di Julia Pastore
LECCE – Il premier Giuseppe Conte ha firmato in mattinata l’accordo per un piano di ricerca stipulato da CRN ed ENI (con un investimento di 20 milioni di euro), ma da docente universitario in aspettativa non poteva rifiutare l’invito del rettore Zara a visitare il college della Scuola Superiore ISUFI – Istituto Superiore Universitario di Formazione Interdisciplinare dell’Università del Salento, nel complesso Ecotekne (via per Monteroni, Lecce). La buona notizia riguarda il CNR: nasceranno quattro centri di ricerca congiunti al Sud e uno sarà nel Salento. Saranno anche avviati dei corsi di alta formazione per giovani ricercatori. I centri di ricerca si occuperanno di quattro aree specifiche, che vanno dalla fusione nucleare (Gela) all’acqua (Metaponto), dall’agricoltura (Pozzuoli) e all’ecosistema artico (quello leccese).
Tra i temi affrontati nel vertice ha tenuto ancora banco, oltre alla necessità di puntare sulla ricerca, l’emergenza agricoltura: “Ai 110 milioni della Regione Puglia si sommano 300 sono stati finanziati e promessi dal ministro Lezzi: io mi auguro che si arrivi rapidamente alla somma richiesta di 500 milioni – spiega il presidente della Regione Michele Emiliano – La mobilitazione di tutta la Puglia e degli agricoltori salentini è servita a scuotere il governo. Il presidente del Consiglio è sembrato informato, impegnato e pronto a lavorare con la Regione e gli operatori per ricostruire il paesaggio del Salento e il potenziale produttivo dell’agricoltura. Possiamo dire che questo primo passaggio è andato bene ed è una vittoria per la Puglia”.
La ricerca è stata sempre motore di progresso e la si fa con le istituzioni pubbliche e l’industria: è quello che avviene oggi a Lecce. Produrre energie in maniera sostenibile, proteggere il pianeta, gestire e monitorare i cambiamenti climatici sono le grandi sfide della scienza. La ricerca è nell’ambito delle strategie di ENI: ammontano a 3 miliardi gli investimenti in ricerca scientifica sulle energie rinnovabili e tecnologie sostenibili. A Lecce ci sarà un laboratorio in connessione con l’Artico per studiare lo scioglimento dei ghiacciai.
L’EMERGENZA RICERCATORI PRECARI
Nell’incontro con il premier Conte si sono fatti sentire i tanti precari della ricerca CNR e dell’Università. Invece le associazioni studentesche di sinistra hanno bollato la visita del premier e della ministra Lezzi come una passerella. “Se veramente fosse stato interessato a colmare il gap con gli altri paesi puntando sulle ricercatrici e sui ricercatori più giovani, oggi il Presidente Conte, suggellando con la sua presenza l’intesa Cnr-Eni, avrebbe garantito sul processo di stabilizzazione delle decine e decine di ricercatrici e ricercatori Cnr, attualmente nel cosiddetto limbo dei precari sospesi.
Perché la stabilizzazione, come il Presidente del Consiglio sa perfettamente, è possibile: grazie alla Legge Madia e grazie alle risorse già rese disponibili sia dal Governo Gentiloni (40milioni) che dallo stesso Governo Conte (altri 34.5milioni), cui va sommato, obbligatoriamente, il cofinanziamento per ulteriori 20 milioni a carico del Cnr. Un plafond complessivo di 94.5milioni che deve assolutamente essere finalizzato per questo obiettivo.
E invece Conte non ha speso una parola e non ha incontrato le ricercatrici e i ricercatori, limitandosi a riceverne la lettera.
E mentre specificava come l’istituzione dei quattro laboratori nel Mezzogiorno rappresentasse un importante occasione per giovani ricercatori, si è dimenticato di quelli che già ci sono, hanno scelto per questo di tornare dall’estero, già lavorano per il Cnr, già sono impegnati in progetti rilevanti, ma che rimangono precari”
Così la Senatrice Teresa Bellanova che proprio su questo tema, nei giorni scorsi, ha presentato una interrogazione al Governo.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE IN VISITA ALLA SCUOLA SUPERIORE ISUFI DELL’UNIVERSITÀ DEL SALENTO
IL RETTORE VINCENZO ZARA: «LA SCUOLA SIA SOTTOPOSTA A VALUTAZIONE, ABBIAMO I REQUISITI DI QUALITÀ»
«Vogliamo essere sottoposti a valutazione, rispondiamo pienamente ai requisiti di qualità recentemente elaborati dall’ANVUR e chiediamo di poter accedere alla procedura anche se la Scuola non è ancora autonoma». Così il Rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara in occasione della visita il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte al college della Scuola Superiore ISUFI – Istituto Superiore Universitario di Formazione Interdisciplinare dell’Ateneo, questa mattina nel complesso Ecotekne (Lecce). Il Rettore, che non ha mancato di richiamare l’attenzione sull’importanza di maggiori attenzione e finanziamento al sistema universitario nel suo complesso, ha sottolineato come il sistema di “accreditamento” possa attestare, appunto, la qualità della formazione erogata tramite un ente esterno (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca) e possa perciò costituire un primo passo per il riconoscimento dell’ISUFI come scuola superiore autonoma, passaggio indispensabile per l’attribuzione dei finanziamenti ministeriali.
L’offerta formativa dell’ISUFI ha l’obiettivo di valorizzare la qualità dell’offerta didattica dell’Università del Salento e favorire lo sviluppo delle conoscenze scientifiche, il riconoscimento del merito e lo sviluppo di attività di alta formazione con caratteri di interdisciplinarità, internazionalità e collegialità. La Scuola seleziona giovani talenti italiani e stranieri esclusivamente in base al merito e offre loro una formazione di eccellenza a integrazione e completamento degli ordinari corsi universitari. Testimonianza diretta dell’esperienza offerta dall’ISUFI nelle parole di Matteo Greco, uno dei rappresentanti degli studenti della Scuola, che ha definito quella dell’Istituto «un’opportunità culturale e sociale non solo per l’Università del Salento, Lecce e la Puglia, ma per il Meridione intero», chiedendo quindi «interventi concreti e incisivi, necessari per consolidare e implementare una realtà d’eccellenza come la nostra». Sulle difficoltà del sistema universitario nel suo complesso, gli studenti hanno consegnato al Presidente anche un documento.
Le attività dell’ISUFI si svolgono presso il college che sorge all’interno del campus Ecotekne e comprende alloggi per gli studenti, con cucine e aree comuni, lavanderia, palestra, biblioteca, alloggi per ospitare docenti e studiosi stranieri, aule e postazioni di studio, biblioteca, studi per docenti e lettori e laboratori didattici. Tra iscritti ai corsi ordinari degli studi triennali, magistrali e dottorali, attualmente il college ospita circa 80 studenti, la maggior parte dei quali erano presenti all’incontro.
Il Rettore Vincenzo Zara ha consegnato al Presidente del Consiglio il sigillo d’argento dell’Università, invitandolo poi a firmare il “libro d’onore” dell’Ateneo. Maggiore attenzione al sistema universitario e della ricerca è stata annunciata dallo stesso Presidente Conte, che ha rimarcato l’importanza della valutazione, dell’internazionalizzazione e dell’interdisciplinarità nelle attività didattiche e di ricerca.
La comunità accademica era rappresentata questa mattina, oltre che dal Rettore, anche dal Direttore Generale, dai Prorettori, dai Direttori di Dipartimento, da componenti di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, dai Presidenti della Consulta del Personale tecnico-amministrativo e del Consiglio degli Studenti e da altre cariche istituzionali. Presenti i docenti del consiglio direttivo e del comitato scientifico dell’ISUFI.
Presenti in sala anche la Ministra per il Sud Barbara Lezzi e il Prefetto di Lecce Maria Teresa Cucinotta.
LE PROTESTE DEI NO TAP
I NO TAP tornano a protestare. La sicurezza ha però garantito l’insccessibilità alle strutture per tutti i non addetti ai lavori. “Con la comunità di Melendugno sono stato chiaro: l’ho ribadito in una lettera. Non era possibile tornare indietro. Adesso sto lavorando non perché occorre compensare la comunità con misure compensative, perché chi ritiene di aver subito una ferita non si accontenterà, ma chi rappresenta le istituzioni ha l’obbligo di pensare a misure di rilancio di quella comunità. Queste misure stanno arrivando. Ho invitato il sindaco a confrontarsi e non si è presentato. Lui rappresenta la comunità. Se il sindaco decide di abdicare al suo ruolo lo faccia e se ne assuma la responsabilità” – spiega il premier Conte.
L’EMERGENZA AGRICOLTURA SALENTINA
“Abbiamo illustrato al Premier Conte, facendo appello anche alle sue origini pugliesi, le 3 priorità per l’area infetta da Xylella, la semplificazione degli espianti, risorse e sostegno al reddito per 5 anni delle imprese agricole, di frantoi e vivai e sostengo all’occupazione e il nostro Piano in 10 punti per la ricostruzione del patrimonio olivicolo del Salento e per contrastare il disastro colposo con un danno stimato per difetto di 1,2 miliardi di euro. Al Ministro per il Sud Barbara Lezzi abbiamo chiesto che i 300 milioni di euro di risorse aggiuntive che intende stanziare arrivino realmente agli agricoltori”. E’ quanto richiesto dalla delegazione di Coldiretti Puglia, guidata dal presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele, al Presidente del Consiglio dei Ministri, il pugliese Premier Conte che ha ricevuto la delegazione di Coldiretti a Lecce sulla grave crisi che ha colpito il mondo olivicolo salentino, ringraziando, tra l’altro, il Prefetto di Lecce Cucinotta per l’organizzazione dell’incontro istituzionale. “Al Ministro del Sud Barbara Lezzi abbiamo con forza ribadito l’importanza che i 300 milioni di euro di risorse aggiuntive, rispetto ai 100 già stanziati dal CIPE, vadano agli agricoltori, che vengano monitorati i percorsi di assegnazione di 150 milioni per il 2020 e di 150 per il 2021″, sopratutto a favore di nuovi impianti resistenti e dei sostegni agli agricoltori e delle loro famiglie che non possono produrre.
“Servono interventi immediati del Governo – ha continuato il presidente Cantele – perché la gestione inconcludente della Regione Puglia dell’emergenza Xylella ha devastato milioni di ulivi in Puglia e dal Salento sta avanzando inesorabile verso Nord. Il valore aggiunto del settore oleario in Puglia è al minimo degli ultimi 25 anni – ha concluso Cantele – e la Xylella è un evento incontrovertibile, i milioni di alberi ormai secchi non potranno più tornare ad essere produttivi”.
E’ avanzato inesorabilmente verso nord ad una velocità di più 2 chilometri al mese – denuncia Coldiretti Puglia – il contagio della Xyella che ha già provocato con 21 milioni di piante infette una strage di ulivi lasciando un panorama spettrale mentre si continua a perder tempo con annunci, promesse ed inutili rimpalli di responsabilità.
IL PIANO DI COLDIRETTI IN 10 PUNTI #SALVIAMOILSALENTO
1. Sostenere l’olivicoltura salentina con azioni concrete a partire – sostiene la Coldiretti – integrando il Decreto sullo stato di emergenza con gli interventi mancant i di SEMPLIFICAZIONE, al fine di sburocratizzare le procedure per gli espianti volontari nell’area infetta, i reimpianti, gli innesti e la programmazione delle attività dei frantoi e degli olivicoltori del Salento, attraverso il sostegno al reddito per 5 anni delle imprese agricole, di frantoi e vivai e il sostengo all’occupazione;
2. Garantire adeguate RISORSE ATTRAVERSO UNA STRATEGIA CONDIVISA TRA GOVERNO E UNIONE EUROPEA per far fronte alla strage che ha devastato 21 milioni di ulivi, mettendo in ginocchio il settore olivicolo del Salento, deturpando il patrimonio paesaggistico, con un danno stimato per difetto di 1,2 miliardi di euro ed il dimezzamento della produzione pugliese di olio di oliva che rappresenta oltre il 50% di quella nazionale;
3. Definire un progetto di zonazione, di classificazione delle aree per vocazione e caratteristiche, in modo da avviare un concreto progetto di rigenerazione paesaggistica, vitale per non fare perdere al territorio l’appeal turistico, con vantaggi per l’intera collettività, prendendo in considerazione la possibilità di rimboschimento di aree particolarmente poco indicate ad altre coltivazioni;
4. Avviare un nuovo PIANO OLIVICOLO NAZIONALE (“Piano 2.0”) per rilanciare il settore con una strategia nazionale e investimenti adeguati che prevedano interventi incentivanti per l’area infetta da Xylella;
5. Dare maggiore trasparenza all’attribuzione dei finanziamenti dell’attuale OCM, in modo che i fondi vadano alle vere imprese olivicole e difendere l’extravergine italiano nell’ambito dei NEGOZIATI INTERNAZIONALI dove – evidenzia la Coldiretti – l’agroalimentare italiano viene troppo spesso usato come moneta di scambio per interessi diversi e, nell’ambito della Pac, prevedere un aiuto specifico alla coltivazione olivicola, non legato alla produzione, riservato alle aziende agricole infette da Xylella, che per motivi di forza maggiore esprimano una produzione oleicola inferiore al 50% della produzione media aziendale precedente alla infezione con una durata di cinque anni;
6. Stringere le maglie ancora larghe della legislazione con l’approvazione delle proposte di RIFORMA DEI REATI ALIMENTARI presentate dall’apposita Commissione presieduta da Giancarlo Caselli;
7. Pretendere l’obbligo della REGISTRAZIONE TELEMATICA degli oli commercializzati in tutti gli Stati membri, così come già istituito in Italia attraverso il SIAN;
8. Difendere il PANEL TEST, strumento necessario per la classificazione e la valutazione delle caratteristiche organolettiche degli oli di oliva vergini al fine – sostiene la Coldiretti – di tutelare i produttori di oli di qualità ed i consumatori;
9. Promuovere una maggiore trasparenza dell’INDICAZIONE OBBLIGATORIA DELL’ORIGINE IN ETICHETTA, per l’olio extravergine di oliva (con etichette leggibili per i consumatori e prevedendo l’obbligo dell’indicazione dei Paesi di provenienza degli oli che compongono le “miscele”) e per le olive da tavola che ad oggi – evidenzia la Coldiretti – non hanno alcuna indicazione obbligatoria in etichetta relativamente al Paese di coltivazione delle olive;
10. Eliminare il SEGRETO DI STATO sui flussi di importazione dell’olio extravergine, dopo la storica sentenza del Consiglio di Stato del 6 marzo 2019 sull’accesso ai dati dei flussi commerciali di prodotti esteri, detenuti dal Ministero della Salute e fino ad ora preclusi per ragioni pretestuose ora smascherate dall’Autorità giudiziaria, un risultato storico per la Coldiretti che ha sollecitato il pronunciamento, dopo la richiesta al Ministero della Salute.
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