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Intimidazioni nel call center? Il giudice non accoglie una ventina di parti offese

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call centerCAVALLINO (Lecce) – Sette lavoratori si costituiscono parte civile altri venti vengono esclusi dal processo. Ha riservato sorprendenti colpi di scena la prima udienza del processo avviato sulle presunte minacce e intimidazioni ai danni di alcuni dipendenti di un call center di Cavallino. Il Giudice Pia Verderosa non ha autorizzato la citazione come responsabili civili di Wind, Sorgenia e Sky ma soltanto di Eurocom e Progetto Vendit (la società che gestisce il call center).

L’istruttoria è stata aggiornata a gennaio. “E’ un’ordinanza che lede i diritti dei lavoratori” commenta il collegio difensivo della parti civili. “In più dovevano essere citati i committenti ai sensi dell’articolo 26 comma 4 del decreto legislativo 81 del 2008”. L’indagine è stata avviata sulla scorta delle denunce di alcuni lavoratori che hanno raccontato le presunte angherie subite sul posto di lavoro. Minacce e intimidazioni con il timore di essere licenziati se non venivano chiusi un tot di contratti ogni giorno.

Per le cinque persone finite sul banco degli imputati il sostituto procuratore Paola Guglielmi ipotizza il reato di violenza privata aggravata ai danni dei lavoratori. Le persone offese si sono costituite parti civili con gli avvocati Salvatore De Mitri, Ilenia Antonaci, Federica Sambati, Maria Bruno, Benedetto Scippa, Roberta Capodieci e Cosimo Miccoli. Gli imputati, invece, sono difesi dagli avvocati Francesco De Iaco, Viola Messa, Gianfranco Gemma e Francesco Calabro.

F.Oli.

 

 


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