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Tentata estorsione ai titolari di un agriturismo: vittime si costituiscono parte civile

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Hanno scelto il giudizio abbreviato Salvatore Ingusci e Leonardo Fasiello, rispettivamente di 35 e 42 anni residenti a Boncore e Avetrana arrestati il 7 ottobre scorso dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina con l’accusa di tentata estorsione ai danni dei titolari di un agriturismo di Nardò. Il gup Cinzia Vergine ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Francesco Spagnolo (per conto di Ingusci) e Lorenzo Bullo (per Fasiello). I titolari dell’agriturismo si sono costituiti parte civile formalizzando anche una richiesta risarcitoria di 40 mila euro con gli avvocati Emanuela Pispico e Claudia Roma. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 3 maggio quando è prevista discussione e sentenza.

I due taglieggiatori finirono in manette dopo un’indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Campi Salentina allora guidati dal maggiore Nicola Fasciano. Fasiello e Ingusci avrebbero compiuto il furto di alcuni mezzi agricoli dalla ditta agricola servendosi delle modalità del cavallo di ritorno. Due mila euro la richiesta di denaro per restituire l’attrezzatura avanzata dai due presunti estorsori che avrebbero anche incontrato i titolari della ditta in un bar di Veglie. In sede di interrogatorio di garanzia, i due arrestati negarono di aver cercato di estorcere denaro ai titolari dell’agriturismo, In particolare Ingusci precisò di conoscere le presunte vittime perché abitano vicino. Dopo sedici giorni trascorsi in carcere Fasiello e Ingusci ottennero i domiciliari dove si trovano tuttora confinati. Nelle carte dell’inchiesta compare il nome di Giuseppe Landolfo, il consigliere comunale di minoranza a Veglie.

L’accusa nei confronti del politico è di favoreggiamento. Avrebbe aiutato i due presunti estorsori eludendo le indagini dei carabinieri. Sentito come persona informata dei fatti avrebbe negato un incontro avuto con Ingusci nonostante le indagini abbiano accertato diversamente. Nel corso delle indagini Landolfo è stato interrogato dai carabinieri. In quella circostanza il politico, chiarì la propria posizione. Raccontò di essere rimasto vittima di una vendetta politica compiuta alle sua spalle e di aver suggerito alle vittime di denunciare i fatti alle forze dell’ordine. La sua posizione è stata stralciata. Landolfo, assistito dall’avvocato Paolo Spalluto, ha scelto di essere giudicato con il rito ordinario. Il processo si aprirà a luglio.

F.Oli.


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