LECCE – Un terremoto giudiziario scuote il Tribunale e l’Asl di Lecce. In carcere, infatti, sono finiti il pubblico ministero Emilio Arnesano ed il dirigente dell’Asl Carlo Siciliano; ai domiciliari, con braccialetto elettronico, invece, sono stati ristretti Ottavio Narracci, direttore generale dell’Asl di Lecce, Giorgio Trianni e Giuseppe Rollo, dirigenti dell’Asl di Lecce, nonché l’avvocato Benedetta Martina. Divieto di dimora, invece, per l’avvocato Salvatore Antonio Ciardo.
La vicenda ruota attorno ad alcuni “favori” che il pubblico ministero Arnesano avrebbe concesso agli altri indagati, ricevendo in cambio benefit, soggiorni e persino prestazioni sessuali per vincere processi o superare gli esami di Stato per diventare avvocato.
Il procedimento – radicato per competenza presso la Procura di Potenza essendo l’Arnesano magistrato in servizio presso il distretto della Corte d’Appello di Lecce — ha avuto origine da singola e specifica notizia di reato a carico del pubblico ministero e di altri soggetti, emersa nel corso di indagini svolte dalla Procura della Repubblica di Lecce nei mesi scorsi e poi inviate per competenza a quella potentina.
Le indagini, delegate al Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce, hanno fatto emergere così una serie di fatti-reato di cui si sarebbe reso protagonista il magistrato leccese. Partite da una denuncia per corruzione relativa al dissequestro di una piscina di pertinenza del dottor Trianni, in cambio del quale il pubblico ministero avrebbe acquistato a prezzi stracciati dallo stesso dirigente Asl un’imbarcazione di 12 metri, le indagini dei finanzieri hanno portato alla luce ulteriori episodi di corruzione in atti giudiziari nonché di induzione a dare o promettere utilità a pubblico ufficiale e di abuso d’ufficio.
Come emerso dagli accertamenti, infatti, il pubblico ministero Emilio Arnesano – in più procedimenti – avrebbe venduto l’esercizio della sua funzione giudiziaria in cambio di incontri sessuali ed altri favori. In particolare, le indagini hanno svelato che lo stesso pm aveva stretto un rapporto corruttivo, consolidato e duraturo con l’avvocatessa Benedetta Martina, leccese di 32 anni, dalla quale otteneva prestazioni sessuali per pilotare i processi che vedeva sul banco degli imputati persone assistite dall’avvocatessa.
Non solo. In un altro caso, come svelato dagli accertamenti svolti e dalle intercettazioni, la stessa avvocatessa Martina avrebbe chiesto ad Arnesano di aiutare la sua amica e giovane collega F. N. a superare la prova orale dell’esame d’avvocato, anche in questa circostanza previa prestazione sessuale. Prova che, dopo avere interpellato e concordato le domande con l’avvocato Ciardo (componente della Commissione d’esame per avvocato presso la Corte d’Appello di Lecce), veniva in effetti superata.
Gli incontri “hot” del pubblico ministero non sarebbero finiti qui. Come emerso nel corso dell’attività investigativa, infatti, Arnesano avrebbe chiesto prestazioni sessuali anche ad una terza avvocatessa, M.C., 34enne di Galatina, che gli aveva chiesto di intervenire a suo favore con il presidente del Collegio di Disciplina, l’avvocato Augusto Conte.
Su di un altro fronte, invece, Arnesano si sarebbe reso protagonista di un ulteriore e collaudato sistema di vendita delle funzioni giudiziarie, in cui garantiva reiteratamente a favore di dirigenti e medici dell’ASL di Lecce, amici di Carlo Siciliano, affinché venissero pilotati i procedimenti giudiziari a loro carico verso un esito a loro favorevole.
In cambio, il pubblico ministero avrebbe ottenuto favori di carattere economico. In una circostanza, ad esempio, avrebbe acquistato dallo stesso Siciliano un’imbarcazione di 12 metri, ad un prezzo di gran lunga inferiore ala suo prezzo di mercato (accettando, peraltro, un pagamento in mazzette di denaro contante — sulla cui origine sono in corso accertamenti – e indicando nell’atto di acquisto un prezzo simbolico non corrispondente a quello realmente pagato).
Stando ai finanzieri, quell’episodio corruttivo era la ricompensa per il pm per essersi impegnato personalmente, in quanto pubblico ministero di udienza, in una strategia processuale tesa a fare ottenere l’assoluzione al dirigente Asl Narracci (assoluzione poi ottenuta) e legato al Siciliano, accusato di peculato innanzi al Tribunale di Lecce. Come ricompensa, Arnesano avrebbe ottenuto inoltre soggiorni gratuiti con battute di caccia incluse, imbarcazioni a prezzo di saldo e trattamenti di favore nelle prenotazione delle visite mediche o di interventi per familiari ed amici.
Nei confronti del pubblico ministero Arnesano è inoltre scattato il sequestro dell’imbarcazione in questione nonché quello della somma contante di 18mila e 400 euro, sulla quale – come detto – sono in corso ulteriori verifiche.
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