MARTANO (Lecce) – La Cassazione annulla senza rinvio la sentenza ad otto mesi di reclusione per Donato De Vito, il docente di Storia e Filosofia di Scuole Superiori di 62 anni, originario di Cursi, condannato in primo ed in secondo grado con l’accusa di stalking ai danni di una 34enne di Martano. Nei giorni scorsi i giudici romani della quinta sezione si sono allineati alla richiesta del procuratore generale sull’onda d’urto del ricorso dell’avvocato Luigi Corvaglia. Il penalista aveva sostenuto la debolezza del quadro accusatorio che, davanti ai giudici della Suprema Corte, si è sgretolato come un castello di sabbia. Eppure in primo ed in secondo grado il professore era stato ritenuto colpevole con una pena comunque sospesa.
Ricordate la storia? Nel marzo del 2010, l’insegnante venne anche arrestato in flagranza di reato per quelle molestie ripetute e sospeso dall’attività di insegnante per un determinato lasso di tempo. In quel periodo, De Vito insegnava in una scuola superiore di Martano e proprio per una 34enne del posto il professore aveva perso la testa. Avrebbe immortalato la sua “amata” sul posto di lavoro con alcuni scatti.
E poi pedinamenti di giorno e di notte per anni, informazioni strappate ai propri alunni minacciati di incassare brutti voti se non gli avessero fornito aggiornamenti sulle abitudini di vita della donna. L’allora 31enne sarebbe stata persino costretta a licenziarsi dal bar dove lavorava perchè continuamente seguita e osservata. Subito dopo il suo arresto, nel corso dell’interrogatorio di convalida dinanzi allora gip Ercole Aprile, De Vito giustificò quel pressing così morboso sulla giovane con un’eccessiva timidezza negando di aver mai chiesto ai suoi allievi informazioni sulla donna. Il gip dispose così la scarcerazione del professore che, nel frattempo, è ritornato ad insegnare.
F.Oli.