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Processo “Eclissi”, in aula parla Remo De Matteis: “Il carcere non rieduca ma incattivisce”

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AULA BUNKER

LIZZANELLO (Lecce) – Con la sabbia mobile sotto i piedi, l’approssimarsi di una sentenza e i segni di una lunga detenzione molti imputati coinvolti nell’inchiesta “Eclissi” scelgono di parlare. Si rivolgono verso il giudice, incrociano il volto del pm indirizzando spesso messaggi ai propri compagni di cella. Nei giorni scorsi nel corso dell’udienza fissata per le arringhe difensive il presunto boss Remo De Matteis ha rilasciato spontanee dichiarazioni. Il 67enne di Lizzanello ha negato di aver mai avuto rapporti con il dichiarante leccese Gioele Greco. Ha riferito di aver incontrato il giovane leccese solo in un’occasione sulla strada per San Cataldo. Ha spiegato le modalità di un “incrocio” a suo dire “assolutamente casuale”.

De Matteis si trovava sulla Lecce-San Cataldo con il figlio Michele fermo per un guasto al motore dell’auto quando sarebbe arrivato Greco. L’attuale dichiarante si sarebbe fermato perché conosceva il figlio di Remo. Il 28enne leccese si sarebbe offerto di consegnare la propria macchina ai due De Matteis prendendo in consegna l’auto di padre e figlio con la garanzia di provvedere alla riparazione. E il contatto telefonico sarebbe riconducibile proprio a questo fatto. Inoltre il 67enne ha negato di aver incontrato Greco durante i permessi premi “perché li ho trascorsi in Sicilia” così come ha riferito De Matteis in aula.

Infine il 67enne si è lanciato in una sorta di lezione di sociologia sempre più in voga tra i detenuti veterani. “Signor giudice io la reputo un Dio”, ha dichiarato De Matteis in aula rivolgendosi al gup Giovanni Gallo “perché lei deciderà sulla nostra vita. Mi hanno tirato dentro senza che io sapessi nulla. Ho 67 anni, dei quali 33 trascorsi in carcere e non mi sporco più le mani da anni”. Poi la postilla finale con un memento dal chiaro sapore morale: “Quando vengono irrogate le pene e sono pesanti il carcere non ha più una funzione rieducativa ma incattivisce il detenuto” ha commentato De Matteis. Per il 67enne il pubblico ministero Guglielmo Cataldi ha invocato 9 anni di reclusione. In totale il rappresentante della Direzione distrettuale Antimafia ha invocato in abbreviato oltre otto secoli di carcere per 79 imputati. Il processo volge ormai alle battute finali.

L’indagine ribattezzata “Eclissi” consentì agli agenti della Squadra mobile di Lecce nel novembre di due anni fa di smantellare diverse costellazioni criminali che si sarebbero suddivise gli affari sporchi in città sancendo di fatto il declino di un capo ormai delegittimato del calibro di Roberto Nisi.

F.Oli. 


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