ORTELLE (Lecce) – Un anno e sei mesi (pena sospesa) per i presunti maltrattamenti ai danni della ex moglie. E’ la condanna inflitta in abbreviato dal gup Cinzia Vergine a Luciano Paiano, 46 anni di Ortelle. Il giudice ha dimezzato la richiesta di condanna invocata dal pubblico ministero di udienza Maria Vallefuoco. La sentenza contempla anche un risarcimento danni da liquidarsi in separata sede in favore della donna assistita dall’avvocato Dimitry Conte. L’indagine è stata avviata sulla scorta di una denuncia della donna a distanza di un anno e mezzo dal suo allontanamento dal tetto coniugale con i figli al seguito.
Il magistrato inquirente ha così aperto un fascicolo. La donna ha raccontato le presunte sevizie subite in tredici anni di matrimonio. E’ stata ascoltata dai carabinieri. Ha rilasciato delle dichiarazioni denunciando sei episodi dopo oltre un anno. Paiano l’avrebbe picchiata con calci, schiaffi e pugni spesso in preda ai fumi dell’alcool. In altre circostanze si sarebbe accanito contro mobili e suppellettili di casa costringendo la donna a cercare riparo da alcuni parenti. L’apice del clima di tensione sarebbe stato raggiunto il 13 aprile di tre anni fa. Avrebbe costretto la moglie ad allontanarsi dalla casa coniugale insieme ai figli e a intraprendere il giudizio per la separazione. Nei mesi successivi Paiano avrebbe anche minacciato la ex moglie con frasi del tipo: “Se non torniamo insieme ti passo sopra con il camion o torniamo insieme o tutti insieme andiamo all’altro mondo” ovvero “guardati le spalle che ti passo sopra con il camion io me ne vedo in galera ma tu sottoterra”.
L’avvocato difensore Raffaele Di Staso ha contestato l’impianto accusatorio. Secondo la difesa, diversi testimoni sono stati ascoltati a sommarie informazioni hanno dichiarato di non aver mai assistito a d episodi di violenza. Inoltre dei presunti maltrattamenti non ci sarebbe traccia: una fotografia ,un referto medico, una bozza di registrazione e neppure un’annotazione della polizia giudiziaria intervenuta durante un litigio. E poi mancherebbe la continuità del reato nel tempo. La sentenza di primo grado rappresenta quindi solo un primo step di un braccio di ferro che si proporrà in Appello non appena verranno depositate le motivazioni.
F.Oli.