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Domingozo la domenica latina

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NOVOLI ( Lecce ) – Ospite del nuovo appuntamento di Domingozo sarà  RIGO IGLESIAS, maestro di ballo latino americano specializzato in #son e #casinocubano. Con lui, sulla pista caliente dell’Area 51 – Novoli, la musica di Geppo DJGiabadjRonnyDj Lelekiz – Ma Lela’s e Dieguito DJ a spasso tra i grandi successi della musica latina dalla #salsa alla #bachata, passando per #reggaeton e #kizomba. Presenti anche questa settimana MaikelSamantha e Krissel a cui è affidata l’animazione in pista, con una parentesi #ONLYKIZOMBA dalle ore 21 alle 22. Preserata #AreaCucine, con i servizi restaurant, pizzeria, pub e american bar arrivit già dalle ore 20.30
domenica 10 marzo 2019
SCUOLE PARTNER Puerta Del Sol – Cohiba – Escuela De Baile – Fuegolatinolecce Accademia De Cuba Scuola di Ballo – MADE IN CUBA DANCE – ASD Parranda Latina – Habana Libre – Gruppo-timba – ASD Havana Mwangole – A mi manera
INFOTEL 328.3253425 – 328.3253123
Via Veglie, Novoli (Lecce)
@area51discopub

area 51, area 51 novoli, area cucine, area latina, area51, area51novoli, areacucine, dieguito, domenica latina, domingozo, geppo, giaba, lelekiz, ronny

Info

Dancing Via Veglie NOVOLI (Le) 21:00328.3253425328.3253123

Costi

Free entry

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Antiqua cafè: La domenica reggaeton

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COPERTINO ( Lecce ) – Antiqua Cafè..La Domenica #REGGAETON!

”L’Arte del bere bene”
A partire dalle 19!

Vi proponiamo una Domenica diversa dalle solite!
L’arte del bere bene è il titolo del nostro aperitivo Perchè per noi di Antiqua Cafè il drink da bere in compagnia,la Domenica,è importante!
Venite a trovarci e gustate la vasta scelta di
-Gin
-Vodka
-Rum
-Whiskey

E cosa sarebbe tutto questo senza la musica?
I suoni saranno affidati a
-Riccardo Strafella from Nocheloca – Praja Gallipoli

Uno dei maggiori esponenti del Reggaeton nel sud Italia che,con i suoi suoni calienti farà da tramite attraverso un viaggio fatto di musica e sapori.

Cosa aggiungere altro? Vi aspettiamo Domenica 24 Marzo per il primo appuntamento!

Start h19:00
Antiqua Cafè,Via Cosimo Mariano 8 (Copertino)

Partner:
Swag zone Salento
Replay eventi & Noleggio
Leccenight

Info

Happy hours Copertino, LE, Puglia, 73043, Italia 19:00

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La domenica Le Dune

La domenica Exit 101

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LEQUILE ( Lecce ) – COME OGNI DOMENICA…CI RITROVIAMO A FAR FESTA
@ EXIT 101 Cafè… (a Lequile)
numerosi i party che hanno contraddistinto in questi anni la DOMENICA più affollata del Salento…sempre eclettici ed originali
DOMENICA 24 MARZO
_BONITA LA FIESTA ATTO III_
NELLA DOMENICA EXIT 101 RITORNA IL PARTY
*BONITA…LA FIESTA ATTO III*
AMPIO SPAZIO DEDICATO ALLA MUSICA REGGAETON CON LA SPECIALE ANIMAZIONE DI BALLERINI E BALLERINE PER INFUOCARE LA DANCEFLOOR DELL’EXIT 101 CAFE’!!!
durante la serata TANTI GADGETS PER TUTTI… omaggiati come sempre dallo staff dell’EXIT 101 al FANTASTICO PUBBLICO della DOMENICA DEI RECORD!
UN’ATMOSFERA UNICA TRA COLORI- ANIMAZIONE- MUSICA PER TUTTI I GUSTI E LA NOSTRA SPECIALE SERATA A TEMA
START H.22:00-INGRESSO LIBERO
N.B: PRENOTA IL TUO COMPLEANNO-EVENTO O SEMPLICEMENTE UNA SERATA SPECIALE TRA AMICI…COMODI PRIVE’ E TANTI TAVOLI A DISPOSIZIONE PER VOI.
INFO E PRENOTAZIONI:3880562856

Info

Happy hours Lequile 22:00

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Scalzi: Bimbo dimenticato sullo scuola bus a Presicce, Basta non siamo più disposti a rischiare oltre

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COPERTINO ( Lecce ) – “Chiederemo al nostro Consigliere Regionale Saverio Congedo e all’on. Marcello Gemmato di attivarsi affinchè anche in Puglia sia resa attuativa la legge Salva Bèbè approvata mesi fa in Parlamento e che prende il nome della nostra Presidente Giorgia Meloni. Lo comunica Chiara Scalzi dirigente nazionale di Fratelli D’Italia:

Chiederemo non solo alla Regione Puglia – come già avvenuto in Lombardia – di prendere l’impegno di trovare in bilancio le somme per erogare agevolazioni che consentano a tutte le famiglie di acquistare i dispositivi salva-bebè, ma chiederemo anche di estendere a livello regionale e nazionale l’obbligo di installazione dei dispositivi salva bebè anche a tutti i mezzi pubblici e privati adibiti al trasporto dei minori come gli scuolabus, pulmini et similia.

Ciò che è accaduto a Presicce qualche giorno fa è davvero deprecabile.

Dobbiamo ringraziare che la temperatura ancora non troppo elevata dovuta alla stagione primaverile appena iniziata non abbia causato l’ennesima tragedia “

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Luca Russo: “Proseguiamo da soli”

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LECCE – “Abbiamo aspettato pazientemente di vedere la luce in fondo al tunnel in cui si era cacciata la coalizione di centrodestra nella speranza di riuscire ad intravedere un po’ di chiarezza. Ma – ahimé – nulla è cambiato. Continuiamo ad assistere alle solite scene già viste: stilettate, punzecchiature, personalismi ed egoismi. Tutto come prima. In questo scenario stucchevole, dove regnano incontrastate le usate e abusate logiche politiche, non potevamo che prendere una sola strada, quella dell’alternativa.” Interviene così Luca Russo, dopo la riunione di ieri mattina con i coordinatori delle liste che sostengono la sua candidatura a sindaco.

“Sia chiaro, non saremo certo noi a puntare alla frammentazione della coalizione del centrodestra, ma sottolineiamo – per l‘ennesima volta – di essere lontani anni luce dal sistema partitico e dalle sue storture. Ecco perché ribadiamo con maggiore convinzione – che fa leva sulla forza e l’energia che proviene dalle donne e dagli uomini che sono ogni giorno al nostro fianco – di voler proseguire nel percorso autonomo legato alla candidatura a sindaco di Luca Russo. Alle prove muscolari rispondiamo mettendoci orgogliosamente la nostra faccia, il nostro sorriso e soprattutto la voglia di essere vicini al cittadino, in modo concreto e propositivo”.

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Molendini: Frigole la foce e il porticciolo che non c’è

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FRIGOLE (Lecce) – “In questi giorni occupa ancora lo spazio mediatico e le giuste preoccupazioni dei dipartisti e passatori locali, la questione del “porticciolo” di Frigole invaso dalle alghe. Occorre tuttavia fornire alcune precisazioni che facciano meglio capire i contorni della situazione.” Dichiara Gabriele Molendini di Lecce città pubblica.

“Quello che molti di noi, frigolini e non, da molto tempo chiamiamo porticciolo, è in realtà la “FOCE” del bacino di Acquatina.

Con ciò non intendo come descrizione, ma è una “FOCE” nel senso che è così classificata nella cartografia ufficiale.

Ciò impedisce ed impedirà interventi strutturali.

Per risolvere in qualche modo l’antica questione l’amministrazione Salvemini ha dato nuovo impulso alla richiesta per dividere la parte che noi chiamiamo “porticciolo” dal resto del demanio idrico (il bacino, in uso all’Università).

 

La richiesta è stata formalizzata al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e già c’è stato un sopralluogo con l’assessora Rita Miglietta e la Capitaneria di Porto.

 

Gli interventi tampone fatti nel frattempo sono insufficienti, ed oggi solo l’Universita’, titolare della concessione demaniale del bacino,  può, legalmente, agire.

 

La questione troverà soluzione con la divisione del demanio e la creazione di una DARSENA al posto della foce. Precondizione per realizzare interventi strutturali.

Sembra una questione di nomi ma è sostanza: se una cosa è classificata come FOCE ed è in uso all’Università, il Comune, chiunque lo amministri, non può legalmente intervenire in maniera più significativa.

Però può fare, e l’Amministrazione Salvemini l’ha fatto, il necessario per cambiare i presupposti legali per intervenire.

MAI nessuno l’aveva fatto prima.”

 

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Verbali nella Ztl Lecce anche quando era chiusa al traffico viale Gallipoli per i lavori delle condotte idriche

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LECCE – “Sono noti a tutti i leccesi i lavori che per mesi hanno riguardato le condotte idriche insistenti al di sotto d’importanti vie cittadine e che hanno lasciato segni tuttora evidenti sulle strada interessate dalle opere di rifacimento. Non forse così lampanti per la Polizia Municipale di Lecce che nei giorni scorsi ha compiuto l’ennesimo scempio notificando una serie di verbali di 98,70 euro caduno (salvo pagamento di 73,80 euro entro cinque giorni dalla notifica) a chiunque avesse attraversato il varco della ZTL presso via Cino, che nel periodo di metà novembre tra il 10 e il 20 era l’unica possibilità di svolta obbligatoria per chi transitasse per viale Gallipoli, per l’appunto chiusa al traffico dal cantiere per la sostituzione delle condotte.” Lo comunica in una nota Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.

Numerosi cittadini, quindi, si sono recati presso la sede della Polizia Locale di Lecce dove si sono sentiti rassicurati sul fatto che i verbali verranno annullati, ma che comunque bisognerà indirizzarli al Prefetto, sempre per il tramite del Comando di Polizia Municipale. Insomma, un modo subdolo per non dire esplicitamente: «non li annulliamo di nostra iniziativa, ma fate ricorso che verranno archiviati» e per evitare ancora una volta di utilizzare lo strumento dell’autotutela che avrebbe dovuto cancellare all’origine e mai notificare le multe in questione.

Ed allora, alla luce di questo preannunciato comportamento che riteniamo ancora una volta censurabile e per evitare un incombente ai cittadini che perderebbero ulteriore tempo tra redazione dei ricorsi e relativa protocollazione, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si rivolge al Commissario Prefettizio affinchè vi provveda, giacché il Comando di Polizia Municipale appare sordo ad utilizzare lo strumento amministrativo dell’annullamento in autotutela anche in situazioni limite che riguardano errori così evidenti che vanno a colpire la cittadinanza completamente incolpevole e che non ha violato alcuna norma al codice della strada. Con la speranza che nessuno degli automobilisti coinvolti abbia già pagato la sanzione pecuniaria indicata nei verbali per un’infrazione mai effettuata.

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L’analisi di Flavio Carlino: baroni della medicina e aspiranti medici, l’ossimoro del SSN

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Ieri mi trovavo nella bellissima Napoli, dove ho incontrato degli amici la cui figlia, appassionata di medicina, non ha superato i test per l’accesso alla facoltà di medicina. Ora fa l’infermiera e l’ospedale in cui lavora non vuole concederle il trasferimento perche la ritiene un’eccellente operatrice. Lode a questa ragazza che, nonostante le umiliazioni ricevute nei vari tentativi di accesso alla professione, continua ad amarla e a non poterne fare a meno.

D’altro canto, penso e credo che il nostro sistema sanitario, nei prossimi anni, dovrà affidare agli infermieri la cura della salute degli italiani data la carenza di medici che si prospetta. L’Ansa scrive che nei prossimi cinque anni ci sarà un’emorragia di circa 45.000 medici dovuta ai pensionamenti e che riguarderà sia i medici di famiglia sia i medici ospedalieri. Il dato diviene ancora più allarmante se il periodo che si considera è di 10 anni: al 2028, infatti, si saranno pensionati circa 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676 medici. Sembra che a lanciare l’SOS siano la Federazione medici di medicina generale (Fimmg) ed il Sindacato dei medici dirigenti Anaao.

Ma, paradossalmente, il dato grave è un altro: le uscite stimate per effetto dei pensionamenti non saranno bilanciate dalle presumibili nuove assunzioni. Da quanto afferma la Fimmg, infatti, per i medici di base le borse per il corso di formazione in medicina generale sono attualmente circa 1.100 l’anno e se questo numero non aumenterà immediatamente, nei prossimi dieci anni si potranno rimpiazzare non più di undicimila medici. Ciò significa che la carenza annunciata sarà di più di ventiduemila unità. Per i medici ospedalieri, invece, l’Anaao comunica che è molto difficile fare un calcolo di quanti medici potranno essere rimpiazzati: da un lato, non si sa né quando saranno banditi i concorsi da parte delle regioni, né per quante unità,  dall’altro, perché in molte regioni è ancora in atto il blocco del turn-over.

I dati sono allarmanti e il problema va immediatamente risolto perché già entro il 2022 mancheranno 14.908 medici di famiglia. Il 2022 sarà proprio l’anno ‘oscuro’, nel quale si registrerà la punta più alta dei pensionamenti: solo in quell’anno andranno in pensione circa 4.000 medici di base. Quanto agli ospedalieri la situazione non sarà migliore: l’attuale sistema delle scuole di specializzazione in medicina non garantirà un numero sufficiente di specialisti per il prossimo futuro; oggi, infatti, i posti disponibili sono complessivamente più o meno 6.500 l’anno, a fronte di una richiesta di 15.000, con una carenza già prevista di pediatri, chirurghi, ginecologi e cardiologi.

La conseguenza? Entro 5 anni 14 milioni di italiani saranno senza medico di famiglia e carenza di specialisti in tutte le regioni perché, seppure si riapriranno i concorsi, mancheranno i medici da assumere che nel frattempo, per via del blocco, saranno andati a lavorare all’estero, dove sono pagati anche meglio.

Allora, a questo punto dell’analisi, c’è da chiedersi a chi convenga una sanità senza medici? Perché si rimane inerti davanti a un paradosso che si scontra con la logica e, soprattutto, con la frustrazione di migliaia di giovani aspiranti medici ai quali viene impedito di accedere alla professione? Ma ciò che mi fa più rabbia e fa più pensare è perché nessuno se ne preoccupa! In un Paese in cui i livelli occupazionali sono enormemente distanti dagli standard europei, uno dei pochi settori in cui ci sono più posti che aspiranti lavoratori, perchè viene così “trascurato” (tanto per usare un eufemismo)? In un sistema sanitario in cui le Asl sono costrette a “prenotare” i futuri medici nei corsi di specializzazione, perché un enorme numero di studenti ogni anno non supera i test?

Cosa non funziona? Chi comanda? Chi decide? Perché?

Non v’è dubbio che il sistema sia gravemente compromesso. Mentre le Asl di tutta Italia cercano disperatamente specialisti, migliaia di studenti, ogni anno, per contendersi i posti nelle facoltà di Medicina e chirurgia, si ritrovano intenti a rispondere a domande su impossibili serie numeriche, piuttosto che su logica o altre questioni che nulla hanno a che vedere con la medicina, con l’inadeguato e sconfortante risultato di un idoneo su sette.

E non è tutto: in Italia si formano, ogni anno, circa 10 mila medici, ma i posti per le  specializzazioni non superano i 7 mila. Di conseguenza, almeno 1.500 espatriano e se si considera che formare un medico per sei anni di università costa allo Stato circa 150 mila euro, ne consegue che ogni anno il nostro Paese regala 225 milioni di euro di potenziali professionalità ad altri Paesi. Non sarà anche questo uno spreco.

Intanto nei prossimi cinque anni 47.284 medici andranno in pensione e nel 2028 questo numero raggiungerà quota 80.000. Ancora: per i medici di base le borse per il corso di formazione in medicina generale messe a disposizione sono oggi circa 1.100 all’anno. Ciò significa che entro il 2028 saranno stati formati 11.000 medici di famiglia, a fronte dei 34.000 che si pensioneranno. Conclusione: nel prossimo decennio 14 mln di italiani si ritroveranno senza medico di base.

Un turbinio di numeri nel quale rischia di perdersi e affondare l’intero sistema sanitario nazionale. Anche perché, nel frattempo, continuano a pervenire sempre più numerose, le dimissioni volontarie, dal SSN, da parte di medici ormai intolleranti verso le condizioni sempre più disagevoli che sono derivate dal blocco del turnover e che preferiscono lavorare nelle aziende private. Così, chi rimane, si vede costretto a sobbarcarsi turni pesantissimi, la cui alternativa, alla quale si ricorre sempre più spesso, è la riduzione delle prestazioni sanitarie o la soppressione dei servizi. E il cittadino ne fa le spese.

Intanto i vari ministri, le Regioni, le Università annunciano buoni propositi e rivoluzioni del SSN, ma poi tutto rimane invariato, a cominciare dal contingentamento numerico delle ammissioni alla facoltà di medicina, che va avanti, da quasi un ventennio, fra valanghe di ricorsi e slavine di errori,  con la complicità degli ordini professionali e quella dei baroni e dei rettori degli atenei, che in questi anni hanno difeso, a spada tratta, questo disgustoso ed indecente sistema dal quale hanno tratto enormi vantaggi personali, per finire al sostegno pieno delle case editrici specializzate, che sui manuali di preparazione agli inutili test e agli altrettanti inutili corsi di formazione hanno basato buona parte dei propri fatturati.

Mentre decine e decine di migliaia di ragazzi, carichi di entusiasmo e di aspettative, inciampano su macchinosi e stravaganti test che se risolti ti abilitano alla professione di matematico, ma non a quella di medico … probabilmente.

Flavio Carlino

  La Rubrica degli opinionisti è una sezione del giornale che permette agli esperti di esprimere un punto di vista su fatti relativi a costume, società, politica, sport. Tutti i contenuti di questa rubrica non sono opera della redazione e/o esprimono necessariamente pensieri e opinioni del Corriere Salentino

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La Deghi batte lo Sporting Donia e conquista la Coppa Italia Promozione

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LECCE – La Deghi sul tetto di Puglia. La società leccese batte nella doppia gara di finale lo Sporting Donia e conquista la Coppa Italia Promozione 2018 – 2019. Un successo straordinario per la squadra del presidente Alberto Paglialunga, attiva dal 2016 e protagonista del girone B del secondo torneo calcistico regionale che la vede sulla piazza d’onore alle spalle della capolista Ugento.

Disputata sull’erba del campo «Deghi» di San Pietro in Lama dinanzi a oltre 500 persone, si è conclusa 1-1 la sfida di ritorno tra i padroni di casa e l’undici ofantino. Dopo il vantaggio della Deghi siglato da Giovanni Malagnino nel corso della prima frazione di gioco, lo Sporting Donia ha trovato il gol nei minuti di recupero. Un pari quanto mai dolce per la formazione allenata da Andrea Salvadore che ha capitalizzato al meglio la vittoria per 1-0 nella trasferta in terra foggiana. A fine gara, grandi festeggiamenti e trofeo consegnato dal vicepresidente della Figc Pugliese, Otello Sariconi, nelle mani del capitano della Deghi Lecce, Antonio Lentini.

Una favola quella della società leccese, arrivata dove nessuna altra squadra del capoluogo, oltre all’Unione Sportiva Lecce, era mai arrivata.

Organizzazione, competenza, programmazione: questi i segreti della Deghi, entrata nel mondo calcistico pugliese dopo avere acquisito il titolo sportivo del Carmiano. La vittoria nel torneo di Prima categoria nel 2017, la permanenza al termine del primo campionato di Promozione e la vittoria della Coppa Italia nel corso di una stagione sinora straordinaria. La Deghi Lecce è l’ultima di un terzetto che sinora è stato capace di conquistare l’ambito trofeo, composto da Casarano e Pro Italia Galatina, società storiche del panorama sportivo pugliese. Senza dimenticare che, avere vinto il trofeo che ha visto ai nastri di partenza le 32 formazioni pugliesi di Promozione, potrebbe aprire alla Deghi Lecce le porte dell’Eccellenza.

Deus ex machina del «miracolo» Deghi Lecce, il giovane imprenditore leccese Alberto Paglialunga, creatore dell’omonimo marchio aziendale. «Un’emozione straordinaria quella vissuta in occasione della finale di ritorno di Coppa Italia – sottolinea il presidente – arrivata al termine di un percorso lungo e pieno di insidie. La vittoria della Coppa Italia di categoria è la dimostrazione che la programmazione di una società sana, all’interno della quale ognuno ha un ruolo definito, è alla base di ogni risultato. Un successo importante che ripaga di tutti gli sforzi fatti sinora, iniziati nel 2016 quando faticavamo ad avere anche solo un campo sul quale allenarci e giocare. Un punto di arrivo ma anche di partenza, dal quale iniziare per programmare un futuro che porti in alto i colori della Deghi».

Una stagione tanto ricca di successi quanto lunga quella della Deghi Lecce edizione 2018/ 2019 iniziata nello scorso maggio con uno stage che ha visto 230 ragazzi impegnati a guadagnarsi il tesseramento in casa Deghi. Un lavoro di scooting portato avanti dal mister Andrea Salvadore e dal suo staff. «La società ci mette nelle condizioni di fare il massimo – sottolinea l’allenatore – organizzando tutto in maniera ineccepibile. La Deghi è il luogo ideale dove fare calcio. Siamo felici di avere centrato un traguardo così prestigioso, il nostro nome rimarrà per sempre legato a quello della società, ma non vogliamo fermarci qui. L’obiettivo è quello di blindare il secondo posto e partecipare – conclude Salvadore – da protagonisti ai play off».

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Conte firma l’accordo per 4 centri di ricerca: uno nel Salento. La visita all’ISUFI. Potì rifiuta l’invito di Conte: “Misure di rilancio per il Salento”

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di Julia Pastore

LECCE – Il premier Giuseppe Conte ha firmato in mattinata l’accordo per un piano di ricerca stipulato da CRN ed ENI (con un investimento di 20 milioni di euro), ma da docente universitario in aspettativa non poteva rifiutare l’invito del rettore Zara a visitare il college della Scuola Superiore ISUFI – Istituto Superiore Universitario di Formazione Interdisciplinare dell’Università del Salento, nel complesso Ecotekne (via per Monteroni, Lecce). La buona notizia riguarda il CNR: nasceranno quattro centri di ricerca congiunti al Sud e uno sarà nel Salento. Saranno anche avviati dei corsi di alta formazione per giovani ricercatori. I centri di ricerca si occuperanno di quattro aree specifiche, che vanno dalla fusione nucleare (Gela) all’acqua (Metaponto), dall’agricoltura (Pozzuoli) e all’ecosistema artico (quello leccese).

Tra i temi affrontati nel vertice ha tenuto ancora banco, oltre alla necessità di puntare sulla ricerca, l’emergenza agricoltura: “Ai 110 milioni della Regione Puglia si sommano 300 sono stati finanziati e promessi dal ministro Lezzi: io mi auguro che si arrivi rapidamente alla somma richiesta di 500 milioni – spiega il presidente della Regione Michele Emiliano – La mobilitazione di tutta la Puglia e degli agricoltori salentini è servita a scuotere il governo. Il presidente del Consiglio è sembrato informato, impegnato e pronto a lavorare con la Regione e gli operatori per ricostruire il paesaggio del Salento e il potenziale produttivo dell’agricoltura. Possiamo dire che questo primo passaggio è andato bene ed è una vittoria per la Puglia”.

La ricerca è stata sempre motore di progresso e la si fa con le istituzioni pubbliche e l’industria: è quello che avviene oggi a Lecce. Produrre energie in maniera sostenibile, proteggere il pianeta, gestire e monitorare i cambiamenti climatici sono le grandi sfide della scienza. La ricerca è nell’ambito delle strategie di ENI: ammontano a 3 miliardi gli investimenti in ricerca scientifica sulle energie rinnovabili e tecnologie sostenibili. A Lecce ci sarà un laboratorio in connessione con l’Artico per studiare lo scioglimento dei ghiacciai.

L’EMERGENZA RICERCATORI PRECARI

Nell’incontro con il premier Conte si sono fatti sentire i tanti precari della ricerca CNR e dell’Università. Invece le associazioni studentesche di sinistra hanno bollato la visita del premier e della ministra Lezzi come una passerella. “Se veramente fosse stato interessato a colmare il gap con gli altri paesi puntando sulle ricercatrici e sui ricercatori più giovani, oggi il Presidente Conte, suggellando con la sua presenza l’intesa Cnr-Eni, avrebbe garantito sul processo di stabilizzazione delle decine e decine di ricercatrici e ricercatori Cnr, attualmente nel cosiddetto limbo dei precari sospesi.
Perché la stabilizzazione, come il Presidente del Consiglio sa perfettamente, è possibile: grazie alla Legge Madia e grazie alle risorse già rese disponibili sia dal Governo Gentiloni (40milioni) che dallo stesso Governo Conte (altri 34.5milioni), cui va sommato, obbligatoriamente, il cofinanziamento per ulteriori 20 milioni a carico del Cnr. Un plafond complessivo di 94.5milioni che deve assolutamente essere finalizzato per questo obiettivo.
E invece Conte non ha speso una parola e non ha incontrato le ricercatrici e i ricercatori, limitandosi a riceverne la lettera.
E mentre specificava come l’istituzione dei quattro laboratori nel Mezzogiorno rappresentasse un importante occasione per giovani ricercatori, si è dimenticato di quelli che già ci sono, hanno scelto per questo di tornare dall’estero, già lavorano per il Cnr, già sono impegnati in progetti rilevanti, ma che rimangono precari”
Così la Senatrice Teresa Bellanova che proprio su questo tema, nei giorni scorsi, ha presentato una interrogazione al Governo.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE IN VISITA ALLA SCUOLA SUPERIORE ISUFI DELL’UNIVERSITÀ DEL SALENTO
IL RETTORE VINCENZO ZARA: «LA SCUOLA SIA SOTTOPOSTA A VALUTAZIONE, ABBIAMO I REQUISITI DI QUALITÀ»

«Vogliamo essere sottoposti a valutazione, rispondiamo pienamente ai requisiti di qualità recentemente elaborati dall’ANVUR e chiediamo di poter accedere alla procedura anche se la Scuola non è ancora autonoma». Così il Rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara in occasione della visita il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte al college della Scuola Superiore ISUFI – Istituto Superiore Universitario di Formazione Interdisciplinare dell’Ateneo, questa mattina nel complesso Ecotekne (Lecce). Il Rettore, che non ha mancato di richiamare l’attenzione sull’importanza di maggiori attenzione e finanziamento al sistema universitario nel suo complesso, ha sottolineato come il sistema di “accreditamento” possa attestare, appunto, la qualità della formazione erogata tramite un ente esterno (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca) e possa perciò costituire un primo passo per il riconoscimento dell’ISUFI come scuola superiore autonoma, passaggio indispensabile per l’attribuzione dei finanziamenti ministeriali.

L’offerta formativa dell’ISUFI ha l’obiettivo di valorizzare la qualità dell’offerta didattica dell’Università del Salento e favorire lo sviluppo delle conoscenze scientifiche, il riconoscimento del merito e lo sviluppo di attività di alta formazione con caratteri di interdisciplinarità, internazionalità e collegialità. La Scuola seleziona giovani talenti italiani e stranieri esclusivamente in base al merito e offre loro una formazione di eccellenza a integrazione e completamento degli ordinari corsi universitari. Testimonianza diretta dell’esperienza offerta dall’ISUFI nelle parole di Matteo Greco, uno dei rappresentanti degli studenti della Scuola, che ha definito quella dell’Istituto «un’opportunità culturale e sociale non solo per l’Università del Salento, Lecce e la Puglia, ma per il Meridione intero», chiedendo quindi «interventi concreti e incisivi, necessari per consolidare e implementare una realtà d’eccellenza come la nostra». Sulle difficoltà del sistema universitario nel suo complesso, gli studenti hanno consegnato al Presidente anche un documento.

Le attività dell’ISUFI si svolgono presso il college che sorge all’interno del campus Ecotekne e comprende alloggi per gli studenti, con cucine e aree comuni, lavanderia, palestra, biblioteca, alloggi per ospitare docenti e studiosi stranieri, aule e postazioni di studio, biblioteca, studi per docenti e lettori e laboratori didattici. Tra iscritti ai corsi ordinari degli studi triennali, magistrali e dottorali, attualmente il college ospita circa 80 studenti, la maggior parte dei quali erano presenti all’incontro.

Il Rettore Vincenzo Zara ha consegnato al Presidente del Consiglio il sigillo d’argento dell’Università, invitandolo poi a firmare il “libro d’onore” dell’Ateneo. Maggiore attenzione al sistema universitario e della ricerca è stata annunciata dallo stesso Presidente Conte, che ha rimarcato l’importanza della valutazione, dell’internazionalizzazione e dell’interdisciplinarità nelle attività didattiche e di ricerca.

La comunità accademica era rappresentata questa mattina, oltre che dal Rettore, anche dal Direttore Generale, dai Prorettori, dai Direttori di Dipartimento, da componenti di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, dai Presidenti della Consulta del Personale tecnico-amministrativo e del Consiglio degli Studenti e da altre cariche istituzionali. Presenti i docenti del consiglio direttivo e del comitato scientifico dell’ISUFI.

Presenti in sala anche la Ministra per il Sud Barbara Lezzi e il Prefetto di Lecce Maria Teresa Cucinotta.

LE PROTESTE DEI NO TAP

I NO TAP tornano a protestare. La sicurezza ha però garantito l’insccessibilità alle strutture per tutti i non addetti ai lavori. “Con la comunità di Melendugno sono stato chiaro: l’ho ribadito in una lettera. Non era possibile tornare indietro. Adesso sto lavorando non perché occorre compensare la comunità con misure compensative, perché chi ritiene di aver subito una ferita non si accontenterà, ma chi rappresenta le istituzioni ha l’obbligo di pensare a misure di rilancio di quella comunità. Queste misure stanno arrivando. Ho invitato il sindaco a confrontarsi e non si è presentato. Lui rappresenta la comunità. Se il sindaco decide di abdicare al suo ruolo lo faccia e se ne assuma la responsabilità” – spiega il premier Conte.

L’EMERGENZA AGRICOLTURA SALENTINA

“Abbiamo illustrato al Premier Conte, facendo appello anche alle sue origini pugliesi, le 3 priorità per l’area infetta da Xylella, la semplificazione degli espianti, risorse e sostegno al reddito per 5 anni delle imprese agricole, di frantoi e vivai e sostengo all’occupazione e il nostro Piano in 10 punti per la ricostruzione del patrimonio olivicolo del Salento e per contrastare il disastro colposo con un danno stimato per difetto di 1,2 miliardi di euro. Al Ministro per il Sud Barbara Lezzi abbiamo chiesto che i 300 milioni di euro di risorse aggiuntive che intende stanziare arrivino realmente agli agricoltori”. E’ quanto richiesto dalla delegazione di Coldiretti Puglia, guidata dal presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele, al Presidente del Consiglio dei Ministri, il pugliese Premier Conte che ha ricevuto la delegazione di Coldiretti a Lecce sulla grave crisi che ha colpito il mondo olivicolo salentino, ringraziando, tra l’altro, il Prefetto di Lecce Cucinotta per l’organizzazione dell’incontro istituzionale. “Al Ministro del Sud Barbara Lezzi abbiamo con forza ribadito l’importanza che i 300 milioni di euro di risorse aggiuntive, rispetto ai 100 già stanziati dal CIPE, vadano agli agricoltori, che vengano monitorati i percorsi di assegnazione di 150 milioni per il 2020 e di 150 per il 2021″, sopratutto a favore di nuovi impianti resistenti e dei sostegni agli agricoltori e delle loro famiglie che non possono produrre.

“Servono interventi immediati del Governo – ha continuato il presidente Cantele – perché la gestione inconcludente della Regione Puglia dell’emergenza Xylella ha devastato milioni di ulivi in Puglia e dal Salento sta avanzando inesorabile verso Nord. Il valore aggiunto del settore oleario in Puglia è al minimo degli ultimi 25 anni – ha concluso Cantele – e la Xylella è un evento incontrovertibile, i milioni di alberi ormai secchi non potranno più tornare ad essere produttivi”.

E’ avanzato inesorabilmente verso nord ad una velocità di più 2 chilometri al mese – denuncia Coldiretti Puglia – il contagio della Xyella che ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi lasciando un panorama spettrale mentre si continua a perder tempo con annunci, promesse ed inutili rimpalli di responsabilità.

IL PIANO DI COLDIRETTI IN 10 PUNTI #SALVIAMOILSALENTO

1. Sostenere l’olivicoltura salentina con azioni concrete a partire – sostiene la Coldiretti – integrando il Decreto sullo stato di emergenza con gli interventi mancant i di SEMPLIFICAZIONE, al fine di sburocratizzare le procedure per gli espianti volontari nell’area infetta, i reimpianti, gli innesti e la programmazione delle attività dei frantoi e degli olivicoltori del Salento, attraverso il sostegno al reddito per 5 anni delle imprese agricole, di frantoi e vivai e il sostengo all’occupazione;

2. Garantire adeguate RISORSE ATTRAVERSO UNA STRATEGIA CONDIVISA TRA GOVERNO E UNIONE EUROPEA per far fronte alla strage che ha devastato 21 milioni di ulivi, mettendo in ginocchio il settore olivicolo del Salento, deturpando il patrimonio paesaggistico, con un danno stimato per difetto di 1,2 miliardi di euro ed il dimezzamento della produzione pugliese di olio di oliva che rappresenta oltre il 50% di quella nazionale;

3. Definire un progetto di zonazione, di classificazione delle aree per vocazione e caratteristiche, in modo da avviare un concreto progetto di rigenerazione paesaggistica, vitale per non fare perdere al territorio l’appeal turistico, con vantaggi per l’intera collettività, prendendo in considerazione la possibilità di rimboschimento di aree particolarmente poco indicate ad altre coltivazioni;

4. Avviare un nuovo PIANO OLIVICOLO NAZIONALE (“Piano 2.0”) per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati che prevedano interventi incentivanti per l’area infetta da Xylella;

5. Dare maggiore trasparenza all’attribuzione dei finanziamenti dell’attuale OCM, in modo che i fondi vadano alle vere imprese olivicole e difendere l’extravergine italiano nell’ambito dei NEGOZIATI INTERNAZIONALI dove – evidenzia la Coldiretti – l’agroalimentare italiano viene troppo spesso usato come moneta di scambio per interessi diversi e, nell’ambito della Pac, prevedere un aiuto specifico alla coltivazione olivicola, non legato alla produzione, riservato alle aziende agricole infette da Xylella, che per motivi di forza maggiore esprimano una produzione oleicola inferiore al 50% della produzione media aziendale precedente alla infezione con una durata di cinque anni;

6. Stringere le maglie ancora larghe della legislazione con l’approvazione delle proposte di RIFORMA DEI REATI ALIMENTARI presentate dall’apposita Commissione presieduta da Giancarlo Caselli;

7. Pretendere l’obbligo della REGISTRAZIONE TELEMATICA degli oli commercializzati in tutti gli Stati membri, così come già istituito in Italia attraverso il SIAN;

8. Difendere il PANEL TEST, strumento necessario per la classificazione e la valutazione delle caratteristiche organolettiche degli oli di oliva vergini al fine – sostiene la Coldiretti – di tutelare i produttori di oli di qualità ed i consumatori;

9. Promuovere una maggiore trasparenza dell’INDICAZIONE OBBLIGATORIA DELL’ORIGINE IN ETICHETTA, per l’olio extravergine di oliva (con etichette leggibili per i consumatori e prevedendo l’obbligo dell’indicazione dei Paesi di provenienza degli oli che compongono le “miscele”) e per le olive da tavola che ad oggi – evidenzia la Coldiretti – non hanno alcuna indicazione obbligatoria in etichetta relativamente al Paese di coltivazione delle olive;

10. Eliminare il SEGRETO DI STATO sui flussi di importazione dell’olio extravergine, dopo la storica sentenza del Consiglio di Stato del 6 marzo 2019 sull’accesso ai dati dei flussi commerciali di prodotti esteri, detenuti dal Ministero della Salute e fino ad ora preclusi per ragioni pretestuose ora smascherate dall’Autorità giudiziaria, un risultato storico per la Coldiretti che ha sollecitato il pronunciamento, dopo la richiesta al Ministero della Salute.

 

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Leo Shoes Casarano, nulla da fare contro la capolista Ottaviano

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CASARANO (Lecce) – Ci prova, lotta per un set e mezzo ma poi è costretta alla resa la Leo Shoes Casarano che sul parquet della imbattuta Ottaviano incassa la quinta sconfitta consecutiva e vede proseguire il periodo di crisi nera.
Certamente in questa sfida non si poteva pretendere il ritorno alla vittoria da parte dei rosso-azzurri, ma tutti speravano in una reazione di orgoglio che potesse tramutarsi in una prestazione di livello in campo: ciò è avvenuto a sprazzi per tutto il primo set e per buona parte del secondo quando, sul 16-15 per i locali, si è spenta nuovamente la luce in casa Leo Shoes dando via libera al successo della formazione di casa.
Il primo set è deciso da un break di quattro punti conquistato a metà parziale da Libraro e compagni che risulterà incolmabile per gli ospiti costretti a cedere per 25-21.
Il secondo parziale viaggia sui binari dell’equilibrio sino al 16-15 per Ottaviano: da qui in poi ritornano le streghe su una squadra che subisce l’ennesimo break (il set si chiude 25-17) e decide inspiegabilmente di uscire fuori dal campo e smettere di giocare.
Così il terzo parziale è vita facile per i padroni di casa (25-15) che chiudono la pratica e mettono ancora una volta a riparo l’imbattibilità stagionale.
Per la Leo Shoes Casarano altro weekend da bollino nero in attesa che si ritorni ad assaggiare il buon sapore della vittoria il più presto possibile.

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Occhio al Pescara per non infrangere il sogno della serie A

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LECCE – Il primo termine verbale di giudizio della partita con l’Ascoli che mi è venuto in mente è stato: ”mattanza” evocando le ultime fasi della pesca del tonno  rosso nelle isole Egadi.

Ma il termine si può riferire anche ad un video gioco nel quale, quando un giocatore riesce ad uccidere molti nemici in un breve lasso di tempo, si può sentire una voce digitalizzata che recita ad alta voce la parola “killing spree” ovvero furia omicida.

Ora, a parte le evocazioni linguistiche, come giudicare una partita che al 19° del primo tempo è già sul 3 a 0, al termine sempre del primo tempo è sul 5 a 0, e si conclude, senza ovvio recupero, al 90° per 7 a 0? Dire a senso unico è riduttivo, dire risultato tennistico pure perché si è oltre il 6 a 0, massimo consentito, ed allora? E’ stato  il Lecce grandissimo o immenso o come dir si voglia oppure un Ascoli piccolo, piccolo che ha contribuito ad un risultato per la sua immagine piuttosto catastrofico, non per nulla un risultato analogo l’Ascoli lo ricorda in serie A ma contro la Juve di Platini, Boniek e qualche altro “giocatorino”? Questo è stato un risultato che resterà negli annali del calcio e che sfugge, quindi, ad una analisi molto dettagliata.

Sono perfettamente d’accordo con quanto detto da Liverani in sala stampa: “Difficile commentarla, mi soffermo sui primi venti minuti che sono stati di una qualità, di una intensità altissima per questa categoria”. Sacrosanta verità, solo che l’Ascoli, con il suo comportamento in campo, paradossalmente, ha condizionato anche il comportamento sportivo del  Lecce.  Facendo scorrere mentalmente le immagini della partita vedo che, nel secondo tempo, il Lecce non voleva infierire e, per far questo, era costretto a fare melina per far passare il tempo con il rischio di innervosire un avversario alle corde. Ma giocando regolarmente, aumentava il gap che vi era in campo. A tal proposito nelle mie immagini vedo Mancosu segnare il suo secondo gol, settimo della serie, e non esultare per rispetto degli avversari. Però, detto tra noi, gli avversari si meritavano questo rispetto? Non credo perchè il comportamento di quella squadra è stato offensivo nei riguardi della propria tifoseria ed, oserei dire, anche della tifoseria leccese che ha apprezzato il risultato, ed è ovvio, ma in cuor proprio avrà stigmatizzato quell’insolente ed indolente comportamento.

A questo punto, cosa possiamo dire? Abbiamo visto il Lecce fare il bel gioco proposto ormai da tante partite, l’abbiamo visto attento e determinato, anche se stupito dall’arrendevolezza dell’avversario, ed abbiamo anche constatato di come questa squadra sembra aver trovato la quadra che le consente di poter giocare con lo stesso sistema sia in casa che fuori. Un risultato di queste dimensioni evita la ricerca dei migliori o dei peggiori ma, consentitemi di derogare, assegno a Mancosu la palma del migliore in campo per due episodi di grande valore morale: il primo aver ceduto la battuta del rigore all’ottimo Falco, il secondo la già citata mancata esultanza al suo secondo gol. Bravo capitano!

Domenica sera ci sarà di scena il Pescara, è ovvio che anche il più disattento calciatore capirà che non si tratterà di un Ascoli qualsiasi ma, indipendentemente del risultato che ne verrà fuori, sarà una partita vera che il Lecce, all’andata, pur perdendo, ha disputato in maniera brillante. Forse contro il Pescara ci sarà il dentino avvelenato per le due espulsioni subite ma questo dovrà solo servire a caricare la squadra a fare la solita partita tonica. Non scordiamoci che, se è vero che abbiamo accorciato su Brescia e Palermo, è anche vero che abbiamo giocato una partita in più. Ricordiamoci sempre del riposo obbligato alla penultima giornata!

Mario La Mazza

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Casarano in serie D, è festa nel comune salentino

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CASARANO (Lecce) – E’ finita 2-2 la sfida tra Casarano e Brindisi, un pareggio che vale la promozione in serie D della squadra salentina. I gol di Di Rito, doppietta per lui, sono bastati per raggiungere lo scopo prefissato dalla dirigenza e dall’ambiente rosso azzurro. Di fronte al proprio pubblico, oltre 3500 tifosi giunti al Capozza, il Casarano può festeggiare.
Ma, la festa promozione si terrà prossimamente per abbracciare l’intera comunità sportiva di Casarano. Il corriere salentino pubblicherà uno speciale Sport Puglia, con Bruno Conte, per raccontare attraverso la viva voce dei protagonisti questa impresa.

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Ladri all’assalto delle villette estive, arrivano i vigilantes e fuggono a mani vuote

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MONTERONI (Lecce) – Tentano per due volte di rubare in due distinte abitazioni, ma in entrambe le circostanze il “colpo” sfuma per l’intervento provvidenziale delle guardie giurate.

È accaduto tra il tardo pomeriggio di ieri e la mattinata di oggi, dove alcuni ladri hanno tentato di mettere a segno furti in appartamento, ai danni di due abitazioni situate in località “Malcandrino”, nelle campagne di Monteroni.

Il primo intervento risale alle 19 di ieri, quando le guardie giurate della Velialpol, attirate dal dispositivo d’allarme, sono intervenute nella zona per la segnalazione di un furto. I malviventi, in particolare, dopo aver forzato la porta del cucinino erano riusciti ad entrare in un’abitazione, salvo poi fuggire a mani vuote per l’intervento dei vigilantes, accorsi sul posto in pochi minuti. Come è stato poi accertato alla presenza dei proprietari, dall’appartamento “visitato” non era stato rubato alcun oggetto.

Nullo è stato il bottino anche del tentato furto compiuto in mattinata nella stessa zona, ai danni di un’altra abitazione. Questa volta, i ladri per entrare hanno forzato una finestra, ma sono stati costretti a fuggire a mani vuote. Su tutte due gli episodi indagano i carabinieri della stazione di Monteroni.

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Vertice centrodestra, non c’è niente da fare: Poli e Congedo ancora in campo

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LECCE – “Non c’è nulla di nuovo” – risponde Adriana Poli Bortone al telefono. L’incontro con i vertici regionali dei principali partiti e con i candidati alle primarie è un flop. Ma, in realtà, lo si sapeva già prima dell’incontro. Non c’è nessuna speranza, allo stato attuale, che qualcuno faccia un passo indietro. Né il vincitore delle primarie, né la senatrice che alle consultazioni di base non ha mai creduto. La diplomazia è in moto. Tutti la prendono alla larga. Si parla di programmi, si parla del centrodestra unito, ma il vero tema è qual è il prezzo da pagare per un eventuale ritiro della senatrice. Bisogna anche capire se esiste una possibilità che Poli Bortone si ritiri. Sì, perché Congedo sicuramente non lo farà.

I partiti tutti del centrodestra e tutte le civiche avvisano che: “Durante il tavolo tra gli esponenti del centrodestra avviatosi in mattinata, sono emerse prevalenti le ragioni che uniscono rispetto a quelle che dividono.
Il tavolo si aggiorna e tornerà a riunirsi in serata”. In altre parole, tradotto dal politichese, significa che tutti sono d’accordo che si vince solo uniti. Ma questo lo sapevano già! Era necessario un incontro in pompa magna per ridirselo? La verità è che si tratta per capire se sia percorribile uno “scambio”: un ritiro della candidatura in cambio di qualcosa. Questo significa posti da vicesindaco e da assessore. Nient’altro.

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Campionato nazionale forense, il Lecce batte il Bari nel derby di Puglia

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BARI – Luchena, Corvaglia Alb., Bardoscia, Ficocelli, Cappelli, Alessandrì (fuoriquota) (Torricelli), Dettù (Massari), Dell’Anna (K.), Mariano (Renna), Caraccio, Castelluzzo (V.K.) (Maci), con a disposizione di Mister Stefano Gallo e del preparatore dei portieri Pino Tornese anche Elia, Conte, Marti, Corvaglia Arc., Bizzarro: è questa la rosa, accompagnata dai team manager Giuseppe Castelluzzo e Pierangelo Dell’Anna, che ha espugnato Bari all’esito di una gara di livello.

I giallorossi sono riusciti ad imporre il proprio gioco per tutti i 90 minuti in casa dei campioni d’Europa e d’Italia in carica, capitanati dal fuoriquota Lorenzo Sibilano, dopo aver ceduto loro lo scettro nel corso dell’ultimo campionato nazionale forense.
Parte subito forte Lecce, colpendo un palo in avvio dopo un assolo di Caraccio ed una traversa con Mariano su calcio di punizione dal limite dell’area, ma alla prima occasione viene punito a causa di un calcio di rigore concesso in favore dei padroni di casa per un fallo commesso da Luchena nei confronti del centravanti barese Destratis, che lascia l’incarico al compagno di reparto Conteduca che realizza.
Lecce non demorde e continua a macinare gioco andando diverse volte vicino al pareggio, riuscendoci poi con Castelluzzo, che batte D’Oronzo con un tap-in dopo un tiro-cross di Corvaglia respinto dal portiere barese.
Sul finale di primo tempo, grande salvataggio di Cappelli su calcio a botta sicura di Destratis, deviato in calcio d’angolo dal difensore leccese.

Prima frazione che si conclude sull’1-1 e secondo tempo che comincia sullo stesso canovaccio del primo, con diversi tentativi di Lecce, prima con Caraccio, poi con Dell’Anna e poi con Maci, e con Luchena costretto a salvare di piede su Angelastro dopo l’unico tentativo di contropiede barese.
La svolta avviene a circa 10 minuti dalla fine, quando Caraccio viene steso in area dal portiere barese D’Oronzo e l’arbitro assegna il rigore: Caraccio, freddo dal dischetto, non sbaglia e Lecce è avanti per 2 a 1.

Dopo il meritato vantaggio, i giallorossi controllano gara e cronometro sino al fischio finale, guadagnando tre punti e raggiungendo Cosenza al comando del girone.
La strada per le fasi finali di Taormina è ancora lunga, e per gli avvocati leccesi passa da Trani sabato prossimo.

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Resta schiacciato dal carico di pannelli, operaio finisce in ospedale con prognosi riservata

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POMPONESCO/NARDÒ (Lecce) – Stava scaricando dei pannelli in legno da una rulliera nell’azienda per la quale lavora, quando ad un certo punto è rimasto schiacciato dal pesante carico di perline, finendo in ospedale con prognosi riservata.

Il malcapitato protagonista dell’infortunio sul lavoro, verificatosi a Pomponesco, in provincia di Mantova, è un operaio 50enne di Nardò – T.S. le sue iniziali, residente nella zona per motivi lavorativi – rimasto gravemente ferito durante il turno notturno che stava svolgendo insieme ad altri colleghi, all’interno di un’azienda di legname mantovana.

L’episodio si è verificato nella notte tra venerdì e sabato. Il neretino, come detto, era impegnato a scaricare dei pannelli da una rulliera, quando – per cause che sono in corso di accertamento da parte degli ispettori del servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Ats Val Padana, è rimasto schiacciato dagli stessi.

Fortunatamente non corre alcun pericolo di vita. A destare subito particolare preoccupazione, però, sono state le condizioni della mano destra, rimasta schiacciata dal pesante carico di legno.

Subito soccorso dai colleghi, il neretino è stato poi affidato alle cure del 118. I medici, dopo averlo stabilizzato ed essere riusciti ad arrestare la copiosa emorragia, lo hanno trasportato d’urgenza in ospedale, a bordo di un elicottero.

Accompagnato presso l’ospedale di Sesto San Giovanni, lo sfortunato operaio salentino è stato quindi sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, che i medici hanno eseguito per evitare che perdesse l’arto. Dopodiché è stato ricoverato, con prognosi riservata. A causa dello schiacciamento, ha riportato anche una caviglia fratturata.

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Ancora un no della Poli, corre da sola: inutili le offerte di assessorati in caso di vittoria

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di Gaetano Gorgoni

LECCE – La riunione nello studio dell’avvocato Gaetano Messuti non ha portato a nulla. Tutti chiusi a discutere offerte e controfferte dalle 20 alle 23:30 senza raggiungere alcun accordo. Congedo, Messuti e Spagnolo hanno provato con le loro aspirazioni di artificieri a cercare di disinnescare la bomba Poli Bortone, ma non c’è stato nulla da fare. Alla fine le offerte di Assessorati in cambio di un passo indietro non hanno funzionato. È stata una domenica di incontri estenuanti: dalle 10 alle 14,30 e poi di nuovo dalle 20 alle 23:30, se pur in un clima serenissimo. Il primo ad andare via sbattendo la porta in serata è stato Ruggero Vantaggiato. “Noi di Civiche Unite abbiamo anche chiesto di fare un patto tra noi del centrodestra: al ballottaggio chiunque di noi fosse arrivato a misurarsi con Salvemini avrebbe appoggiato l’altro” – commenta con amarezza Daria Vernaleone.

Poi, c’era da capire a chi promettere il posto di vicesindaco: qualcuno voleva darlo alla senatrice, ma Messuti non poteva starci. Insomma, una questione molto ingarbugliata dal punto di vista delle postazioni da offrire. Non è solo una problematica di poltrone: capire come può essere formata la squadra di un eventuale governo vale più dei programmi. Perché si sa che i programmi li attuano le persone che rappresentano gruppi di interesse in una città. Il vero scoglio era che le trattative partivano da un presupposto insuperabile: il fatto che il candidato sindaco, Saverio Congedo, uscito dalle primarie non avrebbe potuto fare un passo indietro. È per questo che sul Corrieresalentino abbiamo scritto, già da troppo tempo, che un accordo sarebbe stato quasi impossibile, se non dopo le vere primarie del 26 maggio.

“Pur nella serenità di un confronto che ha abbracciato l’arco dell’intera giornata, non siamo riusciti a raggiungere un accordo di forte valenza politica che, partendo dall’amministrazione della città di Lecce, potesse proiettarsi positivamente nelle scadenze elettorali prossime: regionali, politiche ed europee – commenta su Facebook la senatrice Adriana Poli Bortone – È risultata, con rammarico, la presa di posizione pregiudiziale da parte del gruppo che ha inteso misurarsi sulle primarie e che ha ritenuto di dover partire assolutamente dalla candidatura imprescindibile del vincitore delle stesse.

Le civiche hanno messo tutto il loro impegno nella ricerca di una soluzione soddisfacente che potesse consentire al centrodestra leccese di presentarsi con espressioni di candidature più fresche, con liste civiche ricche di volti nuovi: giovani, donne, uomini, testimoni di una società che da tempo aspirava ad una partecipazione attiva alla vita politica della città”.

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Dopo Sanremo, disco di platino per i Boomdabash con il brano “Per un milione”

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SALENTO – I Boomdabash non si fermano più e dopo Sanremo inanellano un altro successo: il brano “Per un milione” è da oggi un disco di platino per aver superato le oltre 50mila copie vendute. Il brano spopola anche sui circuiti con milioni e milioni di visualizzazione e la hit viene trasmessa ripetutamente dalla radio nazionali dove rimane stabiole tra le prime dieci posizioni.

Intanto la band salentina, in previsione dei primi 15 anni di carriera, si appresta all’attesissimo live “Boomdabash&Friends” previsto il 9 maggio all’Alcatraz di Milano.

La band sarà pronta a stupire live con l’attesissimo “Boomdabash & Friends”, il concerto – evento che si terrà all’Alcatraz di Milano il prossimo 9 Maggio con numerosissimi ospiti. Lo show prevede l’alternarsi sul palco di numerosi artisti e su un palco pronto a stupire con una serie impressionante di effetti scenografici.

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