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In viaggio per le città di Lega Pro: alla scoperta della città di Andria

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Andria-piazza-catuma

Andria: Piazza Catuma foto da Wikipedia

Un focus storico sulle città delle squadre che sfideranno il Lecce in questa stagione di Lega Pro. Un viaggio dedicato ai nostri lettori per conoscere storia, origini e tradizioni delle 17 città che completano il girone C di Lega Pro. Si parte questa settimana con Andria, per quello che sportivamente parlando, si chiama un derby regionale.

Andriapanorama

Panoramica su Andria, foto da Wikipedia

La città di Andria è un comune italiano di 100.518 abitanti, capoluogo insieme a Barletta e Trani, della provincia di Barletta-Andria-Trani. È la quarta città della Puglia per popolazione, nonché la diciottesima d’Italia per superficie. La storia della città affonda le proprie origini nell’antichità. Le prime tracce di insediamenti nel territorio di Andria risalgono al neolitico, sono infatti stati rinvenuti alcuni oggetti, coltellini di ossidiana ed armi litiche. Durante l’età del bronzo gli uomini iniziarono ad abitare in alcune costruzioni cilindriche dal tetto a cono simili ai trulli. La città di Andria, nei secoli successivi, subì le invasioni dei greci, dei Longobardi e dei Bizantini mentre durante il periodo romano nel 492 d.C. circa, divenne sede vescovile. Un salto nel tempo: nel 1046 fu sottratta al dominio bizantino da Pietro il Normanno insieme a Trani e al resto del suo territorio e come altri centri (Barletta, Bisceglie e Corato) divenne una città fortificata, elevandola al rango di civitas, con dodici torri, tre porte e una rocca nel punto più alto.

Nel XIII secolo fu fedele al dominio svevo e fu residenza del re Federico II, che nei pressi fece costruire il celebre Castel el Monte eletto a Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, sul sito della precedente abbazia benedettina normanna.

Nel 1438 venne rinvenuto il corpo del santo protettore della città, San Riccardo d’Inghilterra, che era andato disperso durante il precedente assedio: in memoria dell’episodio fu istituita una festa (“Fiera d’Aprile”) che si tiene tuttora dopo ormai quasi 600 anni, dal 23 al 30 di aprile.  Nel 1503, un fatto storico finito anche ai sui libri di scuola. Nella piana fra Andria e Corato,precisamente in “Terra Quadrati” si svolse la famosa Disfida di Barletta, che opponeva gli italiani capeggiati da Ettore Fieramosca ai francesi. Dopo la conquista del regno di Napoli da parte del re di Spagna Ferdinando il Cattolico nel 1504, Andria venne assegnata al “Gran Capitano” Gonzalo Fernàndez de Còrdoba.

Durante il Risorgimento vi ebbe sede la carbonara “Società degli Spettri” o “Tomba Centrale” e una sezione della Giovine Italia. Circa 100 uomini di Andria, guidati da Federico Priorelli e da Niccolò Montenegro, parteciparono alla spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi eletto in seguito Deputato del Regno presso il collegio elettorale di Andria. Dopo l’annessione al Regno d’Italia, il territorio fu teatro di azioni di brigantaggio: nel 1865 vi fu fucilato il capo-brigante Riccardo Colasuonno (“il Ciucciariello”).

Circa 800 andriesi perirono durante il primo conflitto mondiale, questi furono ricordati nel Monumento ai Caduti all’interno del Parco della Rimembranza inaugurato nel 1930.

Dopo la seconda mondiale, nel marzo del 1946, a causa del rifiuto di una ditta locale di assumere quattro reduci, scoppiò una rivolta contadina, che vide il sequestro di alcuni proprietari terrieri e l’erezione di barricate. Ci furono scontri cruenti con le forze dell’ordine e sembrò che fosse stato trovato un accordo: ma al momento del discorso che doveva tenere il celebre sindacalista Giuseppe Di Vittorio fu sparato un colpo d’arma da fuoco, facendo rinascere i disordini: fu assaltato il palazzo della famiglia Porro, grandi proprietari terrieri della città e vennero linciate due anziane sorelle (Carolina e Luisa Porro). In seguito a tali fatti fu inviato l’esercito che riuscì a sedare la rivolta con una dura repressione. Si manifestò in quel periodo una crisi economica in seguito alla quale diversi abitanti furono costretti ad emigrare.

A partire dagli anni cinquanta si ebbe una progressiva ripresa economica, favorita dall’inaugurazione nel 1965 della linea ferroviaria Bari Nord che metteva in comunicazione Bari con i comuni del nord della provincia.


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