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Negramaro. L’annuncio social: Lele non sarà in tour con la band

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LECCE – È di poche ore fa la notizia che ha monopolizzato social e stampa nazionale. A pochi giorni dal debutto del tour dei Negramaro nei palazzetti, Lele Spedicato ha annunciato tramite un post ufficiale che non sarà sul palco accanto ai suoi compagni di sempre.

Il chitarrista della band salentina ha infatti espresso amarezza e dispiacere ma non sarà parte attiva dell’imminente tournèe già precedentemente posticipata in sua attesa.

“Ciao a tutti carissimi amici – si legge nel post di Facebook – come vedete ce la sto mettendo tutta e grazie al vostro sostegno mi manca pochissimo per tornare al 100%! Per i medici devo terminare la riabilitazione per riprendermi completamente e non rischiare nulla, quindi ho bisogno di un altro pò di tempo. Inutile dire che sono profondamente dispiaciuto ma avremo modo di recuperare ogni emozione quanto prima.”

Emanuele Spedicato lo scorso 17 settembre era stato colpito da un’improvvisa emorragia cerebrale. Dopo il grande spavento iniziale, la veloce ripresa e l’ottima riabilitazione avevano fatto ben sperare per la sua presenza sui palchi di tutta Italia.

“Intanto prenderà il mio posto una parte di me: il mio piccolo fratellino Giacomo, che certamente non vi deluderà. Mi mancate, vi amo.” Conclude Lele.

Giacomo Spedicato, 23 anni, talentuoso chitarrista anche lui, debutterà infatti al posto del fratello il prossimo 14 febbraio durante la data zero a Rimini.

Inutile nascondere l’emozione di questo fratello minore, che ha momentaneamente accantonato i suoi piani musicali per questa nuova avventura. Giacomo, infatti, è già chitarrista nel progetto cantautoriale dal nome Osvaldo.

Il gruppo, dopo il lancio estivo del singolo “Marie”e la vittoria del contest Frequenze Mediterranee 2018, è in attesa dell’uscita imminente del suo nuovo singolo prodotto dalla giovane etichetta salentina Urlo Records di Matteo e Daniele Spano, con i quali Giacomo condivide anche il palco.

Un grosso in bocca al lupo dunque al guerriero Lele affinchè torni presto e a Giacomo, che per coraggio e amore ha già conquistato tutti i fans della band.

Chiara Rosato

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San Valentino per single al Centro Shiatsu di Lecce

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LECCE – Il Centro Shiatsu di Lecce, il 15 febbraio, nel giorno successivo a San Valentino, la festa degli innamorati, dedica una data a chi invece ha scelto di restare single. Scelta di vita complicata e controversa ma che spesso ha i suoi vantaggi. E’ questa infatti un’occasione in più per concedersi del tempo con un trattamento, per imparare ad amare sé stessi. Un evento pensato per festeggiare la follia di essere soli.

La solitudine può rivelarsi una favolosa conquista, affidandosi alla professionalità degli operatori del centro, che coccoleranno gli ospiti con un trattamento Shiatsu e Thailandese al suono di musica a 432 hertz fra odori di essenze armonizzanti. A fine trattamento ci si potrà servire al buffet preparato per l’occasione e si potrà bere un calice di prosecco o un cocktail analcolico.

Il singolo trattamento ha un costo di 35 euro. Se si viene accompagnati da un amico, il costo sarà di 60 euro in due.

Start ore 19. 

Info-line
380 7481560
331 8043769
Centro Shiatsu Lecce
Piazza Mazzini, 50

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Sit in “No Tap” davanti all’Asl. Pankiewicz: “La salute dei cittadini prima di tutto”

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LECCE – “Il Movimento Culturale ‘Valori e Rinnovamento’, da sempre al fianco del Comitato No Tap (opera inutile, dannosa e pericolosa) ha aderito stamattina a Lecce al sit-in davanti alla ASL di via Salomi, dove si riuniva  la conferenza dei servizi sulla contaminazione del cantiere TAP da Cromo Esavalente. Lo dice lo stesso presidente del Movimento, Wojtek Pankiewicz.

“Valori e Rinnovamento auspica che cessi l’immobilismo delle istituzioni che tergiversano sul blocco dei lavori e sul sequestro del cantiere. La salute dei cittadini viene prima di tutto.

 

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“L’eterogeneità del Diabete Mellito”, due giorni di convegno a Lecce

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LECCE – A Lecce i massimi esperti italiani nel campo della Diabetologia. L’appuntamento è per venerdì e sabato prossimi, 15 e 16 febbraio 2019, nella sala convegni del Castello Carlo V. Il convegno, intitolato “L’eterogeneità del Diabete Mellito: nuove acquisizioni fisiopatologiche, nuove terapie”, è organizzato dalla dr.ssa Rosalia Serra, responsabile dell’Unità Operativa territoriale di Endocrinologia/Diabetologia della Cittadella della Salute di Lecce.

Approfondire la conoscenza del diabete vuol dire poterlo diagnosticare e inquadrare correttamente per individuare la terapia migliore. Gli esperti sono concordi nell’affermare che si è di fronte ad una patologia complessa, dai tanti volti, che può presentare il rischio di complicanze. Il diabete, insomma, non è una malattia banale, per questo bisogna intervenire precocemente per poterne ottenere vantaggi in termini di terapia e di qualità della vita.

Per centrare questi obiettivi, servono competenze multidisciplinari nell’affrontare la malattia ed è per questo che il corso è aperto alle più svariate figure professionali: medico chirurgo, specialista in cardiologia, endocrinologia, geriatria, malattie metaboliche, malattie infettive, medicina interna, nefrologia, neurologia, ginecologia e ostetricia, oftalmologia, medicina generale, pediatra, infermiere e dietista.

Il punto di partenza resta la classificazione del Diabete Mellito, che individua entità cliniche diverse accomunate solo dal dato biochimico dell’iperglicemia: il diabete mellito di tipo 1 e di tipo 2, il diabete gestazionale (GDM), il MODY (una forma ereditaria che insorge in età pediatrica) e altri tipi.

E’ esperienza comune, infatti, che nell’ambito di ogni classe esiste un’eterogeneità nella modalità di esordio della malattia, nell’evoluzione, nella risposta alle terapie, nello sviluppo o meno delle complicanze. Il convegno leccese ha l’obiettivo di creare un’occasione di approfondimento e di discussione per ottenere risposte utili a guidare le decisioni quotidiane degli operatori sanitari per una sempre più appropriata cura ed assistenza dei pazienti.

Un percorso che necessariamente deve tradursi nell’efficacia ed efficienza dell’organizzazione sanitaria.Intervenire precocemente, del resto, significa curare adeguatamente le persone ed evitare le conseguenze di un approccio non corretto, che può sfociare in un eccessivo ricorso al ricovero in Ospedale.

Un effetto “misurato” dal Rapporto Bersagli 2017 (stilato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) attraverso il tasso di ospedalizzazione per diabete per 100.000 residenti (35-74 anni), attestato nella ASL Lecce al 17,58%, ossia saldamente al di sotto della soglia ottimale del 20 per cento e ben lontano dal 42,62% della media pugliese.

Un risultato frutto della gestione della patologia attraverso un’assistenza territoriale integrata, capace di mettere a sistema attività di prevenzione, diagnosi e cura all’interno di un circuito fondamentale per evitare il peggioramento del quadro clinico ed il conseguente ricovero in ospedale.

 

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“Com’eri vestita?”: domani la presentazione della mostra itinerante sulla violenza contro le donne

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LECCE – Domani, mercoledì 13 febbraio, alle ore 11, nella sala conferenze stampa di Palazzo Adorno, a Lecce, si terrà la presentazione di “Com’eri vestita?”, la mostra itinerante contro gli stereotipi che colpevolizzano le vittime di stupro, che sarà inaugurata il 16 febbraio prossimo, alle 18, a Copertino.

L’iniziativa di sensibilizzazione sul tema della violenza sulle donne è realizzata dall’Associazione di promozione sociale Specialmente e dalla Cooperativa sociale Rinascita, entrambe di Copertino, con il patrocinio di Provincia di Lecce, presidente della Regione Puglia e Assessorato regionale all’Industria turistica e culturale, Comune di Copertino, Unione dei Comuni Union3, Ufficio della consigliera di Parità della Regione Puglia.

Interverranno ad illustrare i dettagli del progetto il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, il presidente di Cooperativa Rinascita Antonio Palma, la presidente di Specialmente Aps Fernanda Rizzelli, il vice presidente e coordinatore della mostra Vincenzo Domenico Nobile.

La mostra, che sarà allestita nell’ex Chiesa delle Clarisse a Copertino fino al 20 febbraio, racconta storie di abusi poste accanto agli abiti in esposizione, i quali rappresentano, in maniera fedele, l’abbigliamento che la vittima indossava al momento della violenza subita. L’idea nasce da un progetto del 2013 di Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas, e di Mary A. Wyandt-Hiebert, responsabile di tutte le iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas, diffuso in Italia grazie al lavoro dell’Associazione Libere Sinergie, che ne propone un adattamento al contesto socio culturale del nostro Paese. Alla mostra parteciperanno attivamente gli Istituti scolastici superiori e comprensivi di Copertino.

 

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Diffamazione? No critica e satira nei confronti di un politico: assolto per i suoi scritti

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GALATINA (Lecce) – La critica e la satira non sono ancora dei reati. Così ha stabilito il gip Cinzia Vergine, in camera di consiglio, il 7 febbraio scorso a fronte dell’opposizione alla proposta di archiviazione da parte del pubblico ministero Maria Vallefuoco, avanzata da un politico locale, D.S., candidata per Leu al Parlamento Italiano nel corso dell’ultima tornata elettorale del 4 marzo 2018.

D.S. aveva querelato per diffamazione aggravata Antonio Mellone, 51enne di Noha (frazione di Galatina), privato cittadino, non iscritto all’albo dei giornalisti, collaboratore di lungo corso su un sito locale, per uno dei suoi articoli apparso nel corso dell’ultima campagna elettorale. Nel pezzo “incriminato”, che conteneva critiche a striature satiriche (tipiche di molti articoli di Mellone nei confronti di molti personaggi politici soprattutto locali) non si faceva menzione del nome della querelante la quale, nonostante tutto, riteneva incontrovertibile il collegamento tra i riferimenti elencati nell’articolo e la sua persona.

Il gip, in accoglimento delle tesi sostenute dall’avvocato Andrea Cera che difendeva il dottore Mellone, ha evidenziato l’inammissibilità dell’opposizione ritenendo, tra le altre, che non vi fossero gli elementi sufficienti a suffragio della riferibilità dello scritto alla querelante. Sotto altro profilo il gip ha ritenuto che “…quand’anche gli scritti del Mellone debbano intendersi riferiti alla D.S., negli stessi non si ritiene superato il legittimo esercizio di critica e satira politica nei confronti di personaggio, la D.S., pubblicamente e notoriamente in sede locale impegnata in tal senso”.

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Si offriva di portare in giro minore dopo infortunio ma poi abusava di lui: a processo

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F.Oli.

BORGAGNE (Lecce) – Si era offerto di aiutare un ragazzino (all’epoca dei fatti di 16 anni) in un momento per il minore estremamente difficile. Reduce da un intervento chirurgico per una frattura ad un piede non poteva deambulare e non poteva neppure frequentare la scuola. E quell’amico di famiglia avrebbe rappresentato per lui più di un appoggio in un periodo molto complesso. Da maggio a giugno 2014 quell’uomo più grande di lui si sarebbe offerto di portarlo in giro in macchina; lo avrebbe accompagnato in pizzerie e paninoteche pagandogli le consumazioni; gli avrebbe offerto delle sigarette. Non gli avrebbe fatto mancare nulla. Ma dietro a quell’apparente generosità si nascondeva un’altra identità uscita fuori dopo una settimana: quella del molestatore. Senza alcuno scrupolo e senza un minimo di rispetto per la dignità del ragazzino completamente plagiato.

Forte del clima di fiducia instaurato si sarebbe appartato in zone di campagna dove avrebbe approfittato del minore per soddisfare le sue voglie sessuali. Per il ragazzino rompere il muro del silenzio e della vergogna non è stato facile. In silenzio con i suoi genitori è stato un sacerdote a offrigli il suo contributo disinteressato per consentirgli di uscire da un blocco psicologico che lo aveva colpito tanto da isolarsi dal gruppo di amici. Il sacerdote, infatti, era stato informato da alcuni ragazzi che frequentavano la sua parrocchia della condizione di disagio del ragazzo.

Da lì è scattata un’indagine coordinata dal pubblico ministero Maria Consolata Moschettini che si è arricchita di episodi di presunte violenze su un 14enne nell’ottobre del 2013 e su un altro minore di appena 13 anni sempre in quel periodo. Nelle scorse ore l’uomo, un 40enne di Borgagne (frazione di Melendugno) è finito sotto processo. Il gup Edoardo D’Ambrosio ha rigettato la richiesta di una perizia, avanzata dagli avvocati Mario Blandolino e Giacomo Di Candia, per accertare lo stato di capacità di intendere e di volere (sulla base di una consulenza di parte che aveva rilevato disturbi della personalità che portavano ad una incapacità). La difesa, a quel punto, ha optato per l’abbreviato secco che si discuterà il 19 luglio. Il ragazzo, all’epoca di 16 anni, si è costituito parte civile con l’avvocato Francesco Calabro e ha chiesto un risarcimento danni di 100mila euro.

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Droga e armi da guerra: scatta il blitz, 27 arresti

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LECCE – Salento come “porta d’Oriente”. Un canale privilegiato da cui far passare tonnellate di droga dall’Albania alle varie regioni italiane fino a Paesi europei come Germania, Svizzera e Olanda. I fiumi di sostanze stupefacenti, soprattutto marijuana ma anche eroina e cocaina, oltre che di denaro, sono stati intercettati e bloccati dalle fiamme gialle che in circa due anni di indagini, grazie alla preziosa sinergia con le autorità e le forze dell’ordine albanesi, è riuscita a sgominare ben quattro organizzazioni criminali italo-albanesi.
Dalle prime luci dell’alba di oggi, oltre 100 militari del comando provinciale di Lecce e del servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma della guardia di finanza, coordinati dalla Direzione nazionale antimafia e dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, hanno dato vita all’operazione denominata “Fiori di primavera”, dando esecuzione a 27 ordinanze di custodia cautelare (di cui 21 di nazionalità albanese e sei italiana, tutti brindisini), di cui 22 in carcere e il resto ai domiciliari.

Sei sono quelle eseguite direttamente nel Paese delle Aquile dalle forze dell’ordine locali, tra cui spicca il nome di un già noto soggetto latitante. In totale sono 22 gli arresti effettivamente eseguiti, mentre gli altri 5 destinatari sono risultati irreperibili. Tutti sono stati identificati quali principali componenti dei quattro gruppi criminali specializzati nella produzione e nel traffico di droga, ma accusati anche di detenzione ed introduzione nel territorio nazionale di armi e munizioni da guerra, che, partendo dalle basi operative in provincia di Lecce, sono riusciti ad allungare i tentacoli a tal punto da sviluppare ramificazioni in Calabria, Toscana, Emilia Romagna, Sicilia, Liguria e Lombardia.

La strategia che ha permesso ai criminali albanesi di fare affari d’oro in tutta Italia, ma anche all’estero, secondo gli investigatori era fondata sui forti legami instaurati con i gruppi malavitosi localmente ben radicati in ogni territorio. Oltre a contare su uno zoccolo duro costituito dai propri complici connazionali, infatti, i gruppi criminali stringevano patti anche con le organizzazioni mafiose siciliane e calabresi che si approvvigionavano così di ogni tipo di droga attraverso il canale privilegiato costituito dall’asse Salento-Albania.
Le fiamme gialle hanno accertato, infatti, che gruppi criminali in questione, attivi anche in città italiane del Nord, si rivolgevano ai capi albanesi delle varie organizzazioni per rifornirsi di ingenti quantitativi di stupefacenti. Partite, queste, pagate in anticipo ed in contanti, tanto da creare un corrispondente flusso di denaro verso il Salento e il Paese delle Aquile sulle cui tracce si sono posti i militari del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza, giunta ad effettuare sequestri di enormi quantitativi di banconote in più occasioni.
Seguendo una vera e propria organizzazione piramidale, i capi di ogni gruppo italo-albanese commissionavano gli ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, da smerciare in Italia e in altri Paesi d’Europa, ai propri complici albanesi. E sempre nel Paese delle Aquile venivano poi reclutati gli scafisti, che avevano il compito di trasportare attraverso il Canale d’Otranto su potenti gommoni le tonnellate di marijuana, cocaina e eroina, presi poi in consegna dai componenti salentini delle varie bande.

I salentini, in posizione subordinata ai capi albanesi, da quanto emerso, si occupavano della fase logistica: stoccaggio e commercializzazione delle partite di droga. Nel corso della complessa attività investigativa i militari del Gico di Lecce, in collaborazione con i mezzi aerei e le motovedette del reparto operativo aeronavale di Bari, sono riusciti ad intercettare le spedizioni di droga in mare e ad intervenire direttamente presso i punti di sbarco lungo le coste pugliesi.

Ventisei in totale gli interventi effettuati nel corso dei due anni di indagine, che hanno permesso di arrestare in flagranza 31 persone, denunciarne 90 e bloccare lo smercio di ben 8 tonnellate e mezzo di marijuana, quasi 10 chili di eroina e cocaina oltre a varie armi e munizioni. Per rendere possibile un’attività investigativa così complessa consentendo anche l’individuazione dei luoghi di produzione, preparazione, stoccaggio e spedizione della droga e l’identificazione delle organizzazioni criminali responsabili, fondamentale è stata l’istituzione di una Squadra Investigativa Comune tra magistratura e finanzieri leccesi con i loro corrispettivi albanesi.

Una sinergia ed una collaborazione internazionale, elogiata nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la Procura di Lecce anche dal Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, che ha coinvolto anche il Ministero della Giustizia e dell’Interno, la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (D.C.S.A.), l’Interpol ed il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia(SCIP – Ufficio dell’esperto per la sicurezza in Albania) grazie ai quali i Finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Lecce e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma della Guardia di finanza.
L’arresto in carcere è scattato per 21 persone di nazionalità albanese: Altin Avdurami, 46 anni, residente a Castro; Arben Pazi, 42 anni; Arbnor Hoxhaj, 34 anni; Artur Malo, 35 anni; Bernanrd Tahiarj, 35 anni; Bilbil Kabello, 34 anni; Denis Pashaj, 33 anni; Dino Abazi, 37 anni; Dorian Alikaj, 35 anni; Dorjan Pashaj, 34 anni; Eduart Sallaku, 50 anni; Elvin Xamo, 40 anni; Erjon Xhelili, 36 anni; Fatmir Xhelili, 38 anni; Klaudio Fani, 34 anni; Kristian Nuredinaj, 36 anni; Kujtim Elmazi, 58 anni; Luka Beqiraj, 32 anni; Nertil Gerra, 31 anni; Raul Zenunaj, 40 anni; Ajet Cepaj, 50 anni. A questi si aggiunge Giancarlo De Simone, 52enne di Oria.

Agli arresti domiciliari i loro complici salentini: Donato Carlucci, 35 anni, di Brindisi; Gianfranco Contestabile, 51 anni, di Brindisi; Salvatore Santoro, 51 anni, di Brindisi; Giuseppe Vantaggiato, 41 anni, di Brindisi; Francesco Tarantini, 62 anni di Brindisi.

Gli arrestati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Alexia Pinto, Benedetto Scippa e Giuseppe De Luca.

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Ventuno attentati in tutta Italia, tra gli anarchici arrestati c’è anche un salentino

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di C. T.

C’è anche un salentino tra i sei sovversivi arrestati nei giorni scorsi dalla polizia, nell’ambito dello sgombero dello storico centro sociale “Asilo” di via Alessandria, a Torino, occupato sin dal 1995. In manette è finito il 34enne Antonio Rizzo, di Nardò, arrestato dagli uomini della Digos del capoluogo piemontese, in collaborazione con gli investigatori del nucleo antiterrorismo. Il salentino, insieme agli altri antagonisti, è accusato di avere compiuto ventuno attentati in tutta Italia. Il giovane neretino, fermato insieme ad altri cinque anarchici, è stato raggiunto a Bologna presso l’abitazione di un’amica (dove si trovava in regime di sorveglianza speciale) da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. A vario titolo, i sei “ribelli” sono accusati di associazione sovversiva, istigazione a delinquere nonché detenzione, fabbricazione e porto di ordigni esplosivi.

L’indagine del Gruppo antiterrorismo della Procura di Torino è stata ribattezzata “Scintilla” ed ha consentito di ricostruire ventuno attentati e sistematici atti intimidatori, che sarebbero stati perpetrati dal gruppetto degli anarchici finiti in manette – tutti esponenti storici del centro sociale torinese – nei confronti delle imprese impegnate nella gestione dei Cpr, i Centri di Permanenza per i Rimpatri. E tutto – scrive il gip nell’ordinanza – per influenzare le politiche del Governo nazionale sull’accoglienza ai migranti.

Il “quartier generale” degli anarchici sarebbe stato proprio il centro sociale “Asilo”, all’interno del quale venivano programmati le iniziative e gli episodi sovversivi, che a volte venivano concordati con gli stessi ospiti dei Cpr (ex Cie), cui i ribelli fornivano inneschi incendiari per le loro rivolte. Tra gli episodi contestati a Rizzo ed agli altri arrestati – una settima persona, una donna, è ancora ricercata – vi sono gli ordigni piazzati davanti agli uffici postali di Torino, Bologna e Genova (Poste Italiane, infatti, è proprietaria di MistralAir, società di aeronavigazione che si occupa del rimpatrio dei migranti), nonché i plichi esplosivi spediti a varie ditte tra Torino, Bologna, Milano, Roma, Bari e Ravenna. All’indomani dello sgombero del centro sociale torinese, che ha innescato in città una serie di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, alla sindaca di Torino Chiara Appendino è stata assegnata una scorta, in quanto destinataria di minacce – “Appendino appesa” – apparse sui muri del capoluogo piemontese.

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Distrusse pattuglia con un masso ed aggredì gli agenti: 26enne sarà espulso dall’Italia

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LECCE – Distrusse con un masso l’auto della polizia e non esitò ad aggredire gli agenti, che erano intervenuti per riportarlo alla calma. E adesso, scontata la pena, sarà espulso dal territorio nazionale.

I poliziotti della Divisione Immigrazione della Questura di Lecce, infatti, hanno provveduto ad accompagnare presso il Centro per i Rimpatri di Brindisi, ai fini dell’espulsione dall’Italia, un 26enne cittadino sudanese, precedentemente arrestato dai poliziotti per danneggiamento aggravato e lesioni a pubblico ufficiale.

Il cittadino straniero, infatti, nell’ottobre del 2016, aveva distrutto con un masso il parabrezza di un’autovettura in servizio della Polizia di Stato e, in preda ad uno stato di ira, aveva percosso, provocando lesioni, gli operatori della Volante intervenuti a seguito di una segnalazione di aggressione ai danni di un commerciante cinese.

Non solo. Il sudanese, durante un controllo di polizia, aveva tentato di sostituirsi ad un suo connazionale, esibendo la sua copia di permesso di soggiorno per protezione sussidiaria, tentando di eludere i controlli finalizzati all’identificazione.

Inoltre, durante la detenzione in carcere, si era peraltro reso responsabile di un’aggressione ai danni di un medico dell’Istituto Penitenziario e di un altro recluso.

Il 26enne sudanese, dopo aver scontato tutta la pena in carcere, è stato scarcerato e direttamente accompagnato dai poliziotti presso il Centro per i Rimpatri di Brindisi, da dove, nelle prossime settimane, verrà espulso dall’Italia e rimpatriato in Sudan, perché clandestino sul territorio nazionale.

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Processo Bcc: si costituiscono parte civile Villani Miglietta e Giulio Ferreri Caputi

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F.Oli.

CARMIANO (Lecce) – Entra nel vivo l’udienza preliminare nata dalla tribolata inchiesta sul presunto condizionamento della Scu nel rinnovo, nel 2014, del consiglio di amministrazione della Banca di Credito Cooperativo Terra D’Otranto. In  giornata davanti al gup Sergio Tosi si sono costituiti parte civile l’ex deputato di Alleanza Nazionale Villani Miglietta perché ingiustamente tirato in ballo nell’inchiesta (con l’avvocato Carlo Gervasi) e Giulio Ferreri Caputi (uno dei competitors estromesso dalla corsa alla carica di Presidente e assistito dall’avvocato Giancarlo Doria). E’ stato, poi, superato lo scoglio di due eccezioni preliminari sollevate dall’avvocato Francesco Paolo Sisto: il mancato deposito negli atti del processo dell’istanza di ricusazione del gup Vincenzo Brancato e la fissazione dell’inizio delle attività di indagine in contemporanea con gli attentati ai danni dell’ex sindaco di Porto Cesareo, Salvatore Albano e dell’allora capo dell’ufficio tecnico Tarcisio Basile.

L’udienza è stata aggiornata al 12 marzo quando verranno completate le discussioni del collegio difensivo prima della decisione del gup: prosciogliere o rinviare a giudizio il sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta; Tommaso Congedo, 42 anni, di Monteroni, direttore di filiale; Luciano Gallo, 50 anni, di Martano; Dino Mazzotta, 42 anni, di Carmiano; Ennio Capozza, 62 anni, di Lecce, visurista a contratto per la banca; Giovanni Mazzotta, 53 anni, di Monteroni, alias Gianni Conad”; Saulle Politi, 46 anni, di Monteroni; Italo Potì, 82 anni, di Melendugno; Maria Grazia Taurino, 53 anni, di Carmiano, addetta ai mutui e Giuseppe Caiaffa, 57 anni, di Carmiano, consigliere uscente. L’udienza si sarebbe dovuta già concludere a fine ottobre ma in quel caso il pm Carmen Ruggiero, titolare del fascicolo, chiese la ricusazione del gup Vincenzo Brancato – poi accolta dalla Corte d’Appello) – perché cognato di Valerio Conversano, consigliere del Consiglio di amministrazione della Bcc eletto nel 2016.

L’inchiesta venne avviata con una serie di perquisizioni eseguite dai carabinieri del Ros (all’epoca guidati dal colonnello Paolo Vincenzoni) presso la sede centrale della banca in viale Leopardi. Lo spulcio del corposo carteggio è andato avanti a lungo. Per ben tre anni. Nel massimo riserbo con l’ascolto di un centinaio di persone informate dei fatti tra cui noti esponenti della politica leccese.    Gli accertamenti, condotti dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, hanno riguardato episodi risalenti al 2014 e che non interessano l’attuale amministrazione della banca. Al centro dell’inchiesta risulta il citato sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, 48 anni, amministratore di fatto della banca. Il suo nome compare in tutti e otto i capi d’imputazione. Una serie di reati compiuti, stando alle conclusioni della Procura, per consentire al fratello Dino di ricoprire la presidenza estromettendo di fatto il rivale Giulio Ferreri Caputi. E il suo successo arrivò con numeri bulgari: 1700 voti su 1950 voti complessivi. L’aggravante mafiosa compare anche per altre ipotesi di reato come per l’accusa di violenza privata. In un presunto intreccio tra politica ed esponenti della criminalità organizzata in quel di Monteroni. Un ruolo di primo piano sarebbe stato ricoperto da Giovanni Mazzotta, condannato in passato per mafia che, stando alle indagini, avrebbe esercitato pressioni su un consigliere di maggioranza perché rassegnasse le dimissioni.

Due altre contestazioni, aggravate sempre dall’aggravante mafiosa, si riferiscono al presunto pressing esercitato su quattro soci affinché non sostenessero la nomina di Ferrieri Caputi. Giovanni e Giancarlo Mazzotta avrebbero chiesto con una telefonata ad un socio di consegnare nelle loro mani la delega al voto. Nel corso delle indagini, poi, sono state allegate le dichiarazioni del pentito di Casarano, Tommaso Montedoro, che ha riferito in un verbale della sua collaborazione, di essersi personalmente adoperato nella campagna elettorale in favore del sindaco di Carmiano nella scalata della banca in cambio di un impegno di Mazzotta nel reperire finanziamenti in Regione per realizzare un centro commerciale. Dichiarazioni il cui contenuto, da subito, è stato smentito con fermezza dal primo cittadino.

Il collegio difensivo è completato dagli avvocati Laura MinosiPaolo Spalluto, Saveria Maria Perrone, Antonio Savoia, Massimo Bellini, Pantaleo Cannoletta, Luigi Rella, Francesco Paolo Sisto, Paolo PepeGiancarlo Potì, Francesco Caroleo Grimaldi e Carlo Sariconi.

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Il Tar conferma interdittiva antimafia a carico dell’Asd Galatina 1917

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F.Oli.

GALATINA (Lecce) – Il Tar di Lecce conferma l’interdittiva antimafia a carico dell’Associazione sportiva dilettantistica Galatina 1917. I giudici della prima sezione del Tar (Presidente Antonio Pasca, consigliere Ettore Manca, consigliere estensore Patrizio Moro) hanno respinto l’istanza presentata dal legale rappresentante del Galatina 1917 Asd difeso dagli avvocati Domenico Zinnari e Alessandra De Pascalis contro il Comune di Galatina rappresentato dagli avvocati Giuseppina Capodacqua ed Elvira Anna Pasanisi.

Per i giudici non pare possa escludersi la sussistenza di quegli elementi sintomatici del rischio di infiltrazione mafiosa che fondano la misura preventiva; le sopravvenute dimissioni di alcuni soci dal Consiglio Direttivo non appaiono allo stato inficiare la legittimità dell’interdittiva impugnata considerata la permanenza degli stessi nella compagine associativa; i giudici, inoltre, rilevano che le dimissioni dei componenti del Consiglio direttivo comportano la necessità di ricostituire l’organo e la conseguente verifica dei requisiti di legge le cui circostanze avevano già indotto l’amministrazione comunale alla concessione dell’impianto “di volta in volta” per la disputa degli incontri di calcio.

Il provvedimento era stato notificato agli inizi di dicembre  dalla Prefettura che aveva rilevato la presenza all’interno della società di soggetti con precedenti penali, uno dei quali avrebbe avuto frequentazioni con personaggi che gravitano attorno al clan Coluccia. La storica associazione sportiva Pro Italia Galatina ha cessato di esistere nei mesi scorsi ed è stata rimpiazzata da un nuovo club, l’Asd Galatina 1917 che richiama con la data l’anno di fondazione del primo sodalizio calcistico nella cittadina di Galatina. L’interdittiva non ha comunque alcun collegamento con le condanne inflitte in primo grado a nove anni e quattro mesi ciascuno a carico di Luciano e Danilo Pasquale Coluccia, rispettivamente padre e figlio di 69 e 38 anni, scaturita dall’inchiesta “Offside”.

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Accoltellarono giovane dopo una lite in piazza: a processo padre e figlio

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F.Oli.

GAGLIANO DEL CAPO (Lecce) – Saranno giudicati con l’abbreviato condizionato Antonio Savarelli e il figlio Salvatore, rispettivamente di 48 e 25 anni, entrambi residenti a Gagliano del Capo arrestati per il ferimento di un 29enne del posto nella piazza del paese nell’aprile dello scorso anno. A margine dell’udienza preliminare il gup Edoardo D’Ambrosio ha ammesso la richiesta di rito alternativo che verrà discusso il 18 giugno prossimo. I legali dei due imputati, Luca Puce e Paolo Pepe, hanno chiesto l’acquisizione di una consulenza di parte effettuata dal medico legale Francesco Faggiano che avrebbe evidenziato come le coltellate non avrebbero potuto causare il decesso. Da qui la richiesta di riqualificare l’accusa di tentato omicidio in lesioni personali gravissime.

Per ora, però, padre e figlio devono difendersi dall’accusa di tentato omicidio alla luce degli esiti di una consulenza disposta, in fase d’indagine, con cui il medico legale Ermenegildo Colosimo ha rilevato che le lesioni inferte al giovane avevano colpito organi vitali. La vittima dell’accoltellamento si è già costituita parte civile con l’avvocato Giovanni Chiffi. Sottoposto ad un delicato intervento per la rimozione di parte di un polmone ha problemi di respirazione. E la richiesta risarcitoria per i danni riportati è stata quantificata sui 260mila euro.

L’intera vicenda si sviluppa nell’arco di pochi minuti. Scenario: la piazza di Gagliano del Capo nei pressi di un bar. Qui il giovane incrocia Salvatore Savarelli e lo addita come responsabile (o quanto meno coinvolto) di un furto di reti di olive e di un incendio nella campagne del padre. I due iniziano a litigare ma poco dopo si allontanano. Pochi minuti dopo, però, la situazione si fa nuovamente incandescente. Non appena arriva il padre di Savarelli i toni si surriscaldano nuovamente. Il 28enne offende il più giovane dei Savarelli scatenando la reazione del padre.

Questi raggiunge la motoape e afferra una roncola. Si scaglia contro il giovane che riesce a parare i colpi facendosi scudo con la propria bicicletta. Ma il più grande dei Savarelli è una furia. Niente e nessuno riesce a contenerlo. Raggiunge nuovamente il proprio mezzo. Questa volta recupera un’accetta e si scaglia nuovamente contro il giovane. Nel frattempo arriva il figlio. Impugna un coltello e colpisce il 28enne che stramazza al suolo. Solo grazie al coraggioso e tempestivo intervento della fidanzata il giovane viene sottratto ai due Savarelli. Le sue condizioni, però, sono gravi. Viene trasferito d’urgenza presso l’ospedale di Tricase e ricoverato in terapia intensiva in prognosi riservata. Nel frattempo i carabinieri della locale stazione, supportati dai colleghi del Norm di Tricase, rintracciano padre e figlio arrestati con l’accusa di tentato omicidio. Vengono trovate anche la roncola e l’accetta ma non il coltello.

In sede di udienza di convalida, i due Savarelli hanno ribaltato tale ricostruzione sostenendo di essere stati loro aggrediti dal giovane che impugnava un coltello. Una versione confutata con il prosieguo delle indagini grazie alle dichiarazioni acquisite dai testimoni presenti in piazza che hanno escluso che il giovane avesse effettivamente un coltello in mano. In più la consulenza del dottore Colosimo ha evidenziato più ferite sul corpo della persona offesa riconducibili all’accetta e ad alcune coltellate. Attualmente i due imputati si trovano ai domiciliari.

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Bomba nella notte squarcia un’auto, danni anche ad un’abitazione

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PORTO CESAREO (Lecce) – Un ordigno squarcia l’auto di un 42enne. È accaduto nella notte a Porto Cesareo, dove ignoti malviventi hanno piazzato e fatto esplodere una potente bomba carta sulla Fiat 500X in uso all’uomo, ma di proprietà di una donna. L’esplosione, avvertita in tutta la cittadina, si è verificata attorno alle 1.15 in via Riccione ed ha danneggiato completamente la parte anteriore del veicolo nonché la finestra del salotto dell’abitazione dei proprietari del mezzo.

Sul posto, lanciato l’allarme, sono intervenuti i carabinieri e l’artificiere del Reparto operativo del Comando provinciale di Lecce. Il danno è in corso di quantificazione. Le indagini dei militari della Compagnia di Campi Salentina dovranno appurare i motivi che si nascondono dietro all’attentato intimidatorio e, ovviamente, risalire ai suoi autori.

 

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Alternanza scuola-lavoro, sottoscritto un accordo tra Cisl Lecce e Istituto “Grazia Deledda”

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LECCE – Anche per l’anno scolastico in corso la Cisl di Lecce ha sottoscritto con l’Istituto Tecnico “Grazia Deledda” di Lecce, nella persona del dirigente scolastico Raffaele Capone, una convenzione quadro per la promozione e lo svolgimento di tirocini di formazione ed orientamento di alternanza scuola-lavoro.

Detta convenzione impegna l’intero sistema Cisl Lecce, nelle sue varie articolazioni confederali, di federazione, enti ed associazioni.

I percorsi configurati sono di natura triennale e fortemente inerenti l’indirizzo di studio del singolo studente, secondo una logica di personalizzazione del percorso, utile a rifuggire da alcune diffuse cattive prassi che, purtroppo, rendono tale esperienza mero assolvimento di un obbligo piuttosto che significativa opportunità di apprendimento e crescita.

Alla fase di progettazione individualizzata ha fatto seguito, nei giorni scorsi, l’avvio dei percorsi presso le articolazioni che hanno aderito alla convenzione quadro: ufficio vertenze, CAF, Cisl Scuola.

Il supporto e la guida dei tutor interni si è rivelata strategica al fine di realizzare un contesto di apprendimento fortemente integrato e complementare a quello dell’aula ed una permeabilità tra i due diversi ambienti. L’attuale fase, avviata per gli alunni delle classi quarte nei giorni scorsi, avrà termine venerdì prossimo per poi riprendere e concludere l’annualità nel mese di giugno.

Successivamente prenderà avvio il percorso per i nuovi alunni delle classi terze, secondo una logica progressiva che porterà, nel prossimo anno scolastico, al compimento dell’intero ciclo, con presenze di alunni dalle terze alle quinte classi.

“Nonostante gli inaccettabili tagli operati ai percorsi di alternanza scuola lavoro dal Governo in legge di Bilancio, continuiamo a credere nel loro valore e nel bisogno di un rafforzamento della qualità che non può prescindere da una dimensione quantitativa – ha dichiarato Antonio Nicolì, segretario generale della Cisl di Lecce. Come più volte evidenziato dalla nostra segretaria generale Annamaria Furlan si corre invece il rischio di un loro indebolimento e di una conseguente smobilitazione dell’impegno da parte delle scuole. Occorre spendersi per risolvere le difficoltà e superare le resistenze che ne hanno ostacolato la prima attuazione, coinvolgendo appieno i vari sistemi territoriali e operare un reale orientamento dei giovani del territorio. Occorre un patto che permetta di giungere ad un effettivo ed efficace governo contrattato dell’alternanza”.

 

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“Medico e paziente incontrano l’arte”. Al via la prima edizione di un concorso artistico tra le corsie ospedaliere

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LECCE – Si è tenuta nel pomeriggio di ieri presso la sede dell’Ordine Dei Medici della Provincia di Lecce in via Nazario Sauro 31, la conferenza stampa di presentazione del Concorso Internazionale di Grafica, Pittura, Cartapesta e Disegno per i Pazienti pediatrici.
“Medico e Paziente incontrano l’Arte” è il titolo della prima edizione del concorso organizzato dall’Ordine Dei Medici della Provincia di Lecce in programma dal 21 al 30 novembre 2019.
Il Concorso è aperto a tutti i Medici e ai Pazienti con disabilità invalidante, ma non solo. Inoltre una sezione speciale è dedicata sia ai piccoli pazienti di Oncologia Pediatrica che a tutti i piccoli affetti da altre patologie, comunque, limitative.
I componenti della Commissione della gara sono stati nominati ieri durante la conferenza di presentazione. Mons. Michele Seccia, le docenti Imma Tempesta e Grazia Semeraro, il dr. Cesare Giannone, il dr. Ennio Brunetta e la dr.ssa Caterina Pati, il dr. Gianni De Filippi e la dott.ssa Stefania Mandurino.
I Curatori eletti della mostra saranno il prof. Luigi De Mitri e la dott.ssa Pompea Vergaro, presenti durante la conferenza ufficiale.
“Il Concorso, ambizioso e unico nel suo genere, nasce dal volere ristabilire e migliorare quel rapporto ambivalente tra medico e paziente, rapporto in continuo divenire, fatto di umanità e reciprocità. L’obiettivo, nell’arte come nella medicina, rimane sempre quello di migliorare la qualità della vita”. Queste le parole del dr. Donato De Giorgi, Presidente dell’Ordine Dei Medici della Provincia di Lecce che ha presieduto la conferenza di ieri insieme al dr. Cosimo Metrangolo, Presidente della Commissione Cultura- Arte -Scienza- Spettacolo- Ordine dei Medici Lecce, nonché componente della Commissione del Concorso.

La partecipazione alla gara è a titolo gratuito. Il Concorso, con il Patrocinio di Regione Puglia, Provincia e Comune di Lecce e Consigliera di Parità Provincia di Lecce, si suddividerà in 4 sezioni artistiche: Grafica, Pittura, Cartapesta e Disegno. Per poter partecipare ogni Artista dovrà inviare un’immagine dell’opera ad alta risoluzione dalla libera tematica entro e non oltre il 30 ottobre 2019. La Collettiva verrà inaugurata venerdì 22 novembre 2019, e si caratterizzerà di incontri culturali, conversazioni d’arte e performance teatrali. La premiazione in denaro dei primi tre classificati avverrà il seguente sabato 30 novembre.
É possibile consultare l’intero regolamento inviando una mail a info@ordinemediciliecce.it

Chiara Rosato

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Campetto tolto alla Parrocchia, Nardò Bene Comune in soccorso di don Giuseppe

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NARDO’ (Lecce) – “Se sapessimo che Mellone toglie ai ricchi per dare ai poveri, saremmo davvero felici. Invece ogni giorno che passa ci è sempre più chiaro che Mellone toglie alla comunità per dare agli amici degli amici.

Lo fa quando investe soldi di tutti in incarichi esterni non necessari. Lo fa quando omette di perorare la causa di una delle più prestigiose scuole alberghiere (il Moccia nella sua Nardò), per favorire la comunità del suo amico Stefano Minerva a Gallipoli.

Lo fa quando, e questa è solo l’ultima delle sue epiche gesta, toglie ai giovani della comunità parrocchiale di Santa Maria degli Angeli un campetto per lo sport e lo dà in gestione ai privati.

“Il parroco – si legge in una nota di Nardò Bene Comune – prova invano a contattare il sindaco che non si presenta all’incontro con le parti e non risponde alle richieste né alle diverse lettere.

Il parroco non sa come fare e, siccome tutta la sua comunità ne risentirà, visto che sono centinaia i giovani a frequentare il campetto, racconta i fatti durante le affollatissime messe di domenica 10 febbraio, affinché chiunque sia in contatto con il sindaco possa riferire.
Nardò Bene Comune vuole aiutare don Giuseppe della parrocchia di Santa Maria degli Angeli a raggiungere il sindaco Mellone (‘in 50 anni non mi era mai accaduto nulla di simile’ ha detto), e perciò sollecitiamo Pippi Mellone a mettersi al servizio della sua comunità, invece di giocare a questa specie di Risiko che è diventata Andare Oltre”.

 

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Emergenza idrica nel Salento, Abaterusso: “Lettera al Presidente Emiliano”

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“Comprendo bene le preoccupazioni dei cittadini salentini, soprattutto quelli residenti negli edifici di Arca Sud Salento, che hanno appreso in questi giorni dell’invio, da parte di Acquedotto Pugliese, di preavvisi di distacco e sospensione della fornitura idrica. A loro va tutta la mia solidarietà e vicinanza”. Così il Presidente del Gruppo consiliare LeU/I Progressisti in Regione Puglia, Ernesto Abaterusso, commenta la scelta compiuta da AQP e, cogliendo l’accorato appello degli assegnatari di alloggi popolari, ha scritto al Presidente Emiliano.
“Pur riconoscendo che buona parte del problema deriva dalla generale difficoltà al pagamento puntuale delle utenze e alla luce del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che sancisce il diritto inalienabile, anche per i morosi, ad una erogazione minima di almeno 50 litri di acqua giornalieri, trovo non sia più rinviabile affrontare la questione sotto la lente di ingrandimento politica” spiega Abaterusso.

“Per questo ho scritto al Presidente Emiliano, che so essere persona di grande sensibilità e attenta alle esigenze dei più bisognosi, affinché verifichi la situazione e metta in campo interventi incisivi e tangibili volti a scongiurare l’ennesima emergenza idrica”.

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Corsa alle regionali con il centrosinistra spaccato, Emiliano prova a ricucire e intanto fioriscono i civici

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BARI – L’avvocato Michele Laforgia, come anticipammo in tempi non sospetti, è l’anti-Emiliano che la sinistra radicale stava cercando per mettere in crisi il governatore della Puglia. Quest’ultimo ha accontentato i suoi detrattori e ha annullato le primarie di febbraio. Ormai le consultazioni di base non si faranno più, anche se l’annuncio è che sono rinviate a data da destinarsi. La sinistra radicale, però, con Vendola in testa, in asse con i renziani, chiede la testa di Emiliano minacciando la corsa solitaria con Laforgia. È una frattura profonda. Il centrosinistra rischia di correre spaccato mentre il centrodestra fa le prove di corsa unitaria. Il presidente della Regione Puglia sa che non può arrivare al 2020 così e cerca di tendere la mano ai nemici. Nel frattempo, però, mette al sicuro un po’ di alleanze con i civici, finto-civici e gente dalla provenienza destrorsa. C’è perfino Pino Romano tra i nuovi civici, lui che è stato uno storico dirigente della sinistra e del Pd si vuole rifare un look da “società civile”. Miracoli della politica regionale.

I nemici di Emiliano si organizzano e dialogano anche con l’area renziana, che medita vendetta. Teresa Bellanova ormai rema contro la candidatura del governatore in carica e lo fa anche l’ex alleato Dario Stefano, che però ha perso un pezzo importante come Sebastiano Leo.

SENSO CIVICO, AL FIANCO DI EMILIANO CON NOMI NOTI ALLA POLITICA

Ambiente, lavoro, politiche di sviluppo per il territorio e soprattutto Mezzogiorno. Sono i pilastri fondativi di “Senso Civico per la Puglia”, la nuova associazione politico-culturale, promossa dai consiglieri regionali Leo Di Gioia, Paolo Pellegrino, Alfonso Pisicchio, Pino Romano, Giuseppe Turco e Sabino Zinni.

L’iniziativa, illustrata questa mattina a Bari alla presenza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, mira a mettere in rete le diverse esperienze civiche dei territori e le migliori energie propositive per un Sud più moderno e per continuare l’azione di governo del centrosinistra in Puglia.

Il logo di Senso Civico è una mano che unisce tenendo tra le dita una foglia con i colori della nostra terra.

“Senso Civico è un laboratorio politico che mette al centro il buon governo regionale della Puglia e di Michele Emiliano, iniziando a immaginare non solo il programma di fine mandato, ma anche quello del domani. Iniziamo un percorso nuovo basato sulle diverse esperienze civiche dei sei promotori. Non a caso ciascuno di noi rappresenta una delle sei province della Puglia dimostrando il proprio legame con l’elettorato e con il territorio, un legame fatto di confronto, condivisione e ascolto. Mai come oggi, in questa fase storica, c’è più bisogno di Sud e di politiche per il Sud. E la Puglia può e deve diventare la protagonista di questo rilancio. Senso Civico sarà quindi un contenitore inclusivo e aperto al dialogo senza barriere e pregiudizi” ha spiegato Alfonso Pisicchio.

“Quasi il 70% del popolo italiano non ha una rappresentanza e non ha un punto di riferimento. È quindi evidente la necessità di costruire una grande alleanza contro il neo-autoritarismo – ha spiegato il presidente Michele Emiliano -. Senso Civico nasce per tenere insieme pezzi di popolo che hanno bisogno di riferimenti.  Diverse questioni di merito saranno al centro dell’attività di questa nuova associazione, dalla giustizia sociale alla questione ambientale, dai temi della sanità e dell’immigrazione, che è una risorsa e non una debolezza, a quelli per il rilancio del Mezzogiorno. “Nel dna di Senso Civico – ha aggiunto il presidente – c’è la centralità della questione ambientale. E la volontà di spingere verso processi di innovazione tecnologica che in qualche maniera accelerino la transizione verso forme di energia che non determinano il riscaldamento terrestre e polluzione”.

Per Paolo Pellegrino non si tratta di “un civismo tattico e opportunistico, che trova radice in mere esigenze elettorali”. “Ma siamo un movimento – ha sottolineato – che vuole dare un contributo notevole alla politica regionale, se è vero che i movimenti civici hanno trovato terreno fertile in una società stanca dei partiti. E il civismo deve gestire questa fase di transizione. Tutti insieme abbiamo quindi pensato di creare un contenitore per dare un maggiore contributo all’azione politica di Michele Emiliano, soprattutto su temi qualificanti come salute e ambiente”.

“Questo nuovo percorso – ha spiegato Giuseppe Turco – racchiude in sé tante energie. Vogliamo aprirci al mondo imprenditoriale, al terzo settore, al tessuto produttivo e sociale della nostra Puglia. Di una Puglia che, grazie all’azione di governo di Michele Emiliano, sta rialzando la testa e sta conducendo battaglie nazionali importanti. Penso all’ambiente e al diritto alla salute per la mia Taranto, ma penso anche alle azioni concrete come il Reddito di Dignità che hanno anticipato di gran lunga le misure populistiche e demagogiche dell’attuale governo giallo-verde. Ecco, noi di Senso Civico vogliamo essere la concretezza”.

“La gestazione di questo progetto – ha ricordato Sabino Zinni – viene da lontano, è stata sì lenta ma proficua. Abbiamo cominciato nel 2015 con l’impegno in Regione e con le nostre diverse storie personali e professionali che man mano si sono intrecciate, anche grazie all’intuizione politica di Michele Emiliano su un centrosinistra più moderno e che deve aprirsi al civismo, se è vero che il 70 per cento dell’elettorato non si riconosce più nei partiti tradizionali. Noi di Senso Civico guardiamo alle politiche per il Sud e mi piace citare Don Tonino Bello e il suo bellissimo libro “Sud a caro prezzo”. Bene, noi ancora oggi siamo in un Sud a caro prezzo e lo siamo per le politiche sciagurate di questo governo. Il “governo del cambiamento” che chiude, che alimenta paure e becere rivendicazioni. Noi invece ai muri preferiamo i ponti, alla paura opponiamo la speranza. E questo progetto civico lo dimostrerà dando sostegno al governo di Michele Emiliano”.

“La mia adesione a Senso Civico – ha dichiarato Pino Romano – è arrivata naturalmente. Mi sento per tante ragioni il padre di questo progetto culturale e politico che muove da una chiara esigenza di partecipazione attiva di chi oggi non si sente rappresentato da nessuna forza politica. Senso Civico per la Puglia sarà un luogo aperto dove storie ed esperienze di valore si confronteranno. Esiste un tempo per tutto, in politica come nella vita, questo a mio avviso è quello della semina. Viviamo un momento storico triste, avaro con la memoria; la cultura del “nuovo ad ogni costo” e della “rottamazione” ha provocato un indebolimento grave della qualità della classe dirigente politica di questo Paese. Un governo gialloverde che umilia l’immagine dell’Italia e alimenta rabbia sociale. Non possiamo permettere che ciò avvenga anche a livello regionale. Ecco perché chi come me crede profondamente nel valore formativo della politica, non poteva sottrarsi dal dare un contributo personale ad un progetto collettivo come questo”.

Piena adesione al progetto anche da parte di Leo Di Gioia, non presente alla conferenza stampa per concomitanti impegni istituzionali.

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Confartigianato Puglia, un’azione collettiva per recuperare il danno del ‘cartello costruttori’

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PUGLIA – Confartigianato Puglia si schiera a tutela delle imprese nell’azione collettiva contro il cartello dei costruttori dei Tir, riconosciuti colpevoli dalla Commissione europea di aver gonfiato i prezzi degli autocarri.

L’organizzazione di categoria delle piccole imprese ha allestito un apposito servizio di affiancamento e supporto per le aziende interessate ad aderire alla class action per il recupero del sovrapprezzo e lo presenterà in un incontro aperto al pubblico il prossimo sabato 16 febbraio, a partire dalle 15, in Fiera del Levante presso il padiglione Confartigianato.

Va ricordato che il 19 luglio 2016 la Commissione europea ha sanzionato i maggiori produttori di autocarri (Volvo/Renault, Man, Daimler/Mercedes, Iveco, DAF e Scania) per aver formato un cartello finalizzato a incrementare i prezzi al dettaglio degli autocarri.

Questa decisione dà la possibilità –  alle imprese che hanno acquistato (o avuto in leasing) da tali costruttori i propri autocarri (da almeno sei tonnellate) nel periodo che va da gennaio 1997 a gennaio 2011 – di recuperare la maggiorazione di prezzo pagata, a mezzo di un’azione legale.

È stato stimato che il costo di ciascun autocarro sia stato incrementato di circa il 15 per cento del prezzo di mercato. Sono migliaia le imprese potenzialmente coinvolte. Non si parla solo di aziende di autotrasporto ma anche, ad esempio, di imprese edili, metalmeccaniche, del legno proprietarie di camion ad uso proprio purché superiori ai sei tonnellate.

In base alla valutazione di tempo, rischi, costi, potenziale recupero ed esperienza in simili azioni, le principali associazioni italiane degli autotrasportatori, Confartigianato in testa, hanno ritenuto di aderire all’azione già instaurata da circa un anno dalla Fondazione olandese Stichting trucks cartel compensation, supportata dal litigation funder Omni Bridgeway, davanti al Tribunale di Amsterdam, quale migliore opportunità per soddisfare al meglio l’interesse dei propri associati.

«L’azione legale non comporta nessun costo e nessun rischio per le imprese aderenti – spiega Michele Giglio, presidente regionale degli autotrasportatori di Confartigianato – e verrà portata avanti per conto di tutti gli aderenti dalla Fondazione Stichting Trucks Cartel Compensation, appositamente creata, che comparirà in giudizio sollevando gli autotrasportatori dagli oneri che ne deriveranno. La Fondazione sarà supportata da un team di legali ed economisti di prim’ordine: gli Studi legali Loyens & Loeff e, per l’Italia, Osborne Clarke, mentre per la valutazione economica si avvarrà degli economisti di CEG. Per facilitare l’adesione è stata creata una piattaforma on-line che consentirà a tutti gli imprenditori che ne abbiano interesse, con l’aiuto delle associazioni stesse, di caricare i propri dati e i documenti a supporto del proprio possibile diritto risarcitorio. Invito pertanto gli imprenditori interessati a partecipare all’evento informativo del 16 febbraio ed a recarsi presso la propria Confartigianato di riferimento per avere ogni ulteriore dettaglio in merito«.

 

 

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