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SS275, Casili richiede audizione: “Ascolteremo i cittadini in Regione. Troppe ombre sul progetto”

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casili

LECCE – Dopo la censura dell’Anticorruzione al vecchio progetto di raddoppio, il lavoro di tre Procure, del Consiglio di Stato e del Tar, arriva l’audizione del Comitato 275 presso la Commissione Trasporti della Regione Puglia, su iniziativa del Consigliere Regionale del M5S Cristian Casili che si è già occupato della problematica.

Dopo anni di stallo, già nell’estate 2013 e poi nell’autunno dello stesso anno, il caso è stato portato dai pentastellati all’attenzione della Commissione Trasporti alla Camera e nelle interrogazioni al Ministro delle Infrastrutture: il risultato è stato quello di approfondire nel dettaglio un progetto anacronistico che per troppi anni era stato comunicato all’opinione pubblica come la lotta tra gli ambientalisti del “NO” e i visionari del “SI”. “Le cose tuttavia non stavano esattamente così – sottolinea Casili – il Comitato, infatti, non ha mai detto NO ad un intervento di miglioramento della viabilità, ma ha sempre espresso perplessità sulle modalità con cui erano stati condotti i lavori di progettazione, senza il coinvolgimento diretto del territorio e tra le stanze dei partiti e delle imprese. La stessa adesione estemporanea di alcuni sindaci negli anni passati a un progetto “preconfezionato” non è quello che noi intendiamo per partecipazione”.

Oggi il comitato è a favore di una riprogettazione dell’opera, con il raddoppio da Maglie a Montesano e la messa in sicurezza dell’esistente più a sud, ma il cuore del dibattito, più che sulle modalità di progetto, è incentrato sulla legalità: molte ombre sono emerse dall’approfondimento e dallo studio del progetto ed è necessario fare chiarezza. In particolare è necessario, secondo il consigliere pentastellato, chiarire come mai tale progetto sia stato affidato direttamente, attraverso una triangolazione (Anas, Sisri, ProSal), senza che la società di progettazione avesse le competenze e i requisiti. Inoltre sarebbe necessario comprendere come mai dopo avere incassato 5 mln di euro siano emerse numerose discariche tossiche mai menzionate, proprio sotto il tracciato del progetto.

“Se non fosse per il lavoro dei volontari, dei comitati e degli avvocati che hanno offerto il proprio contributo, – conclude Casili – oggi il vecchio progetto sarebbe già in opera, con tutti i disastri irreparabili che ne sarebbero conseguiti per il nostro territorio”.

 


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