LECCE – Si è svolta in Prefettura, in mattinata, la prima riunione operativa, con 12 importanti comuni leccesi, per individuare le strutture di prima accoglienza per gli eventuali sbarchi che si teme possano verificarsi a breve. Da Roma hanno anche comunicato l’eventualità dell’arrivo di 140 mila profughi. Il Salento ha l’obbligo di farsi trovare preparato all’appuntamento, anche se ne dovessero arrivare molti di meno, e per questo si terranno altre riunioni e si predisporranno nuovi centri di prima accoglienza. Maglie, ad esempio, ha messo a disposizione una grande struttura: l’ex carcere. Nessun problema per Otranto, che lavora bene da anni con il centro Don Tonino Bello: una struttura che ospita ogni anno circa duemila immigrati. Non tutti i comuni sono pronti: “Abbiamo strutture per seconda accoglienza – spiega l’assessore galatinese Daniela Vataggiato – Non siamo ancora preparati per la prima accoglienza, ma ne discuteremo in giunta per capire se abbiamo le strutture da offrire per un’eventuale emergenza”.
L’idea della Prefettura di Lecce è quella di costruire una rete di centri di accoglienza sul modello otrantino del Don Tonino Bello, per gestire una eventuale situazione esplosiva, dovuta ad arrivi massicci. Nella riunione di oggi sono giunte rassicurazioni: è molto probabile che i numeri di profughi in arrivo non siano quelli che circolano sui giornali in questi giorni. Non c’è certezza sui dati, quindi si lavora per affrontare bene ogni eventualità. “A Otranto abbiamo imparato a gestire tutte le emergenze – spiega il sindaco Luciano Cariddi – se i numeri non saranno proibitivi potremo continuare a gestire tranquillamente tutto con la struttura del Don Tonino Bello”.
Gaetano Gorgoni