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Tentato omicidio nel casolare: arresto non convalidato ma i tre aggressori rimangono in carcere

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COPERTINO (Lecce) – Rimangono in carcere i tre presunti responsabili dell’agguato ai danni di Paolo Panzanaro, 46enne di Veglie, picchiato e ferito con due colpi di pistola calibro 7,65 da un commando armato piombato nella sua abitazione di campagna martedì mattina. Il gip Carlo Cazzella non ha convalidato l’arresto (per mancanza della flagranza) e applicato la custodia cautelare in carcere per Bruno Guida, 42 anni di Leverano, difeso dall’avvocato Pantaleo Cannoletta; Matteo Niccoli, 22 anni, assistito dall’avvocato Valeria Corrado e Peppino Vadacca, tappezziere incensurato di 43 anni, difeso dall’avvocato Vito Quarta, entrambi di Carmiano. Il giudice ha ritenuto che vi siano, oltre alle esigenze cautelari, gravi indizi di colpevolezza per il reato, in concorso, di detenzione illegale e porto di arma da fuoco, lesioni personali e tentato omicidio. Per quest’ultima contestazione il gip evidenzia come siano necessari ulteriori approfondimenti per stabilire la dinamica degli spari; se siano stati esplosi verso la vittima che ai carabinieri ha dichiarato di aver schivato i colpi.

Nel corso dell’udienza di convalida, pur avvalendosi della facoltà di non rispondere, i tre hanno rilasciato spontanee dichiarazioni precisando di aver voluto dare una lezione a Panzanaro ma di non aver mai avuto l’intenzione di ammazzare. All’appello però mancherebbe il quarto uomo, come gli altri ripreso dalle telecamere esterne posizionate attorno al casolare in contrada Olmo, tra Leverano e Copertino, in cui Panzanaro è stato sorpreso mentre si trovava con moglie e figlio.

Stando alle indagini portate a termine con estrema velocità dai carabinieri della Tenenza di Copertino (agli ordini del luogotenente Salvatore Giannuzzi) insieme ai colleghi della Compagnia di Gallipoli (al comando del capitano Francesco Battaglia) il commando è arrivato a bordo di una Bmw scura – poi ritrovata – a volto scoperto. Panzanaro è stato prima picchiato poi ferito con due colpi di pistola. Subito dopo gli aggressori si sono dileguati.

Dopo aver visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza gli investigatori si sono presentati in casa di Bruno Guida. Incrociando altri elementi sulle fattezze fisiche dei complici e su alcuni particolari (tra cui un tatuaggio all’avambraccio sinistro di uno degli aggressori) e il confronto con le dichiarazioni dei testimoni oculari, i carabinieri hanno bloccato e arrestato gli altri due presunti componenti del commando.

F.Oli. 

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Morì a 37 anni durante una gara di ciclismo: una condanna e due assoluzioni

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F.Oli.

LEUCA (Lecce) – Si chiude con una condanna e due assoluzioni il processo sulla morte di Massimiliano De Luca, 37enne di Lucera (comune in provincia di Foggia), deceduto l’11 aprile del 2010 nel corso del settimo “Giro del Capo di Leuca”. Il giudice monocratico della seconda sezione monocratica, Valeria Fedele, ha condannato a 2 anni di reclusione, pena sospesa, Roberto Calabrese, 54 anni di Castrignano del Capo, Presidente del Gruppo Ciclistico Capo di Leuca e organizzatore della manifestazione, difeso dall’avvocato Carlo Chiuri; verdetto di assoluzione per Salvatore Sergi, 57enne di Salve, conducente del mezzo con cui il ciclista si scontrò, difeso dall’avvocato Mario Coppola, perchè il fatto non costituisce reato e Pasquale Rocco D’Amico, 59 anni, di Ruffano volontario della protezione civile . “Finisce un incubo per il mio assistito”, commenta l’avvocato Coppola, “che, a distanza di anni, è riuscito a dimostrare la sua totale estraneità per un fatto così grave. Nel contempo ci stringiamo ancora una volta al dolore dei familiari di De Palma”.

Le indagini sulla morte di un grande appassionato di ciclismo, sono sono state condotte dai carabinieri della locale stazione di Specchia, guidati dal maresciallo Zezza, dopo una serie di sopralluoghi e ascolti in caserma morto mentre era impegnato nella gara.  La tragedia si verificò in prossimità dell’incrocio tra la provinciale 339 e una strada rurale (conosciuta come “la Ficanazza”, nel territorio di Salve. Secondo l’impostazione accusatoria, nonostante un divieto di transito a seguito di un’ordinanza del Prefetto di Lecce e la chiusura degli accessi alle stradine poderali con le transenne, D’Amico, volontario appartenente al gruppo della protezione civile di Ruffano, avrebbe spostato il blocco per consentire il transito al furgone.

Assieme ad un gruppo di 620 ciclisti, il 37enne era partito, a prima ora, dal lungomare di Santa Maria di Leuca. Al momento della tragedia, si trovava nel secondo gruppo di testa della competizione, con i suoi compagni di squadra. Giunto a ridosso di una discesa avrebbe tentato la fuga; poi, all’altezza di una curva in leggera pendenza, invase la corsia opposta opposta mentre sopraggiungeva il motocarro Dumbo, condotto da Sergi, diretto a Salve. Il ciclista andò a sbattere contro la fiancata, finendo sull’asfalto. Lo sfortunato sportivo morì durante il trasporto presso il “Cardinale Giovanni Panico” di Tricase, a bordo dell’ambulanza del 118.

La tragedia costrinse gli organizzatori a sospendere la gara, valida come prova per la competizione “Giro Arcobaleno” organizzata dalla Uisp. Nel corso delle indagini sono state valutate tutte le responsabilità ed è stata posta particolare attenzione su due documenti: il primo è l’ordinanza di interdizione al traffico di alcuni tratti viari emessa dalla prefettura diramata a tutte le forze dell’ordine interessate tra cui i vigili urbani degli otto comuni toccati dal circuito e la questura del capoluogo. Trattandosi di una gara intercomunale la competenza non spettava alle singole polizie municipali ma a un organismo superiore come la Prefettura appunto.

La strada per Pescoluse rientrava tra quelle interdette totalmente al transito. Il secondo documento finito al vaglio degli inquirenti era il regolamento di gara dove al punto 17 veniva sottolineato che i ciclisti dovevano procedere a destra senza superare la linea di mezzeria. E per il giudice l’unico responsabile della morte di De Luca sarebbe stato l’organizzatore della manifestazione. Per conoscere le motivazioni bisognerà attendere tre mesi.

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Razzìa negli uffici comunali e nella sede della Polizia Municipale, ladri in azione nel basso Salento

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MORCIANO DI LEUCA (Lecce) – I ladri entrano nel Municipio e rubano un pc portatile e pochi spiccioli. È accaduto nelle ore notturne nel basso Salento, dove alcuni malviventi hanno “visitato” la struttura che ospita il Comune di Morciano di Leuca ed il comando della locale Polizia Municipale.

Facilitati dall’assenza di un sistema d’allarme e di telecamere di sorveglianza, i ladri hanno agito indisturbati. Dopo avere forzato la porta d’ingresso del Municipio, situato in piazza Papa Giovanni Paolo II, si sono introdotti negli uffici ed hanno rovistato nei cassetti e negli armadi, andando alla ricerca di qualcosa da rubare.

Dopo avere “visitato” la sede della Polizia Municipale (dove fortunatamente non hanno neanche provato a forzare l’armadio blindato in cui sono custodite le pistole d’ordinanza in dotazione agli agenti) ed avere allungato le mani su circa 70 euro contenute in un fondo cassa, i ladri si sono diretti al primo piano dell’edificio ed hanno messo a soqquadro l’ufficio tecnico e quello che ospita il settore ragioneria, portando via un computer portatile da quest’ultima stanza.

La scoperta è stata effettuata alle prime ore del mattino, attorno alle 7.15, quando i primi dipendenti comunali hanno raggiunto il Palazzo di Città e constatato la razzìa. Dei fatti sono stati informati i carabinieri, che hanno eseguito rilievi e sopralluoghi nel Municipio, avviando così le indagini per risalire ai responsabili.

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Irruzione in casa di un’anziana, le rapinò la collana: condannato a 4 anni e 4 mesi

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F.Oli.

UGENTO (Lecce) – Si presentò sull’uscio dell’abitazione di una 80enne di Ugento fingendosi un suo conoscente. Una volta entrato in casa intimò all’anziana proprietaria di consegnargli tutti i soldi ed i preziosi che custodiva nell’appartamento. Non trovando nulla strappò la collana dal collo della donna lasciandola ferita. Carmine Bruno, 54enne di Ugento, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione dai giudici della prima sezione penale (Presidente Stefano Sernia, giudici a latere Alessandra Sermarini e Sergio Mario Tosi) a fronte di una richiesta di 5 anni invocata dal pubblico ministero di udienza Donatina Buffelli. L’imputato rispondeva di rapina pluriaggravata (perché commessa in abitazione e ai danni di una persona ultra75enne) e lesioni personali aggravate. Il collegio ha ridotto di alcuni mesi la condanna concedendo all’imputato, a cui era contestata la recidiva specifica infraquinquennale, le attenuanti generiche così come richiesto dagli avvocati Luca Puce e Paola Scarcia.

La rapina risale all’11 dicembre 2016 quando i carabinieri della locale stazione raggiunsero l’abitazione dell’anziana, in via Corfù, trovandola in un forte stato di agitazione, con ecchimosi e tumefazioni all’altezza del collo. Come riferito ai militari l’anziana era stata sorpresa da uno sconosciuto che poco prima aveva suonato al campanello della sua abitazione facendo intendere di essere un suo conoscente. Entrato in casa, però, il malvivente minacciò la donna di farsi consegnare ori e contanti iniziando a rovistare affannosamente in ogni angolo della casa (compresa la camera da letto dove si trovava il marito della donna, invalido) alla ricerca di qualcosa di prezioso da rubare.

Non riuscendo a trovare gioielli o soldi allungò le mani sulla collanina in oro che l’anziana indossava al collo strappata con tale violenza da spezzarla. Poi il rapinatore solitario si allontanò facendo perdere le sue tracce. Grazie alla descrizione della vittima – costretta a ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale di Casarano per le ferite riportate – i carabinieri riuscirono in breve tempo a rintracciare Bruno sorpreso in un bar del centro cittadino. Condotto in caserma, il rapinatore fu riconosciuto dalla vittima e costretto dai carabinieri ad ammettere le sue colpe dopo un’iniziale reticenza. Raccolti i gravi indizi di colpevolezza e le evidenti esigenze di cautela sociale, il gip del Tribunale di Lecce emise un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’uomo che si trova sempre detenuto.

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Estorsione, rapina e stalking alla ex convivente e minacce al fratello: condannato a 9 anni

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F.Oli.

SOGLIANO CAVOUR (Lecce) – Nove anni e due mesi di reclusione e 2mila euro di multa. E’ questa la dura condanna inflitta a Remigio Garrafa, 46enne di Francavilla, per una serie di sevizie e angherie nei confronti della ex convivente residente a Sogliano Cavour. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico della prima sezione penale Sergio Mario Tosi. L’imputato era accusato di rapina, tentata e consumata estorsione, stalking e minacce. E’ stato dichiarato prescritto il reato di maltrattamenti.

Nello specifico, tra il 2008 e il 2012, Garrafa avrebbe picchiato la donna sottraendole 15mila euro iniziando a inveire nei suoi confronti impedendole di contattare il fratello sotto la minaccia di non dire nulla perchè altrimenti l’avrebbe ucciso; minacce di spararle e di farle saltare l’auto se avesse deciso di raccontare tutto alla polizia e ai carabinieri.

Poi pedinamenti e messaggi minatori tanto da configurare l’accusa di stalking. Nella spirale delle angherie sarebbe finito anche il fratello della donna minacciato per telefono che lo avrebbe ucciso aspettandolo davanti alla sua abitazione; obbligandolo, in tre circostanze, a versargli somme di denaro: 5mila; 600 e 1800 euro.

Nel dispositivo c’è spazio anche per un risarcimento di 40mila euro in favore della donna e di 25mila per il fratello, entrambi assistiti dall’avvocato Francesca Conte. Non appena saranno depositate le motivazioni (attese per i prossimi 90 giorni) l’avvocato dell’imputato, il legale Daniele Galoppa, impugnerà la sentenza in appello.

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Giuseppe Guagnano confermato alla guida della Filt Cgil Lecce

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LECCE – Giuseppe Guagnano è stato confermato segretario generale della Filt Cgil Lecce. Al termine dell’XI Congresso provinciale, l’assemblea dei delegati ha eletto anche la segreteria provinciale: affiancheranno il segretario generale i segretari provinciali Fabrizio Giordano Lucia De Luca.

Dopo la relazione del segretario generale, che ha affrontato le varie vertenze aperte sul territorio e delineato la tragica situazione del trasporto pubblico locale, sono intervenute anche la segretaria generale della Cgil di Lecce Valentina Fragassi, la segretaria generale della Filt Cgil Maria Teresa De Benedictis e la segretaria nazionale Cristina Settimelli.

Guagnano è segretario generale della Filt-Cgil Lecce dall’ottobre 2017. L’XI Congresso lo ha confermato per i prossimi quattro anni. Ha cominciato il suo impegno in Cgil nel 1991. Fino al 1996 è stato segretario politico della Camera del Lavoro di Nardò. In quell’anno passa alla Filtea (lavoratori del tessile-abbigliamento-calzaturiero), dove sarà membro di segreteria, segretario generale (dal 2002) e coordinatore regionale (dal 2004 al 2010). Nel 2010 viene eletto segretario generale della Filctem, la categoria in cui si fondono i lavoratori del Tac e quelli dei settori chimico e dell’energia. Tra il 2010 ed il 2016 è stato segretario regionale della Filctem.

Il primo obiettivo del mandato è quello di far emergere l’urgenza di una vertenza sindacale unitaria sul trasporto locale, per ottenere investimenti su infrastrutture, mezzi e personale: «Non ci serve l’autostrada Bari-Lecce. Basterebbe un’analisi di contesto per capire che è molto più utile il raccordo ferroviario per l’aeroporto di Brindisi o spingere per la realizzazione di progetti incredibilmente ancora fermi al palo, come la Bradanico-Salentina, la Regionale 8, la Statale 275 o interventi sulla rete portuale. Molto più utile anche rivitalizzare gli hub intermodali di Surbo e Melissano per dare slancio in tal modo all’integrazione ferro-gomma. Investimenti su infrastrutture, mezzi e lavoro possono costituire una piattaforma confederale unitaria per i benefici che un programma di questo tipo produrrebbe sullo sviluppo del territorio. Insieme con la Cgil, e spero con gli altri sindacati confederali e di categoria, lanceremo una grande vertenza trasporti sul territorio. Perché sullo sviluppo di questo settore ci giochiamo il futuro del Salento».

 

 

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Salvemini e Prima Lecce, tutto finisce “a tarallucci e vino”

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LECCE – Il chiarimento c’è stato in serata tra il gruppo di Prima Lecce e il sindaco: la giunta di Carlo Salvemini non barcolla più. I tre transfughi hanno chiarito la loro posizione: hanno chiesto maggiore condivisione e tutto è finito con un comunicato congiunto che pubblichiamo integralmente. Per ora la tempesta si è placata: il primo cittadino può continuare a navigare approfittando di un centrodestra a soqquadro, dove ognuno gioca la sua partita. Ma c’è da dire, al contrario di quello che c’è scritto nel comunicato, che i tre hanno chiesto un’interlocuzione a parte rispetto al tavolo di maggioranza: non vogliono sedersi col centrosinistra, ma restano in una terra di mezzo a fare da stampella.

 

Questa sera si è tenuto l’incontro tra il sindaco Carlo Salvemini e i rappresentanti del gruppo consiliare Prima Lecce, Laura Calò, Paola Gigante e Antonio Finamore per il doveroso chiarimento politico legato al voto di astensione del gruppo di Prima Lecce in occasione del Consiglio comunale del 28 settembre scorso.

Il gruppo ha richiesto una condivisione specifica sui punti che non rientrano nel Patto per la città, in particolare sui passaggi politici più impegnatavi dell’agenda di governo: in primis la manovra di riequilibrio pluriennale dell’ente ed il piano di risanamento della Lupiae, che presuppongo provvedimenti che andranno sottoposti al voto del Consiglio comunale.

Il sindaco ha voluto anzitutto ringraziare i consiglieri per l’appoggio convinto finora garantito, che ha consentito l’approvazione di numerosi importanti provvedimenti, sottolineando quindi come nessun ostacolo è stato posto da Prima Lecce nell’azione di governo.

Il sindaco – ribadito l’impegno di realizzare i punti programmatici contenuti nel Patto per la città, alcuni dei quali già raggiunti – ha chiarito tutti i punti relativi all’adesione all’art. 243 bis del TUEL e ai passaggi che ancora vanno compiuti per salvare la società partecipata. E ha fatto propria la richiesta di garantire momenti specifici di confronto con Prima Lecce oltre le consuete e programmate riunioni di maggioranza.

Con l’incontro odierno si sono quindi ribadite le ragioni che hanno motivato l’accordo siglato nel marzo scorso – garantire un governo alla città e il raggiungimento di obiettivi strategici da tempo attesi – ferma restando la libertà di collocazione dei consiglieri di Prima Lecce al termine della consiliatura, stante la natura di scopo e non politica dell’alleanza siglata.

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Provinciali, Emiliano apre a tutti: centristi e fittiani sono invitati a convergere su Taurino o Minerva

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LECCE – Questa sera Michele Emiliano ha incontrato i due candidati alla presidenza della Provincia di Lecce, Stefano Minerva e Giuseppe Taurino (l’ultimo è più vicino all’area renziana). Il nodo tra i due non è risolto: sceglierà la maggioranza che si siederà al tavolo. Ma la vera novità è che possono aggregarsi, secondo il governatore, oltre ai centristi dell’Udc (che sono già alleati) e di Puglia Popolare (che hanno un assessore nella giunta regionale), anche i fittiani. Sì, il dialogo è aperto anche con qualcuno degli uomini di Raffaele Fitto. Mazzei potrebbe convergere se Mellone non sarà scelto dal centrodestra. Comunque, per ora tutto può succedere. Domani si tornerà sul tavolo del centrosinistra a fare il punto della situazione.

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Il tabellino di Verona-Lecce

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I giallorossi sono stati impegnati in trasferta al “M. Bentegodi” di Verona, con la squadra locale, nella 7° giornata del Campionato di Serie B 2018/19.

Questo il tabellino:

HELLAS VERONA-LECCE 0-2

HELLAS VERONA: Silvestri; Crescenzi, Marrone, Empereur, Eguelfi (74′ Ragusa); Dawidowicz, Colombatto, Laribi; Matos (39′ Cissé), Pazzini, Lee (56′ Zaccagni). A disp: Ferrari, Tozzo, Caracciolo, Henderson, Gustafson, Di Carmine, Balkovec, Calvano, Kumbulla. Allenatore: Grosso

LECCE: Vigorito; Venuti, Bovo, Meccariello, Calderoni; Tabanelli (89′ Fiamozzi), Petriccione, Scavone (84′ Armellino); Mancosu; La Mantia (84′ Pettinari), Palombi. A disp: Bleve, Cosenza, Arrigoni, Lepore, Torromino, Haye, Marino, Dubickas, Tsonev, Fiamozzi. Allenatore: Liverani

Marcatori: 45′ La Mantia, 68′ Mancosu

Ammoniti: Dawidowicz, Eguelfi, Colombatto (H), Svavone, Petriccione, Palombi, Meccariello (L).

Recupero: 2 min pt, 4 min st.

Arbitro: Luca Massimi di Termoli (Muto-Margani; IV Ros).

 

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File immense e caos nei Centri per l’impiego: “Patti di servizio inutili: non ci sono le risorse. CPI senza personale e costantemente aggrediti”

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di Gaetano Gorgoni

SALENTO – Continuano gli “assalti” ai Centri per l’Impiego della provincia di Lecce: anche i dirigenti parlano di “file chilometriche” per avere accesso al programma “Mi formo e lavoro”. La burocrazia prevede il cosiddetto “patto di servizio”, che comporta circa un’ora di colloquio e compilazione di documenti. Migliaia di persone si sono affastellate davanti ai Centri, ma nemmeno il 5 per cento di tutte le richieste saranno soddisfatte, secondo alcuni addetti ai lavori. Sotto il sole e sotto la pioggia, sfidando le intemperie, tantissimi disoccupati si sono messi in fila già da tre mesi per ottenere qualcosa di sacrosanto: la formazione retribuita. Intanto, la rabbia di gente che ha già tanti problemi cresce: si tratta di persone che ogni giorno devono fare i conti con una disoccupazione che continua a dilagare nel Mezzogiorno. I corsi retribuiti per i disoccupati (6 euro l’ora oppure 2,5 se percepiscono già un sostegno al reddito) dovrebbero partire a breve: le iscrizioni sono state prorogate (altrimenti sarebbe stata una beffa).

File davanti al Centro per l’impiego

Le richieste sono tantissime: ogni corso ha 15 iscritti. Molti enti hanno chiuso le iscrizioni perché hanno già superato le 300 persone previste per i corsi. I Centri dovrebbero smaltire le file e dovrebbero inviare tramite mail la documentazione, accorciando così i tempi per il colloquio, ma i computer sono obsoleti e le connessioni lente. Insomma nei Centri per l’impiego salentini non siamo ancora arrivati nel nuovo millennio, come ci spiega il direttore Silvio Astore. “Il popolo italiano è un popolo in depressione: nelle famiglie manca tutto – si sfoga al telefono il direttore del CPI Poggiardo-Maglie, Silvio Astore – La politica dovrebbe creare il lavoro e darci gli strumenti per mettere in atto i loro provvedimenti.

Ci sono 5 milioni di poveri. Ma ci sono anche tante famiglie del ceto medio che si stanno impoverendo. Una mare di gente si rivolge a noi. I media ci hanno messo ingiustamente sul banco degli imputati, ma non è colpa nostra se abbiamo carenze di organico, mezzi obsoleti e ci manca anche la carta per le fotocopie. Non c’è personale per rispondere a tutte le domande. Non ci sono i soldi per far accedere tutti al servizio ‘Mi formo e lavoro’. Oggi si sono accorti tutti che esistono i Centri per l’impiego, grazie al dibattito che ha sollevato il Movimento 5 Stelle. Ma questi uffici non sono collegati tra loro con tutti gli altri uffici italiani, come dovrebbe essere: ci manca persino la connessione. Non riusciamo ad avere i dati fuori Regione.

Bisogna stabilire prima quanta gente deve entrare e poi si fa il patto. Non ce la facciamo ad affrontare nemmeno il REI. Oggi ho dovuto comprare la carta con i soldi miei, in qualità di direttore di Maglie e Poggiardo, altrimenti avrei dovuto chiudere l’ufficio. Connessione impossibile e mancanza di impiegati non sono cose da poco. Potrebbero farci aiutare da alcuni dipendenti della Polizia Provinciale che sono fermi o da altri dipendenti della P.A. A Casarano sono stati chiamati i carabinieri: la gente era esasperata: le aggressioni sono all’ordine del giorno. Questo lavoro delle profilazioni e dei patti di servizio è inutile perché le risorse non coprono nemmeno il 5 per cento delle richieste degli enti di formazione. I nostri dipendenti sono stressati per la tensione giornaliera che si è creata. L’assessore Leo si sta attivando per pianificare tutto con tanto impegno, ma senza il conforto dei funzionari non ce la farà”.

LE DICHIARAZIONI DELL’ASSESSORE REGIONALE ALLA FORMAZIONE SEBASTIANO LEO: “IMPOSSIBILE POTENZIARE I SERVIZI SENZA LA COLLABORAZIONE DEL GOVERNO”

“Senza la collaborazione del Governo sarà impossibile potenziare i servizi – spiega Sebastiano Leo – Stiamo faticosamente ma con grande impegno lavorando alla riorganizzazione dei Centri per l’Impiego, le cui funzioni due mesi fa sono passate di competenza dalle Province alla Regione.

Ereditiamo la gestione di un servizio fondamentale che oggi conta, in Puglia, un organico di 391 persone a fronte delle oltre 800 necessarie per svolgere in modo puntuale e spedito servizi delicati e complessi. Si tratta – continua Leo – di un organico che va giorno per giorno depauperandosi, con molti dipendenti che già sono andati o sono prossimi alla pensione. Un organico che la Regione non può riportare a livelli adeguati, sia per la carenza di risorse finanziare sia per l’esistenza di stringenti vincoli assunzionali imposti dallo Stato. Proprio in ragione di questa situazione la Regione Puglia si sta attivando anche in sede nazionale affinché sia delineato un quadro normativo e finanziario che consenta di rimediare a questa situazione nel più breve tempo possibile. L’incremento di personale, peraltro, dovrà andare di pari passo con l’acquisizione di immobili idonei ad ospitare il nuovo personale, unitamente all’aggiornamento di tutti i sistemi tecnologi e informatici ereditati dalle provincie. A breve – ha concluso Leo – i CPI dovranno anche svolgere tutte le attività relative al Reddito di Cittadinanza, previsto nell’aggiornamento del DEF di pochi giorni fa, e che non sappiamo con quali modalità sarà attuato”.

Il direttore del Centro per l’impiego Maglie-Poggiardo, Silvio Astore

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Perde il controllo del camion e finisce fuori strada, muore 56enne di Frigole

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SURBO (Lecce) – Tragico incidente sulla strada che collega Surbo con Torre Rinalda. A perdere la vita il conducente di un camion. si tratta di Antonio Poso, di 56 anni di Frigole che ha perso il controllo, probabilmente per la pioggia caduta copiosa in mattinata, finendo  irrimediabilmente fuori strada.

Il mezzo è andato a schiantarsi contro un muretto a secco, a margine della carreggiata, mentre il cassone si è ribaltato nella campagna adiacente. Il carico che era sul mezzo è finito in parte sull’asfalto, in parte acanto al cassone. La tragedia si è verificata attorno alle 13.

Nessun altro mezzo, fortunatamente, è rimasto coinvolto nell’incidente.  I soccorsi sono scattati dopo pochi minuti allertati da alcuni automobilisti di passaggio. Sul posto sono arrivati i carabinieri del Norm di Lecce, la polizia locale di Surbo e i mezzi di soccorso.

Per l’uomo, però, ogni tentativo di salvargli la vita si è rivelato vano. Per chiarire la dinamica dei fatti sono al lavoro i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Lecce, impegnati nei rilievi di rito.

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Tragedia dopo il parto: il neonato muore mentre la madre finisce in rianimazione per le complicanze

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di Francesco Oliva

GALLIPOLI (Lecce) – Il figlio muore appena nato mentre la madre, per le complicanze del parto, viene ricoverata in rianimazione in gravi condizioni nel giorno del suo compleanno. Così come sveliamo in esclusiva, un’inchiesta è stata aperta dalla Procura di Lecce sulla morte di un neonato avvenuta mercoledì all’ospedale di Gallipoli. Il sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche del piccolo e della placenta. L’ipotesi reato è di omicidio colposo. Al momento a carico di ignoti. Il piccolo è stato trasferito presso la camera mortuaria in attesa dei dovuti accertamenti.

La tragedia si è abbattuta su una famiglia di Gallipoli, lei casalinga; lui, pescatore. La donna, G.R., 31 anni, era al nono mese di gravidanza in attesa del terzo figlio a cui era stato già scelto il nome Nicholas. Secondo quanto denunciato, circa una settimana fa, la giovane mamma si è recata presso l’ospedale di Gallipoli perché non si sentiva bene. Le hanno fatto un prericovero con la diagnosi di un principio di gestosi. E’ stata comunque dimessa con la raccomandazione di ritornare dopo sette giorni in previsione del cesareo. Mercoledì, giorno del suo compleanno, K.R. ha iniziato ad accusare un malessere generale. Ha contattato il proprio ginecologo per sollecitare il ricovero. Ha raggiunto nuovamente l’ospedale di Gallipoli dove, dopo una rapida visita, sarebbe stata nuovamente dimessa.

Nel pomeriggio, però, le condizioni si sono aggravate. E’ stata immediatamente trasportata in ambulanza presso l’ospedale di Gallipoli con una perdita di sangue in corso. K.R. avrebbe atteso circa un’ora e mezzo prima di finire in sala operatoria per essere operata nel reparto di ginecologia. Il piccolo Nicholas è venuto alla luce in serata. Pesava oltre 4 chili. Alcuni familiari hanno anche sentito i suoi primi gemiti. Ma, in breve, la situazione è precipitata. Il neonato è stato trasportato d’’urgenza al “Vito Fazzi” dove è deceduto. La madre, invece, è stata ricoverata in rianimazione con la pressione a 60. Lotta tra la vita e la morte. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi.

Il marito della donna, nonchè padre di Nicholas, ha deciso di sporgere subito denuncia presentandosi presso i carabinieri. Da qui l’informativa depositata in Procura e l’apertura di un fascicolo per accertare cause e responsabilità sulla morte del piccolo e sulle gravi conseguenze riportate dalla madre che, ora, lotta tra la vita e la morte in un letto del reparto di rianimazione. Stando a quanto riferito in ambienti ospedaliera, la donna sarebbe giunta in ospedale in una situazione di emergenza a causa della rottura dell’utero.

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Il Lecce è squadra d’élite. Verona-Lecce 0-2

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Di Flavio De Marco

Camaleontico, come sempre, mister Liverani riserva sempre qualche sorpresa: questa volta in casa del Verona, per l’odierno anticipo di serie B. La formazione allenata da Grosso va in campo col 4-3-3, schierando Silvestri; Crescenzi, Empereur, Marrone, Eguelfi; Dawidowicz, Laribi, Colombatto; Matos, Pazzini, Lee.  Il Lecce col 4-3-1-2 dà fiducia a Vigorito; Venuti, Meccariello, Bovo, Calderoni; Tabanelli, Petriccione, Scavone; Mancosu; La Mantia, Palombi. Tra le novità, l’esclusione di Falco, fuori per infortunio.

Il gioco tra le due formazioni sembra subito spettacolare e a viso aperto: i giallorossi pungono dalla distanza con Scavone, ma, la prima vera occasione è per gli scaligeri quando Laribi, al quarto d’ora, trova di fronte a sé un prontissimo Vigorito. Lo stesso Laribi si ripete qualche minuto dopo senza inquadrare la porta. Grosso dalla panchina chiede maggiore “contatto” con Pazzini che, però, ha un buon “guardiano”: Cesare Bovo, provvidenziale in alcune chiusure. Liverani punta sulla freschezza dei suoi, ma, quando il Verona gioca con calma può far male davvero: Colombatto alla mezz’ora sciupa una buona opportunità su sponda di Pazzini. I giallorossi cercano l’affondo dalla fascia destra e Palombi e La Mantia sono troppo staccati dalla manovra.

Occasionissima al minuto trentatre per il Lecce: Tabanelli coglie di testa un bel cross di Mancosu, quindi, l’estremo difensore veronese è chiamato agli straordinari per salvare il risultato. Il Verona perde l’attivissimo Matos per un problema fisico e mette in capo Cissè. Si chiude il primo tempo in fase offensiva con una conclusione di potenza di Mancosu e con un contropiede targato Palombi. Un superlativo Mancosu, fascia di capitano oggi per lui, nel minuto di recupero della prima frazione suggerisce una palla con precisione chirurgica a La Mantia che da due passi non fallisce. Primo tempo: Verona-Lecce 0-1.

Il Lecce riprende la gara senza cambi e nei primi cinque minuti i ritmi sembrano essere più blandi. Cissè reclama un rigore per una presunta trattenuta di Venuti. Il Verona inserisce Zaccagni al posto di Lee, Grosso mescola le carte per vedere di scorgere qualche varco, sebbene non si riesce a superare la barriera sollevata da Bovo e compagni. La manovra degli scaligeri è confusa: si cerca sempre il terminale offensivo, ovvero Pazzini, ma da un lato l’imprecisione, da un lato la bravura della difesa e del centrocampo del Lecce rende vano ogni tentativo della squadra di casa.

Al minuto sessantotto Mancosu scaglia il missile giallorosso dopo un’azione ben congegnata. Il giocatore sardo si conferma così gran cecchino dalla distanza. 0-2 il risultato e Verona che si lancia in avanti con Laribi e Pazzini che si trovano dinanzi un Vigorito reattivo e puntuale. Le occasioni mancate del Verona spezzano le gambe agli stessi giocatori di casa che fatalmente subiscono il contropiede giallorosso Liverani richiama La Mantia e Scavone per Armellino e Pettinari. Dentro anche Fiamozzi al posto di un generoso Tabanelli, gran lavoro il suo come interdittore e costruzione di gioco.

Chiude in attacco il Verona con la disperata ricerca di non sfigurare di fronte al suo pubblico: il Lecce è praticamente perfetto e la “corazzata” veronese di cui parlava Liverani alla vigilia è parsa un furgoncino. Questo campionato ha riservato e riserverà grandi sorprese a tutte le formazioni che lo compongono, tuttavia, le potenzialità del Lecce sono ormai note.

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“Petite Messe Solennelle”, al Conservatorio Tito Schipa di Lecce l’esecuzione dell’opera rossiniana in onore di Mons. Seccia

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LECCE – Nell’ambito del Protocollo d’Intesa tra Curia Arcivescovile di Lecce e Conservatorio di Musica “Tito Schipa” per la programmazione e la realizzazione di iniziative cultural-musicali a sfondo religioso nella arcidiocesi, e in onore di S.E. Rev.ma Mons. Michele Seccia, il Conservatorio ha organizzato per Domenica 7 Ottobre, alle ore 21.00, presso il Duomo di Lecce, l’esecuzione della Petite Messe Solennelle di G. Rossini.

La Petite Messe Solennelle, insieme allo Stabat Mater è uno dei grandi capolavori della musica sacra rossiniana. Fu scritta dal compositore pesarese nel 1863 ed eseguita per la prima volta in forma privata presso la cappella di famiglia della contessa Louise Pillet-Will, dedicataria della composizione. Sin dalla prima esecuzione è stata sempre entusiasticamente accolta dal pubblico. In una prima stesura fu scritta per soli, coro, due pianoforti e un armonium, e poi orchestrata dallo stesso Rossini nel 1867.

L’opera si compone di quattordici pezzi ricchi di inventiva armonica e melodica e si inserisce fra le composizioni di spiccata originalità, fornite di un’alternanza tra musica da chiesa e musica profana: Kyrie, Gloria, Credo, Offertorium, Sanctus, O salutaris hostia, Agnus Dei.

Dopo che il lavoro fu terminato, Rossini scriveva nel manoscritto in calce all’Agnus Dei:

«Buon Dio, eccola terminata questa umile piccola Messa. È musica benedetta [sacra] quella che ho appena fatto, o è solo della benedetta musica? Ero nato per l’opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso.»
(Gioachino Rossini, Passy, 1863)

Ecco dunque che la Petite messe può essere considerata il testamento spirituale di Rossini, forse già presagio della sua prossima morte.

Il Conservatorio propone all’ascolto la versione originale, affidando a Vincenzo Rana e a Corrado de Bernart i due pianoforti, ad Antonio Rizzato l’armonium, gli studenti costituiscono il coro, mentre i solisti sono: Gianluca Belfiori – contraltista, Silvia Susan Rosato Franchini – soprano, Raffaele Pastore – tenore e Adolfo Corrado – basso. La direzione è affidata a Francesco Muolo.

Ingresso libero

 

 

 

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Omicidio del prof leccese nel Bergamasco, forse ucciso per motivi economici: due i killer

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BERGAMO/LECCE – Ucciso per motivi economici per mano di due assassini? È la pista che battono i carabinieri della Compagnia di Bergamo, che da giorni sono al lavoro per risolvere il “giallo” sulla morte del 58enne leccese Cosimo Giovanni Errino, docente salentino, ritrovato semicarbonizzato e con diverse ferite su tutto il corpo inferte – come stabilito dall’autopsia – con un’accetta o una roncola.

I militari escludono che il delitto sia stato la conseguenza di una rapina sfociata nel sangue, dal momento che alla vittima non sono stati rubati oggetti di valore. Ritengono, invece, che si sia trattato di un’aggressione improvvisa da parte di qualcuno che conosceva il prof Errico. Almeno un paio di persone, che sapevano come muoversi nella struttura e che hanno poi tentato di simulare una morte per folgorazione, cercando invano di distruggere il cadavere dell’uomo con il fuoco.

Quanto al movente – come detto – gli inquirenti stanno valutando la pista di una lite per motivi economici nell’ambito del lavoro nero, maturata nella gestione nella “Cascina dei Fiori” di Entratico, dove erano impiegati anche operai stranieri.

Residente nel Bergamasco con la famiglia ormai da tanti anni, Cosimo Giovanni Errico insegnava biochimica, biologia e microbiologia presso l’istituto tecnico “ Giulio Natta” del capoluogo orobico. E da oltre vent’anni aveva fondato ad Entratico, a pochi chilometri da Bergamo, la fattoria didattica in cui è stato ucciso e dove ospitava scolaresche ed eventi.

A scoprire il cadavere dell’uomo, attorno all’1 della notte tra mercoledì e giovedì, è stato il figlio Simone, 25enne, che era stato inviato dalla madre nella cascina di proprietà della famiglia, per controllare cosa fosse accaduto al marito, dal momento che quest’ultimo – nonostante l’ora tarda – non era ancora rincasato e non rispondeva più al cellulare. Inizialmente ritenuto un incidente domestico, si è scoperto che si trattava di omicidio alcune ore più tardi, quando sul cadavere del prof leccese sono stati notati diversi fendenti. Le indagini per risalire ai responsabili proseguono serrate.

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Movida Tricase: Inaugura Con Live Più Disco

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TRICASE ( Lecce ) – Ci siamo!
Sabato 6 Ottobre*
La Prima Notte
MOVIDA Disco & Live
La spettacolare Cena Concerto
OHM (Pink Floyd)
a seguire PARTY ❤ 90’s con *STREET ANGEL & SANDRO TOFFI* e I personaggi di *ZONNO CACUTI SHOW.

Prenota ultimissimi Tavoli o salottino  3470970979.

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Pepenero Lecce: “One Night”

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LECCE – Sabato 6 ottobre one night PEPENERO LEcce in Piazza Libertini…Ci ritroviamo tra musica drink dalle 23 e la voglia di trascorre un sabato notte in citta’
Play dj S.Patisso

x info 3921152167

p.s. possibilita’ di cena alla carta dalle 21

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Boogaloo: Inaugurazione “El Sabado Latino”

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SURBO ( Lecce ) – Oramai ci siamo! Finalmente l’attesa sta per temirnare: tutto pronto per l’evento più atteso dell’anno!!
Sabato 6 Ottobre Inaugurazione ufficiale della nuova stagione 2018/2019 targata “El Sabado Latino” BOOGALOO DISCOTECA – “La Casita De La Salsa”, locale latino numero 1 del Salento e indiscusso punto di riferimento per tutti i Salseri di Puglia e non solo.
🎶 Quest’anno le emozioni e le novità saranno davvero tantissime, a partire dalla “RINNOVATA” e bellissima pista “ONLY SENSUAL”, totalmente dedicata alle sonorità più sensuali fra BACHATA, KIZOMBA e SALSA ROMANTICA,
Ma le novità non finiscono anche la Sala Tropical
Avrà le sue novità di arredo 😍

Il tutto sarà scandito, di volta in volta, da appuntamenti sempre più sorprendenti grazie ai tantissimi Ospiti, Artisti, Djs, Maestri e Scuole di ballo. Animazione, e divertimento grazie all’animazione che varierà di sabato in sabato con ospiti eccezionali.

Come ogni anno la migliore musica Latina a 360° gradi grazie alle 2 spaziose e accoglienti piste da ballo: la SALA “TROPICAL” con Latin Music a 360* e la SALA “SENSUAL” 🎶🔝🔝🔝.

🌟NOVITÀ ASSOLUTA PER ENTRAMBE LE SALE AVRETE PER VOI UN STAFF STRAORDINARIO
DI TAXI DANCER: VATHA, ELENA, FRANCESCO, KRYSSEL, RENATO, NASTY, DANILO CHE VI FARANNO BALLARE TUTTA LA NOTTE,
E UNO STAFF DI ANIMAZIONE FESTAIOLO
UNICO 🔝🔝🔝TUTTO CURATO DAI NOSTRI FANTASTICI KRISSEL, DANILO E NASTY 💕🌟

♫ Si ringraziano le Scuole Partner: ♫
Grupo Timba, Habana Libre, Alex & Magghy, Alma De La Habana, Francesco Fersini E Annalisa, Tropical Dance, Fuego Latino, New Glamour Dance, Sabor Cubano, New Aurora Dance, Grupo Salsero Cellino, Angeles De La Habana, Lorisa Dance, Cuore Cubano, New Vittoria Dance, Impatto Latino, Puerta Del Sol – Progetto CohibaTm – Kizomba Lecce, La Gozadera, Ahi’ Nama’, Bailadora, Rua Latina, Igor&Silvia, La Fuente, Mata’ La.
Tumbao Cubano, A Mi Manera, El Clan Caribe, Swing y Sabor Arte Danza Latina
Lista in continuo aggiornamento
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SALA ★TROPICAL★: Salsa Cubana, Salsa Portoricana, Bachata.
Djs DIEGUITO / GIABA
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SALA ★SENSUAL★ solo: Bachata, Bachata Sensual, Kizomba.
Djs EL KUBANITO / RONNY
Guest Dj: ROSSANA FOX (from Bat)
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Per info/prenotazione privée tavoli e B&B sempre low cost ma di alta qualità 😉 chiamare i numeri:
+39 3207063978 – +39 3450912218.

Ingressi: —————————————————————-
RIDOTTO DONNA 5€ entro le 23.30 incluso consumazione ANALCOLICA (differenza alcolica +2€).
Dopo le 23.30, UOMO | DONNA 10 € incluso consumazione alcolica.
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Art Director: Gianluca Contaldo.
In collaborazione con: Leccenight,
Official fotographer: Salento Salsa Night
Tonio Vergallo.

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Mangianastri: Jam session

Edifici scolastici a rischio, i vertici di Fratelli d’Italia chiedono al prefetto la convocazione del Comitato per la sicurezza

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La situazione degli edifici scolastici in Provincia di Lecce è diventata ormai insostenibile. Ogni giorno migliaia dei nostri ragazzi, docenti e personale Ata, rischiano la loro incolumità a causa di strutture abbandonate all’incuria e al degrado.
Manca da anni la manutenzione, anche quella essenziale di cui ormai ogni edificio necessita in maniera vitale.
Solai colabrodo, palestre inutilizzabili, infissi antiquati e pericolosi su cui sono installati vetri assolutamente fuori norma, bagni divelti e impraticabili, aule e laboratori con impianti e arredi degni del Paleozoico: i Presidi fanno quel che possono con le esigue risorse a disposizione delle scuole, pur non essendo queste stesse acquisite per tali finalità.
La Provincia, dopo la riforma Delrio, stenta a racimolare le somme necessarie per soddisfare anche la minima parte delle enormi richieste rivenienti dal sistema scolastico territoriale, per non parlare dei Comuni.
“E’ arrivato il momento di sollecitare l’intervento del Prefetto, affinché convochi con urgenza il Comitato per la Sicurezza, prima che in qualche plesso possa accadere qualcosa che mai vorremmo accadesse, e faccia mappare senza indugio la situazione strutturale degli edifici in tutta la nostra Provincia, investendo immediatamente gli Enti Locali e soprattutto il Governo della situazione disastrosa e delle enormi responsabilità che tale abbondono fa emergere – spiega Pierpaolo Signore, segretario provinciale di Fratelli d’Italia – Non è più questione di attenzionare un settore, quello dell’Istruzione, che dovrebbe essere al centro delle politiche di sviluppo di una Nazione civile, adesso il problema enorme, gigantesco è di sicurezza pubblica”.

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