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Clik here to view.LECCE – Le mani del clan sulle giostre di Sant’Oronzo, spaccio di droga e amicizie eccellenti. Nei mesi scorsi il neo pentito della Scu 2.0 Gioele Greco ha svelato i segreti della criminalità leccese degli ultimi anni. I verbali del giovane collaboratore sono stati sdoganati dopo l’avviso delle conclusione delle indagini dell’operazione “Eclissi” con cui vennero polverizzati i clan leccesi. In circa 300 pagine zeppe di omissis il 28enne, cresciuto all’ombra di Roberto Nisi, racconta gli affari della Scu tratteggiata alla stregua di una vera e propria holding criminale.
ESTORSIONI AI GIOSTRAI: Greco dichiara agli inquirenti: “Sono a conoscenza che in occasione delle festività dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato a Lecce, … … estorcevano denaro ai proprietari delle giostre. In particolare percepivano 1000 euro a giostra più i biglietti gratuiti che venivano destinati in parte ai familiari dei detenuti. Tale circostanza è di mia conoscenza perché io stesso ho percepito parte di questi soldi e biglietti; nonché in una circostanza … mi consegnò la somma di 1000 euro e un sacchetto di pieno di blocchetti di biglietti da destinare a Roberto Nisi che era detenuto e i biglietti da dividere tra noi del gruppo”.
AVVOCATO CORRIERE: Il clan si sarebbe servito anche della fattiva collaborazione di un avvocato nel trasporto di ingenti quantitativi di droga. Greco svela agli inquirenti: “L’avvocato in questione ha fatto più volte il corriere della droga da Napoli a Lecce occultando la cocaina nel cruscotto della sua autovettura che era appositamente predisposto. Tale auto è stata da me bruciata a Torre Chianca. Era successo questo: lo stesso avvocato mi aveva portato tre chili di cocaina nascondendoli all’interno dell’autovettura…Saliti a casa di … su mio incarico venne asportata l’autovettura con la droga con un carro attrezzi sicchè lo stesso mezzo non venne ritrovato dall’avvocato…Alle rimostranze dell’avvocato che mi accusava della sottrazione dell’autovettura e della cocaina risposi minacciando di sparargli. Successivamente mi appropriai dei tre chili di cocaina e li cedetti ai miei clienti provvedendo a bruciare l’autovettura a Torre Chianca”.
AMICIZIE ECCELLENTI: Il clan, poi, poteva avvalersi di complicità su più livelli. Gente insospettabile e che, come nel caso di una guardia penitenziaria, si sarebbe prestato a far entrare droga in carcere. Al soldo del clan avrebbe anche agito un dipendente della Motorizzazione di Lecce. Racconta Greco: “Anche … era un ragazzo che spacciava soprattutto eroina per conto mio… A fronte di un debito di 10mila euro che … aveva con me per la droga cedutagli mi diede un VW Tuareg che ho utilizzato e che poi mi è stato sequestrato. Il papà di … lavora presso la Motorizzazione Civile e si prestava a sottoporci ad esame in occasione del rilascio delle patenti di guida. Unica patente che ricordo è stata rilasciata con la complicità del padre di … è quella di tale Marco … In cambio a … padre davamo la somma di 500 euro”. E poi ci sarebbe la divisa sporca in servizio nel carcere. Greco racconta: “Quando fui tratto in arresto nel dicembre del 2010 per la detenzione di 74 grammi di cocaina una volta entrato in carcere … e … mi parlarono di tale …, un appuntato della Polizia Penitenziaria in servizio presso il carcere di Lecce nella stessa sezione dove ero io detenuto il quale era disponibile a fare entrare qualsiasi cosa in carcere… Effettivamente … andò da … e si fece consegnare la somma di 500 euro destinata a … l’appuntato e un panetto di 100 grammi di hashish che quest’ultimo entrò in carcere e mi consegnò”.
Francesco Oliva