enne del posto è stato ritrovato impiccato all’interno della sua abitazione, a pochi passi da piazza Mazzini.

L’uomo, che pare avesse dei problemi di salute, al momento del ritrovamento era già privo di vita. A nulla, infatti, sono serviti i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e gli agenti della sezione volanti della questura di Lecce, che non avrebbero dubbi sul suicidio.

Il corpo del 57enne, su disposizione del pm di turno, Paola Guglielmi, è stato trasferito presso la camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Nelle prossime ore il medico legale Alberto Tortorella effettuerà l’ispezione cadaverica esterna, in seguito alla quale verrà rilasciato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia.

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Domenica al “Plaisir” di Nardò

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BAR PLAISIR NARDÓ

Presenta:

L’ APERITIVO DELLA DOMENICA

LOS LOCOS
🎧Dj Andrea Carichino
🎧Dj Giulio Giuranna

DOMENICA 1 DICEMBRE
– Start ore 19:30
FREE ENTRY

BAR PLAISIR
– Corso Giuseppe Galliano 61, NARDÓ

 

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Morì la sera di Halloween in un incidente a 17 anni: due indagati e consulenza per stabilire dinamica e responsabilità

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PRESICCE (Lecce) – Sarà una consulenza tecnica a stabilire cause ed eventuali responsabilità dell’incidente stradale del del 31 ottobre in cui perse la vita la 17enne di Presicce, Siria Fanciullo, nel tratto della statale 275 fra Lucugnano (frazione di Tricase) e Alessano. In mattinata il pubblico ministero Donatina Buffelli, magistrato titolare del fascicolo d’indagine, ha conferito incarico all’ingegnere Antonio Vernaleone di accertare la dinamica dell’incidente che ha profondamente scosso l’intero Salento (tra i tanti attestati di cordoglio uno striscione in Curva Sud durante la partita Lecce-Sassuolo in ricordo della giovane).

L’accertamento è stato esteso anche ai due indagati iscritti nel registro degli indagati: Walter Alfarano, 27 anni, di Presicce, cognato di Siria, accusato di omicidio stradale perché si trovava alla guida della Renault Clio (su cui viaggiava la sfortunata ragazza) schiantatasi contro un muro di cinta della ferramenta Bernardi di Alessano; ed M.T., 47 anni, di Alessano, alla guida del monovolume Volkswagen Sharan proveniente dal senso contrario di marcia e che svoltò a sinistra all’altezza della ferramenta tagliando la strada alla Clio diretta verso un ristorante di Tricase dove Alfarano avrebbe voluto festeggiare la notte di Halloween con la moglie Luana Fasano e le cognate. Anche i due indagati hanno nominato un proprio consulente: l’ingegnere Antonio Sacino per Walter Alfarano, assistito dall’avvocato Matteo Candela e l’ingegnere Enrico Bellomo per conto di M.T., rappresentato dall’avvocato Luigi Piccinni.

Le operazioni peritali scatteranno il 10 dicembre. In quaranta giorni il consulente dovrà stabilire la velocità dei mezzi e il nesso causale con il sinistro qualora si dovessero ravvisare condotte colpose nei confronti degli odierni indagati anche (se ritenuta necessaria) con un’ispezione dei luoghi. Nel fascicolo, oltre alle risultanze investigative fin qui acquisite, potranno essere acquisiti altri filmati. E proprio grazie alla visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della ferramenta oltre alle dichiarazioni di Alfarano i carabinieri della stazione di Alessano insieme ai colleghi della Compagnia di Tricase sono risaliti a M.T. che risponde di omicidio stradale e omissione di soccorso. L’uomo è stato interrogato in caserma dai carabinieri alla presenza del suo avvocato. Ha precisato di aver svoltato molto prima che sopraggiungesse la Clio senza tagliare la strada.

Qualcosa, però, ha insospettito gli investigatori. M.T., così come constatato dai carabinieri, avrebbe rimosso l’impianto di videosorveglianza della propria abitazione distante poche centinaia di metri dal luogo in cui si è consumata la tragedia per non dare prova del suo rientro subito dopo l’incidente. Domanda come tante altre a cui dovrà dare le giuste risposte la consulenza tecnica. A seguire gli sviluppi dell’inchiesta per la famiglia della ragazza è stato nominato lo studio dell’avvocato Giovanni Chiffi che non ha nominato alcun consulente di parte.

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Ladri in azione nel Basso Salento: via con spicci del distributore dalla scuola, sfuma colpo nel bar

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CASTRO/ALESSANO (Lecce) – Ladri in azione nella notte in Sud Salento. Nel mirino sono terminati un bar ed un istituto scolastico tra Castro ed Alessano, dove ignoti malviventi hanno tentato di mettere a segno un furto. Solo in un caso sono riusciti a portare via del denaro, svaligiando un distributore automatico, mentre nell’altro sono dovuti fuggire via a mani vuote.

Erano le 3.20 circa quando l’allarme del “Bar delle querce”, situato sulla strada che collega Castro a Marittima, ha iniziato a suonare segnalando un’intrusione. In pochi istanti sul posto è intervenuta una guardia giurata dell’istituto di vigilanza privata “La Folgore”, che ha rilevato una serie di anomalie, indizi che qualcuno si fosse intrufolato furtivamente nel locale.

Uno sgabello rovesciato sotto una delle slot machine, poi due porte forzate. Non solo. Anche diversi dispositivi di sicurezza erano stati manomessi: rivelatori rotti, danni all’impianto fumogeno, la sirena esterna dell’allarme staccata e fuori posto ed il filo di un faro esterno tranciato.

Chi si è intrufolato, dunque, pare abbia tentato di neutralizzare ogni dispositivo per agire indisturbato, ma qualcosa deve essere andato storto, tant’è che l’allarme si è azionato ugualmente costringendo i balordi ad una fuga a mani vuote. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Spongano, che, dopo i rilievi effettuati in presenza del proprietario del locale, hanno avviato le indagini.

Diversamente è andata ad Alessano. Qui i ladri sono riusciti nell’impresa di portar via un bottino, anche se di pochi spicci. Obiettivo una scuola superiore, in cui sono riusciti ad introdursi forzando una finestra laterale. Una volta dentro, hanno puntato un distributore automatico, che hanno forzato riuscendo a svuotarlo dei soldi che conteneva.

Non hanno potuto rovistare oltre, però, perché l’allarme di cui è dotato l’istituto scolastico ha cominciato a suonare nel cuore della notte. Si sono dovuti accontentare di quanto racimolato, quindi, preferendo darsi alla fuga prima di essere scoperti. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Alessano, che hanno effettuato i rilievi e dato il via alle indagini.

I militari stanno passando al setaccio la zona alla ricerca di telecamere di sorveglianza che possano rivelarsi utili all’identificazione dei malviventi, dato che la scuola ne risulterebbe priva.

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Gorgoni racconta Gorgoni, i discorsi in Parlamento che affrontano problemi ancora attuali

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CAVALLINO – Nel Teatro “Il Ducale” amici, studiosi, istituzioni e appassionati della storia politica italiana sono accorsi per seguire la presentazione del libro “Gorgoni racconta Gorgoni”. Tra le pagine si legge una vita dedicata alla politica alta: i discorsi in Parlamento dell’onorevole Gaetano Gorgoni, ex sottosegretario ai Lavori Pubblici e alla Difesa e presidente del Partito Repubblicano Italiano (con una carriera lunga e di successo come avvocato penalista e come politico locale nella Provincia di Lecce, ma anche come sindaco di Cavallino), fanno emergere un uomo di alta statura politica, formatosi nella vecchia scuola dei partiti che furono spazzati via da Tangentopoli. Gorgoni è un mazziniano da sempre fedele ai concetti di “Patria e umanità” e sempre coerentemente nella destra repubblicana. Le battaglie in università con Pinuccio Tatarella, i giorni in cui si sfiorava la guerra civile, l’affermazione pugliese del Partito Repubblicano, gli incarichi al vertice di governo sono stati affrontati dal protagonista di queste pagine con la grande passione e impegno civico. Gaetano Gorgoni è un politico lungimirante e coerente, uno dei pochi capaci di avere una visione lucida degli eventi tanto da produrre 30 anni fa discorsi ancora oggi attuali, come ricorda il sindaco di Cavallino, Bruno Ciccarese Gorgoni, durante la presentazione del libro.

Il crollo del Muro di Berlino, la questione meridionale, i problemi della difesa europea e del “latente isolazionismo americano” (che sarebbe venuto fuori in maniera chiara molti anni dopo), la crisi della classe politica e della rappresentanza politica, ormai cooptata e non più veramente scelta dai territori, il fenomeno migratorio e il problema della giustizia sono eventi e problemi ben analizzati nei discorsi di Gorgoni che riguardano la storia italiana, ma anche l’attualità politica. Le criticità che ammantavano il paese negli anni ‘90, oggi sono esplose più forti e più complesse di prima: la crisi globale le ha incancrenite.  Nell’autobiografia iniziale del libro, prima dei discorsi, vengono rievocati episodi di vita politica unica e irripetibile e amicizie con personaggi che hanno fatto la storia della Repubblica: Spadolini, Pinuccio Tatarella, Craxi, Francesco Compagna, Pacciardi, La Malfa, Montanelli, Michele Placido e tanti altri. “Dal libro emergono la coerenza politica dell’onorevole Gorgoni, la tensione etica e la sua capacità di valorizzare il patrimonio culturale. Gorgoni racconta Gorgoni è una raccolta che purtroppo si limita ai discorsi dell’attività parlamentare.

Sarebbe bello recuperare anche i discorsi dei suoi mandati in Provincia, perché anche in quei decenni prima Gorgoni è stato protagonista della scena politica locale e profondo conoscitore del territorio” – spiega uno dei relatori, il professore Giancarlo Vallone. “L’archivio dell’onorevole Gorgoni è molto prezioso – ha spiegato il professore Laporta – È storia importante da recuperare. Ogni pagina ha un sapore attualissimo: sono problematiche vivissime. Inoltre, ‘Gorgoni racconta Gorgoni’ è uno strumento utilissimo per ricostruire la storia d’Italia e del Salento. Sono scritti da indirizzare alle nuove generazioni. È importantissima anche l’analisi del rapporto tra politica e magistratura: un patrimonio notevole di fatti e opinioni a disposizione del lettore. Gorgoni è stato anche un grande promotore della cultura come elemento strategico di promozione del territorio. Lui ha sempre promosso, soprattutto a Cavallino, la centralità della cultura: il teatro dove ci troviamo e il Centro studi Castromediano sono due sue importanti creature”.

”Sono commosso per questa serata – ha detto Gorgoni in chiusura di serata – C’e un archivio che diventerà di interesse storico-nazionale: lì troverete tutti i miei discorsi. Io ho amato la mia Patria è mi sono battuto per migliorare l’Italia. Ho lottato per la riforma della magistratura e per la sicurezza del Paese, ancora oggi minacciato dalle mafie, che strozzano le imprese. Ho fatto tante battaglie nell’interesse dell’Italia e della nostra gente. Grazie per questa serata”. Tutti in piedi con gli occhi lucidi per questo omaggio a una grande personalità della politica italiana.

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Dal 6 a domenica 8 dicembre torna a Martano la quinta edizione del Villaggio Natalizio

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Da venerdì 6 a domenica 8 dicembre, l’antico palazzo Baronale di Martano (Le) torna a vestirsi di Natale con la quinta edizione del Villaggio Natalizio, allestito all’interno delle sue storiche sale dall’associazione “L’Orizzonte“.

Una tre giorni ricca di iniziative ed eventi, con oltre 50 espositori di artigianato, prodotti tipici e street food incorniciati dall’atrio e dalle splendide sale dell’antico palazzo. Il villaggio si accenderà di luci e colori e un enorme albero di Natale terrà tutti con il naso all’insù, e l’artigianato, la degustazione e la vendita di prodotti tipici allieteranno le serate facendo vivere a pieno l’atmosfera pre natalizia.

 

Il primo appuntamento è fissato venerdì 6 alle ore 17:00, per l’inaugurazione del Villaggio Natalizio che darà il via all’evento aprendo al pubblico il percorso natalizio tra artigianato e street food. Alle 18:30 la prima delle degustazioni guidate di birra con Birrificio OLD 476 a cura di Birrofilia.it

 

Sabato 7 si parte dalle 10:00 di mattina a far visita agli stand nel Palazzo Baronale, mentre alle 18:00 appuntamento con l’associazione Fichi D’India per l’intrattenimento dedicato ai più piccoli e alle 18:30 nuova degustazione guidata con Birra Cellina a cura di Birrofilia.it.

 

Domenica 8 start alle ore 10 con l’apertura degli stand artigianali ed enogastronomici. Il Villaggio di Natale sarà animato per tutto il giorno dagli spettacoli da artisti di strada e non mancherà di ospitare Santa Claus, che grazie all’associazione Fichi D’India alle 18:00 raccoglierà le letterine dei più piccoli a lui rivolte e avrà già alcuni doni da distribuire in anticipo!

Alle 18:30 ultima degustazione guidata con Birra Skipa a cura di Birrofilia.it e alle 18:45 via alla musica sulle scatenate note di pizzica e folk della band “Li Vasapiedi”, per chiudere in musica la quinta edizione del villaggio natalizio!

 

Per tutte le giornate tante altre iniziative per coinvolgere i presenti tra un giro di shopping e una degustazione!

Ci si potrà unire agli amici di Cortili Aperti Martano per un aperitivo passeggiando nel centro storico mentre ci si dedica a del sano shopping natalizio di qualità e soprattutto a km0; con “Happy Acam Tour”, accoglienza negli esercizi commerciali associati ACAM che forniranno un lieto ristoro con cioccolata calda, pandizenzero e punch per grandi e piccini; l’artista Gianna Stomeo, in mostra nelle sale del castello, curerà inoltre un percorso di pittura estemporanea dedicata ai più piccoli; e per finire, tra le luci e i colori del Villaggio Natalizio, un invito in più per stuzzicare i palati più golosi: pittule, castagne, ricotta fritta e tante altre prelibatezze da degustare per le vie del centro storico a cura di “Nonna Consiglia”!

 

Inoltre, nell’ambito della quinta edizione del Villaggio Natalizio, Associazione l’Orizzonte in collaborazione con Associazione Acam organizza il “Concorso fotografico Natale salentino”, l’iniziativa per raccontare il Natale attraverso immagini, momenti e tradizioni che racchiudano con uno scatto il senso più profondo delle festività. Dall’1 al 30 dicembre si potranno candidare i propri scatti caricandoli sulla pagina Facebook Concorso Fotografico Natale Salentino. Premi in palio per le prime tre classificate, votate online dagli utenti entro martedì 7 gennaio!

 

Orari di apertura Villaggio Natalizio: 

Venerdì 6: 17:00 – 21:00

Sabato 7: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 21:00

Domenica 8: 10:00 – 13:00 / 15:00 – 21:00

 

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Dagli anziani 1.000 alberi per il futuro

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MATINO (Lecce) – Per contrastare i cambiamenti climatici ognuno è chiamato a fare la propria parte. Lo Spi di Puglia cerca di dare l’esempio, con un ideale abbraccio tra generazioni. Il sindacato dei pensionati della Cgil ha lanciato l’iniziativa “Piantiamo il futuro. Dagli anziani 1.000 alberi per l’ambiente”: un migliaio di alberi d’olivo saranno piantati nell’arco di un mese su tutto il territorio regionale. Lunedì a Matino gli anziani pianteranno alberi d’olivo insieme agli alunni dell’Istituto Montessori (alle 9.30), San Giovanni Bosco (alle 10.30) e Dante Alighieri (11.15). L’iniziativa è organizzata insieme con il Comune, l’Istituto comprensivo statale di Matino, le associazioni Novass e Arco della Pietà.

Nel Salento la campagna è partita il 21 novembre, in occasione della Festa degli alberi, nelle scuole di Collepasso. Dopo Matino, l’iniziativa toccherà anche altri comuni: a Trepuzzi il 5 dicembre alle ore 10.30 nella scuola dell’infanzia “Andrano”; a Supersano venerdì 6 alle 10, in piazza Magli (vicino all’Istituto comprensivo di Supersano), a Melendugno il 13 nell’Istituto comprensivo Rina Durante alla presenza del segretario generale dello Spi Cgil Puglia, Gianni Forte. Tutti gli eventi sono organizzati dallo Spi in collaborazione con le amministrazioni comunali e gli istituti scolastici.

“Per stare bene, dobbiamo impegnarci a cambiare le nostre abitudini, dall’alimentazione all’uso degli oggetti. Se ognuno farà la sua parte quotidianamente, insieme potremo raggiungere grandi traguardi anche sul versante della tutela dell’ambiente”, dice la segretaria generale dello Spi Cgil Lecce, Fernanda Cosi. Gli alberi verranno messi a dimora da studenti e anziani nei cortili delle scuole e nelle case di riposo. Gli ulivi sono stati scelti perché presidio identitario dei pugliesi, di integrazione fra le comunità del Mediterraneo e simbolo di pace. L’ulivo è annoverato tra le piante che contribuiscono meglio alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

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Salvemini disponibile per l’impianto di compostaggio a Lecce, ma bisogna cambiare il piano regionale dei rifiuti

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LECCE – I Comuni in rivolta contro il nuovo impianto di Cavallino hanno chiamato tutti a raccolta a Palazzo Adorno ieri pomeriggio, incluso Michele Emiliano. Durante la riunione in Provincia di ieri per decidere come chiudere il ciclo dei rifiuti e discutere dell’impianto di smaltimento dell’amianto, Carlo Salvemini, il sindaco di Lecce, ha dato la disponibilità ad ospitare un impianto nel capoluogo barocco. Un atteggiamento anti-Nimbi (non nel mio giardino) necessario a chiudere il ciclo dei rifiuti. Ma è possibile togliere dal piano dei rifiuti la previsione di un impianto nuovo da far sorgere a Cavallino? Grandaliano ha spiegato che l’Ato si era espresso per fare tutto nel sito cavallinese. Comunque, alla fine sono state affrontate due questioni diverse: quella dell’impianto pubblico per smaltire l’amianto è quella dell’impianto di compostaggio. Il decreto di Grandaliano non aveva inserito per un errore materiale lo studio delle macroaree, che il Comune cavallinese aveva fornito, con l’esplosione di tutta una serie di problemi di contenziosi amministrativi. Il no all’impianto che smaltisce l’amianto è stata la scusa per dire di no all’impianto di compostaggio.

Quindi si passerà alla variazione del piano regionale dei rifiuti per inserire un impianto di compostaggio, che chiuda il ciclo dei rifiuti, a Lecce. Resta in piedi la questione dell’impianto per lo smaltimento dell’amianto che avvelena ancora le nostre campagne: la conferenza dei servizi è fissata per lunedì 2 dicembre.

IL PROGETTO CAVALLINESE  PER L’AMIANTO 

Il 2 novembre del 2016 la Regione ha reso pubblica una manifestazione di interesse delle Amministrazioni comunali pugliesi a localizzare sul proprio territorio strutture impiantistiche finalizzate al trattamento dell’amianto. In altre parole, l’ente guidato da Michele Emiliano punta su più strutture di riferimento sul territorio regionale, dando la possibilità ai comuni di edificare piccoli impianti pubblici della potenzialità di poche tonnellate/giorno per bonificare campagne piene di amianto e puntare su un’economia circolare basata sulle tecnologie che consentono di recupere i materiali. Cavallino è stato individuato come possibile sito, ma i Comuni limitrofi sono insorti, perché ritengono che la città abbia già dato troppo. 

Le nuove tecnologie hanno fatto passi da gigante e oggi l’équipe guidata dal professor Roveri dell’Università di Bologna ha brevettato un trattamento dell’amianto che non produce emissioni nocive e permette di risolvere contemporaneamente anche il problema dello smaltimento del siero di latte proveniente dai caseifici. La nuova tecnologia è stata presentata qualche giorno fa in una conferenza alla Camera dei Deputati. «A differenza degli altri processi di destrutturazione molecolare dell’amianto, la nuova metodologia non consiste in un semplice trattamento termico – spiega l’inventore di questa tecnica – Si basa principalmente su processi di natura chimica che avvengono in reattori ermetici e senza alcun rilascio di emissioni nell’atmosfera». Il processo sfrutta, nella sua fase iniziale, le proprietà acide del siero di latte esausto e la sua capacità di aggredire e decomporre a temperatura ambiente la matrice cementizia dell’eternit.

Le fibre di amianto liberate dalla matrice cementizia vengono quindi fatte reagire a temperature moderatamente alte con acido fosforico ed alluminio, che completano il processo di trasformazione molecolare dell’amianto. Con un trattamento strutturato in sei fasi si risolvono due problemi senza emissioni nell’aria: quello dello smaltimento dell’amianto e quello del latte esausto, che spesso viene smaltito irregolarmente nell’ambiente e nelle fognature, con gravi conseguenze. Il siero di latte, infatti è considerato un rifiuto speciale. Su 100 chili di amianto si possono recuperare 43 chili di magnesio puro (con cui si possono fare farmaci e altro), come ha spiegato il professore Roveri alla Camera. «Il residuo che resta è un concime, totalmente privo di fibre di amianto: tutto avviene in un box depressurizzato, senza operai, in un processo senza emissioni di fibra all’esterno». Nel Salento potrebbero nascere piccoli impianti per accelerare lo smaltimento e la trasformazione in risorsa di una delle invenzioni più autodistruttive dell’umanità.

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Infermiera morta, la difesa dell’automobilista: “Possibile alterazione dell’alcol test per i medicinali che assume”

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POGGIARDO (Lecce) – “Non era ubriaco. Il tasso alcolemico rilevato nel sangue potrebbe essere stato causato dalla dose massiccia di medicinali che il mio assistito assume a causa di una grave patologia”. Lo dice a chiare lettere l’avvocato Luigi Corvaglia, legale insieme ad Arcangelo Corvaglia, di Fabian Palma, il 44enne, di Poggiardo, arrestato ieri sera con l’accusa di omicidio stradale aggravato per l’incidente in cui ha perso la vita Tatiana Renna, infermiera di 32 anni, residente a Poggiardo. I medicinali, per la difesa dell’uomo, potrebbero aver alterato gli esiti dell’alcol test eseguito dai carabinieri in ospedale. Ecco perchè, in attesa dell’udienza di convalida fissata per lunedì mattina davanti al gip Edoardo D’Ambrosio, l’avvocato Corvaglia intende comunque eseguire una consulenza tecnica di parte per accertare se tra assunzione di medicinali e tasso alcolemico (3,1 g/l) ci sia una correlazione.

L’uomo è molto provato per la tragedia. Ripete continuamente perché sia potuta accadere addossandosi colpe e responsabilità con un forte senso di colpa. Una tegola in una vita non facile, la sua. Affetto da una grave patologia è in lista di attesa per il trapianto. E necessita di contatti quasi quotidiani con i sanitari. Disoccupato, conduce una vita morigerata dovendo assumere oltre dieci farmaci al giorno. E non può assolutamente bere o fare uso di sostanze stupefacenti come attesterebbero gli ultimi esami medici effettuati appena una settimana fa ai quali è risultato pulito. Sia all’assunzione di droghe che all’abuso di alcol. Difficile, se non impossibile, per chi conosce il 44enne che l’uomo possa essersi messo al volante ubriaco. Tanto che quando è stato accompagnato dai carabinieri di Poggiardo presso l’ospedale di Scorrano era lucido. Non avrebbe manifestato alcun segno di squilibrio come sarebbe lecito attendersi da una persona con un tasso alcolemico così elevato nel sangue.

Da casa, poi, era uscito solo pochi minuti prima. Per fare un giro. Per svagarsi. Senza gozzovigliare con amici in qualche bar. Poi l’incidente. Una tragica fatalità. Fabian Palma era alla guida di una Opel Corsa. Percorreva la provinciale Maglie-Castro con direzione mare presumibilmente ad una velocità moderata. Improvvisamente è sbucata l’infermiera, in sella ad una bicicletta, all’altezza del “Parco Guerrieri” di Vaste. Amava passeggiare in bici e Tatiana Renna si era concessa una passeggiata. Renna non ha avuto neppure il tempo di frenare. All’imbrunire e con le auto che transitavano sull’opposto senso di marcia non ha visto nulla. L’urto, lo sbalzo, il sangue e la morte dell’infermiera in servizio a Poggiardo dove si era trasferita da due anni. Il 44enne si è fermato alcuni metri più avanti, nei pressi di una stazione di servizio. Ha lasciato la macchina perché ha iniziato a prendere fumo. Da un automobilista si è fatto accompagnare sul luogo dell’incidente per prestare soccorso tanto che il pubblico ministero di turno, il sostituto procuratore Paola Guglielmi, non contesta l’omissione di soccorso. Possibile, valutazione oggettiva, che una persona consapevole di avere un tasso alcolemico di 3,1 non si sia allontanato nel timore di essere rintracciato?

Putroppo nonostante l’immediato e tempestivo intervento dei sanitari per la giovane infermiera non c’è stato nulla da fare. Troppo gravi le ferite riportate. Per il conducente dell’auto, invece, sono scattati gli accertamenti di rito. Positivo all’alcol test è stato confinato ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida. A 24 ore di distanza, però, molto dubbii vengono sollevati sul suo effettivo stato psicofisico. Era veramente ubriaco o solo “stordito” dai farmaci?

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Cade da ponte mobile mentre pota gli alberi: muore sul colpo 49enne

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GALLIPOLI (Lecce) – Cade dal ponte mobile mentre pota gli alberi e si schianta al suolo. Non c’è stato nulla da fare per un autotrasportatore 49enne di Alezio, Romeo Reo, deceduto sul colpo in seguito ad un terribile incidente sul lavoro.

La tragedia si è verificata poco prima di mezzogiorno all’interno del cortile di un’abitazione privata situata a Gallipoli, lungo la strada che conduce ad Alezio. Da una prima ricostruzione dei fatti, pare che il malcapitato fosse impegnato ad effettuare una serie di lavori di manutenzione al verde della proprietà, per i quali si trovava su un ponte mobile, appositamente preso in affitto.

Mentre tagliava i rami di un albero molto alto, per cause ancora da accertare, è caduto al suolo, precipitando da un’altezza di circa 10 metri. Fatale lo schianto: il 49enne ha riportato un grave trauma cranico da sfondamento, che non gli ha lasciato scampo. Quando i sanitari del 118 sono giunti sul posto per il malcapitato era già troppo tardi.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Alezio insieme ai tecnici dello Spesal di Maglie, per tutte le verifiche del caso. Le indagini, ora in corso, dovranno accertare le cause e le circostanze che hanno determinato il tragico incidente.

Non è ancora chiaro cosa sia accaduto con precisione, se la sua improvvisa caduta sia stata determinata da un ramo che, spezzandosi, può averlo colpito o se sia invece stato travolto da un ramo una volta precipitato al suolo. Tutti gli accertamenti sono in corso.

La salma del 49enne è stata trasportata presso la camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, in attesa delle disposizioni dell’autorità giudiziaria.

 

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Il tabellino di Fiorentina-Lecce

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I giallorossi sono stati impegnati all’ “Artemio Franchi” di Firenze, con la Fiorentina, nella 14 giornata del Campionato di Serie A 2019/20.

Questo il tabellino:

FIORENTINA-LECCE 0-1

FIORENTINA: Dragowski, Milenkovic, Badelj (26’st Pedro), Ribery (1’st Boateng), Castrovilli, Ceccherini, Lirola (6’st Ghezzal), Caceres, Vlahovic, Dalbert, Pulgar. A disposizione: Terracciano, Ranieri, Sottil, Cristoforo, Eysseric, Venuti, Benassi, Zurkowsky, Terzic. Allenatore: V. Montella

LECCE: Gabriel, Petriccione, Lucioni (C), Shakhov, Rossettini, Farias (12’st Babacar), La Mantia (33’st Vera), Tabanelli, Calderoni, Rispoli, Tachtsidis. A disposizione: Vigorito, Bleve, Riccardi, Vera, Benzar, Meccariello, Dubickas, Gallo, Lo Faso, Dell’Orco, Imbula. Allenatore: F. Liverani

Marcatori: 5’st La Mantia

Ammoniti: 29’pt Rispoli, 15’st Petriccione, 22’st Castrovilli, 23’st Rossettini

Recupero: 4 min st.

Arbitro: Marco Piccinini sez. Forlì; Assistenti: Ciro Carbone sez. Napoli – Tarcisio Villa sez. Rimini; IV Ufficiale: Daniele Minelli sez. Varese; VAR: Gian Paolo Calvarese sez. Teramo; AVAR: Alessandro Di Paola sez. Avezzano.

Spettatori: 33.912.

 

 

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“Ragazzini molestati da un anziano in un casolare”, dai supporti informatici arriva la conferma dei rapporti sessuali

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TAVIANO (Lecce) – La prova dei rapporti con ragazzini e ragazzine nei supporti informatici sequestrati dagli inquirenti nell’inchiesta in cui è indagato un anziano per gli incontri sessuali con una ventina di minori in un casolare di campagna alla periferia di Taviano. Nuovi importanti sviluppi emergono nell’inchiesta avviata dalla Procura di Lecce su un 69enne, originario di un comune del Basso Salento. Nei supporti informatici è contenuta la prova madre: materiale pedopornografico a supporto dell’accusa che gli incontri a luci rosse si sono effettivamente consumati.

Le risultanze investigative, in particolare gli accertamenti sui supporti informatici, smentiscono di fatto gli esiti dei recenti ascolti di ragazzi e regazze che, con l’ausilio di uno psicologo e davanti ai carabinieri, hanno negato gli incontri. Con ogni probabilità per pudore come ipotizzano gli inquirenti. Proprio per questo le presunte vittime dell'”orco” sono state riconvocate dal magistrato inquirentre Stefania Mininni per essere nuovamente risentite. Gli ascolti sono ripartiti già da tempo.

Come da tempo va avanti l’inchiesta sfociata in perquisizioni e sequestri nei mesi scorsi. L’anziano è stato iscritto nel registro degli indagati con le accuse di atti sessuali con minori e istigazione alla realizzazione di materiale pedopornografico. A mettere in modo le indagini è stata la segnalazione di un genitore ad aprile scorso che aveva scoperto gli incontri del figlio con l’anziano in un casolare di campagna nella disponibilità dell’uomo. Sono così venuti allo scoperto altri incontri con una moltitudine di maschietti e femminucce. Rapporti spesso consenzienti in cambio di piccoli regali. Come somme di denaro, un cellulare, una bicicletta. persino uno scooter. Facendo leva sulla giovane età delle sue prede l’anziano avrebbe così soddisfatto le proprie perversioni sessuali.

 

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I giallorossi fanno l’impresa contro i viola, Fiorentina-Lecce 0-1

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FIRENZE – Qualche incrocio di carattere storico c’è tra Fiorentina e Lecce, alcuni destini si sono intersecati. Quello di mister Liverani ex giocatore della squadra di Della Valle che, da allenatore, ha resistito alle sirene della dirigenza della Fiorentina o anche dei trascorsi di Babacar. Così come il nostro Petriccione esce dalla scuola viola. Senza contare l’esperienza, come diesse, di Pantaleo Corvino.
Ad ogni buon conto Montella opta per il 3-4-1-2 con Dragowski; Milenkovic, Ceccherini, Caceres; Lirola, Pulgar, Badelj, Castrovilli, Dalbert; Ribery, Vlahovic. Lecce fedele al 4-3-1-2 con Gabriel; Rispoli, Rossettini, Lucioni, Calderoni; Petriccione, Tachtsidis, Tabanelli; Shakhov; Farias, La Mantia.

Parte forte la Fiorentina ed il Lecce è costretto a subire il pressing dei viola. Lirola con un diagonale insidioso fa tremare la squadra giallorossa. Ribery e compagni portano a spasso il Lecce che rialza la testa in modo apparentemente caotico. Il ritmo di gioco è alquanto alto, in attacco La Mantia appare troppo isolato. Rispoli, dalla sua fascia soffre le folate di Dalbert. Alla mezz’ora Farias inquadra la porta dei padroni di casa, i quali, sanno chiudersi come si deve quando occorre. Ribery si procura una punizione al limite dell’area, posizione molto ravvicinata e Pulgar spara alto. Le azioni orchestrate dalla formazione di Montella sono veloci e asfissianti almeno quanto il pressing esercitato ai danni di Lucioni e compagni.
In ogni caso, i giallorossi si presentano in area viola pericolamente con Farias a due minuti dalla fine della prima frazione: contatto sospetto, molto sospetto, ai danni del brasiliano leccese. Si direbbe rigore netto, però, il direttore di gara non consulta nemmeno il Var e lascia proseguire.

Nel secondo tempo Ribery lascia il posto a Boateng: il francese ha subìto un insidioso infortunio sullo scadere dei primi quarantacinque minuti. Farias al quarantanovesimo innesca Shakhov, ottimo tempismo per servire velocemente con un cross basso La Mantia che di testa sigla il parziale vantaggio del Lecce. Minuto cinquantesimo e Gabriel fa un miracolo su una invursione di Vlaovic: la Fiorentina vuole subito riversarsi in attacco per pareggiare. Il portiere del Lecce si supera di nuovo respingendo in extremis un diagonale di Vlaovic. Montella fa entrare Ghezzal per Lirola. Liverani, invece, chiama in panchina Farias per far posto all’ex Babacar. A venti minuti dal termine al Lecce per la Fiorentina fuori Badelj e dentro Pedro, Montella prova la trazione offensiva spinta.
Pedro riesce a districarsi in area salentina, ma, conclude centralmente, trovando pronto Gabriel. La Mantia molto generoso durante il match lascia il posto a Vera. Quando mancano dieci minuti alla fine della partita l’estremo difensore della Fiorentina esce a valanga senza un perché e serve sui piedi di Babacar il possibile raddoppio: il giocatore del Lecce temporeggia e non osa subito la conclusione. I giallorossi danno battaglia e non mollano un centimetro, le bocche di fuoco dei padroni di casa sono bagnate e troppo leziose.

Sempre Babacar, questa volta, si divora il gol del 2-0, con un tiro molle a tu per tu con Dragowski. Ben quattro i minuti dell’extra time. Il Lecce nonostante qualche svista arbitrale a svantaggio per gli undici di Liverani, espugna l’Artemio Franchi: un successo enorme che ripaga qualche delusione recente, Lazio e Cagliari in primis. La serie A osserva i salentini che fanno la “festa” a tante formazioni blasonate ben più attrezzate e predestinate all’alta classifica.

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Liverani: “Amore, impegno e forza”

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Non ha una tecnica competitiva per la serie A, ma una squadra media, senza una stella polare… eppure è un Lecce che vince e convince.
Va sui campi per dire la sua sempre. E anche a Firenze non ha cercato lo 0-0, ma la vittoria. Spavaldo, impavido a tratti irriverente, è il Lecce di Liverani.
Il Lecce a digiuno di vittoria in casa, porta via tre punti dal Franchi:
“Se ne facciamo 40 fuori casa, pazienza – dice Liverani scherzando – naturalmente la vittoria in casa la vogliamo quanto prima, ma se continuiamo a giocare così non tarderà ad arrivare”.
Liverani, prima stagione in seria A da allenatore, è già sotto i riflettori di tutti gli addetti ai lavori
“Io lavoro duramente – dice – sto prendendomi delle grandi soddisfazioni, devo dire però che lavoro con una società che mi stimola molto”
A Firenze senza Mancosu, Falco, Lapadula… che sono delle pedine importanti per il Lecce
“Il Lecce difficilmente si può difendere soltanto, in serie A bisogna spingersi avanti. Il Var aiuta chi attacca, difendersi solo diventa troppo diffonde. Possiamo perdere qualcuno in più, ma è vincendone altre che si arriva a 40”
È un Lecce “tutti avanti”
“Abbiamo creato questo parco attaccanti, alcuni hanno delle caratteristiche diverse, ma tutti sono utili. Non abbiamo l’attaccante che da solo fa la differenza, lo dico sempre che la nostra forza è il gruppo”
L’occasione ghiottissima di Babacar:
“Credo che sia stata una delusione più per lui, perché occasioni così non ne capitano in seria A. Forse aveva finito la benzina. Dobbiamo recuperarlo al meglio per fare in modo di non avere questo tipo di défaillance”
La Mantia l’uomo partita, troppo facile digli che è bravo…
“Lui è un ragazzo intelligente che lavora per migliorare, si è impegnato per questo e avrà la possibilità di continuare a crescere.
Ma è un Lecce dal grande gruppo che si è impegnato nel costruire e nel giocare. Da parte mia, devo metterli nelle condizioni di giocare, esprimendo al meglio le loro qualità.
Noi ci siamo. Lavoriamo per restare qui”
La soddisfazione composta di Lapadula:
“Penso di regalare quanto prima una Vittoria ai nostri tifosi, perché lo meritano. Fino ad allora, lavoriamo per restare in seria A”
Con Mr Liverani, per guardare avanti
“È esigente, ha un’idea di calcio ben precisa; sa farci seguire bene, speriamo che ci porti lontano”

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Le pagelle di Fiorentina – Lecce: Tachtsidis torna a predicare il verbo di Liverani

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Gabriel 8: alla fine è arrivata. La tanto agognata partita senza subire gol si è concretizzata nella sera del Franchi dove, grazie anche a tre suoi interventi miracolosi, il Lecce termina la prima partita di quest’anno con la porta immacolata. Il suo campionato continua ad essere di livello altissimo e la gara di oggi ne rappresenta l’emblema.

Rispoli 7: partitona difensiva dell’ex Palermo. In zona cross rimane latitante, ma nei pressi della nostra area di rigore risulta determinante con chiusure puntuali e diagonali da fare vedere nelle scuole calcio.

Rossettini 7: monumentale! L’apice della forma da quando è a Lecce. Non sbaglia un intervento che sia uno. Si gioca il jolly del cartellino giallo fermando Castrovilli che partendo dalla propria metà campo, indisturbato, stava arrivando dalle parti di Gabriel. Sta tornando il Rossettini dei tempi del Toro e per il Lecce è una grande notizia.

Lucioni 6: questa volta fa la parte dell’attore coprotagonista come spalla del compagno di reparto Rossettini. Un paio di sbavature in fase di impostazione macchiano una prestazione che però rimane sempre sopra la sufficienza.

Calderoni 6,5: inizia in affanno accendendo la spia rossa della riserva dopo tante partite senza mai tirare il fiato. Finisce in crescendo correndo sino al 94esimo come se il campionato fosse iniziato ieri. Preziosissimo in tutte e due le fasi sta diventando uno dei leader silenzioni di questo Lecce.

Petriccione 7: l’unica cosa che continua a mancargli è il gol. Ennesima prestazione di livello nella quale occupa il centrocampo con una padronanza tecnico-emotiva da giocatore importante. Dopo un inizio di campionato nel quale ha dovuto assaporare anche la panchina, ora è tornato colonna inamovibile dello scacchiere tattico di Liverani.

Tachtsidis 7,5: man of th match. Non si contano i palloni intercettati. Non si contano i contrasti vinti andando a ribaltare l’azione da difensiva ad offensiva. Non si contano i palloni gestiti con sapienza calcistica superiore. Il gigante greco è tornato a predicare il verbo di Liverani.

Tabanelli 6,5: riscatta la pessima prova di Lunedì contro il Cagliari con una prestazione tutta cuore e sostanza. Non si risparmia dal primo all’ultimo minuto fornendo il suo fondamentale apporto alla causa.

Shakov 6,5: habemus Shakov! Primo tempo da corpo estraneo come nelle ultime uscite. Nella ripresa si desta fornendo l’assist vincente a La Mantia ed entrando nel vivo del gioco con personalità e padronanza tecnica.

Farias 6: il più attivo del reparto offensivo. Si danna l’anima cercando di replicare la prestazione offerta contro il Cagliari ma la Fiorentina chiude gli spazi intasandone il raggio d’azione. Dopo il gol di La Mantia, Liverani decide di toglierlo per affidarsi ai centimetri e ai chili di Babacar.
Babacar 5: giocatore in evidente crisi psicologica. Lo psicodramma sportivo si palesa quando, a pochi minuti dalla fine, riesce a rubare palla con determinazione e scaltrezza al difensore viola, ma, una volta a tu per tu con Dragowski, spegne le illusioni di riscatto passando la palla all’estremo difensore della Fiorentina. Come Lapadula e La Mantia arriverà anche per lui il momento del riscatto.

La Mantia 7: un attaccante che segna e fa vincere la sua squadra ha fatto appieno il suo dovere. Andrea La Mantia fa entrambe le cose e il Lecce può festeggiare una vittoria fondamentale per la classifica e l’ambiente.

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L’arcivescovo Michele Seccia alle famiglie: “A pranzo o a cena ringraziamo il Signore per la gioia di stare insieme”

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LECCE – Con il 1° dicembre di quest’anno ha inizio il nuovo Anno liturgico. Ed ogni Anno Liturgico si avvia con il tempo di Avvento, un tempo di attesa, di memoria della nascita di Gesù.

Tanti sono gli articoli di giornale e tante sono le omelie che tentano di far comprendere il vero senso dell’Avvento, il suo significato, il suo messaggio.

Tra le tante parole narranti, una lettera desta la nostra attenzione, sorprendendo nella modalità di presentazione: nella prima domenica di Avvento “Il vescovo Michele scrive alla famiglie della Chiesa di Lecce”. E scrive in un momento particolare, in un luogo che ha del particolare: «Mentre vi scrivo sono a Nazareth, città di Gesù, Maria e Giuseppe, città nella quale si contempla il silenzio e l’amore della Sacra Famiglia, modello di ogni vita familiare e cristiana».

E da questo posto lontano, ma vivo nella memoria della nostra fede, scrivendo la lettera, l’arcivescovo ha abbracciato da pastore ogni suo figlio, sedendo virtualmente, ma con la presenza del cuore, alla tavola di ognuno di noi: «E, idealmente, qui da Nazareth mi siedo alla vostra tavola, alla vostra mensa domestica. Con voi faccio un bel segno di croce, memoria della nostra fede e del Battesimo… Già provo la gioia dell’essere famiglia, del condividere ciò che ha preparato la mamma. Diventi – perdonatemi se insisto – un impegno in questo Avvento: a pranzo o a cena iniziamo con il ringraziare il Signore per la gioia di stare insieme, ma anche per ricordare chi manca o per il lavoro o per gli impegni importanti, per lo studio, per una malattia… Una famiglia si riconosce a tavola».

E poi una raccomandazione finale, che ai nostri giorni ha il sapore di una sana provocazione: «Riuscirete in Avvento a riprendere questa bella consuetudine?». È bello lo stare insieme, la condivisione di gioie e preoccupazioni. E il sedersi insieme intorno ad un tavolo è il segno di una sinergia di forze e sentimenti, che nutrono la mente, il cuore e il corpo.

E il pensiero di mons. Seccia nel ‘paese dell’attesa’ va a Maria, “Maria si alzò e andò in tutta fretta” (Lc 1,39), Madre della Santa Famiglia, modello di ogni madre, non si spaventa dinanzi all’annuncio: «Maria ha vissuto il tempo dell’attesa riscoprendo il suo dover essere ossia il suo essere per l’altro, vivendo i gesti quotidiani con spirito nuovo, lo spirito di amore e di servizio».

E concludendo con Papa Francesco: «La Vergine Maria ci ottenga la grazia di vivere un tempo dell’attesa estroverso: non ‘io’ al centro ma il ‘Tu’ di Gesù e dei fratelli, soprattutto di coloro che sono in difficoltà ed hanno bisogno di aiuto per lasciare spazio all’Amore che, anche oggi, vuole farsi carne e venire ad abitare in mezzo a noi».

 

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Prima domenica di Avvento: Le attese difficili

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In cammino verso il Natale, accompagnati per le quattro domeniche di Avvento dalla riflessione del professore Rocco D’ambrosio, sacerdote della Diocesi di Bari, ordinario di Filosofia Politica presso la Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregorianadocente di Etica della Pubblica Amministrazione presso il Dipartimento per le politiche del personale dell’Amministrazione del Ministero dell’Interno, autore di diversi saggi. Si occupa, inoltre, di formazione all’impegno sociale, politico e nel mondo del lavoro, collaborando con diverse istituzioni, a livello locale e nazionale. Giornalista pubblicista, dirige il periodico di cultura e politica “Cercasi un fine” e il suo interessante sito web (www.cercasiunfine.it ).

Il Vangelo odiernoIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». (Mt 24, 37-44).

Le attese difficili

Conserva ancora il suo profondo valore quanto ha scritto William Shakespeare nel suo “King Lear”: “Gli uomini debbono pazientare per uscire da questo mondo proprio come per entrarvi; tutto sta nell’essere pronti”. Come dire che vita e morte hanno bisogno di preparazione. E chi lo può negare? Ci vuole solo onestà e saggezza per ammetterlo, a prescindere dalla cultura e/o religione da cui proveniamo. Dobbiamo essere pronti. Non solo per entrare nel mondo o per uscirvi, ma anche per continuare a starci.

 

“Tenetevi pronti”, dice Gesù. Facile a dirsi, difficile, molto difficile, a farsi. E, oggigiorno, credo, soprattutto perché siamo distratti: da lavoro, da relazioni, da impegni, dalla tecnologia e via discorrendo. Spesso la nostra mente fa come la gazza: raccoglie tutto quello che luccica. Così ci riempiamo le giornate e la vita di tanto, di troppo. Tutto di valore? Dubito. Cosi l’attesa perde valore perché abbiamo già riempito molti spazi della nostra mente e del nostro cuore, come della nostra vita. Che senso ha, allora, attendere? Chi? E perché?

Una vita troppo piena, attende poco. Attende poco le cose belle e autentiche, le persone di valore e, in primis, il Signore. Si può porre rimedio a questo deficit di attesa? Ossia esistono cammini educativi per imparare ad attendere il Signore? Risponderei che essi sono non molto diversi da quelli di fede, in senso lato. Chi crede, ama e attende. Se non attende, qualcosa non va nella sua fede e nel suo amore per il Signore. Tutto qui? Sembra proprio di sì: si può passare la vita mangiando e bevendo, prendendo moglie e marito, lavorando e divertendosi senza accorgersi di ciò che conta, di ciò che è vero, di ciò che dura. Si può anche far finta di credere nel Signore senza che questa discutibile fede ci smuova più di tanto, nei pensieri, nei sentimenti, come nella vita. Se stiamo in questa situazione saremo tra quelli che non entreranno nel suo Regno: “Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata”, dice Gesù. Ha ragione Shakespeare che dobbiamo “pazientare per uscire da questo mondo proprio come per entrarvi”, ma è anche vero che questa fatica è orientata. Pazientiamo per volgere al meglio la nostra vita, per renderla autentica e portatrice di frutti. In una parola: pazientiamo per vedere il Signore. Vi sembra poco?

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Leggende pugliesi: Il misfatto di Carbinia e la vendetta dei Messapi

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L’episodio che mi accingo a narrare, in realtà, non è leggenda ma appartiene ad un preciso evento storico che sconvolse la nostra terra, prima della venuta di Roma. Si colloca all’epoca in cui le popolazioni messapiche, iapigie o salentine che dir si voglia, lottavano duramente per mantenere la loro indipendenza dalle mire espansionistiche della colonia spartana di Taranto. Solo l’intervento militare della “caput mundi”, più tardi, avrebbe costretto i nemici giurati ad allearsi di fronte alla comune minaccia, con esito sfavorevole tuttavia. Ma ritorniamo indietro all’episodio in questione.

Si racconta che Carbinia, l’odierna Carovigno, sarebbe stata fondata da un esule di Troia che i Messapi accolsero ed ospitarono, all’indomani della vittoria dagli Achei nell’omerico conflitto. Il suo nome resta, però, sconosciuto. Col tempo Carbinia divenne una città molto ricca e potente nell’ambito della Nazione Iapigia, suscitando le cupidigie dei Tarantini. In maniera repentina ed inaspettata, del resto essendo coloni spartani avevano la guerra nel sangue, l’esercito di Taranto piombò di notte su Carbinia, espugnandola. La cosa, però, non finì qui. La mattina successiva riunirono tutte le fanciulle ed i giovinetti in un recinto, ordinando loro di spogliarsi, quindi ne abusarono a proprio piacimento. L’infamia scatenò le ire dell’intera Messapia. Occorre fare una premessa: si dice che i Messapi fossero un popolo alquanto godereccio ed esteta, amava il buon vino, i pranzi abbondanti ed, inoltre, si truccavano e solevano depilarsi su tutto il corpo, anche i maschi.

Tuttavia, all’occorrenza, sapevano trasformarsi in indomiti e spietati guerrieri. Ritorniamo alla narrazione dei fatti. Le atrocità commesse dai Tarantini scatenarono la collera dei Messapi. Riunitisi i consiglio, i re delle varie città invocarono la vendetta di Thaothor, il Giove iapigio, affinché assumesse la forma di “kaitabates” cioè di dio del fulmine e del fuoco. Sembra che l’invocazione sortì l’effetto desiderato, poiché i responsabili del misfatto furono inceneriti dall’ira del dio. Nonostante tutto, però, la confederazione messapica non era ancora paga e decise, così, di inviare un proprio esercito per punire una volta per tutte l’odiata rivale. L’armata, rinforzata anche da alcuni Peuceti (popolo che abitava l’attuale Provincia di Bari, alleato dei Messapi) attaccò l’esercito tarantino da nord, sulle rive del Mar Piccolo, annientandolo, quindi lo inseguì sino all’altra colonia greca di Reggio, nell’attuale Calabria, dove si era rifugiato, confidando sull’alleanza esistente fra le due città. Di fronte alla città dello stretto, le armate messapiche e peucete ingaggiarono una nuova battaglia contro quelle delle due colonie greche alleate, sbaragliandole e massacrando, senza alcuna pietà, la maggior parte dei militi nemici. Tutto questo accadeva nel 473 a. C.

 

Cosimo Enrico Marseglia

 

 

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La domenica Superbia

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CAMPI SALENTINA ( Lecce ) – Dei sette peccati capitali…
la SUPERBIA avrà un sapore nuovo…
Nasce un nuovo #appuntamento
LA DOMENICA SUPERBIA
drinking- aperitif- music?
Ogni Domenica pomeriggio una nuova console, un nuovo sound, tanti amici e ottimi drink.
Questa Domenica dj’s
Marco Rollo
Fabrizio Presicce
START 18.30 TO 21.30
Campi Salentina (villa comunale)

INFO

Happy hours Campi Salentina, LE, Puglia, 73012, Italia 18:30329.4235960

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